Stasera sono invitata ad assistere a uno spettacolo teatrale, la prova generale del nuovo spettacolo delle Nina’s Drag Queens con cui ho fatto il corso e lo spettacolo a gennaio. (https://www.ninasdragqueens.org)
E’ un evento esclusivo solo per pochi invitati che oltre alla verifica dello spettacolo ha lo scopo di raccogliere le impressioni del pubblico. Io sono una di queste persone esclusive e per me è davvero un’altra prima volta e un’occasione unica.
Decido di andare in auto, cattiva idea, perché nella zona del Teatro Carcano ci sono solo parcheggi a pagamento (3€ all’ora, un vero furto), mi allontano un chilometro e trovo una via con zona disco, costa molto lo stesso, ma molto meno. Dovendo fare della strada a piedi rinuncio a mettere i tacchi alti.
Arrivo, entro e c’è Sibilla con Dario in attesa, lei indossa un abitino tutto luccicante, bellissimo. Però abita lì vicino, quindi anche i tacchi alti che indossa ci stanno.
Ci prendono i nomi e qui la signora legge un ‘Gerardo‘, ma fa finta di niente, prende la temperatura (36,5) e il numero di telefono. Una volta dentro mi fiondo in bagno per una pipì preventiva, non so quanto durerà lo spettacolo.

Il teatro è vuoto e nelle prime dieci file ci sono delle scritte ‘prenotato‘ messe a scacchiera nei sedili (uno sì e uno no), possiamo scegliere il posto desiderato e andiamo sotto il palco. Arriva altra gente che non conosciamo, presumibilmente tutte ex-drag dei corsi, e poi arrivano ben dieci animalesse (mie compagne del corso). E’ sempre bello ritrovarci anche se ho notato che un gruppetto tende a fare un gruppo tutto loro, sono giovani? Noi in età più avanzata parliamo con tutti.
Dopo tanti mesi di stop entrare in un teatro è sempre una bella sensazione, l’unico problema è il dover indossare la mascherina e in alcuni momenti manca l’aria e te ne rendi conto quando la storia procede ‘fiacca‘ o ‘lenta‘ in alcuni punti. Il teatro ai tempi del Covid dovrà tenere conto anche del benessere degli spettatori in sala.

Mentre aspettiamo da sotto il sipario si intravede qualcosa che passa, un abito lungo, una scarpa con il tacco, un via vai. Cosa mi aspetto? Non ho mai letto il Gattopardo e non so nemmeno di cosa parla, l’impressione è che è un romanzo strano fuori dagli schemi e ambientato in Sicilia. Mi aspetto uno spettacolo con abiti molto pittoreschi e variopinti, molta comicità e alcune riflessioni, dopotutto sono drag queen.
Dora esce dal sipario che rimane chiuso, si spengono le luci e introduce al pubblico lo spettacolo. A parte una battuta mi è sembrato poco brillante, non ha creato una qualche complicità con il pubblico che mi aspettavo quando si rompe la quarta parete.
Si apre il sipario e un divertente quadretto di drag ballerine girano intorno all’unica scenografia presente: una fetta di luna al suolo, tutta crepata e lucente. Di sfondo delle macchie scure su sfondo nero che fa spiccare gli attori e i loro variopinti costumi.
Noto subito che Demetra non ha nessuna parrucca, la cosa mi sembra strana e stona leggermente rispetto alle altre drag.
Dalle scene iniziali capisco che c’è una festa, composta da personaggi stravaganti e di potere, ci sono due imbucate che cercano di fare colpo su un editore di libri, due amiche che sono lì per cercare l’amore, vari personaggi strani.
Demetra si presenta con un costume molto teatrale e per nulla drag, anche nella voce, mi ricorda una maschera dei personaggi folcloristici tipo Balanzone, Brighella e ha un non so cosa di Dario Fò nei movimenti dei suoi personaggi dialettali.
Inizio a capire che non è la rivisitazione in chiave musicale/drag, ma teatro sperimentale vero. Di spettacoli strani anzi strambi ne ho visti parecchi perché nel 2018 sono andata tutte le settimane al teatro No’hma, che è gratis e ospitano artisti da tutto il mondo con rappresentazioni realizzare senza soldi e con tanta creatività, a volte troppa perché sovente non si capisce cosa si è appena visto.
Desireé entra in scena indossando uno splendido abito giallo, con pantaloni ampi e una gonna solo su retro. Lo adoro. Dopo lo spettacolo mi dirà che forse lo metteranno all’asta come cimelio.
Ci sono entrate e uscite di continuo dei vari personaggi e un continuo e rapido cambio di abiti dietro le quinte. Questo entra ed esci crea confusione nella trama, ma rende l’idea di una festa in una villa immensa con centinaia di stanze dove si fa festa.
Poi iniziano alcuni balletti su una musica di Raffaella Carrà, le movenze sono divertentissime da fare sbellicare di risate. Questa musica sarà il tema portante dello spettacolo anche se il divertimento musicale mano mano diventerà un’altra cosa inattesa.
Terminato il balletto capisco che questo non è un musical e non è una “parodia drag“.
Ora devo fare una digressione perché ho iniziato a scrivere un mio spettacolo: “Paprika’s Drag Show” dove interpreto 5 personaggi drag, che per motivi ovvi non si incontreranno mai, ma che interagiscono tra di loro. Ho ideato i personaggi, le loro motivazioni e pensavo alle battute, scenografie e cambi di abito (chissà che magari riuscirò ad avere qualche consiglio da Brachetti). Il problema era che stavo pensando a una cosa più da video e cinema che da teatro.
Guardando questo spettacolo ho capito che devo andare alle basi del teatro, il mio spettacolo deve funzionare senza costumi e senza scenografie, facendo immaginare il pubblico che si siano cose non presenti sulla scena. Solo quando ‘funzionerà‘ aggiungerò il resto per renderlo meraviglioso.
Questo spettacolo per me è stato un ottimo corso di realizzazione teatrale, oltre a godermelo ho imparato tantissimo.
Torniamo allo spettacolo, ad un certo punto scoppia la rivoluzione e la festa finisce, anche se non immediatamente. Ci sarà una specie di trama parallela che entra e esce nelle stanze dove ci sono i personaggi. Alcuni monologhi e contrapposizioni tra due personaggi per volta, introducono tematiche sociali, di costume…e si capisce bene quando entra l’Italia, una drag vestita con la bandiera. La sua voce mi ricorda Arbore, in realtà scoprirò che dovrebbe essere la Laurito, anch’essa con la erre caratteristica. Forse è il tipo di erre che mi ha indotto all’errore, quella della Laurito è più lunga e squillante. Comunque l’effetto nazional-popolare è garantito e molto divertente.
Una scena è stata bella, ma per chi ha recitato o visto il nostro spettacolo “L’Arca delle Nina’s” non all’altezza delle aspettative. Un pezzo musicale è cantato da Miss Keta (la cantante mascherata con la voce super sexy su basi disko/tecno), c’é un ballo a tema con movimenti a scatti. Non ho potuto fare a meno di fare il paragone con il “nostro” spettacolo dove avevamo una strepitosa interprete (Pacchera) di un’altro brano di Miss Keta e un balletto molto più movimentato e pieno di energia (ok, c’ero anche io nel balletto e forse me lo sopravvaluto nel ricordo). Forse si potrà fare qualcosa di più nella coreografia o nei movimenti, ma il pubblico normale non lo noterà, spero.
Ora non è più uno spettacolo drag, è teatro vero, di quello bello e creativo. Il fatto che gli attori hanno tutti i tacchi alti è ininfluente, gli abiti femminili talvolta splendidi e spesso con composizioni azzardate (e stanno molto bene) diventano costumi di scena.
In mezzo alla “rivoluzione d’Italia” si trova comunque spazio per interruzioni divertenti e per lo più danzate.
Tutto questo ad un tratto termina bruscamente lasciando interdetti, le luci sono spente a parte un faretto. Parte una colonna sonora di rumori tipici da film di fantascienza. Da sotto la “fetta di luna” esce del fumo biancastro che cresce e assume forme come se fosse vivo. E’ stato bello e inquietante, in alcuni momenti ci vedevo delle figure. Poi alcune luci si accendono e c’è a terra Dora, quasi nuda (lo sembra). Non so perché ma mi ha ricordato le prime scene di Terminator con il viaggio nel tempo.
Poi c’è il finale con i personaggi a confronto e con la macchietta, ancora più da maschera carnevalesca, di Demetra che rappresenta l’italiano medio poco acculturato e offre umorismo che fa pensare.
Il finale è appagante. Da parodia superficiale è diventato uno spettacolo che dà molto da pensare su quello che si è visto e sui messaggi sparsi nell’ora e quaranta della durata della rappresentazione.
Sax interpreta personaggi poco drag e poco femminili, soprattutto negli abiti, ma in alcuni momenti mostra una qualità attoriale che fa dimenticare che questo ‘vorrebbe‘ essere uno spettacolo drag.
Quando è terminato usciamo per via delle misure anti Covid-19 e parlando tra di noi concordiamo che è stato uno spettacolo ‘tosto‘, in alcuni momenti difficile da seguire , però comunque cercavi di andare avanti per cogliere qualcosa dopo, bellissimi i costumi che rispetto agli altri spettacoli delle Nina’s questo è di un altro livello per l’impegno che ci è voluto per realizzarlo. Storia, battute, costumi, musica, colonna sonora, scenografia fanno la loro parte e si vede che c’è stato uno studio nei minimi dettagli.
Molte cose le si capiranno meglio rivedendolo? E’ la prima volta che a teatro penso volentieri di voler rivedere uno spettacolo.
Questa volta le Nina’s Drag Queens sono di un livello più alto (e non solo per i tacchi alti).
E’ stato un privilegio poter assistere alla prova generale e imparare molte cose sulla recitazione e su come creare uno spettacolo ‘vero‘ da mettere in scena.