La nuova me al femminile ha cercato anche di cambiare il tipo di letture. Prima leggevo solo fantascienza (dove sono rare le storie d’amore) e gialli (dove finiscono male). Lo scorso anno, approfittando di un regalo aziendale in buoni spesa da spendere entro pochi giorni (stavano scadendo) sul sito Mondadori, avevo ordinato alcuni romanzi rosa scelti a caso tra quelli in classifica. Non credo che riuscirei a leggere un romanzo di quelli pubblicati in edicola che tra l’altro hanno una brutta fama, ma non conosco davvero nessuno che li abbia letti davvero.
I primi titoli che ho letto non erano dei capolavori letterari, ma si facevano leggere bene, per cui ho proseguito cercando qualche autrice più brava e ne ho scoperte un paio che adoro e sto’ comprando tutti i loro libri, ma attendendo l’edizione economica.
Negli ultimi anni la mia vista è andata calando perché sono astigmatica e dopo venti minuti devo smettere la lettura, per questo avevo smesso di leggere. Dallo scorso anno ho scoperto che dedicando anche solo quindici minuti prima di andare a dormire alla fine ho letto un sacco di libri e me li sono goduti ugualmente.
La struttura di una romanzo rosa è sempre la stessa: c’é un qualche incontro, spesso fortuito, con attriti tra i protagonisti e che mano mano che la vicenda si dipana si trasformano in rapporti di sesso (a volte) e di amore. A tre quarti della storia però accade sempre un evento che li fa separare, come ad esempio un litigio oppure un fraintendimento. Nell’ultima parte tutto si risolve in favore dei protagonisti e “vissero felici e contenti” insieme. Non c’é un messaggio da portare a casa e rifletterci sopra, sono un giusto sano svago come in una commedia brillante, magari alla Woody Allen (ok ho esagerato, nessun romanzo è alla sua altezza).
Nonostante la struttura pressoché identica, la bravura delle autrici, che sono quasi tutte donne, sta nel proporre personalità interessanti e caratteri forti, in una vicenda con risvolti umoristici e spesso catastrofici.
Non è comunque una scrittura di serie B. Ad esempio rispetto a un romanzo “giallo” le storie hanno la struttura che è sempre la stessa: si compie un crimine e mano mano si scoprono i colpevoli e le loro motivazioni. (ho letto tutto di Agata Christie e Maigret). Ecco nel romanzo rosa non c’è il crimine, se non consideri sposarsi un’azione criminale.
Il romanzo rosa è un ‘sotto genere’ dedicato alle donne.
Oggi voglio fare la “critica letteraria” dei romanzi rosa che ho letto. Sono in ordine di gradimento e divertimento nel leggerli. Dedico questo post alla giornata delle donne, senza mimose con romanzi di donne non banali, ma comunque molto femminili.
Buona lettura.

“Matrimonio di convenienza“
Felicia Kingsley
Lui è un Lord Inglese di nome Ashford e ha seri problemi finanziari, lei si chiama Jemma e ha appena ereditato, da una zia dimenticata, un’enorme patrimonio che può entrarne in possesso solo se si sposa con un titolato a breve.
In comune hanno solo l’avvocato che consiglia loro un matrimonio di facciata, di convenienza.
Caratteri, abitudini, comportamenti sono totalmente all’opposto. Ci sono un sacco di situazioni comiche da tipica commedia inglese con un crescendo di situazioni e del loro rapporto che da convivenza forzata e stanze separate, si trasforma in interesse reciproco e infine, dopo che si lasciano, lo scoprire l’amore vero e si rimettono insieme.
Davvero divertente da leggere, leggero, ma mai banale.
Perché mi è piaciuto moltissimo?
I personaggi mi ricordano quelle commedie inglesi con Colin Firth, con tanto sfarzo, nobiltà decadente, convenzioni formali che vengono demolite. Lei che impara ad essere una donna “di classe“, lui che si “imborghesisce” e imparano ad apprezzare entrambi gli stili di vita.
Ogni capitolo è raccontato in prima persona a turno dai protagonisti, così da sentire il punto di vista di ogni situazione. Nonostante questo mi sono immedesimata solo nella protagonista mentre ho visto lui sempre dall’esterno.
Quando si lasciano e poi si rimettono insieme ho dovuto fermare la lettura. Sì ho pianto per qualche minuto, non so perché, ma mi ha smosso qualcosa dentro.

“Due cuori in affitto“
Felicia Kingsley
Lui è uno scrittore famoso che si chiama Blake, e sta cercando solitudine per scrivere il nuovo romanzo, lei è un’assistente autrice di sceneggiature televisive, si chiama Summer e ha un bel caratterino che l eserve per sopravvivere nel mondo dei serial TV.
Il luogo è villa in affitto da parte di una coppia di ricconi che per quell’estate non la useranno, ma marito è all’oscuro di quello che ha fatto la moglie. Entrambi arrivano invitati dai proprietari della casa e scoprono che la villa è stata offerta ad entrambi e questo li porta subito alla prima lite.
E’ altissima stagione e non c’è nessun altro posto dove andare, quindi sono costretti a convivere forzatamente per l’estate.
Ovviamente di saranno attriti e comportamenti divertenti e in alcuni momenti sembra “di vedere” una commedia catastrofica americana. Ci sono anche dei killer di un “cartello della droga messicano” che si rivelano fan accaniti della serie TV scritta dalla protagonista.
I due si detestano anche per il lavoro, Blake dice che scrivere per la TV “non è davvero scrivere“, Summer ribatte il contrario. Lui ha dei comportamenti bislacchi, grossolani ed è un donnaiolo imperterrito. Arrivano persino a dividere la casa in due parti separando le zone con il nastro adesivo.
Una serie di problemi faranno sì che si avvicinino poco a poco per arrivare al sesso selvaggio nella villa. Quando saranno insieme ci sarà la rottura per dei disguidi, parole non dette, parole di troppo, ma ci sarà un finale scoppiettante dove finalmente capiscono cosa provano l’uno per l’altra.
Perché mi è piaciuto abbastanza?
In alcuni momenti mi ha ricordato il film “Una notte da Leoni” con situazioni al limite dell’assurdo, specie quando arriva in casa l’amico di Blake in fuga dai criminali messicani. L’ambientazione è descritta molto bene e ci si sente davvero in un’america ricca con ristoranti e feste sotto il sole estivo.
Lui si comporta da vero bastardo, lei si rivela vulnerabile sotto il comportamento deciso. Ci sono dei colpi di scena interessanti che ravvivano continuamente la trama.
Ho pianto sul finale? Sì anche per questo libro.

“La verità è che non ti odio abbastanza“
Felicia Kingsley
Lexi è una ricca figlia di papà che vive a NewYork e frequenta tutte le feste. All’improvviso con una truffa miliardaria fatta da parte di suo zio, tutti i beni di famiglia vengono sequestrati e lei rimane solo con 200 dollari e la borsetta super costosa, ricordo della mamma scomparsa anni prima. Tutto il suo mondo le crolla addosso quando perde anche il fidanzato, le amiche e il lavoro.
Disperata va a casa dell’uomo dell’FBI che ha sequestrato tutto, Eric Chambers e dopo una discussione, Lexi rimane a dormire fuori dalla sua porta non avendo nessun posto dove andare.
Lui le darà ospitalità in una stanzetta, un monolocale tipo magazzino. Lei dovrà scoprire come vivono le persona comuni, comprare abiti usati, lavorare per vivere cosa non è facile per chi ha avuto tutti i lussi. Lexi ha un carattere combattivo e riesce a tirarsi su un poco alla volta. Il rapporto tra i due protagonisti cresce un poco alla volta, fino a un capitolo da “romanzo di azione” dove tentano di incastrare lo zio che si era rifugiato in un paradiso fiscale.
Nel finale lei riesce a tornare ricca, ma non è più la stessa persona snob e si fidanza con l’agente dell’FBI.
Perché mi è piaciuto?
Non mi ha fatto impazzire perché alcune cose sono davvero prevedibili, non ti immedesimi nella protagonista perché è comunque una stronza e non accadono troppe situazioni particolari.
Non ho pianto sul finale, anzi mi è sembrato che le situazioni si risolvono troppo in fretta per terminare il romanzo.

“Stronze si nasce“
Felicia Kingsley
La nemesi di tutta la gioventù era la tipa adorata da tutti, Sparkle Jones e come dal nome “scintille” si capisce tutto, mentre lei, Allegra Hill, è sempre quella ignorata e derisa dalle compagne di scuola. Finalmente terminata la scuola si perdono di vista e Allegra vive tranquilla per dieci anni fino a quando, nel luogo dove lavora, viene assunta una nuova venditrice capo: Sparkle la stronza. Le rovinerà la vita ancora una volta?
Allegra medita vendetta e diventa prima assistente e poi amica di Sparkle. La stronza però non ricorda assolutamente di averle fatto del male, quasi non sapeva nemmeno che esistesse. Anzi si convince che ora Allegra è la sua nuova migliore amica.
Allegra inizia a pensare che forse Sparkle non è così stronza finché questa non si mette con il tipo che le piaceva, Tristan, in pratica “le ruba” il ragazzo senza capire che interessava a lei.
Le situazioni proseguono con la protagonista che aumenta il prestigio in azienda fino a diventare lei il capo venditore. Nel frattempo inizia una storia di serate di sesso con l’amico di Tristan, che si chiama Duke che era venuto a fare uno stage finanziario.
Situazioni divertenti, ottime idee e non annoia mai.
Perché mi è piaciuto abbastanza?
La storia di una rivalsa per scoprire che portare rancore non serve a nulla, che spesso gli altri non si accorgono nemmeno di chi sta loro intorno. Una Londra moderna descritta abilmente e ti fa sentire di esserci. La trovata geniale di vendere case di lusso organizzano presso i locali feste, eventi e cerimonie invitando tutta una serie di facoltosi che se spinti dall’emozione faranno l’investimento. Le scene di sesso mi hanno attratta molto e mi sono immedesimata in Allegra, mentre Duke l’ho visto sempre dal punto di vista di lei.
Il finale dove “gli stronzi” rimangono insieme felice e ignoranti, mentre i protagonisti iniziano una vita di coppia inizialmente appagante, chissà se in futuro si lasceranno? Nei romanzi rosa il dopo non è mai contemplato.

“Una cenerentola a Manhattan“
Felicia Kingsley
Rivisitazione in chiave moderna della fiaba e ambientata a New York. Ci sono gli stessi elementi come la matrigna, le sorellastre, “la scarpetta” che diventa una scarpa di altissima moda, produzione unica e ricoperta di brillanti e diamanti. Al posto del principe c’è un ricco editore di un blog innovativo di nome Jesse. Cenerentola si chiama Riley e lavora per una rivista di moda con sfilate, feste, servizi fotografici, ma la rivista è gestita dalla matrigna che le fa scrivere solo pezzi dozzinali e quando Riley produce ottime cose le pubblica a nome di una delle sorellastre incapaci. Riley scrive sotto falso nome per un blog indirizzato al pubblico maschile, il blog ovviamente è di proprietà di Jesse che non sa nulla, anzi ammira molto il punto di vista maschile degli articoli.
Leggero e veloce da leggere, scorre via divertendo fino al finale questa volta doppiamente conosciuto, sia per la fiaba che per il genere di romanzo rosa.
Perché mi è piaciuto molto?
E’ il primo romanzo che ho letto di questa scrittrice e che mi ha fatto capire che il romanzo rosa non è uno spreco di tempo in trame ovvie e scontate.
Mi sono immedesimata in entrambi i protagonisti tifando ad ognuno a seconda degli avvenimenti e da donna trans comprendo tutti e due i punti di vista.
I colpi di scena sono preannunciati molto in anticipo, ma il bello è attendere e scoprire come lo verranno scoperti dai vari protagonisti e con fraintendimenti a iosa. Alla fine del penultimo capitolo ho pianto molto, sarà che era il mio primo romanzo rosa decente e con dei personaggi che ho amato.

“Un giorno perfetto per innamorarsi“
Anna Premoli
Kaila vive a NewYork e scrive le recensioni delle feste e di eventi glamour cittadini. Vorrebbe provare a scrivere articoli più seri, ma il suo capo redattore non la ascolta finché non la spedisce nella campagna americana in uno sperduto paesino dove abita la zia di lei.
Come si comporta una cittadina che indossa scarpe a spillo nella campagna americana? Con situazioni divertenti che la portano a conoscere il sindaco e quindi a cercare di carpire la sua posizione sulla vendita di concessioni per l’estrazione del gas dal sottosuolo.
Vivendo in campagna inizia a capire che la sua vita in città non è così perfetta come pensava, ha una storia con il sindaco, tutto sembra andare a buon fine, finché lei deve tornare in città per riprendere il suo lavoro di cronista cittadina. Finale positivo che non cito.
Perché mi è piaciuto ?
La zona rurale contadina americana è ben definita, i personaggi simpatici tranne la protagonista che si legge subito che è una cittadina che non ha la minima esperienza di vita al fuori della grande città. Piano piano anche Kaila diviene simpatica e ci si diverte a seguire le sue peripezie a contatto con la gente del posto. Non ho pianto per nulla in questo libro. Forse è dovuto al fatto che sembra di assistere a un serial TV e non ho sentito un mio coinvolgimento forse perché non mi sono immedesimata nella protagonista, ma tifavo per il sindaco.

“La felicità arriva quando scegli di cambiare vita“
Raphaelle Giordano
Il ricco manager Maximilian Vogue, arrogante e dispotico trova un volantino dove si parla di corsi per ridurre la propria arroganza, un tema davvero insolito. Il corso è organizzato da Romane, giovane donna che vanta di aver portato a compimento con successo tutti i suoi corsi “curando” gli atteggiamenti arroganti.
Per una serie di ragioni Maximilian si iscriverà al corso controvoglia. Quello che troverà nelle serate dei corsi lo metterà a disagio e intrigherà sempre di più, soprattutto la docente Romane che sembra essere immune alle sue ‘avances‘.
Conoscerà gli altri partecipanti al corso, che dapprima snobberà come degli idioti, poi diverrà loro amico. Lo stesso vale per la protagonista che vede in Maximilian una sfida continua, quel tipo è sempre arrogante e prende una serie di decisioni che lei non riesce a comprendere.
Maximilian dal canto suo in uno degli esercizi: scambiarsi di posto con la sua segretaria, scoprirà quanto è complesso il lavoro dei suoi sottoposti e soprattutto stargli appresso con le sue decisioni da grande manager che vuole risultati immediati alle sue richieste.
Questa relazione docente, studente avvicinerà sempre di più i due protagonisti fino al gran finale dove si mettono insieme, ma il come è bello da leggere.
Perché mi è piaciuto abbastanza?
Nello stesso periodo con il mio gruppo di conversazione stavamo affrontando un tema similare all’arroganza e quindi le due cose mi sono intrecciate. La lotta a combattere l’arroganza da parte della protagonista mi ha subito presa e messa dalla sua parte. L’ambientazione parigina è molto bella. Nel finale ho pianto poco, ma era uno dei primi libri di genere che leggevo e questo ha aiutato lo sfogo, oltre alla tematica a me cara.

“Abbiamo un bacio in sospeso“
Riccardo Bertoldi
Leonardo di professione fotografo ha ancora il cuore spezzato dopo due anni. Ogni giorno prende il treno e si siede nello stesso posto della carrozza numero due. Un giorno Sara si siede in uno dei sedili di fronte a lato, lui ne è intrigato.
Per giorni anche lei è su quel treno e lui si immagina tutta una serie di cose su di lei immaginando chi sia, cosa faccia per lavorare, se ha un compagno.
Una volta scatta di nascosto na fotografia alla ragazza.
Un giorno lei non è più sul treno e lui ne rimane sorpreso e si maledice per non aver avuto prima il coraggio di conoscerla. Il giorno seguente lascia la fotografia sul sedile della ragazza, sul retro il suo numero di telefono.
Il destino lo porterà dentro un negozio di musica dove incontrerà Sara e inizierà una storia tra loro, ma molto inusuale perché Sara è una tipa davvero particolare. Quasi alla fine però si lasciano sorprendendo il lettore per un paio di capitoli fino al gran finale.
Perché mi è piaciuto poco?
Descritto bene, il protagonista è maschile e per un romanzo rosa è davvero particolare, ma non ci si immedesima perché ha un carattere non apprezzabile e non si capisce perché si porti dentro dopo due anni la storia precedente finita male. Sara invece intriga moltissimo ed è una donna che sa quello che vuole.
Ho pianto sul finale scoprendo i motivi della separazione tra i due e il ricongiungimento.

“Una questione di cuore“
Karen Swan
Incontro di due donne, la ricchissima Elena Damiani al suo terzo matrimonio che vive in una gigantesca magione nel centro di Roma e l’inglese Francesca Hackett che ha lasciato Londra con un segreto e vive la sua “estate romana“.
Francesca rinviene in un cassonetto la borsa che hanno rubato alla signora Damiani, che abita proprio dalla parte opposta della piazza dove alloggia lei.
Riporta la borsa e la signora le propone di scrivere la propria biografia. Perché a lei? Lo si scoprirà più avanti. Francesca rimasta disoccupata accetta e viene a contatto con un mondo a lei ignoto e conosce un geologo che detesta e poi scopre una serie di cose che la faranno innamorare.
Nel romanzo alcuni capitoli di flashback della vita passata della ricca signora faranno capire che quanto racconta per la biografia non è quello che è accaduto davvero, non totalmente. Elena ha avuto una vita davvero travagliata. Finale con sorprese varie e rivelazioni e non banali.
Perché mi è piaciuto abbastanza?
In realtà all’inizio non mi prendeva molto, ha poco del romanzo rosa e questo è stato un pregio con personaggi ben descritti, anche una Roma in parte inventata, ma credibile.
Ho fatto il tifo per la protagonista e mi sono piaciuti tutti i comprimari suoi amici.

“Un incidente chiamato amore“
Gemma Townley
Jen è una ambientalista convinta che ha fatto molte battaglie. Sua madre ha una compagnia ‘etica’ mentre il padre ha un’azienda apparentemente che sfrutta l’ambiente per far soldi in modo spregiudicato.
La mamma la convince a farsi assumere nell’azienda del padre per scoprire cosa c’è dietro a una delle recenti operazioni poco pulite di la compagnia si è macchiata.
Una volta dentro l’azienda non riuscirà a scoprire molto e le sembra di essere rimasta intrappolata a fare un lavoro di segreteria che non le piace per nulla. La vicenda si evolve quando conosce Daniel, che è un docente di un corso di formazione a cui lei deve partecipare. La storia tra i due crescerà fianco a fianco con l’evolvere della storia con le scoperte di cosa stia facendo davvero suo padre. Finale a sopresa interessante e non così banale.
Perché non mi è piaciuto molto?
Manca qualcosa nella storia che ti renda partecipe. Nonostante i temi ambientalisti a me cari non riesco a immedesimarmi nella protagonista e quindi leggo da spettatrice di una storia con alti e bassi.
Paola P. “Caspita quanto hai letto Iula, erano le mie letture di ragazzina, ma d'altronde tu lo sei ancora!
”
Stefania “Ho letto l'articolo:ma che recensione!!! Brava!! (ma perché non ti metti a scrivere seriamente? Intendo libri…
”
Personalmente non credo che esista un solo "genere femminile" di libri. Che i romanzi "rosa" siano quelli prediletti dalle donne è un misunderstanding creato dagli editori maschi… Le donne, come tutti, amano i più svariati generi. Certo le strie d'amore sono apprezzate, ma non sempre, non da tutte e non solo. Da parte mia solo quando devo staccare la testa e comunque devono essere scritti bene!
Mia madre per esempio legge prevalentemente gialli e thriller.
Io son crescituta con Verne e Kipling e in seguito mi sono definitivamente appassionata alla lettura , leggendo il deserto dei tartari di Buzzati che non è certo un romanzo rosa. Ora leggo di tutto (quando ho il tempo): Fantasy, Thriller Saggi, Romanzi Storici, Classici etc…
Ti consiglio i gialli che l'autrice di Harry Potter ha scritto sotto lo pseudonimo di Robert Galbraith. (Triste che abbia dovuto sceggliere un nome maschile per farlo).
Credo che tu debba trovare la "tua" femminilità, altrimenti rischi di rifarti semplicemente a dei cliché che non rappresentano davvero le donne, ma solo come la nostra società patriarcale ha deciso di dipingerle.
Se vuoi capire un po' la "femminilità", non cercare tra quello che leggono le donne, ma tra quello che scrivono. Leggi Jane Austen ma anche Isabel Allende, Agatha Christie, Doris Lessing, Mary Shelly, Loredana Lipperini, Michela Murgia, Claudia Gamberale. per esempio. Ci troverai un bel campionario di sguardi femminili da usare come occhiali sul mondo.