Stamattina mi sono masturbata di nuovo e come le ultime volte tendo a mettermi sdraiata e con le gambe spalancate come se fossi una donna. Il mio subconscio continua il suo lavoro di cambiamento.
Chissà se avrò anche stavolta una regressione temporanea al maschile. Direi di sì anche se forse durerà meno perché pulisco casa facendo attività fisica e poi parlo dieci minuti sul balcone con la vicina. Anche stavolta non ero truccata, solo lo strato per nascondere il colore della barba tagliata, con la vicina accade quasi sempre così e devo dire che mi aiuta molto perché sono ‘al naturale’.
Oggi inizio alle dieci perché un fornitore ha spostato la video call al pomeriggio e ne approfitto per sistemare il diario visto che anche se tranne ieri non è accaduto nulla di esaltante ho comunque un sacco di pensieri da scrivere.
Il piano di oggi prevede di dipingere il balcone e quasi finirlo e stasera birrata con amici che non vedo da qualche anno e presenterò Iula, sanno chi sono perché glielo hanno raccontato, ma non mi hanno vista ancora di persona. Sarò con 5 uomini in un pub e devo pensare a cosa indossare.
Il piano di oggi prevede di dipingere il balcone e quasi finirlo e stasera birrata con amici che non vedo da qualche anno e presenterò Iula, sanno chi sono perché glielo hanno raccontato, ma non mi hanno vista ancora di persona. Sarò con 5 uomini in un pub e devo pensare a cosa indossare.
Dopo pranzo mi metterò a dipingere per un’ora e passa. Smetto perché abbiamo una call di lavoro e dopo riprenderò, c’è il desiderio di terminare oggi, ma poi mi farà male la schiena per cui dopo la riunione farò un’altro pezzettino senza esagerare.
Infatti ho terminato con un bel mal di schiena! Dopo la doccia mi sono sdraiata sul divano e a sorpresa mi chiama Lilas! Oggi ha deciso di andare al lavoro a piedi e nel ritorno ha pensato di chiamarmi. Parliamo una mezz’ora e mi chiama ‘super donna’ tante sono le cose che riesco a fare e continua a chiedersi come faccia io e una sua amica blogger. Dovrò chiederle di farci incontrare. Mi dice anche che secondo lei sono molto coraggiosa in quello che ho fatto, ma che magari io non vedo in quel modo, le rispondo che la mia è un’avventura, un percorso di vita. Allora è emozionante, mi dice.
Mi ha fatto un piacere enorme perché ha tirato fuori Iula dal torpore maschile in cui ero caduta oggi.
Cena frugale, ma mi riempie lo stomaco. Mi sdraio un attimo e mi sveglio di colpo dopo 20 minuti. Cavoli devo prepararmi per la serata!
Stasera ci sarà una cena dove con alcune persone ci rivedremo dopo 20 anni, con altri solo una decina, comunque per tutti mi vedranno per la prima volta come donna. Nel 1996 eravamo un gruppo di giochi di ruolo e ci vedevamo una o due volte a settimana nella biblioteca dove avevamo la sede. Il gruppo si chiamava “La cuccia del Drago” e dai pochi membri iniziali eravamo diventati una trentina di persone. Nel 2001 a causa del mio nuovo lavoro non c’ero mai e l’anno dopo il gruppo si è disgregato, ma riamo rimasti in contatto, ma a gruppetti di interessi comuni. Nel gruppo c’erano anche donne e ragazze con un’età variabile abbastanza alta. Tutti molto casinisti e “caciaroni” e ricordiamo quel periodo con affetto.

ma stasera la indosserò
Mi trucco e provo un paio di abiti, poi decido visto il caldo per maglietta a fiori scollata e gonna lunga nera, sarò in una birreria con molti uomini meglio non esagerare. Mentre viaggio in auto mi prende una piccola inquietudine su come sarà la serata e mi vengono anche pensieri cupi su possibili problemi che potrebbero accadere, non con gli amici, ma con eventuali altre persone. Mi rendo conto che tra parrucca, seno e sopracciglia indosso quasi 1000€ di cose. Non so perché ma uno dei pensieri è se qualcuno usa un accendino sulla parrucca. Mi dico che non accadrà nulla di male, ma terrò in considerazione il pensiero per il futuro e questa volta le tecniche di miglioramento personale imparate funzionano.

Arrivo nel paesino dove c’é un centro medioevale con una torre e alla base c’é il pub. Entro nel parcheggio e vedo un gruppo mascherato, li saluto con la mano mentre fermo l’auto, si fermano e mi aspettano. Hanno riconosciuto l’auto di sicuro. Li raggiungo non sapendo bene come sarà l’incontro, ma anche questa volta è tutto ‘normale’, nessun commento, nessuna battuta su di me. Non vedo sguardi particolari e indagatori. Entriamo nel pub, ci accomodiamo su un tavolone in legno, ordiniamo le birre e iniziamo a parlare dei tempi passati. Ci sono 8 uomini e io, le donne del gruppo superstiti non sono venute forse immaginando la serata, mentre da parte mia sono venuta proprio per mettermi alla prova, confrontarmi con il mio passato e come sono adesso.

Arrivate le birre si deve iniziare con un brindisi e tutti chiedono a Max di dire qualcosa, lui ci pensa un attimo e se ne esce con questa perla
“Un brindisi al Dino che ci ha lasciati, lui si che era un vero uomo!
“.
Le battute di Max sono sempre argute e mai denigratorie a livello personale.
Poi Max inizia a raccontare cose e su di me incespica con nomi e grammatica “devi darmi il tempo per abituarmi
“, ma non mi fa nessun effetto negativo.
Della serata ho pochi flash di me stessa:
- ogni tanto mi rimetto diritta di schiena sulla sedia
- rido a crepapelle a una battuta, prima nel modo nuovo ‘silente’ e poi di gusto
- vado nel bagno delle donne e ovviamente c’è la fila
- ritorno al tavolo con la borsetta a tracolla
- racconto qualcosa
- mi guardo le unghie smaltate con le mani inanellate che gesticolano
- mi chiamano ma non mi giro parlavamo come me?, “Iula?” ripetono e mi giro. Inizio a non reagire in automatico quando mi chiamano “Dino”
Tornando a casa pensando alla serata e al diario mi è venuto in mente un paragone su una serata ‘solo donne‘ fatta recentemente e ‘solo uomini‘ (stasera era una rimpatriata e tutti si sono comportati in modo grezzo e maschio come se non fossi una signora, ma era la prima volta che mi vedevano come donna).

Le donne bevono super alcolici iniziando con un cocktail e proseguendo con piccoli ‘shot‘, gli uomini vanno di quantità con la birra. Alle donne luccicano gli occhi e si colorano le guance quando sono brille, agli uomini fisicamente non cambia nulla.
I discorsi in stato di ebrezza ed euforia sono molto diversi, le donne cercano di indagare nell’animo delle altre e conoscere dettagli delle cose che vengono raccontate; gli uomini raccontano di scopate (senza dettagli e nomi) indicando solo luoghi e situazioni, di ‘ciocche’, casini combinati in quello stato, postumi e vomitate. Il tutto come se fossero eventi enormi e mitici.
Per fortuna questa volta non hanno parlato del servizio militare (Naia) che ormai conosciamo a memoria da anni e vengono ripetute tali ogni volta.
Abbiamo parlato (male) anche degli assenti, ‘chi l’ha visto?‘, ‘ma dove sta adesso?‘, etc. In questo caso uomini e donne si comportano in modo similare.
Non mi sento fuori posto né emarginata, non so se é un bene che nessuno mi ha fatto domande personali sul cambiamento, ma la serata non è su di me.
Emiliano lo sento distante mentre Max non ha nessun problema a relazionarmi con me rivangando il passato, ogni tanto butta lì “No, tu non c’eri, eravamo io, il Dino e…”, non so perché ma mi ha fatto piacere, in effetti il mio passato lo vedo come la vita di qualcuno che conoscevo bene.
Il volume sonoro del parlato nel locale aumenta e anche il nostro al punto che non sento quello che mi dice chi sta di fronte! Io inizio a sentire la stanchezza della serata e non sono la sola, alcuni poi hanno appena bevuto, dopo la terza birra, un bicchiere di grappa segno che siamo a fine serata e quindi ‘facciamo quelli che vanno’.
Usciamo dal locale e ci dirigiamo verso il parcheggio, io mi trovo leggermente isolata dagli altri ancora divisi in coppie con discorsi da fine serata. Al parcheggio non ci si saluta, ma ci si mette in un ampio cerchio e si parla ancora un pò, cosa tipica da uomini. Alle zero trenta suona il campanile e saluto tutti “Cenerentola deve tornare a casa” dico a tutti. Antonello mi abbraccia, adorabile, gli altri li saluto con la mano e raggiungo l’auto.
Antonello “Come ti ho trovata. Intanto mi scuso se mi sono rivolto al maschile ma, capirai, il passaggio per chi conosce Dino non può essere così immediato.
“
Ti ho trovata più che bene. I tuoi nuovi panni ti calzano e la serenità interiore traspare.
Dirti "sono felice per te" rischia di passare come "non me ne frega un cazzo". In verità, sono stato bene in tua compagnia e il tuo nuovo genere non influenza minimamente il discorrere. Semplicemente è come se fosse sempre stato così. Ricordo che spesso, mentre si discuteva, il tuo sguardo sfuggiva cercando punti imprecisati, eri come in imbarazzo. Al contrario, ho colto una serena tranquillità. Nessuna invadenza, nessuna forzatura, sei "solo" tu. È questo che mi fa tanto piacere, ovvero il fatto che tu stia bene, e questo mi basta. (Però sembri ringiovanita)
Grazie, Hai colto nel segno, soprattutto il ringiovanimento ho ritrovato energie sopite da anni e ha influenzato anche il fisico.
Massimo
“Grazie del brindisi iniziale! Davvero un discorso toccante…unico problema della serata è che non reggo più l’alcool come una volta! “
“Col caldo reggo poco anch'io. Un brindisi per ricordare il defunto Dino era d'obbligo
”
Che impressione ti ho fatto? Mi è sembrata una serata ‘normale’ da Pippottari.
“Esatto, confermato un po' da tutti. Sei sembrata il Dino vestito, molto, diversamente
”
Il Posso “weeeeeeeeeeee mi ha fatto piacere rivederti ieri sera, non sparire e fatti sentire
”
Non sparirò più, negli ultimi anni li ho passati troppo in solitaria! Come mi hai trovata?
“bene in forma, ma soprattutto ti ho visto felice e sono contento per te. non offenderti, ci siamo conosciuti in un altro contesto, completamente diverso, non nascondo che farò fatica a nom chiamarti il Dino, cerca di capirmi, ma se sei felice dep tuo cambiamento, lo sono anche io per te, siamo amici di, ormai vecchia data, e gli amici non si lasciano mai soli, per nessun motivo
”
Evita “bene. Anche l'uscita maschia è stata superata alla grande. Sei tu e questo basta
”
Passiflora “Ciao cara, come va? Mi ha fatto molto sorridere quel “sono andata in bagno e ovviamente c’era la fila” Sappi che è quasi sempre così e io NON ne capisco il perché! Io sono velocissima!”