Questa sera ho incontrato una giovane artista transgender portoghese. Il Piccolo Teatro di Milano aveva contattato la mia associazione perché Odete (pronunciato Odets) aveva espresso il desiderio di incontrare la comunità trans milanese. Cosa difficile da fare, ma lo spiegherò più avanti il motivo.
Avevo preso in mano la gestione per via della mia esperienza teatrale. Il Piccolo ogni anno invita giovani artisti da tutto il mondo per una settimana facendogli visitare la città e con dei laboratori e attività.
Ho pensato di cogliere l’occasione di poter salire sul palco del teatro e ho proposto un piccolo laboratorio di scambio idee e fare qualcosa di artistico insieme. Non ha funzionato. In associazione non sappiamo quale lavoro fanno e quali sono gli hobby e interessi. All’invito ha risposto solo una persona che però non poteva esserci per via del lavoro. Peccato.

Mi piacerebbe fare anche delle attività culturali con i miei soci, ma al momento sembrano interessati solo a sapere come si prendono gli ormoni e come si cambiano i documenti. Forse anche perché non abbiamo ancora una nostra sede dove incontrarci per attività ludiche, di attivismo e culturali.
Ho trasformato l’incontro in un aperitivo, ma anche stavolta nessunə si è fatto vivo. Dovrò tornare a fare quello che so fare meglio: dare informazioni e tenere per me queste attività culturali finché i soci non saranno pronti.
Ho scelto un LGBT bar chiamato NoLoSo, carino e che prima delle ore 20:00 si riesce a parlare. È nel quartiere chiamato Nolo, zona Loreto, da qui il nome che è un gioco di parole.
Ho prenotato un tavolo per tre. Giovanna era insieme a Odete, una mediatrice culturale. Anche se quasi tutto si è svolto in inglese è servito il suo apporto traducendo alcuni termini direttamente in portoghese.
Ragazza simpatica.
Siamo state due ore a parlare e scambiarci informazioni su come funziona essere transgender nei rispettivi paesi. Siamo messi non bene, solo che da noi la burocrazia è molto più lenta.
“Bianca spiegale cosa è l’aperitivo
”. A Milano è detto anche Apericena dato che si beve e si mangia. “Perché si mangia?
” Da loro si cena e poi si va nei locali a bere.
“Inoltre paghi da bere, ma il cibo è tutto gratis!
” Sguardo di meraviglia guardando il ricco buffet che qui è tornato a essere pieno di vassoi come pre-covid.
Gli facciamo assaggiare “ceci con verdure“ , poi la polenta e quando Giovanna porta um quadrato di pizza chiede cos’è. La pizza all’estero è solo quella tonda che riempie il piatto, non esiste la versione più spessa tipo panetteria e tagliata a quadratini così la puoi prendere con le mani.

La comunità trans milanese…che non c’è, ma ci proviamo in due a spiegarle che soprattutto a Milano per incontrare gente (anche non trans) si deve prendere un appuntamento, mettersi d’accordo prima. Dove abita Odete basta andare in centro in alcuni locali e incontri persone trans per bere insieme e fare socialità.
Milano è anche molto ampia e questo per noi è impossibile, inoltre non esistono locali per trans, mentre ci sono gay bar, alcuni Lgtbt, ma le persone trans non si incontrano tra loro.
C’è anche questa cosa del passing, che è l’essere identici al genere di elezione, e che quando incontri qualcuno e non capisce che sei trans, sparisci dalle associazioni e ti mescoli alla gente. Odete mi ha confermato che è così anche da loro.
Cambio del nome, è stato difficile spiegarle che qui è un giudice a decidere. In portogallo invece è lo psico terapeuta che emette il giudizio di “Disforia di genere” e quindi autorizza anche le operazioni chirurgiche.
Praticamente hanno in mano il potere di decidere della vita di una persona trans.
Lei ha fatto la Vaginoplastica da un privato perché non si fida dei medici ospedalieri “non sono molto bravi
”.
Un partito di minoranza sta cercando di fare passare una legge che autorizza il cambio nome e genere direttamente all’anagrafe con dei testimoni.
Mondo del lavoro. Da noi se prima della transizione avevi un lavoro con una professionalità non ci sono grandi problemi a conservarlo, da loro è più difficile e molte donne trans si mettono a fare artiste di strada, ma non ho capito se alludeva alle prostitute…

Ci siamo confrontate su cose più personali della sua e mia transizione, cercando di spiegare alcune cose a Giovanna che per lei era un mondo sconosciuto.
Odete ha una voce femminile, anche se a lei non sembra. Le ho raccontato della logopedia metodo a lei sconosciuto e infine ho evidenziato che non ho il pomo di Adamo, il mio è rientrato con gli esercizi. Ho visto entrambe sgranare gli occhi quando hanno realizzato questa cosa.
Riguardo gli ormoni prende 2mg al giorno in pillole (forse perché è giovane ed ha un fegato buono?), qui da noi si prescrivono ormoni estermi con cerotti , spray oppure iniezioni.
Io metto un cerotto che rilascia 0,5 mg al giorno…lei prende il quadruplo della mia dose!
Gli ormoni le hanno provocato problemi di testa tra il sesto e dodicesimo mese, con sbalzi di umore, periodi depressi ed è stato difficile gestire questo tempo, ma poi è passato e si gode l’essere donna.
Io non ho avuto questi problemi per via dell’età e delle dosi più basse.
Infine mi ha chiesto se conosco artisti trans di Milano da farle conoscere. Ne conosco solo una che fa la DragQueen, ma non ho i contatti diretti.
L’ultima parte della serata l’abbiamo passata su argomenti non trans. Alle ore 20:00 come previsto il locale era pieno e non di riusciva a parlare. Lei ha messaggiato con delle amiche di Milano che vivono in quella zona. Coincidenza che ho scelto proprio quel locale?
Quando sono arrivate e si sono presentate…sorpresa: tutte di nome Giovanna! Ma una in portoghese e l’altra Argentina…più la mediatrice culturale che appunto si chiama Giovanna!

Dopo un saluto con abbracci sono andata a recuperare l’auto per tornare a casa. Bella esperienza anche se andare a Milano dopo una giornata davanti al computer è stato rilassante.