Un’altro post riassuntivo di un’intera settimana. Per i singoli giorni non è accaduto nulla di così particolare da meritare un post specifico. Queste restrizioni e chiusure mi pesano sempre di più.
Il tempo mi sfugge e le attività che faccio non mi riempiono la vita, sono cose che faccio per tenermi impegnata, sono tutte a distanza e diventano sempre più irreali. Alcune di esse che richiedono un’attività fisica sono più tollerabili, ma in generale sentire parlare qualcuno con un audio freddo e digitale diventa sempre più difficile.
Ho fatto tre giorni di attività fisica. Domenica 28 Marzo al mattino camminata di un’ora mentre parlavo al telefono con mamma. Per fortuna il vaccino anti-covid non le provocato problemi. Dovevo fare una camminata breve, ma alla fine è stata di sette chilometri.
Nel pomeriggio ho fatto una camminata nelle campagne intorno al mio paese, in una zona dove non c’ero mai stata. Ho incontrato tanta gente a piccoli gruppi e famiglie intere. Sulla via di ritorno ho incontrato una coppia che abita nel mio condominio e abbiamo chiacchierato e scherzato un po’.
Sono rientrata a casa e mi sono preparata per fare la mia prima lezione di yoga e di meditazione guidata. L’insegnante ha fatto una lunga spiegazione iniziale, forse troppo lunga. E’ un tipo di yoga più rilassante (Asana) come mi ha confermato la mia insegnate di pilates il giorno seguente. Rispetto alle mie lezioni di pilates era tutto davvero molto facile per me. Dopo un’ora di esercizi e posizioni abbiamo fatto la meditazione che era la cosa che mi interessava. Ma come le altre volte che avevo provato non sono riuscita a concentrarmi solo sulla respirazione, sono anche riuscita a pensare in contemporanea due cose: il mantra da ripetere e un sacco di cose che mi passavano per la mente. La prossima lezione sarà sabato prossimo e spero di fare meglio
Dopo il lavoro ho fatto la mia lezione di pilates, questa volta abbiamo anche fatto degli esercizi detti “di Plank”, che sono stati molto impegnativi fisicamente, ma siamo riuscite a farli benino con i complimenti dell’istruttrice.
Dopo cena ho fatto il corso di Lettura Espressiva, oggi ho iniziato per prima perché Stefania mi ha chiesto di spostare l’iPad in una posizione dove l’inquadratura non era dal basso. Stando in piedi non potevo fare tutta la lezione. Ho letto il mio pezzo con alcune interruzioni per ricevere consigli e idee su come leggere. In particolare ho scoperto alcune cose per rendere la lettura più interessante, oltre che pronunciare correttamente scandendo bene. Queste cose sono il differenziare ad ogni frase variando il volume, la velocità, iniziare una frase con un tono più alto, toni su specifiche parole. Durante la lettura ho provato a mettere tutto questo oltre a cercare di mettere gli accenti giusti sulle parole e cercare di avere un tono femminile. Non ho capito quanto bene ho fatto, ma Stefania ha detto che sono sulla buona strada.
Non so se è stato di aiuto bere un pochino di vino bianco perché abbiamo fatto un brindisi a distanza per il compleanno di Marcello, che ho poi incontrato giorni dopo in paese durante una camminata. Ho scoperto che lavora per il comune di Pontirolo. Mi ha chiamata lui perché con la tuta da giardiniere non lo avevo riconosciuto. Cosa c’è stato di bello? Lui è una persona che mi ha conosciuto già come donna e lo sono, non c’è il passato ingombrante che può venire fuori.
Il resto della lezione è stata ascoltare gli altri e sentire i commenti di Stefania e imparare cose nuove.
Il giorno dopo, martedì sera, alle 18:30 ho fatto un collegamento Zoom per un workout di danza caraibica con la mia amica Giuliana che mi ha regalato per la giornata della donna. E’ stata una lezione simile a quelle che avevamo fatto giusto un anno fa durante il lockdown. Non so ancora se il confronto sia stato positivo. La lezione è stata bella da fare e dato che conoscevo già i passi mi sono concentrata più sulla lezione godendomela. Comunque dal vivo è tutta un’altra cosa.
Giovedì sera ho fatto una telefonato a Graziano e ci siamo aggiornati sulle ultime cose e mi ha dato una dritta sul mio problema dei capogiri, potrebbe essere una cervicale oppure un problema all’orecchio. Mi è arrivato il misura pressione da polso e ho provato a misurarla in vari orari della giornata, soprattutto quando avevo la sensazione dei capogiri. La pressione varia nella giornata ed è sempre nel range dello stare in salute, quindi non è quello. Gli ormoni nemmeno come mi ha scritto il medico. Ora dovrò provare a capire se sono le altre cose.
Settimana con eventi e serate piene, ma nulla che mi sia rimasto dentro. Ho pure fatto un colloquio di lavoro con una recruiter che mi aveva trovata su LinkedIn, in realtà non ero per nulla interessata perché era un lavoro davvero monotono, ma non si sa mai , poi parlare viso a viso (anche se online) è stato piacevole.
Venerdì mattina mentre ero uscita per fare il giretto mattutino mi ha telefonato Giampaolo, il tizio conosciuto su Facebook e che ci stiamo messaggiando da un po’, ma settimana scorsa c’è stato un qui-pro-quo e lui ha pensato di disturbarmi e ha smesso di chattare. Stamattina gli ho scritto che pensavo a lui e mi ha chiamata. Siamo stati al telefono una ventina di minuti, ha parlato molto più lui. Ho scoperto che in questi casi mi esce da subito una voce più dolce e anche nei pensieri e quello che dicevo era cambiato molto al femminile. Addirittura nel raccontare alcune cose ho ‘cambiato’ la verità stando più sul generico nel raccontare il mio lavoro e alcune cose fatte in passato che ero come maschio e mi viene difficile raccontarle al femminile.
Ad un tratto ha detto dalle foto che gli ho postato che sono magra, ho un viso particolare ma bello e non sono una donna comune. Lui non sa che sono una donna trans, (oppure sì?, il giorno dopo ha fatto un like a una mia vecchia foto su Facebook) almeno guardando il profilo su Facebook non è specificato non si può capire. Questa chiamata mi ha calmato e rasserenato molto, peccato che poi ho avuto una giornata di lavoro molto incasinata.
Al termine sono uscita subito per una camminata sotto il sole in maglietta, senza parrucca e con gli occhiali scuri. Non mi ha importato molto di come fossi presentata, volevo solo uscire e camminare.
Serata in zoom con l’associazione ACET e sono saltate fuori cose molto interessanti sul come presentarsi agli altri, come sentirsi, che ci facciamo troppe menate guardandoci allo specchio trovando difetti che vediamo solo noi.
Sabato, visto che nel pomeriggio pioverà leggermente, decido di uscire in bicicletta, ma prima vado in paese per comprare la frutta. Vado subito perché sabato scorso, andando più tardi, aveva terminato l’insalata fresca, il problema è che mi sono dimenticata di comprarla e ho preso quella in busta.
Nell’uscita due vicini stavano parlando e mi hanno detto che ero vestita in modo floreale e primaverile, peccato che appena sono uscita in strada c’era un fastidioso vento gelido.
Tornata a casa mi vesto da ciclista, ma mi guardo allo specchio e sembro una tennista!
Ho ancora l’abbigliamento in versione maschile e mi sta leggermente largo. Provo l’altra maglietta e va meglio, al ritorno a casa cercherò online di comprare una maglietta da ciclismo femminile che mi stia bene.
Esco di casa, gonfio le ruote visto che è ferma da quasi un’anno, il resto sembra a posto.
Non appena esco dal paese vengo investita da un vento gelido, mettere le maniche corte non è stata una grande idea. Pedalo veloce con soddisfazione e per fortuna quando raggiungo l’argine del fiume Adda il vento cala. Mi godo la pedalata, mi sento piena di energia.
Arrivo al ponte sull’Adda e scopro che è chiuso per lavori, cavoli. Non ho voglia di tornare indietro per la stessa strada e poi c’è la discesa che adesso è diventata una salita molto impegnativa.
Da un sentiero laterale sbucano due ciclisti, una coppia, che arrivano e una volta vista la strada bloccata tornano indietro. Quel sentiero non pensavo conducesse da qualche parte e soprattutto con una bici, decido di provare a seguirlo. Sono da sola all’interno di un bosco in una zona sconosciuta e mi viene una leggera inquietudine. Giunta al classico bivio cerco di capire quale strada ha preso la coppia, guardo le impronte al suolo, ma non si vede nulla. Scelgo una direzione dove ci sono meno piante sul percorso.
Dopo un po’ arrivo ad un punto dove c’è una voragine con una discesa che va giù verso il fiume. Già passare al di là mi mette una sensazione di paura di cadere di sotto. Non che sia davvero pericoloso ed il vecchio me avrebbe affrontato la cosa con freddezza, ma la nuova me ha una leggera paura di farmi male. Procedo a piedi e a passettini, pronta a mollare la bici, ma non succede nulla e mi trovo al di là del buco.
Proseguo nella vegetazione che si fa sempre più fitta, troppo. Da qui non passa nessuno da mesi, qualcosa mi dice che dovevo scendere di sotto nella voragine. Procedo ancora un po’ e ci vorrebbe un machete e Indiana Jones per attraversare. La strada diventa del tutto bloccata dai rami e incontro un tizio a piedi che anche lui si è addentrato per questa via impraticabile, cioé si potrebbe procedere rischiando l’osso del collo tanto è a precipizio attraverso i rovi. Torno indietro e lui mi segue.
Tornata alla voragine ci sono due tizi che l’hanno risalita, nel mentre arrivano tre ragazzi che chiedono se va bene per andare a Lecco, sì però era meglio fare l’altra strada più in alto lungo il naviglio.
Li faccio scendere prima perché così guardo come fanno a scendere, mi sembra davvero ripida e pericolosa. Nessuno si fa male, il secondo addirittura scende in sella con i freni tirati. Io penso che dallo scorso anno dovevo far sistemare i freni e non l’ho ancora fatto!
Penso un attimo a come sono vista da tutta questa gente, una donna sola in bici in mezzo al bosco. Di positivo per la transizione e negativo per l’essere una donna c’è che quando ho detto che da quella parte non c’era verso di passare ho visto sguardi che non ci credevano e quando il tizio a piedi mi ha raggiunta ho detto che anche lui a piedi non è riuscito a passare. Una donna in bici nel bosco deve essere imbranata? Comunque sono una donna e per ora va bene, meglio che passare come un maschio travestito, ora sono una tipa alta, robusta e sportiva.
Quindi è il mio turno per scendere e affronto la discesa a piedi pronta a mollare la bici, ma scopro che non è poi così ripido né scivoloso. Oltrepassato il punto brutto risalgo in sella e continuo.
All’altro bivio ricordo che hanno detto di procedere a sinistra dove scopro c’è una ripida salita, peccato perché a destra c’è una bellissima strada, ma chissà dove porta.
Scendo dalla bici perché è davvero impossibile salire in sella, davanti a me c’è il tizio a piedi.
Finalmente la salita termina e sbocco sul percorso conosciuto in riva al naviglio Martesana, molto più avanti di quello che credevo, in pratica sono già quasi a casa.
Questa è stata un piccola avventura che ha movimentato queste giornate dove il mondo sembra essersi ristretto al paesino dove abito.
Dopo pranzo mi sdraio un attimo sul divano e dormo più di un’ora, stamattina tra vento freddo e prima uscita in bici devo avere esagerato. Appena sceglia leggo i messaggi e ce ne uno di Carmina “ci sei?“. Dopo pochi minuti arriva dal piano di sotto con una fetta di cheescake dall’aspetto strepitoso. Oggi hanno anticipato il pranzo di Pasqua con il figlio che domani ha impegni dai suoceri, penso che mi sfuma il pranzo domani con loro. Nulla di grave. La ringrazio sentitamente del regalo.
Resisto alla tentazione di assaggiare la torta subito e aspetto fino all’ora di merenda e quando l’assaggio penso che sia il dolce più buono che abbia mai mangiato! Ne lascio metà per la sera perché voglio godermi ancora quel sapore più tardi.
Esco per fare un giro in macchina e vado dai cinesi per vedere se hanno le bottiglie dell’acqua di vetro perché online hanno prezzi folli. Le hanno, ma non possono venderle in questi giorni, un’altra assurdità delle regole per contrastare il Coronavirus. Una bottiglia non è un bene di prima necessità.
A fianco c’é Tigotà e entro per guardare i tipi di shampoo, quello che ho per favorire la ricrescita è quasi terminato e non ha dato grandi risultati. Il negozio è quasi deserto e sento le commesse commentare che non si è visto quasi nessuno. Dal numero di auto parcheggiate saranno tutti a far la spesa di alimentari.
Mi studio tutti i tipi di shampoo e balsamo che hanno, c’è davvero di tutto. Prima di uscire di casa avevo cercato in rete quali sono i migliori, ma avevo trovato solo recensioni da parte di blogger e link sponsorizzati. Internet da questo punto di vista per la libera circolazione di idee è defunto, purtroppo.
Quasi tutti i balsami vanno sciacquati dopo cinque minuti dall’applicazione il che non mi piace molto fare l’attesa, ma mi devo adeguare.
Ci sono anche le “maschere per capelli” che finalmente scopro essere una crema da mettere sulle punte per rinforzarle. Ne ho già una che metto sulla parrucca anche se lì la metto su tutto il capello visto che non c’è la mia testa che li rigenera. Ci sono anche degli spray lucidanti che fanno diventare i capelli più vivi e con un effetto appunto lucido e vivace. Magari in futuro quando i miei di capelli saranno davvero più lunghi. Ho rivisto alcune foto del blog dello scorso anno e adesso non sono tanto più lunghi. Speravo in una ricrescita migliore, però devo ammettere che lo scorso anno lo scopo era riuscire a rinfoltirli perché rischiavo di “andare in piazza” e credo di essere riuscita a fermare il declino. Non trovo quasi più capelli quando pulisco la spazzola segno che sono capelli nuovi e più forti, magari adesso aiutati anche dagli ormoni riusciranno a diventare lunghi fino alla spalla.
Alla fine ne scelgo uno, allo zafferano, sperando che mi aiuti nel miracolo.
Tornata a casa sono indecisa se fare la seconda lezione di Yoga, sono ancora stanca per stamattina. Ma mi rammento di non annullare le cose pianificate senza un valido motivo e faccio la lezione. Questa volta facciamo molti più esercizi e sono davvero impegnativi. Con soddisfazione riesco a fare la posizione della “sedia” , che a me sembrava più quella della “panchina”, comunque fatta a pancia in sù. Nel finale ci insegna una danza che si dovrebbe fare dieci minuti al giorno e che aiuta tutto il corpo e l’anima. Sono una serie di movimenti da fare in sequenza che ricordano le danze dell’india, ma non sembrano una danza finché più tardi non mi guardo un video su YouTube e facendoli in velocità è davvero una danza.
Kaoshikii dance.
https://declips.net/video/n5neOuMXegA/kaoshikii-dance-21-minutes-slow-tempo-dancing-together.html
Terminata l’ora di Yoga dovrebbe esserci la meditazione, ma l’insegnante parla venti minuti raccontando tutta una serie di cose sul cibo e come sono classificati in base all’energia per il corpo e l’anima, alla fine sono stanca e ho fame. Sembra che l’introduzione non finisca più e decido che non è proprio il momento per fare una meditazione.
Dopo cena mi collego per le “conversazioni del sabato” e il tema della serata è l’anima, con molte cose attinenti a quelle che ha raccontato la tipa poco fa. Come settimana scorsa siamo in pochi segno che il libro scelto non interessa a molti. In settimana avevo provato a sondare il gruppo per interrompere il libro e passare a qualcosa d’altro, ma non ho riscosso molto successo, però di questo passo non resterà quasi nessuno a questi incontri. Io stesso se avessi altro da fare al sabato sera li salterei con questo libro.
Domenica di Pasqua esco per una camminata da fare nei percorsi che ho scoperto settimana scorsa, l’idea è di fare un paio d’ora di percorso. Proprio al principio incrocio Carmina e le faccio i complimenti per la torta, poi le chiedo se è riuscita ad avere l’orto comunale. Dopo che le ho messaggiato della cosa, ha telefonato al comune e poi è passata a portare i documenti e ne ha assegnato uno. Mi ha detto che prima ha chiesto a Antonella se la può aiutare quando lei è in montagna. Avevo una mezza idea di chiedere anche io al comune un orto visto al momento siamo sempre in lockdown, ma più avanti quando la mia vita sociale ricomincerà non so se ne avrò il tempo. Comunque la storia delle connessioni positive è davvero pazzesca e mi stupisce sempre soprattutto perché sono sempre io al centro e da tramite. Riassunto veloce: un mio compagno di corso serale lavora per il comune,ma l’ho scoperto facendo una passeggiata in una zona dove non passo quasi mai e lui era lì a sistemare proprio questi orti!
Ci salutiamo e riprendo la camminata nel vento gelido. Come ieri c’è un bel sole e un vento fastidioso e freddo, meno male che ho indossato la felpa da montagna.
Chiamo mamma senza esito perché ha il telefono spento, riprovo più avanti e al terzo tentativo lo ha acceso. Parliamo un’ora e in quel tempo non memorizzo il percorso perché impegnata a conversare, infatti non ricordo bene che strada ho fatto mentre il primo pezzo dove non parlavo con nessuno ricordo tutto, compreso il punto dove ho sbagliato strada e la scoperta dell’esistenza di una grotta artificiale dedicata alla Madonna di Lourdes. C’era anche il ponte nuovo su un ruscello che permette di collegare tramite i percorsi di campagna i due paesini.
Poi ho visto alcuni bambini di cui uno veramente piccolissimo sulla sua minibici che impegnatissimo pedalava con foga. Come avevo letto prendendo gli ormoni si risvegliano gli istinti materni ed è vero, quando vedo un bambino ora lo guardo con un sorriso negli occhi.
Tornata a casa faccio la doccia e mi preparo la pasta al ragù di cinghiale, anche se sono da sola festeggio ugualmente, anzi forse è proprio il caso di coccolarsi. Come ieri dormo un po’, stavolta solo la classica mezz’ora.
Oltre che riposata sento la voglia della masturbazione, stavolta è passato un mese dall’ultima. Sento sempre meno l’esigenza dello sparare fuori lo sperma accumulato, inoltre è davvero difficile eccitarsi solo con stimoli visivi. Prima era davvero facilissimo. Ho voglia, ma sento che ho bisogno di una spinta per rimanere concentrata e farlo. Indosso la parrucca lunga che non metto da mesi, i tacchi a spillo e il seno finto quarta misura (che ora sopra il mio diventa una quinta). Di fronte allo specchio vedo un bel fisico femminile e l’eccitazione arriva quando penso a me tra un’anno quando il seno sarà più grande naturale e magari rifatto, i capelli lunghi e il volto più femminile. Mi rendo conto che il viso è già a un buon livello. Penso anche a tra qualche anno se avrò una vagina, lo vorrà davvero? Dopo pochi minuti finalmente vengo.
Tornata al mio stato abituale scrivo questo pezzo di diario e a un tratto mi chiama Antonella che è tornata a casa un giorno prima. Organizziamo un pranzo del “Lunedì di Pasquetta” giù da lei, io farò la torta salata. Noto la mia voce ammorbidirsi e femminilizzarsi.
Dopo pochi minuti suonano insieme l’iPad e il telefono facendomi prendere un colpo. Guardo sul cellulare e c’è il nome di Gianpaolo. Rispondo e noto la mia voce ammorbidirsi ancora di più, forse anche i miei movimenti mentre sono in piedi cambiano. Mi sento una ragazzina, soprattutto quando mi fa un paio di complimenti per le foto che ho inviato stamattina. Una vista da dietro e ho notato che ho davvero un bel sedere come mi era stato detto di recente.
Lui è di ritorno da un giro in bici, si farà una doccia e poi la sauna. Abita in montagna e si è arredato la casa nuova tutta in legno e si è fatto anche il locale sauna. Mi racconta della bicicletta nuova che gli hanno dato con uno sconto e rimango di sasso sul prezzo dopo che gli chiedo se è in carbonio. La bici costa come il paio di tette che vorrei farmi.
Ad un tratto mi dice che ha fatto una videochiamata, ma io ho risposto solo in audio. In realtà è la prima volta che uso Messenger di Facebook in video e non avevo capito per cui ho risposto come se fosse una telefonata normale. Meno male perché non sono truccata come vorrei e magari ho anche un leggero alone di barba che spero di eliminare a fine mese.
Terminando la chiamata lo ringrazio per la sorpresa che lo è stata davvero e mi ha fatto switchare dal mio momento “sono a casa sola e forse un po’ maschia” allo stato di “donna felice di parlare con un uomo“.
Ultima nota del diario di oggi è che ho iniziato a collaborare con il blog di una mia amica sui viaggi economici.
https://mycrazycheaptrips.com
Entrambe siamo anche appassionate del Giappone e per scherzo mi ha chiamata Kyoko una volta e tale nome è rimasto per la firma degli articoli. Uno è sul mio ultimo viaggio nelle Dolomiti, l’altro l’avevo fatto anni fa come Gerardo e tratta della Berlino nascosta. Nel cercare le fotografie da inserire, ovviamente in archivio ne ho qualcuna del me stesso maschile (non ho cancellato nulla a differenza di altre donne trans che vogliono eliminare qualsiasi cosa che le riconduca alla vita precedente). Guardandole non vedo me, ma un tizio che conosco. Ho i suoi ricordi, alcune delle emozioni che ha provato in quei momenti, ma ora sono davvero una persona diversa. Quindi i miei due stati di cui ho appena accennato, sono comunque due parti della nuova me e non hanno più nulla a che fare con la mia personalità precedente e maschile.