Ieri sera la mia nuova amica Silvana mi ha invitata a fare il veglione di capodanno a Milano, presso la casa di una sua amica. La particolarità è che ha organizzato una “Cena con delitto“. Perché mi ha avvisata all’ultimo momento? Devo sostituire una commensale-attrice che è a casa in quarantena. Ha già eliminato un personaggio, ma quello che devo interpretare io “Lola” non può mancare che come scoprirò è la chiave del delitto.
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Ho accettato con entusiasmo, l’alternativa sarebbe stata una cena con la mia vicina di casa (abbiamo già fatto il Natale insieme) visto che le altre mie amiche “in zona” sono in quarantena oppure lavorano. La cena è ambientata negli anni ’50 per cui devo mettere insieme degli abiti adeguati. In serata sono un po’ stanca, ma provo lo stesso alcune combinazioni di abiti e faccio delle foto. Quella che sembra la migliore, scarpe a parte che sono l’unica cosa in stile anni’50 senza azzeccare con l’abito, la invio a Silvana per conferma.
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Il giorno dopo al mattino lavoro. Mi risponde Silvana inviandomi l’elenco dei personaggi e la locandina dell’evento, inoltre mi indica un paio di foto da usare come esempio di abbigliamento: una gonna “scampanata”, molto ampia, oppure un tubino. Del mio tubino che è rimasto a guardarmi nell’armadio per un anno senza che ci stata possibilità di indossarlo, non c’è più traccia in casa. Dove diavolo l’avrò messo?
Quindi l’abito che avevo indossato ieri sera non va bene per un personaggio giovane, scopro che “Mi chiamo Lola, ho 25 anni e sono la figlia di una attrice, che fu famosa negli anni'30. Sono un'aspirante soubrette, vivace e un po' viziata, molto ambiziosa di sfondare nel mondo dello spettacolo
“.
Marzia “Già, la situazione è ancora difficile nonostante tutto….Capodanno alternativo Bianca, ma credo che la maggior parte delle persone sia a casa, auguriamoci di passare momenti di tranquillità .. ricorda che non si è mai soli, quando ci sono persone che ci vogliono bene, sono con noi anche se lontane
”
Romana “Ciao Lola… Spero non sia tu la vittima, sei bellissima Iula
”
Giuliana “Bellissima, stendi l’assassino!
”
Dina “Rido tantissimo. Grazie, Bianca.
”
Faccio due conti sulle cose che dovrei fare oggi e vedo che non ho il tempo materiale per provare a trovare un abito nuovo. Avrei dovuto terminare il lavoro alle ore 13:00, ma mi prendo un’ora di permesso che utilizzo per trovare una combinazione di abiti.
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In mezz’ora provo davvero tante cose, mi faccio una cinquantina di foto e alla fine trovo l’abbigliamento adatto al personaggio. Perdo molto tempo per abbinare un bolero/giubbino perché non so se farà così caldo nella casa dove si farà la cena, inoltre la parte di sopra è solo una canottiera con le spalline strette e mi chiedo se avrò freddo.
Ho provato anche un paio di parrucche di quelle economiche che avevo usato a inizio transizione e mi chiedo come riuscivo a portarle così a lungo, sono pesantissime in testa.
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Sfogliando le foto del book che mi sono appena fatta, vedo che sto bene con la mia pettinatura attuale, ma che sembro troppo vecchia per il personaggio che deve essere giovane. Indossando la mia solita parrucca di capelli veri sembro tanto più giovane, poi cercherò di lavorare al make-up per ringiovanirmi ancora.
E’ stato bellissimo indossare “abiti molto femminili” dopo qualche mese dove mi sono vestita non così elegante causa il freddo, lo smart-working e gli eventi a cui ho partecipato che si prestavano poco all’eleganza. Non è il capodanno con balli che sogno, ma è una cosa comunque divertente, stimolante e che mi fa sentire la vera me stessa.
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Mangio qualcosa al volo e esco con la mia vicina Carmina per fare una breve camminata. Ne ho bisogno per prendere aria, negli ultimi giorni tra feste e lavoro non ho quasi camminato in giro. So che mi stancherò troppo. L’aria mi ha fatto bene anche se il panorama era a tratti grigio e molto nebbioso.
Tornata a casa faccio una doccia, preparo una borsa con la gonna, le scarpe (due tipi da vera donna previdente), bigiotteria varia, collant di riserva e anche un abito di scorta.
Mi trucco usando due strati di fondotinta intervallati dal borotalco per cercare di sembrare molto giovane. Ritocco le sopracciglia con un disegno ad “ali di gabbiano” e mi accorgo che è almeno un anno che con le sopracciglia tatuate non mi serviva più disegnarle ogni volta che dovevo uscire di casa. Metto ombretto e eye-liner, infine gioco con l’illuminante in polvere per dare un tono giovanile e lucido e infine fisso tutto con la lacca per capelli visto che il trucco dovrà durare circa dieci ore. Meno male che non mi capita così spesso di dover tenere un trucco così a lungo.
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Parto alla volta di Cologno Monzese nella strada avvolta nella nebbia. L’appuntamento è a casa di Silvana alle ore 17:00, andremo prima degli ospiti per preparare alcune cose relative alla serata. Parcheggio sotto il ponte della metropolitana e mi dirigo verso il numero 5 che dista solo 300 metri, ma con il freddo e le borse mi sembra una camminata lunghissima. Mi chiedo se avrei dovuto indossare dei collant anche più pesanti e cambiarmi dopo.
Silvana esce dal portone mentre sto cercando di capire quale citofono suonare.
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Speravo che avrei lasciato l’auto e saremmo andati con un’altra auto, ma mi chiede se andiamo con la mia. Anche questa volta dovrò guidare in città nel buio della sera, cosa che odio e mi stanca moltissimo. Oggi è davvero una giornata dove mi stancherò tantissimo. Uhm…troppi ‘issimo’ in questo racconto, sarà una serata “fighissima”?
Arriviamo a destinazione dopo aver recuperato Francesco, amico di Silvana. Al termine del viaggio in totale ho guidato per un’ora e mezza. Parcheggiamo e Betty, la signora che ci ospita non risponde al telefono, aveva messaggiato poco prima di arrivare più tardi, ma noi eravamo già in viaggio. Era in doccia. In zona c’è il supermercato della Esselunga e ci facciamo un giro senza comprare nulla, poi ci fermiamo in un bar molto triste e beviamo qualcosa per tirare l’attesa che non è durata molto visto che Betty è uscita dalla doccia e ci dice che possiamo salire in casa. Meno male perché fa davvero freddo e i miei collant color carne non proteggono poi così tanto.
Sandra L. “Wow bella che sei. Non dirmi sei senza calze ? Io morirei dal freddo
“
L’appartamento è piccolo, ma molto bello. Alle pareti sono appesi numerosi quadri moderni, alcuni molto belli. Ha apparecchiato un tavolo ovale e mi ha fatto accendere numerose candele per creare un atmosfera. Intanto tre gatti ci osservano e fanno la posta al salmone che Silvana ha appena aperto, per fortuna rimarranno tranquilli senza assaltare il cibo. Betty è una signora meravigliosa e già l’adoro.
Nota sul distanziamento sociale. Scopro che Betty e un’altra persona hanno preso il virus il mese scorso, quindi siamo tranquille di non infettare nessuno. Gli altri sono tutti alla terza dose del vaccino e quindi la serata sarà davvero tranquilla dal punto di vista sanitario,
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Silvia C. “che figa
”
Grazie per la figa… in effetti finalmente le spalle si sono sgonfiate, non so come sia stato possibile e quindi ho potuto osare di più nell’abitino
Arrivano gli altri commensali e partecipanti alla cena delittuosa e Silvana introduce la serata raccontando l’ambientazione.
“Siete nella villa del signor Rea Filippo, produttore cinematografico, che come ogni anno vi invita a stare per una settimana a festeggiare Natale e Capodanno, oggi è il 31 dicembre degli anni'50. Il signor Filippo Rea è stato trovato morto dalla domestica Adele che è al suo servizio da tantissimi anni
“.
Poi introduce i personaggi indicando a quale commensale è abbinato, alcuni cercano di capire le parentele, da parte mia con i parenti mi incasino sempre. Comunque scopro che sono la figlia del primo marito di Beth (Betty) e che quindi il morto era il mio patrigno. Mia madre ha divorziato, ma è rimasta in contatto e amicizia. Oltre ai parenti del morto, ci sono anche il fotografo di scena, il fonico, uno stuntman e lo sceneggiatore dei suoi film.
Lasciamo da parte la trama e ci dedichiamo all’antipasto.
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Mentre attendevamo l’arrivo dei commensali, mano mano che entravano Betty chiedeva loro di parlare di una serie di cose belle di quest’anno, poi dopo mezzanotte avremmo fatto un elenco di quelle negative, le avremmo scritte su dei foglietti che avremmo bruciato sul balcone. Non faremo questa seconda cosa perché saremo stanche e in fase digestiva impegnativa.
Ascoltando le varie risposte conosco meglio alcune di queste persone e visto per me erano degli sconosciuti ora lo sono molto meno. Più piace un sacco sapere le storie di vita. Le mie cose belle di quest’anno sono numerose: la riappacificazione con mia sorella, le mie amicizie ancora più intense, l’attivismo trans in crescita.
Alla cena siamo in dieci, cinque donne e cinque uomini, tra di loro si conoscono tutti, ma non mi sento fuori posto nemmeno per un minuto. Sarà la serata, la Betty con i suoi modi squisiti, il mio essere libera e donna, ma mi sono sentita a mio agio come se li conoscessi da tanto tempo. L’età è di tutti oltre i cinquanta. Più tardi scoprirò che una signora di nome Barbara (la governante) compie questa sera bene 67 anni che porta benissimo, la pensavo leggermente più vecchia di me.
Poco prima di mezzanotte le canteremo la canzoncina di auguri mentre portano nella stanza un panettone con le candeline da spegnere.
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Riguardo al mio essere una donna trans? A parte Silvana che all’inizio di serata ha sbagliato tre volte iniziando delle frasi con “lui”, che capisco perché ci siamo conosciute per un giorno solo e ha voluto sapere tanto della mia transizione, per tutti sono stata “Bianca” al femminile (e molto figa ad essere sinceri). Non avendo nessun riferimento alla mia identità passata per loro sono stata così come sono adesso e la tranquillità di questa cosa mi ha fatto godere davvero la serata come non accadeva da tempo.
Al momento indosso le decolleté con tacco di cinque centimetri, ma quando inizierà la parte recitata proverò a indossare quelle con il tacco a spillo da dodici per toglierle pochi minuti dopo. Non sono più così brava a indossare tacchi altissimi a causa del portamento del fisico che è cambiato parecchio.
A metà cena tra i vari discorsi è saltato fuori che sono un attrice teatrale per hobby e Betty mi ha detto che si vede. Ho chiesto “per via della dizione?
” (due anni di esercizi per arrivare ad avere una voce femminile decente), lei ha risposto “no, per come ti muovi
“. Questo complimento era inatteso, inoltre per quasi tutta la serata non ho recitato, ma ero me stessa. Per il movimento del corpo sono andata davvero oltre le mie aspettative iniziali, senza accorgermene.
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Torniamo alla serata con delitto. Silvana ci consegna una busta a testa con dentro un foglio bianco dove scriveremo il nome dell’assassino e l’arma del delitto, e un foglio con un testo che andremo a leggere/interpretare durante l’interrogatorio che avviene pochi minuti dopo. Silvana indossa l’impermeabile da investigatore e inizia.
Alcuni leggono e basta, altri si fanno prendere la mano e improvvisano saltando la lettura di frasi importanti e ci perdiamo alcuni indizi.
Quando è toccato a me ho iniziato a rispondere alle domande cercando di essere la giovane aspirante soubrette. Non avendo avuto il tempo di leggere il testo in anticipo, mentre lo leggevo cercavo di capire le intenzioni e i sentimenti.
Ad un certo punto l’investigatore mi mostra un orecchino vistoso in una busta. “E' suo questo orecchino? E' stato trovato accanto al cadavere
“. Avevo consegnato l’orecchino a inizio serata e fatto tutta la cena con uno solo, sembra che nessuno si sia accorto di questo dettaglio.
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A quel punto ho capito che potevo essere io la colpevole assumendo un tono di voce adeguato di una che è stata scoperta e cerca una scusa qualsiasi per giustificare la cosa.
Continuando a leggere scopro che avevo colpito il mio patrigno usando un pesante fermacarte, dopo che lui aveva fatto delle avances oltre i soliti baci (con commenti di sorpresa e sdegno da parte di mia madre Betty e della sorella del morto), era un anno che ci vedevamo di nascosto. Da ragazza frivola sono passata a un tono piagnucoloso e disperato tipo: “non volevo, mi ha messo le mano addosso…è stato un incidente”.
Più tardi mi faranno i complimenti per come ho interpretato i miei due minuti di interrogatorio.
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Quando tutti sono stati interrogati torniamo a essere noi stessi e ci confrontiamo cercando di capirci qualcosa.
Silvana legge il referto dell’autopsia scritto da un suo amico infermiere e sembra che ne legga una vero tanto è pieno di termini medici. Scopro che non sono stata io a ucciderlo e il mio colpo in testa lo ha tramortito, ma qualcuno l’ha avvelenato in seguito mentre era svenuto.
Davide (SATS) “Quindi hai avuto una parte non secondaria nello svolgersi della vicenda. Una grande responsabilità…per quanto non del tutto volontaria
”
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Infine ci consegna un ultimo indizio-gioco che è un semplice cruciverba e nella colonna centrale, indicata da una freccia, leggeremo il nome di un indizio: nitrato d’argento. Quasi tutti si sono ricordati che aveva a che fare con la fotografia e lo sviluppo delle pellicole (vantaggi di avere una certa età), quindi il colpevole sembra essere il fotografo, ma come ha fatto?
Scriviamo il colpevole sul foglio bianco e consegniamo la busta, che apriremo più tardi perché è il momento del cotechino con lenticchie.
Silvana apre tutte le buste e legge il colpevole indicato chiedendo di spiegare la modalità dell’omicidio. Metà hanno indicato il fotografo, gli altri hanno indicato alcuni dei personaggi che ne avrebbero beneficiato di più, ad esempio la sorella.
Il colpevole era il fotografo perché aveva fotografato di nascosto i vari incontri galanti e sessuali con molte donne, compresa la mia Lola, coperto dai debiti di gioco ricattava il signor Rea che gli aveva detto che avrebbe smesso di pagare per denunciarlo alla polizia.
In serata vari personaggi avevano incontrato il morto tra cui il fotografo con cui ha bevuto del whiskey, poi quando Lola lo ha tramortito ed è scappata impaurita, lui è rientrato nella stanza e lo ha avvelenato mentre era svenuto con la sostanza mortale. Inoltre ha acceso il camino e bruciato alcune foto. Nella mia testimonianza indicavo che il camino era spento e quindi qualcuno lo ha acceso dopo, queste testimonianze contraddittorie hanno aumentato la confusione degli indizi.
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Silvia si toglie l’impermeabile e va a cambiarsi con un abitino elegante per la serata, anche da parte mia tolgo la gonna e indosso il mio abito rosso delle feste. A mezzanotte stappiamo lo spumante e facendo il brindisi rituale, mentre i gatti stavano nascosti terrorizzati dai botti che si erano scatenati all’esterno. Per fortuna in quella via sono durati solo venti minuti, in altre parti di Milano quasi novanta minuti.
Betty porta della frutta in tavola, ma davvero tanta e scopro che c’è un usanza, che non conoscevo, dove si debbono mangiare dodici tipi di frutti diversi per portare bene nell’anno appena giunto. Siamo tutti stanchi, leggermente ubriachi e pieni di cibo per cui vedo che si conta con difficoltà, usando pure le dita, per arrivare alla quantità bene augurale. Da parte mia, mi sono limitata a mangiare due mandarini e una fragola sperando che liberassero lo stomaco con la loro freschezza.
Alcune donne, me inclusa, provano a ballare qualcosa. I maschi sono tutti incollati alle sedie e sul divano. Da parte mia il mal di schiena ha iniziato a farsi sentire e mi unisco ai “poltronisti“.
La serata procede con alcuni giochi verbali da indovinare, per concludersi alle 2 e mezza di comune accordo. Siamo davvero tutti molto stanchi, io poco dopo la mezzanotte ho avuto un abbiocco per riprendermi più tardi. Ora non ho più quel sonno micidiale, ma sento addosso una stanchezza tremenda e dovrò pure guidare fino a casa. Betty ci dice di portare via gli avanzi perché ad esempio lei non mangia frutta e qui ce ne è per un reggimento. Io prendo mandarini e arance, qualcuno prende il panettone, altri il salame e il resto della frutta.
Dopo un abbraccio caloroso alla padrona di casa salutiamo tutti prima in casa e poi alcuni in strada vicino alle auto. Qui accade una cosa che recentemente mi è successa spesso. Non so come salutare i maschi. Ho provato con una stretta di mano, ma ho visto che non è il caso. Con alcuni giusto un gesto con la mano e con Fabrizio che abbiamo raggiunto un’intesa conoscendoci meglio, un abbraccio. Con le donne l’abbraccio e bacio sulla guancia mi viene spontaneo, il saluto con la mano va bene, ma con gli uomini e il saluto ci devo ancora lavorare.
Inizia il mio viaggio di novanta minuti interrotto solo dalle due pause per lasciare Francesco e Silvana alle loro case. Quando arrivo a casa sono le 4:00 e riesco giusto a inviare un messaggio a Silvana che sono a casa sana e salva: “Arrivata“. Pochi minuti dopo crollo a letto.
E’ stata una giornata bellissima e inattesa, anzi forse perché inattesa è stata ancora più bella.
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Due giorni dopo ho realizzato un video-foto-romanzo, usando le fotografie che ho scattato durante la serata e aggiungendo un testo breve in stile fotoromanzo d’epoca e come colonna sonora una musica jazz degli anni ’50. Il risultato mi è sembrato divertente, soprattutto per i partecipanti. E’ piaciuto anche a mia mamma e alcune care amiche. Per privacy non lo posso mettere qui…ma la copertina di Lola è stata fatta per la sigla del video.
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“Cara Bianca fioccano complimenti da parte di tutti…!Devo dire super meritati!
“
“Anche il commento musicale è ottimo, da l'idea dell'intrigo ma è anche spiritoso, quasi da commedia brillante
“
“Bellissimo complimenti a Bianca !!!!"
“E grazie ancora per aver avuto la possibilità di partecipare
“
“Wow che bello . Chi è il regista ? Che programma ha usato ?
”
Ho usato un programma professionale che si chiama FinalCut su Apple…sono io “il regista”, il difficile è stato prima di tutto divertirmi , poi capire cosa accadeva, fare le foto e immaginare a cosa sarebbero servite…
3 ore di lavoro per il montaggio e la grafica.