Sono stata indecisa se pubblicare questa storia, ma può venire utile sia a me (in futuro) che ad altre persone quando paragonano la loro situazione attuale con altre del passato. Mai fare raffronti…
All’inizio di dicembre quando chiedevo alle mie amiche cosa avrebbero fatto per capodanno, avevo ricevuto risposte che mi avevano fatto capire di arrangiarmi e trovarmi qualcosa da sola (tutte in gita da qualche parte oppure dai parenti). Prima di Natale, la mia amica Elena F. aveva trovato una festa a Milano dentro una discoteca a un prezzo ragionevole per buffet e ballo in due sale (45€). Ho prenotato per entrambe.
La settimana di Natale che ho trascorso al mare dai miei genitori ho trovato un copri spalle e l’ho comprato per abbinarlo al mio tubino che, per vari motivi, non sono mai riuscita a indossare fuori casa.
Sembrava tutto a posto, poi il giorno 30 mi chiama l’organizzatore della festa dicendomi che si è rotta una tubatura e la pista da ballo si è allagata. Siccome organizzano un’altra location potevo scegliere di avere il rimborso oppure andare nell’altro posto. Sulla mappa di Google sembrava andare bene, ma stavo ragionando da maschio.
Confrontata con Elena mi ha fatto notare che non è una bella zona per due donne andare per strada di notte, in special modo a fine festa. Milano è tra le peggiori città italiane sulla sicurezza. (ho anche letto sui giornali che non si trovava un taxi e nemmeno mezzi pubblici).
Così ho chiesto il rimborso e cercato qualcosa d’altro senza trovare nulla che costasse una cifra ragionevole.
Ho ripensato ai miei capodanni come Bianca (riletti nel blog) e visto che ho fatto esperienze con persone diverse, mentre quelli del passato come Gerardo erano delle fughe per non pensare alla mia solitudine. A volte inventavo scuse per non partecipare a feste che ritenevo inutili ai fini della ricerca di una compagna. La pressione sociale a festeggiare mi distruggeva e vedevo le festività natalizie come un brutto periodo di ulteriore solitudine.
Questa parte c’è ancora adesso, ma solo perché si fermano tutte le attività che faccio come danza, yoga e meditazione.
Mi sono chiesta come trascorrere la giornata del 31 dicembre in modo da non sentirmi sola. Cucinare è stata la risposta. Per pranzo ho preparato un risotto con verdure che mi ha impegnato quasi due ore nella preparazione. Nel pomeriggio sono andata dal macellaio di paese e comprato un cotechino (fatto da loro e senza conservanti e additivi pericolosi). In serata l’ho cucinato (2 ore di cottura) insieme a dei tortellini in brodo.
Siccome avevo studiato il mio abbigliamento per la discoteca, ho deciso di vestirmi elegante e truccarmi lo stesso. Mi ha fatto sentire meglio, ogni volta che mi confronto con il mio lato femminile mi fa sentire meglio.
Ho accontentato il mio se’ maschile guardando l’episodio di natale della serie inglese Doctor Who (in lingua originale of course), due episodi dell’anime “Gundam Z” su Youtube (in giapponese con sottotitoli inglese), e poi il mio se’ femminile con un film leggero romantico su Amazon prime (sempre in inglese).
Ho “tirato” la mezzanotte e ho salutato il nuovo anno con un calice di vino bianco, poi sono andata a dormire.
La serata l’ho trascorsa a casa in tranquillità senza sentire il peso della pressione sociale “a divertirmi”.
Il giorno del primo dell’anno ho ricevuto il messaggio che il gatto di mia sorella, dopo circa 18 anni di vita, ci ha lasciati. Non un bell’inizio anche se ce lo aspettavamo da mesi che si lasciasse morire.
Ho fatto una passeggiata di due ore lungo il naviglio, parlando al telefono con mamma, e ho preso freddo. Nei giorni seguenti sono rimasta a casa a lavorare, leggermente malata, senza vedere quasi nessuno.
Anche questi giorni mi hanno riportato alla mente ricordi e confronti del passato.
Sei anni fa ero stata male per una settimana (un brutta influenza con vomito) e mi ero sentita talmente sola che mi sembrava di vivere inutilmente. Anche i miei hobby mi erano sembrati inutili, erano una fuga dalla realtà e di confrontarmi con me stessa.
Una volta guarita avevo iniziato a frequentare eventi (uno di TaiChi) e trekking, una specie di rinascita. Mi ero iscritta a un’agenzia matrimoniale (ultimo inutile tentativo di trovare una compagna), avevo fatto nuove amicizie. Una rinascita dopo aver ricevuto quell’influenza come un gran calcio nel sedere: muoviti!
Un anno dopo mi sono mossa e ho iniziato il percorso di transizione.
In questa settimana, senza frequentare nessuno, è stato come se fossi regredita a quello stadio. Quando sono da sola in casa non mi sento così femminile (ho la casa fredda e stare con maglioni e felpe non aiuta dal lato del sentirmi donna), la mia psicologa mi aveva detto che “Bianca vive riflessa negli altri”. Infatti sono a mio agio, vivo il momento ed esprimo tutta me stessa, ma quando sono da sola non sembro essere la stessa persona.
Nel passato maschile ero sempre coerente rimanendo “da solo” e con gli altri, ma era una maschera che indossavo sempre per non confrontarmi con il mio vero se’.
Oggi non sento la solitudine come in passato, trovo sempre qualcosa che mi tiene impegnata, ma inizio ad avere il bisogno di avere un compagno/compagna. La cosa è problematica per via della terapia ormonale che mi azzera la libido e il “coso” in mezzo alle gambe, non so come e dove cercare dei partner che mi accettino per come sono.
Non è solo un mio problema, quasi tutte le mie amiche cisgender (non trans) over 50 non riescono a trovare un uomo “decente”. La cosa però non mi consola molto.
Stamattina sono uscita a prendere il caffè in centro paese con la mia vicina di casa, lì abbiamo incontrato le signore ultra-ottantenni e fatto gli auguri per il nuovo anno. Mi sono sentita ancora la Bianca che vorrei essere sempre.
Mi hanno fatto anche gli auguri per il 6 gennaio, sarà la mia quinta festa della Befana come donna…mi manca la scopa volante però…
Oggi ho fatto una torta – una crostata con marmellata alle pere e nocciole tritate – era un anno che non preparavo un dolce, è stato bello e dovrò ricordarmi di farle più spesso (che poi condivido con altre persone che abitano nel mio palazzo).