In realtà la transizione non finisce mai, non c’è un punto di arrivo, ma numerose tappe dove decido di arrivare e alcune di esse hanno perso di significato. Sono venti giorni che vorrei scrivere questo post, ma poi sono successe tantissime cose che ho rimandato. Forse in questa pausa di Pasqua è il momento di concludere la mia riflessione.
Il grande obiettivo della transizione l’ho raggiunto che è stato il cambio di nome e genere sui documenti, mi manca da aggiornare solo il libretto dell’auto e la connessione Vodafone che sembra non siano capaci di modificare l’anagrafica e probabilmente cambierò compagnia telefonica per fare prima.
Sin dal principio ho sempre avuto il timore che il mio subconscio cambiasse idea, solo in seguito ho scoperto che sono sempre stata donna anche se lo nascondevo. Dato che non posso controllare la transizione a livello mentale e di coscienza avevo davvero paura che avrei potuto tornare al mio se’ maschile. Nel tempo questo timore si è affievolito sempre di più, anche se qualcosa di latente lo sento ancora, ma è qualcosa di me che devo accettare e non combattere. Arrivare al cambio del nome speravo fosse una specie di garanzia per convincere me stessa e il subconscio di chi sono davvero e che voglio continuare ad esistere ed evolvermi come donna.
Io sono una donna transgender atipica e l’ho saputo fin da subito. Per la maggior parte delle donne trans il primo obiettivo è arrivare al più presto ad assumere la terapia ormonale sostitutiva (TOS), ma nel mio caso è stato l’unico modo a procedere per arrivare al cambio dei documenti. Il piano iniziale era di interrompere la TOS una volta completato il cambio anagrafico, soprattutto per paura degli effetti collaterali. Nel tempo ho scoperto che molte delle mie paure erano infondate e che facendo i controlli ogni sei mesi non è poi così male e non rischio la vita come temevo. Cosa non da poco, vedo bene gli effetti positivi.
La TOS mi ha cambiata fuori, ma ho scoperto che lo ha fatto soprattutto dentro la testa e all’interno del corpo tra cui ha alterato la circolazione sanguigna. Il mio fisico ha reagito così bene, senza dover fare operazioni chirurgiche di quella che si chiama “Femminilizzazione del viso” (FFS), che sono passata da maschio che si riteneva un brutto anatroccolo a una donna che è una splendida cigna.
Sono riuscita a cambiare la voce, anche se come perfezionista potrei ancora migliorare, il seno è cresciuto arrivando alla coppa B (mi piacerebbe arrivare alla coppa C) e non sento necessario fare la mastoplastica additiva (seno “finto”), non sono sicura che le sentirei come mie. I capelli si sono rinforzati e non è stato necessario fare un trapianto di capelli e misteriosamente ho il viso più ovale.
Mi piaccio molto di come sono adesso e soprattutto che sono naturale al 100%, la TOS non è chimica, sono sostanze naturali, ma in dosi massicce.
Ora cosa manca? All’inizio della transizione non pensavo di fare vaginoplastica perché mi sembrava una mutilazione, poi informandomi e conoscendo le persone trans che l’hanno fatta, ho scoperto che viene creato un un organo genitale funzionante, tranne che per avere figli.
Cosa mi trattiene da farla? Ho numerosi dubbi importanti tra cui la mia età (non sono sicura di riuscire a recuperare completamente dall’operazione), diffidenza a farla dai chirurghi italiani con il SSN, che utilizzano delle tecniche meno moderne e soprattutto che dopo dovrei fare, per tutto il resto della mia vita, una cosa chiamata dilatazioni (inserire nella neo-vagina un oggetto a foma di dildo e tenerlo dentro per mezz’ora al giorno, tranne quando avrei dei rapporti sessuali). Il terzo dubbio è la mancanza di soldi per farla all’estero (costa 20.000 €), denaro che non ho e non credo di riuscire a procurarmelo in due anni. Infine c’è la vocina dentro di me, quella del subconscio di cui avevo paura e che finora non ha mai sbagliato, che mi dice di non farla.
Ci sto pensando da mesi, ma non ne sento davvero il bisogno. L’operazione chirurgica la si deve fare per se stesse, per sentirsi complete e non per farci del sesso, cioè deve essere considerata una cosa secondaria e non il motivo principale.
Qualunque cosa deciderò sarà tra almeno due anni, quindi posso considerare la maggior parte della mia transizione conclusa, nel senso che devo solo fare un mantenimento con la TOS e non dover fare più nulla riguardo il mio fisico, tranne un ritocco alle sopracciglia tatuate ogni tanto ed eliminare gli ultimi peli solitari sparsi sul corpo. Praticamente devo “solo” vivere la mia nuova vita al meglio.
Quando si raggiunge un traguardo si è felici, si gode il momento, ma dopo si pensa subito al traguardo successivo che deve essere più impegnativo e importante. Non ho ancora capito qual è il mio di prossimo traguardo.
Non mi basta vivere intensamente come faccio adesso, con tutte le mie attività e quelle dell’associazione transgenere ACET, sento che ho bisogno di stimoli nuovi e so che arriveranno a breve e che probabilmente saranno qualcosa di inatteso. Adoro le sorprese.
Una meno bella è arrivata ieri sera. Ho avuto una specie di crisi esistenziale, probabilmente dovuta a un misto di stanchezza da camminata, dormito troppo subito dopo e non ho digerito la piadina mangiata prima di andare al cinema. Fatto sta che mi sentivo non a posto dentro la testa, arrivavano e andavano via un sacco di pensieri negativi e violenti sia verso gli altri che verso di me.
Durante la visione del film (Il ritorno di Casanova, che parla del diventare vecchi) ho avuto un paio di momenti dove sentivo che mancasse l’aria e altri dove sentivo che qualcosa non andava nel corpo, senza sapere cosa.
Tornata a casa ho bevuto qualcosa di caldo, cercato di fare una piccola meditazione, respirato lentamente, ho preso l’integratore Sustenium Plus che in altre occasioni mi ha aiutata a tirarmi su, ho letto alcune pagine del libro in corso, infine ho cercato di dormire. Una parte il mio cervello capiva che quei pensieri non erano davvero miei, erano cose che non desideravo, che non centravano con chi sono adesso, ma loro continuavano ad arrivare e a non farmi sentire bene, una specie di piccola depressione.
Mi sono sentita da sola, cosa che non mi accadeva quando iniziato la transizione tre anni fa. Ho cercato di capire perché non trovo amiche e amici nella zona dove abito, un’amica del cuore oppure un compagno/compagna da sentire vicino. Ho un sacco di amiche e conoscenti a cui tengo, ma devo sempre fare un sacco di strada per andarle a trovare le persone.
Al momento non sto nemmeno cercando attivamente un compagno oppure una compagna per cercare non so bene nemmeno io chi. Ho dei dubbi sulla mia sessualità e timore di come potrebbero reagire scoprendola (quella cosa che rimane in mezzo alle gambe..sarà utile)?.
Sono una persona molto equilibrata, ma è stata dura arrivare alla mattina. Mi sono anche venute in mente le donne trans conosciute e i loro racconti dell’inizio della terapia ormonale, quando non riuscivano a gestire le loro emozioni e si trovavano a piangere, ridere senza sapere il perché.
Stamattina mi sono svegliata che era tutto passato. Solo un brutto momento? Speriamo.
Oggi è Pasqua e sono andata a pranzo a casa di mio zio, vicino a Brescia, dove c’erano alcuni parenti di mia zia. Abbiamo cercato di non mangiare troppo, anche se la mia golosità mi ha fatto mangiare una piccola porzione extra di lasagne. Abbiamo trascorso un pomeriggio tranquillo, spensierato persi tra le chiacchiere e battute. I Pensieri oscuri ieri sera erano scomparsi completamente ed ero la donna che vorrei essere sempre.
Sto scrivendo (anzi dettando) mentre sto facendo una passeggiata digestiva in paese e sto anche pensando al trekking che farò domani sopra Lecco. Spero che non ci sarà molto traffico al ritorno, è Pasquetta ed è un classico passarla in coda. Al Trekking saremo una trentina di persone e alcune credo di conoscerle anche se è quasi un anno che non le vedo. Devo preparare lo zaino, gli abiti a più strati (farà freddo? sembra che ci sarà il sole), in montagna non si sa mai, gli scarponcini e le cose da mangiare che solo a pensarci mi sento poco bene, sto ancora digerendo il pranzo.
Il mio augurio di Pasqua su Facebook “Stelle, Comete, Pianeti e Lune della vita mia, che possiate brillare, ruotare, cambiare sempre, un doppio abbraccio e uova (di cioccolata senza regalo che non ci serve) per tuttə.
“
Riguardo al mio futuro ho il problema che utilizzando così tanto il computer per lavorare, in seguito e anche nel weekend ho un rifiuto a utilizzare la tecnologia, a volte anche quella del telefono. Alcune cose che vorrei fare (tipo aggiornare il sito principale), che vorrei studiare (diversity management e temi relativi), oppure di cui vorrei scrivere (articoli per riviste), ho grandi difficoltà a mettermi lì a realizzarle, mi viene una stanchezza dentro la testa, tipo cervello che si spegne.
Ho mille pensieri, ma nessuno veramente utile. Sto procedendo in una qualche direzione come seguendo un flusso, un torrente che mi sta portando da qualche parte. Per ora mi sto accontentando di seguirlo e cercando di evitare ostacoli e pericoli.
La Pasqua è anche simbolica della caduta e resurrezione, che è il prossimo articolo del blog.