La salute è un diritto per tutt*
Evento organizzato dalla SC Oncologia dell’Ospedale Sacco di Milano.
Responsabile Scientifico Davide Dalu.
L’accoglienza in ospedale delle minoranze di genere in un sistema sanitario accogliente e inclusivo.
Oggi pomeriggio,sono andata all’ospedale Sacco a Milano, per partecipare a un evento di formazione, ma come relatrice.
Mi sono svegliata molto presto per poter andare a Milano in zona Lambrate e riuscire a parcheggiare l’auto. Ho impiegato “solo” settanta minuti e ho parcheggiato a 700 metri da dove lavoro. Prevedendo che dovevo camminare avevo lasciato in auto le scarpe col tacco e la giacca bianca, che ho indossato poco prima di entrare in ospedale.

Dopo quattro ore di lavoro intense, ho mangiato velocemente una focaccia farcita che mi ero preparata e sono partita per andare dalla parte opposta di Milano con un traffico abbastanza intenso. La focaccia mi è rimasta sullo stomaco.
Sono arrivata dove doveva esserci l’ospedale, secondo l’app Waze, ma dell’ospedale non se ne vedeva traccia. Sono ritornata leggermente indietro e rimesso l’indirizzo, ma a un semaforo ho visto dietro di me che c’era un’ambulanza con la sirena spenta. Ho accostato e dopo che mi ha superato, mi sono messa dietro di lei e l’ho seguita così mi ha portato all’ospedale che era poco più avanti rispetto a quello che diceva il navigatore, ma era dopo una curva e c’era un muro di perimetro.
All’ingresso mi hanno dato il pass per parcheggiare all’interno e ho scoperto che l’ospedale è enorme: il polo didattico era lontano, ma per fortuna sono riuscita a parcheggiare proprio all’ingresso del Polo Universitario.

Dopo essermi cambiata e resa più elegante, sono entrata e mi sono diretta al primo piano, dove c’era l’aula dove si sarebbe svolto questo seminario.
Dato che ero in anticipo, ho conosciuto gli altri relatori che arrivavano e salutato i due medici oncologi che già conoscevo e che mi hanno invitata.
A partecipare all’evento c’erano un sacco di studenti, un certo numero di medici e anche del personale sanitario; in particolare una signora che gestiva la medicina del lavoro in ospedale. In un suo intervento nella sezione domande, ha detto che al convegno nazionale di settembre, si è parlato pochissimo e solo relativamente alle donne e lavoro. La tematica LGBT+ in ambito di medicina del lavoro è totalmente ignorata.
L’evento è stato aperto dalla Rettrice e dalla Direttrice Sanitaria con i ringraziamenti di rito.
Mi hanno introdotta a parlare, oggi ero proprio la prima dell’evento.
Come accade di solito ho tirato un gran respiro e sono partita in piedi a leggere il testo che avevo preparato. Questa è stata la mia prima volta che ho fatto un evento con gli occhiali da vista, ma ero proprio molto stanca e non riuscivo proprio a intuire quello che avevo scritto, seppure stampato.
Avevo preparato il mio discorso inserendo delle introduzioni a quello che sarebbe stato presentato in seguito, almeno lo avevo immaginato in base ai titoli e le qualifiche dei vari medici che mi hanno seguita. Per fortuna, così è stato.

Come mio solito, ho fatto uno storytelling mescolando aneddoti e fatti reali. Questa volta ho puntato sulle paura di transfobia interiorizzata, che ti fanno fare il coming-out molto tardi e nel mio caso a 55 anni. Questo ha fatto sì, che conoscessero la mia età e al termine dell’evento, tre signore sono venute a farmi i complimenti e dirmi che non li dimostro minimamente, abbastanza stupite della cosa: qual’è il segreto? Ho cercato di spiegare la combinazione di questa cosa su di me: in parte genetica (mia mamma ha 79 anni e non ha le rughe); poi ci sono i peptidi maschili che rallentano l’invecchiamento (gli uomini mettono le rughe più tardi); infine gli ormoni che rendono la pelle lucida e più liscia. Solo ad una persona transgender può accadere questo miracolo sulla pelle del viso.
Si sono seguiti i vari interventi e sono stati tutti molto interessanti, hanno arricchito la mia conoscenza su determinati argomenti, alcuni che mi hanno mostrato nuovi punti di vista.
C’è stato un aneddoto che mi ha colpita molto e che userò in futuro. Da parte mia, ho citato che conoscevo una donna transgender che è andata a fare una visita dal ginecologo e questi dopo un primo esame, non si capacitava che non trovava le ovaie. Le persone transgender, molto spesso, non dicono che lo sono, anche se in ambito ospedaliero dovrebbero. A volte non viene detto aver paura di discriminazione, verbale per lo più.
L’aneddoto è di una signora che stava facendo una Tac, il medico guardando l’analisi ha esclamato “Ma c’è una prostata!”. Questa viene mantenuta in parte anche dopo l’operazione chirurgica di vaginoplastica.

Dopo ogni intervento c’era la sezione di domande dal pubblico e sono intervenuta in quasi tutte, facendo domande oppure aggiungendo piccoli aneddoti. Praticamente ho fatto da filo conduttore per tutto l’evento.
Al termine ho ricevuto i complimenti, sia dei medici che hanno partecipato che di molte persone del pubblico.
Una studentessa ha detto che questo pomeriggio è stata l’unica formazione in ambito LGBT+, in tutti i suoi due anni di studio di formazione. C’è tanto da fare, soprattutto per formare o almeno dare un’infarinatura ai futuri medici.
Nella pausa di metà pomeriggio, dove siamo scesi al piano di sotto a mangiare i biscotti e bere un caffè, sono stata avvicinato da una signora che mi ha fatto molte domande e un’altra che mi ha chiesto cosa ne pensavo di questo governo. Ho risposto che ci fa parecchio paura perché stanno cercando di eliminare i diritti di tutte le minoranze e non solo delle persone transgender.

Nicla “Grazie ancora per la tua preziosa presenza
”
Davide “Volevo ringraziarti del contributo all'evento di oggi. Spero tanto di poter continuare a lavorare insieme su questa tematiche. A presto.
”
Anche questa volta, partecipare a un evento mi ha arricchito di conoscenze e di contatti nuovi per future attività. C’è stata anche la soddisfazione di aver contribuito a fare qualcosa per diffondere la conoscenza delle persone transgender a professionisti sanitari.
Il rientro a casa è stato lungo e faticoso, aveva iniziato a piovere e c’era il traffico serale dei rientri dopo il lavoro. Oggi ho guidato per tre ore, ma comunque ne è valsa la pena.