Come sto?. Abbastanza energica dopo una riunione online di ieri sera. Abbiamo fatto il punto della tavola rotonda che farò a Novate milanese il 17 maggio.
La riunione pre-evento è stata molto interessante, simile ad altre del mio lavoro precedente, quando le facevamo con soli medici … ma qui non se la tirava nessuno, nemmeno le due dottoresse (psicologhe e sessuologhe) che mi sono sembrate molto sul pezzo e anche simpatiche. Come mio solito ho fornito molte suggestioni, poi starà ad ognuno dei partecipanti decidere se usarle. Penso che l’evento verrà bene, non so che risonanza possa avere dato che è un evento locale, ma lo farò anche per aumentare i miei contatti personali e come test per fare degli eventi in città più popolose.
Il corso di Teatro va sempre peggio… questa sera l’ insegnante è a uno spettacolo a Monza, il titolare della scuola è malato, forse qualcuno riesce a prendere le chiavi, ma c’è gente che continua arrivare a orari assurdi (tipo mezz’ora prima che chiudiamo alle 23). Non riusciremo mai a fare una prova completa e neppure di provare come si deve. Una ragazza ha abbandonato tre settimane fa, l’altro giorno mi sono presa la briga di assegnare io le parti, anche se le sue le ho prese quasi tutte io, una si è lamentata per una frase sola che ho aggiunto al suo copione. Non ho parole. Tra l’altro questa è una di quelle due che ci impediscono di fare lo spettacolo in teatro di domenica, perché andranno in ferie insieme per due settimane in quel periodo, obbligandoci a fare lo spettacolo a giovedì sera e non si sa ancora dove…
Siamo in “autogestione” anche se alcune persone decidono di non venire.
Ci ci dividiamo in due gruppi, seduti al pavimento. Quattro degli otto ragazzi e noi ragazze che per fortuna ne manca solo una.
Ogni gruppo prova a leggere le parti dove siamo insieme. Le ragazze parliamo più o meno tutte a turno, mentre ragazzi per la maggior parte del copione fanno movimento e non hanno dialoghi.
Terminiamo di riassegnare le parti di Elettra, la ragazza che ha abbandonato la scuola. Iniziamo a leggerlo alcune volte. A Giulia il risultato sembra disastroso, ma le faccio notare che stiamo leggendo da sedute e soprattutto per terra che influenza tantissimo la cosa. Però né lei né altre hanno ancora la memoria dei loro parti ed avere il copione in mano e deleterio per le prove.
A sorpresa arriva Elettra, che è passata a salutarci. Ci aveva dato l’addio al corso tramite messaggio. Scopriamo che non se la sentiva più di terminare il corso fare lo spettacolo e quindi si è ritirata prima. Scopro che altre due volevano fare altrettanto, ma dopo che si è ritirata lei hanno deciso di fare l’ultimo mese e mezzo. Queste logiche davvero non lo capisco, soprattutto perché rischiamo di non fare lo spettacolo in teatro proprio per queste due. Quindi in realtà la loro lealtà al gruppo è abbastanza deleteria.
Dato che nel gruppo ci sono due ragazze giovani e molto pettegole, smettiamo di fare le prove per una mezz’ora e iniziano a parlare dell’insegnante, rispetto agli insegnanti degli anni precedenti e che questo è un corso di provincia e non ci si deve aspettare tanto. Molte avrebbe preferito essere seguite dall’insegnante per imparare più la recitazione, mentre la maggior parte dello spettacolo lo facciamo eseguendo i movimenti lenti di coreografia. Loro si sono iscritte a teatro e non ad un corso di danza. Io ascolto e intervengo poco, faccio notare che siamo in troppi in questo corso e probabilmente organizzare in questo modo (più movimento e meno recitato) era l’unica maniera riuscire a portarlo avanti con le numerose e continue assenze delle persone.
Convengono che lo spettacolo se sarebbe eseguito da attori professionisti sarebbe bellissimo, ma fatto da noi non sentono che sarà così bello. Disfattiste fino alla fine, ma perché si sono iscritte? Inoltre insegnante non ha aiutato a fare gruppo e soprattutto i primi due mesi eravamo quasi sempre stare sedute in un angolo a guardare la creazione della coreografia e l’insegnamento riguardo le parti dei ragazzi. Noi ragazze eravamo sedute in attesa e spesso a parlare tra noi sottovoce. Io ho imparato comunque molto, però effettivamente ho partecipato a un corso di teatro e non uno di regia teatrale.
Sento del disfattismo e non si rendono conto che mancano solo quattro lezioni prima di fare lo spettacolo. Non sembra che siamo assolutamente pronte, alcune non ricordano più nemmeno i movimenti di coreografia in scena studiati due mesi fa.
Questo mi ha dato da pensare riguardo alle relazioni tra donne nel realizzare attività in comune, con attriti e problemi creati per apparenti antipatie personali oppure pensieri negativi senza una vera motivazione valida. Con i ragazzi in generale è molto più facile, forse perché gli uomini sono più pragmatici e quindi a parte un sano cazzeggio ogni tanto, quando realizzano qualcosa lo fanno, senza pensare ai secondi fini e pettegolezzi vari.
Elettra ci saluta dopo averci aiutato una volta a rileggere il copione, riusciamo a provare una mezz’ora segundo il mio suggerimento restando in piedi e tenendo il copione per terra. Il mio lo tengo in mano e continuo aprirlo e chiuderlo perché mi sono offerta di fare la parte anche di Laura, che questa sera non c’è, così da dare modo alle altre ragazze di esercitare la loro di memoria. Io ritengo di essere a buon punto. Da qualche giorno mi sono esercitata a ricordare le mie parti con questa tecnica: ho registrato nel telefono l’audio del copione di noi ragazze, solo che quando dovrebbero esserci le mie battute sto in silenzio. L’ho ascoltato durante le mie camminate prima e dopo il lavoro. Ascolto la traccia audio e intervengo quando tocca me. Mi sembra che mi sia servito abbastanza, non tanto per l’interpretazione, ma almeno la memoria è arrivata.
Più tardi le ragazze non riescono a rimanere concentrate e perdiamo un’altra mezz’ora di cazzeggio vario e riescono a coinvolgere anche i ragazzi. Un paio ci salutano e vanno via prima perché vedono che la serata è comunque stata inconcludente per loro.
Riusciamo a fare un’ultima prova, quasi tutta recitata in piedi, usando anche meglio la voce e il risultato adesso non sembra poi così male.
Aiuto Mariapia nel suo monologo, che sa quasi tutto memoria, tranne l’ultima parte. Metre lei provava mi sono inventata questa cosa, io stavo di fronte lei leggendo le parti di Ulisse. Ho cercato di mimare con i gesti di alcune delle cose che avrebbe dovuto dire, giusto un accenno, una mano alzata uno sguardo, e lei guardandomi le ricordava subito.
A parte i cazzeggi, che magari hanno aiutato a fare un po’ gruppo, erano due mesi che comunque non mi divertivo così tanto al corso. In effetti era diventata una cosa troppo seria e asettica. Secondo me in questo corso lo spettacolo avremmo dovuto fare solo una serie di scenette brevi collegate tra loro in qualche modo. Avrebbe risolto un sacco di cose…
Nei cazzeggi mi hanno chiesto che tipo di partner cerco e ho detto che sono bisessuale, un paio di ragazze hanno sorriso dicendo che pure loro lo sono.
Questa sera ero sia una compagna di corso, che in qualche modo la coordinatrice e insegnante. Ieri sera a pilates per un breve periodo mi è successa una cosa simile. L’insegnante Silvia aveva la cervicale con il collo bloccato per cui a turno prendeva una di noi e la faceva mettere nel suo tappetino mostrando come fare l’esercizio. Quando c’è stato il mio turno, che è durato un po’ di più rispetto alle altre, ho notato che trovandomi sotto lo sguardo diretto di sette ragazze, nonostante la mia pratica teatrale, è stato particolare, ma è durato solo un attimo e poi ho fatto i miei esercizi cercando di ignorarle.
Silvia ci ha fatto qualche fotografia rivedendole noto che comunque tendo ancora a tenere il collo in avanti e mi rivedo una parte di me che proprio non mi piace.