Poco da raccontare, ma ho fatto tante belle fotografie e mi sono divertita parecchio con le mie mille-mila attività per poi usare la domenica per “riposare”, nel senso di non fare viaggi in auto lontano da casa, ho comunque camminato due ore con la mia vicina di casa (7 chilometri) godendoci il sole.

Lunedì era festivo ed ero sola in quanto il meteo è stato insicuro fino all’ultimo, così i gruppi di trekking non hanno organizzato nulla relativamente vicino. Mi sono fatta una bella camminata lungo il fiume Adda in località Trezzo d’Adda. C’era un sacco di gente sia vestita a festa che in abbigliamento sportivo e io che “non volevo dare nell'occhio
” ho indossato dei leggins super colorati attirando non pochi sguardi. Avevo un po’ di herpes e magari guardavano quello, non lo saprò mai.
Mercoledì sono tornata a fare pilates alla sera, eravamo solo in tre, ma ci siamo divertite, rilassate e sbloccate.
Giovedì sono andata al corso di teatro.

Questa sera eravamo presenti quasi tutti e abbiamo portato avanti lo spettacolo, siamo verso la parte finale. Sono venuta indossando dei leggins e un maglioncino, c’era il sole e ho fatto un giretto di trenta minuti intorno alla scuola nell’attesa che arrivasse l’orario di ingresso. Come le altre volte sono arrivati quasi tutti in ritardo e abbiamo iniziato un’ora dopo. Durante questa attesa mi sono cambiata, anche perché Eleonora insieme all’insegnante Marta stavano mettendo a punto il suo vestito. Hanno fatto qualche fotografia e quindi ho chiesto di fare qualche fotografia mentre eravamo insieme. Nella foto di settimana scorsa sembravamo le comari degli anni 50, mentre adesso siamo delle streghe, cattivissime e molto belle. Marta, con un cordino nero, mi ha scoperto una parte di gonna che mostra la gamba, ho avuto qualche esitazione sempre pensando che potesse sembrare troppo maschile, mentre come si vede anche nelle foto: vado benissimo. Mi sono stupita che tra noi due ci sono trent’anni di differenza anche non si vede poi così tanto.
Tra i vari commenti raccolti condividendo la fotografia è “che sembro un'altra
“, “ti stai divertendo un sacco
“.

In due ore abbiamo provato solo due scene, che dureranno pochi minuti, ma i ragazzi non ricordavano bene le battute oppure non avevano capito le intenzioni da dare alla voce e movimenti. Durante questa parte io e le altre ragazze siamo rimaste in piedi intorno ai ragazzi, a fare gli spettri. Siamo coinvolte leggermente in qualche coreografia con piccoli movimenti di braccia, un urlo ogni tanto. Almeno non siamo in scena immobili. Ho imparato davvero tanto su come preparare una scena osservando Marta e sentendo le sue suggestioni ai ragazzi. Un breve monologo apparentemente noioso, diventa interessante e pieno di pathos.

Settimana prossima Marta non farà lezione perché sarà a uno spettacolo e quindi noi faremo il filone, cioè tutto di fila, e forse anche qualche approfondimento di alcune scene. Noi ragazze dobbiamo ancora metterci d’accordo sulle piccole battute che diceva Elettra, che ha lasciato il corso. Inoltre alcune proprio non si ricordano le battute. Questa mattina Marta ha lasciato nel gruppo Whatsapp, un lungo vocale, cercando di spronare a memorizzare la propria parte, così da accelerare le prove, anche perché abbiamo solo quattro lezioni e poi dovremmo fare lo spettacolo. Alcuni ragazzi e anche alcune ragazze non hanno mai nemmeno portato un minimo di abito di scena come richiesto. Le ragazze avrebbero dovuto creare un accessorio come la mia collana oppure il cerchietto di Eleonora così da uniformarci, ma non si è visto ancora nulla. Spero sempre che all’ultimo “la magia del teatro” prevalga e che lo spettacolo sarà bello, ma questa volta nutro seri dubbi.
In futuro frequentando dei corsi di teatro cercherò di capire dalle prime lezioni quante persone ci saranno, perché se siamo in troppi accade sempre questa cosa di scazzo, abbandono e fino all’ultimo sembra tutto un disastro.
La mia precedente scuola di teatro, dopo due anni, ha finalmente terminato il copione e lo daranno a fine maggio. Andrò a vederli e sarà curioso vedere chi e come interpreterà il mio monologo, che è stato scritto su di me. Per motivi logistici, lavorando da casa, avevo abbandonato quel gruppo.

Dopo il lavoro mi sono sentita stanca e anche questa settimana ho il corso di cucina a cui mi spiace rinunciare. Ho fatto una doccia e sono andata in direzione Milano, l’auto ha iniziato a fare i capricci quando attivo il GPL e con il prezzo della benzina alle stelle ho qualche pensiero su tutti i chilometri che faccio per raggiungere i luoghi degli eventi.
Questa sera c’erano due ragazze che non vedevo dall’anno scorso e che si ricordavano molto bene di me, hanno fatto da assistenti allo chef Luca perché una di loro lavora con lui. Questa sera eravamo solo in undici quindi sono riuscita a cucinato più delle altre volte. Stasera ho imparato ad affittare come si deve il petto di pollo, poi ho aiutato a frullare alcune cose e sono stata io a controllare la cottura del riso.
Questa sera non c’era Raffy, che è la ragazza che aiuta Luca a gestire gli eventi, in parte ne ho fatto le veci raccogliendo anche i soldi alla fine della serata e mi anche uscita una battuta che ha fatto ridere tutti “Grazie, arrivederci e tornate a trovarci”.
Luca, che mi ha conosciuta in versione maschile e dopo il lockdown in versione femminile, un paio di volte ho usato “lui” verso di me correggendosi subito. Per i maschi è più difficile abituarsi a questa cosa della transizione, ma quando capita a persone che ammiro non mi dà più nessun fastidio, anzi apprezzo la buona volontà. Ho notato che quando mi chiamava per nome usando “Bianca” non sbagliava la grammatica, quindi quando si usa un nome femminile in automatico è facile continuare con la grammatica corretta.

Le due colleghe dello chef mi hanno preso molto in simpatia. Questa cosa che le persone che conosco per una/due volte e vedono sempre in me qualcosa di cui non mi rendo conto. Sono entusiaste di fare attività con me e sorridono sempre… È bellissimo.
Stasera mangio abbastanza, ma riesco a contenermi, soprattutto mettendo nel contenitore la seconda porzione di riso, quando mi sono resa conto che poi ci sarebbe stato ancora il pollo freddo da mangiare.

contorno di peperoni, tutti fritti ad aria
Questa settimana ho ordinato una “friggitrice ad aria“, ma l’ho potuta provare solo una sera e velocemente. Era saltata fuori la sua esistenza la settimana scorsa proprio nel corso di cucina. Ho chiesto consiglio allo chef relativo a quale modello comprare, ce ne sono tanti in commercio e alcune costano parecchio. Quella consigliata effettivamente è facile da utilizzare e dalla mia prova escono davvero cose croccanti. Parlandone ad alcune persone mi hanno dato dei suggerimenti su cose a cui non avevo pensato, come ad esempio fare le polpette che ho sempre evitato di fare per via del gestire l’olio fritto di scarto. Mi hanno anche suggerito che ci sono libri (grazie Mamma) e siti con ricette specifiche che dovrò andare a vedere. Domenica mi sono preparata un tonno in crosta di pistacchio con crema di rosmarino e alloro, contorno di peperoni fritti. Davvero buonissimo.
Sono tornata a casa felice della serata e molto provata… e anche stavolta mi sono chiesta se domani mattina sarà il caso di tornare a Milano per fare la lezione di danza caraibica.
Sabato potrei dormire di più, ma mi sveglio sempre prima. Oggi è stato faticoso svegliarmi. Mi sono preparata la borsa con i ricambi e sono andata verso Milano senza aver fatto colazione con l’idea di farla vicino a dove farò la lezione. La volta scorsa avevo visto che c’era un bar che sembrava molto interessante. Arrivata, ho parcheggiato e sono subito andata nel bar e mentre ero in fila per la cassa ho guardato i clienti prima di me scoprendo che qui le brioches le farciscono al momento e di sapore erano davvero strepitose.
Riesco a trascorrere venti minuti seduta fuori dal bar guardando alcuni messaggi su Facebook e scoprendo che la foto che ho messo nel profilo, quella del mio autoritratto, ha riscosso un enorme successo. L’avevo cambiata ieri, non pensando che Facebook avrebbe avvisato tutti i miei amici di questa modifica.
Da lontano vedo che Giuliana è già arrivata e sta salendo le scale, così mi alzo andando in auto a prendere il tappetino per Yoga e la sacca con i ricambi.
Aspettiamo le ragazze parlando, siamo donne, e poi iniziamo la lezione. Settimana scorsa Giuliana aveva qualche problema fisico e si era contenuta nei movimenti, indicandoci cosa fare senza farlo sempre lei. Oggi è guarita e in forma, infatti dopo dieci minuti non ho più fiato e guardando le altre due non sono la sola.
Ecco che la definizione “lezione di danza caraibica” in questo caso non è corretta in quanto è un workshop di ginnastica che utilizza la danza per l’attività (un po’ come quando si fa Zumba nelle palestre). Comunque mi diverto un casino. Giuliana ci insegna qualche nuovo movimento e riprende alcuni vecchi. Il mio corpo se li ricorda tutti. All’inizio cerco di seguire l’insegnante però scopro che cercando di ripetere i suoi passi non riesco a muovere contemporaneamente anche le braccia, ad un certo punto mi sono lasciata andare e il mio corpo sapeva davvero cosa fare.

Quando la lezione è terminata ero abbastanza sollevata perché stavo sudando e ero provata fisicamente. Abbiamo tirato fuori i tappetini e fatto gli ultimi dieci minuti di stretching e rilassamento. In quel mentre una delle ragazze ha suggerito che avremmo dovuto fare qualche fotografia perché come ha detto lei “Siamo brave, perché non farlo vedere?
”. Giuliana ha chiesto di darle il permesso di mettere delle fotografie in giro sui social e nessuna si è opposta. Ci ha fatto una fotografia distese sul tappetino e poi quando eravamo in piedi ho messo il mio telefono con l’autoscatto e abbiamo fatto un paio di pose. La fotografia è molto bella, anche se mi si vedono le spalle un po’ grosse e in generale sembro più un ballerino. In futuro dovrò imparare qualche posa per minimizzarle l’effetto spalle.
Le due ragazze vanno via subito, mentre io mi cambio e invito Giuliana se vuol bere un succo di frutta al bar e ci stiamo quaranta minuti. Stavolta l’argomento è stato parlare della transizione. Ho scoperto che non si ricorda che ci siamo viste due volte quando ero ancora al maschile. Le ho fatto vedere una fotografia di quel corso di teatro, dove lei una sera ci ha fatto la lezione di danza, e guardando il tipo nella foto non mi riconosce. Poi mi ha fatto qualche domanda su “chi mi piace”, “che tipo di uomo e che sessualità ho”?. In effetti hanno tutti un po’ di confusione sul fatto che se un uomo esce con una donna trans probabilmente è gay. Sono due cose leggermente diverse perché la donna trans, anche se magari ha ancora il pisello, è comunque una donna. Però per le cose che si possono fare a letto, l’analogia è più simile di due persone gay.
Mi ha detto che mi adora e che sin sulla prima lezione che abbiamo fatto due anni fa le sono piaciuta per l’energia che ci metto nel fare le cose. Passare dall’essere un maschio più o meno ignorato del mondo, ad essere una donna ben voluta e amata è una cosa che “mi prende dentro al cuore” e mi fa un gran bene. Ci siamo salutate con un abbraccione e anche lei ha cercato di strozzarmi, le mie amiche mi stringono a loro davvero tanto con un abbraccio molto sentito.
Una volta arrivata alla mia automobile guardo i messaggi e ce n’è uno di Barbara che mi dice che la fiera che ha visitato questa mattina con la figlia Bianca, era molto piccola e sono già tornata a casa. Mi invita a pranzo per un’insalata.
Eravamo rimaste d’accordo che ci saremmo sentite, anche perché lei abita a 1 km da dove sono adesso.

Arrivata a casa, mi dice che un’altra amica non l’avrebbe fatta salire perché la casa è molto in disordine. In effetti c’è roba un po’ da tutte le parti, ma non giudico nè mi preoccupo, so che ha avuto una settimana anche lei molto travagliata.
Lei e la figlia sono vegetariane, ma riescono a mettere insieme un ottimo pranzo che mi ci voleva davvero, soprattutto dopo la fatica di questa mattina. Prima del caffè tirano fuori dei dolci che hanno comprato in una pasticceria che sono bellissimi da vedere, hanno anche dei dettagli in colore oro, e di sapore sono pazzeschi. Dopo un assaggio esclamo “Questi pasticcini hanno un difetto: arrivano dritte al cervello. Gratificazione istantanea”, sono in effetti una bella tentazione.
La figlia esce per andare a fare compere e ritornerà solo stasera, mentre con Barbara andiamo in un piccolo centro commerciale lì vicino per cercare dei vestiti che potrebbe usare a teatro per uno spettacolo che è ambientato nel nell’ottocento e comunque non trova abiti utilizzabili. Guardando in internet avevamo scoperto che tutti negozi di abiti teatrali al sabato pomeriggio sono chiusi, ma vicino al centro commerciale ne trovo uno, che secondo Google è aperto e che in vetrina ci sono dei costumi favolosi tipo quelli del carnevale di Venezia. Non siamo interessati a comprarli perché costeranno tanto, ma un giro possiamo anche farlo. Peccato che quando siamo dove dovrebbe esserci il negozio, questi non esiste più da almeno un paio d’anni, ma su Google c’è ancora con foto e video.

Nel centro commerciale giriamo un paio di negozi e Barbara prova un paio di abiti, ma che non vanno più assolutamente bene. Ci beviamo un caffè e poi avevamo l’idea di andare in un altro centro commerciale da Primark, però ragionandoci ci sarà un casino incredibile di persone e si farà coda in macchina solo per arrivarci, quindi andiamo in un parco vicino a casa sua (Trenno) e faremo una piccola camminata, ma molto breve perché le fa ancora male il piede. La settimana scorsa le si era rotto il mignolo. Anzi rimarremo quasi due ore sedute su una panchina a parlare a prendere il sole.
Tra tutte le cose di cui abbiamo parlato, abbiamo anche usato un’app per prenotare la stanza per andare un evento chiamato psicodramma, che doveva essere a gennaio ma è stato rinviato a fine giugno. Scopriamo che le stanze in zona sono quasi tutte prenotate, ma riusciamo a trovarne una che prenotiamo con cancellazione gratuita, mentre nel frattempo telefonando a una struttura dove Barbara si era trovata bene, che a sentire lei fa delle colazioni favolose, è rimasta una sola stanza e che potrebbero aggiungere un lettone che sembra non sia comodissimo, ma comunque per dormirci solo una notte. Almeno abbiamo da dormire.
Mi mancava da morire questa cosa di stare con un’amica, fare shopping senza impegno, condividere un pomeriggio tranquille e coccolarci verbalmente e nell’anima. Rispetto alle altre mie amiche che mi adorano, con lei si è creato un legame davvero speciale, probabilmente è una forma di amore puro, aldilà della sessualità.
Barbara “Bene! Anche per me pomeriggio sereno e piacevolissimo.
”
Io alla fine Esselunga per spesa e cena con Bianca e Sara. Abbiamo parlato anche di te, siamo d’accordo che sei una persona super ricca e positiva. Piaci Adesso divano e relax meritato! Baciogrande

Rientro a casa per cena e sono sempre più stanca… se avessi rinunciato ad andare al corso di cucina, fare il workshop di danza stamattina e il pomeriggio con Barbara, magari sarei stata fisicamente meglio, ma molto più triste dentro. La serata sarà di assoluto riposo mangiando una pizza, facendo la doccia, guardando un telefilm e ascoltando radio dramma di un mio amico attore.
Una storia davvero strana in quattro atti, dove c’è un insegnante che inizia a sentire una voce di donna che gli parla… la voce dice di non essere uno spirito, ma di essere appunto una voce e di non ricordare a quale corpo appartiene. Sa che può cantare e che conosce canzoni di soubrette e quindi probabilmente una cantante ha perso la voce e con il vento l’ha portata in giro per la città ed è entrata dalla finestra che era aperta. La voce chiede aiuto per ritrovare la persona a cui appartiene.
Finale dolce amaro, e siccome sono romantica speravo in un finale tipo vissero tutti felici e contenti, amandosi.
Aldo, l’attore protagonista “Lieto fine è in lui, rinato. Come te
”