Ieri mentre eravamo nel teatro in attesa dello spettacolo, Piorella (compagno di corso come Drag Queen) mi chiede come mi va con l’amore, bella domanda.
Ultimamente questa domanda inizia a saltare fuori spesso e anche io ci penso. Sono solo tre mesi post riapertura della vita sociale e anche se ho conosciuto tante persone nuove non mi sono ancora dedicata alla ricerca di compagnia. Molti mi chiedono se cerco un uomo oppure una donna. In realtà non lo so. Se frequento un gruppo di lesbiche assumono che io cerchi una donna, se con un gruppo etero secondo loro cerco un uomo. L’altra sera in radio ho ascoltato uno psicologo parlare di alcune tipologie sessuali, ad esempio una ascoltatrice etero, da nove anni vive con un’altra donna e non si definisce lesbica. Il punto, confermato dallo psicologo, è che lei sta bene con la compagna che ha trovato, non ha nessun interesse per altre donne.

Quindi chi cerco? Cerco una persona a cui piaccia e che mi piaccia si fisicamente, mentalmente e di spirito. Qualcosa ho trovato, di tutti i generi, ma non ho voluto approfondire per non rovinare delle amicizie, con alcune siamo “amiche del cuore”. Magari più avanti nel tempo, con delicatezza e onestà, chissà. A molte persone piace molto il mio dualismo, ho sia la visione delle cose sia al lato maschile che femminile. Il lato pragmatico e quello emotivo (anche se non ancora così ‘emotivo‘ come vorrei).
L’altra mattina quando ho parlato al telefono con una ex collega che non sentivo e vedevo da 15 anni (Facebook ogni tanto serve davvero)…lei vive in Spagna ed era una delle poche donne che mi piacevano un sacco (non corrisposto), ma che facevamo un piccolo gruppo di colleghi che si vedevano anche fuori dall’ambiente di lavoro. Ad un certo punto, dopo che le ho riassunto delo mio cambiamento, ha detto che anche allora ‘avevo capito che parlare di donne e compagne era un argomento ostico per te, però parlare con te era facile, come se fossi una donna’, in effetti una volta capito che non c’erano segni di interesse nei miei confronti come maschio, tiravo fuori la mia empatia e parlantina…i segni che sono una donna c’erano davvero tutti e da molto più tempo di quello che pensavo.
Dopo lo spettacolo parlando con Sara/Passiflora, dopo che mi ha regalato un abito lungo e una maglia scollata (che bello ricevere regali sinceri), provati oggi e che mi stanno incredibilmente bene e che a vederci insieme sembra impossibile che la sua taglia entri nel mio corpo. Lei mi dice come Gerardo non ero male. Rimango un attimo sorpresa, poi ricordo che anche Silvia R. mi aveva detto la stessa cosa. “Peccato che nessuno me lo ha mai detto” le rispondo, lei sorride “Però sono meglio ora, mi sento libera”.
Ripensandoci però Sara ha conosciuto Gerardo quando avevo già deciso di essere Iula e lo ero fuori dal lavoro e nei weekend, quindi in realtà ha conosciuto la me di adesso anche se in abiti maschili. Con Silvia invece aveva conosciuto Gerardo appena uscito da un periodo buio di anni e forse anche lì c’era qualcosa di Iula nella rinascita e riapertura con il mondo, specie quello femminile.

La domanda che mi sono posta è: se qualcuna mi avesse detto quelle cose, la mia parte femminile sarebbe rimasta sepolta oppure sarebbe spuntata fuori comunque, come una bomba a tempo.
Cosa differisce tra le mie identità?

Mi è sempre piaciuto conoscere persone nuove e più di una volta stando solo con estranei, mi sentivo di appartenere a un gruppo, forse li creavo anche. Esempio: anni fa come uomo, sono andato tre giorni a Barcellona per un viaggio pagato da sponsor, insieme ad altri commercianti. La risposta dell’organizzatore alla mia domanda “Non compro così tanta merce, perché io?“, “mi serve gente simpatica“.
Questa è la seconda cosa di me che nel bene e nel male mi caratterizza: empatia, simpatia, apertura mentale, non tirarsela, non mettere il broncio, pronta a fare qualsiasi cosa si decida in gruppo. Come uomo aveva il grande svantaggio che le donne mi vedevano come “quello simpatico” , “il bravo ragazzo” e quindi non appetibile. Come donna mi sembra che le persone ‘del gruppo’ provino un sincero affetto per me, se poi sanno che sono una donna trans ancora di più per la mia apertura nei loro confronti che reputano un ‘grande atto di coraggio‘.
Le altre qualità sono specifiche per il lavoro, imparare a fare qualsiasi cosa, farlo bene, non nascondere le cose che non vanno bene, ma cercare di risolverle.
Quindi, come ha detto Sara “non buttare il vecchio te
“, ho ancora le qualità di prima e molte sono arricchite da una sensibilità che non tengo più dentro. Alcune cose mi danno un leggero disagio perché legate ai ricordi come uomo e del periodo che come conoscenza di compagne c’era lo zero assoluto.
Ora mi è molto facile conoscere le persone. Come donna sembro ‘indifesa’ e non faccio alzare le barriere alle persone. Stamattina ero in riposo seduta su una panchina, dopo 20 chilometri di bici e guardavo i messaggi. Una signora in bici elettrica, mi chiede una cosa sul percorso bloccato e come fare per aggirarlo e tornare sulla strada per Cassano, paese dove ho abitato per 40 anni. Cerco di spiegarle, ma è complicato per via dei sensi unici del paese dove ci troviamo. Siccome anche io vado da quella parte arriviamo al compromesso che facciamo un pezzo di strada assieme. Unica cosa negativa è stato il saluto quando siamo arrivate al bivio dopo 20 minuti, che ha usato il maschile. Spero sempre di ‘passare‘ come donna, ma oggi vestita da ciclista era davvero un’impresa impossibile. Avere rossetto e unghia lunghe smaltate non aiuta.

Con questa Marcella abbiamo parlato di varie cose e ci siamo conosciute un po’, ad un tratto lei mi ha chiesto se ero single. Le ho risposto di sì e che alla nostra età siamo tutte separate o divorziate. Lei ha detto che ‘siamo un 50%‘. Avrei potuto approfondire? Ci ho pensato a chiederle il numero di cellulare, ma non con la motivazione di un cuccaggio, ma con quella di avere un’altra amica per fare cose insieme. Alla fine non le ho detto nulla e ci siamo salutate. Non mi sono stata attratta da lei fisicamente, solo un poco per il carattere. Ora posso ‘cuccare‘ e sono io a ‘scartare‘ i candidati e le candidate? Mi si è davvero invertito l’universo.
Un’altra cosa che ho sempre avuto è quella di riuscire ad esaminare qualsiasi cosa da entrambi i lati delle opinioni (non solo maschile/femminile) e capirne le motivazioni. Anzi addirittura alcune attività che avevo pianificato, avevano un piano B quasi in opposizione. Anni fa durante una lezione di Inglese a Londra, l’insegnante si era definito ‘open minded‘, e il termine mi è piaciuto da subito e indica quello che sono: una mente aperta. Quindi essere Iula lo avevo in embrione dentro già a vent’anni.
Solo che all’epoca non c’erano le informazioni sui cambi di genere e di sesso, sembrava che l’unico motivo fosse poi quello di prostituirsi e quindi si scartava di pensare seriamente a un cambiamento. Rimaneva tutto relegato ai desideri, ai sogni durante la masturbazione. Già perché non mi sono mai eccitata guardando fotografie di donne nude, come accade a tutti i maschietti. Addirittura vedere un film porno otteneva l’effetto opposto, non riuscivo a immedesimarmi in nessuno dei due protagonisti (di qualsiasi sesso fossero).
Io dovevo immaginare qualcosa e quindi avveniva l’eccitazione che doveva essere mantenuta continuando ‘la storia‘ dentro la mia testa. Un tipico modo femminile di eccitarsi che è più una cosa mentale che fisica.
La storia migliore era che io cambiavo di sesso, ogni volta mi inventavo un racconto diverso. La maggior parte delle volte ci ero costretta al cambiamento perché non osavo ammettere che fosse una mia scelta. Spesso l’eccitazione era data dal fatto che ‘non potevo più tornare indietro a essere maschio‘.
Per tutta la vita stavo cercando una donna che in realtà ero io.
Ora che mi sono “trovata” la prima fase è stata di concentrarmi sulle amicizie. Ho letto di altre donne trans su gruppi Facebook che anche loro hanno fatto lo stesso. C’è meno interesse a usare il pene e con la cura ormonale poi si tende a far sentire di meno lo stimolo. (una ricerca scientifica ha evidenziato che il maschio pensa al sesso, anche inconsciamente, ogni pochi minuti).
Il loro affetto significa tanto e la cosa bella è che adesso possiamo dirlo a vicenda. Un “ti voglio bene” non viene più male interpretato (tipo “ma questo ci prova?“) ed è una cosa che mi piace dire e che non ho mai detto a nessuna (tranne la Mamma).
Il prossimo passo ora è scoprire che tipo di sessualità ho dentro? La mia amica Elena A, è molto curiosa di scoprirlo ed è stata la prima che ha tirato fuori l’argomento nelle nostre chiacchierate tra amiche.
Un’altro grande vantaggio di essere Iula è poter parlare di certe cose come la sessualità e i sentimenti, di rivelare e ascoltare cose che come uomo nessuno mi avrebbe mai rivelato. Il tutto spontaneamente e senza imbarazzo che è la cosa più bella.
Il prossimo passaggio sarà di riuscire a dire a qualcuno “ti amo” con tutto quello che ne consegue.
Quindi alla fine di questo pezzo ho le idee confuse come prima, ma forse è questo non prevedere il futuro che mi stuzzica e mi fa sentire viva.
Laura C “Belle riflessioni, e molto intime.
”
Piorella “Grazie, poi legò con più calma.. ti trovo stupendamente luminosa
”
Pietro “Ciao, sono tornato da poco dalla Valtellina. Il post mi sembra ottimo, forse da rivedere meglio l'uso della punteggiatura per separare meglio i pensieri nelle frasi. Riguardo il tema…bhé, ne hai fatta di strada, ma chissà quanta ancora ne hai davanti. Notte Iula.
”
Carla “Brava. Scrivi sempre tanto e butta fuori. Non ho consigli, tranne quello di vivere e vedere cosa succede. Ma ti "imbarazzano" di più le donne o gli uomini? Stai più attenta a quello che dici o fai con le donne o con gli uomini? Con chi ti interessa di più essere a posto dal punto di vista estetico?
”
Belle domande, al momento sono nella fase del ‘passing‘, cioè che le persone che non mi conoscono pensino che sono una donna e nel non dover spiegare loro che sono una trans, che non c’è nulla di male, ma essere riconosciuta per come mi sento mi fa stare serena. Quindi l’imbarazzo avviene solo per il ‘misgender‘ quando usano la grammatica al maschile. Penso che mi fa più male quando sono le donne a capire il mio sesso biologico, sì quindi cerco l’approvazione dalle donne che sono più attente ai dettagli.
Con gli uomini cerco di tenere un minimo di distanza fisica e verbale, tranne pochi amici che so che non hanno problemi ‘omofobi‘, purtroppo l’educazione porta tutti i maschietti a esserlo con l’evitare contatti fisici inappropriati, non mostrare emozioni di fragilità, tenere una serie di comportamenti da maschio-alfa e altre idiozie che forse avevano un senso mille anni fa. In questi casi se l’altro sa che sono una donna trans evito anche l’abbraccio di saluto, se non lo sa mi comporto come una donna e cosa faccio dipende dalle sue reazioni.
Maia “quando hai voglia mi spieghi meglio cosa intendevi con questa frase: "Ora posso ‘cuccare‘ e sono io a ‘scartare‘ i candidati e le candidate? Mi si è davvero invertito l’universo."
”
Ora sono “la preda”, prima avrei dovuto essere il “predatore” ma lo facevo con poca convinzione. Sono passata all’opposto. Dovevo essere sempre io a cercare e conoscere gli altri, ora basta poco e spesso sono gli altri a volermi conoscere. Non solo perché donna, ma per il mio modo aperto di propormi all’esterno.
Pietro S “complimenti per le riflessioni mi auguro potrai trovare la compagnia ideale , io tra l'altro non lo vedo come un problema, l'importante stare bene con se stessi
”
Elena C “Oggi ho fatto vedere la tua foto ad una collega dicendole,
”
“ guarda che carino questo vestito”
lei ha guardato e ha detto “bello! E che bella donna!