Sono andata in Elma Academy, l’azienda con cui collaboro da un anno, insieme andiamo a fare formazione e informazione di tematiche LGBT+ rivolta alle aziende farmaceutiche, oggi specificatamente transgender.

Oggi ho anche scoperto che Amgen, l’azienda dove ho fatto formazione un mese fa, mi hanno citata nel post di oggi, proprio nella giornata mondiale della visibilità trans ( Transgender Day of Visibility ) segno che il mio intervento è stato apprezzato sul serio.

Dopo quell’evento con Amgen, in Elma hanno pensato che era il caso di fare la stessa cosa con i loro dipendenti e collaboratori. Quest’azienda è molto sensibile su queste tematiche e io sono perfetta nel raccontarmi e informare nello stesso tempo. I prossimi saranno a Giugno e Ottobre.

In sala c’erano una ventina di persone e molte di più online, inoltre hanno fatto una video ripresa per coloro che non erano potuti assistere. Questa volta il mio intervento è stato differente, di solito adeguo quello che devo dire in base al tipo di pubblico, ma qui mi sentivo a casa ed è stata più una chiacchiera divulgativa con amici.
In un’ora abbiamo solo scalfito la tematica transgender, ma comunque affrontato numerosi argomenti abbastanza in profondità. Nella parte finale con le domande, mi sono state fatte alcune richieste su cosa ne pensiamo sui minori trans. E’ un argomento molto delicato che sta prendendo piede, anche perché questi ragazzini con i telefoni in mano già a dodici anni, riescono ad avere un sacco di informazioni e quindi a intuire qual è la loro vera identità di genere. Ma sapranno per davvero oppure è la moda nei social? L’opinione di Acet, dopo alcune discussioni interne, è che andrebbe molto bene regolamentato, soprattutto l’utilizzo da parte dei medici riguardo i bloccanti della crescita. Anche se le decisioni sono compito dei genitori, il vero potere decisionale è degli psicoterapeuti che devono certificare la disforia di genere. Siamo abbastanza contrari all’obbligo di andare da queste figure professionali e non da un semplice psicologo, dove in questi casi, la sua opinione non ha valore per le pratiche legali. Forse più specialisti insieme sarebbero più indicati a capire se è davvero quello che si sente di essere la giovane persona trans.
Dopo i saluti finali ci siamo rese conto che è venerdì sera e abbiamo terminato di lavorare, e con alcune ragazze siamo andate in un locale vicino a farci l’aperitivo. La scelta era tra vino bianco Falanghina e un altro vino della Puglia. Ho optato per il primo perché mi dà meno alla testa e dovrò fare il viaggio di ritorno in treno.
Era un po’ che non facevo una serata “solo donne” con vino e mi ha aiutata parecchio a staccare da questa settimana pazzesca e rientrare in una sorta di normalità frequentando persone dove non si parla di transizione.

Oggi nel “Transgender Day of Visibility” come associazione ufficialmente abbiamo fatto solo un‘immagine che la gente poteva adattare e inserire nel proprio profilo.
In realtà in una settimana abbiamo raggiunto un milione di persone con tutti gli eventi a cui ho dato un importante contributo: torneo di calcio, intervista in TV su Rai2, Intervista sulla Gazzetta dello Sport, Evento di formazione di oggi.
Direi che di visibilità ce ne è stata abbastanza, specialmente io!

Ho scritto queste note facendo una camminata mattutina di domenica sotto uno splendido sole e andando nel Renova park, gestito dal WWF, dove ci lavora un mio amico con cui abbiamo fatto insieme il corso di Lettura Espressiva. È stato bello rivedersi e siccome oggi hanno un di mercatino biologico ho fatto acquisti e scoperto la differenza tra confettura e marmellata, ad esempio. Questi due giorni nel weekend di decompressione mi stanno riportando alla mia normalità e a fare attività più inerenti alla mia persona e meno all’attivismo nazionale che ti può portare al burnout, bruciare dalle troppe attività.
Ho appena fatto quello che viene definito in letteratura “Il viaggio dell’eroe“ che è alla base di tutte le trame, dove protagonista lascia il paese, fronteggia pericoli, fa nuove conoscenze, cambia se stesso e la sua visione del mondo e poi una volta risolta l’avventura torna al luogo di origine con una sensibilità nuova.
Questa tranquillità di tornare a fare le attività di una vita più normale, l’ho avuta anche ieri quando ho ripreso a fare la lezione di “workout con danza caraibica” e la seguente chiacchiera al bar dopo la lezione (tra donne).
Mi sono anche resa conto che è una settimana che vesto quasi sempre con abiti sportivi oppure casual, ma a differenza del passato, quando mi specchio mi vedo donna. Era una delle paure che avevo a inizio transizione dove addirittura indossando magliette a girocollo (la classica t-shirt) mi mancava l’aria. Ieri pomeriggio però ho sentito la voglia di mettermi carina, anche solo per fare la spesa al supermercato, giusto per farlo e non come obbligo per non subire un misgendering (scambiata per un uomo).
Domenica mattina ho anche scritto un articolo per un sito internet a cui vorrei collaborare, ma che in due mesi non trovavo mai il tempo. Non volevo scriverlo giusto per farlo e oggi mi sono goduta un’ora di scrittura. Parla di fare il coming-out in azienda e contiene le mie esperienze, quelle di alcune persone della mia associazione, informazioni e statistiche varie. Andrà rivisto e corretto, ma è stato un piacere scriverlo, attività che con il blog non sempre trovo il tempo e la tranquillità che vorrei. Sembra che come impostazione generale, qualità dello scritto vada bene e attendo il responso della redazione per correggerlo nella sua forma finale.

Adesso che mi sto riprendendo fisicamente e mentalmente, farò una pausa? No, oggi pomeriggio ricomincerò alcune attività associative con la prima riunione del nuovo gruppo volontari. Io e le altre persone dell’associazione che al momento fanno tutto, abbiamo bisogno di aiuto perché troppo attivismo ruba tutto il tempo alla mia vita privata e nel mio caso rischia di stancarmi in tutti sensi.
La riunione è stata interessante e produttiva. Unico neo è che sono l’unica donna trans del gruppo (in realtà siamo in due, ma Alicia aveva un impegno). Continuo a non trovare spiegazione sulle donne trans dell’associazione a cui non interessa l’impegno politico e di partecipazione alle attività per aiutare la comunità che poi è anche aiutare se stesse.

Per fortuna settimana prossima sarà Pasqua e credo che non farò nessun attività particolare, forse un trekking se non si andrà in zone turistiche, voglio evitare di farmi delle ore di macchina in colonna per tornare a casa.
Sono dei giorni che mi sento affaticata e gli occhi si stancano per il troppo uso del computer al lavoro, ma leggendo il blog dello scorso anno ho scoperto che era successa la stessa cosa e ne deduco che sia l’arrivo della primavera a stancarmi.
Buona notizia: ho rinnovato la patente con il nome Bianca e che arriverà tra venti giorni. L’oculista prima della visita mi ha chiesto il motivo per cui dovevo rifarla e non rinnovarla, gli ho risposto secca “Ho cambiato sesso e nome”, è rimasto zitto e siamo andati a fare la visita…Ora sono nella fase che è un problema degli altri se hanno dubbi e domande su di me, non ho più voglia di essere timida e diplomatica su questa mia conquista di genere.
Notizia meno buona: il farmaco che prendo (Aldactone) che mi abbassa i valori del testosterone sono due mesi che è esaurito nelle farmacie, oggi scopro che anche il farmaco generico (Uractone) è anch’esso non disponibile. Ho giusto due scatole per arrivare a fine mese e spero che ritornino, altrimenti dovrò cercare di andare nelle farmacie più distanti a cercarne…non è pensabile interrompere la terapia ormonale sostitutiva, non avrò delle crisi, ma potrei regredire fisicamente per poi dover ricominciare quasi da capo la transizione. No,no,no.