Sono ventotto giorni che siamo in zona rossa e con tutta la buona volontà e ottimismo che ci sto’ mettendo comincio a non sopportare più questo vivere entro i confini del mio paesello con piccole “fughe” occasionali per visite mediche.
Ho notato che sentirmi femminile è stato molto difficile, non incontrando quasi nessuno è come se il lavoro fosse la mia vita ed è quella parte di me che vive per un tempo più lungo. Quando programmo i siti internet mi immergo nel codice ed è come se entrassi dentro il computer, in quei momenti non sono di nessun genere, solo concentrazione a scrivere e collaudare e al termine della giornata sono davvero spossata mentalmente. Esco tre volte al giorno per brevi camminate, ma non me le godo più. Sono in dovere di farle per tenermi in salute e prendere aria, appunto un dovere e non più un piacere. Già lo smart-working fa sì che i problemi lavorativi rimangano dentro la tua testa anche al di fuori dell’orario di lavoro, poi con tutto chiuso e il coprifuoco serale è davvero come “vivere per lavorare”, non sono una formica e io “lavoro per vivere”, terminato orario e compiti da assolvere stacco la spina, come si dice. Solo che ora è sempre più difficile.
Non è lo stare davanti a uno schermo che mi pesa, ma la tipologia di stare a casa e lavorare. Ovviamente al termine della giornata ti viene anche la nausea da tecnologia e una deve cambiare anche stanza con il portatile, altrimenti ti sembra di prolungare il lavoro. Ieri sono stata quasi due ore a correggere e completare un capitolo del libro che sto’ scrivendo “Donna Trans 24/7” e mi è piaciuto tantissimo, quindi è proprio la modalità lavorativa, penso che se facessi la scrittrice di professione in questo momento non mi sentirei così sola.

Mi sono resa conto che sono stata un anno intero ad avere le unghie smaltate, colorate in varie tonalità di rosso e per tutti i giorni! Lo scorso proprio in questo periodo ho iniziato ad essere donna a tempo pieno e quindi lo sfogo a uscire di casa con le unghie “pittate”, idem più avanti a fare i trekking senza dovermi più nascondere. Era quasi un simbolo. Per l’inverno ho provato a mettere il semi-permanente (ricostruzione con gel) così che le unghie erano lunghe e dure, cambiando ogni mese colore quando serviva la manutenzione per accorciarle. Poco più di un mese fa ho deciso di smettere questa routine mensile ed utilizzare i 40€ per altre spese, l’ho fatto rimuovere e ho scoperto che le mie unghie si erano indebite tantissimo. Dopo qualche giorno ho tolto lo smalto colorato perché ogni tanto si staccavano dei pezzi del gel rimasto su alcune unghie e iniziato una cura con manicure fatta da me e un paio di “smalti” curativi specifici. Quindi è un mese che ho le unghie corte e leggermente lucide e la cosa strana è che non ho sentito la mancanza di questo simbolo di femminilità. Ovviamente mi piace un sacco averle colorate, ma pensavo che averle normali innescasse la mia disforia di genere, invece da quel lato sono tranquilla, segno che il vivere come donna quotidianamente mi offre comunque spunti per esternare come mi sento di essere.

A proposito di disforia, dopo l’ultima depilazione la barba è davvero al minimo storico e ne cresce poca. Non devo più radermi due volte al giorno, basta la mattina e tiro a sera con un leggero ritocco del make-up. Tra dieci giorni farò la penultima seduta e ancora cerco di immaginare come sarà il non doversi più radere al mattino. Il viso che mi osserva al mattino nello specchio è sempre meno maschile e bastano dieci minuti di trucco minimale per far saltare fuori il viso a cui mi sono abituata e che mi rappresenta abbastanza. Continuo a vedermi il naso grosso, ma sembra che lo veda più grosso di quello che è per gli altri.
Riguardo all’epilazione del resto del corpo ho saltato la seduta di questa settimana alle gambe, in zona rossa i centri estetici sono chiusi…vorrei vedere al governo tutti quei signori a non radersi e non sistemarsi per un mese e magari capirebbero come ci si sente a non potersi dare ”una sistemata”, oppure a Montecitorio non hanno mai chiuso? Comunque la ricrescita di quello che rimane è davvero minimale e in teoria questo fine mese avrò le ultime sedute per tutto il corpo, sempre che non ne rimandiamo alcune perché c’è troppo poco da “eliminare”. Ci sono voluti sedici mesi causa lo stop pandemico dello scorso anno che ha reso quasi inutili i primi tre mesi. Non credevo che avrei visto questo momento. Prima del coming-out avrei dovuto depilarmi ogni giorno e se stavo qualche settimana ferma poi ci volevano due ore con la lametta!

In questi giorni che sembrano tutti uguali l’unica cosa che mi fa guardare avanti è l’osservare giorno per giorno alcune modifiche che provocano gli ormoni: ho delle fettine che crescono visibilmente, la pelle è più liscia e l’ovale del viso diventa più morbido. Altra piccola cosa sono le labbra che, grazie a una pomata a base di acido ialuronico che metto ogni sera, si fanno più piene, soprattutto la parte inferiore. In questo caso gli ormoni non centrano nulla. Invece i capelli crescono, ma più lentamente di come speravo ed è ancora indispensabile indossare la parrucca che li rinfoltisce. Mi stupisce sempre quando mi guardo allo specchio e noto come “quattro peli” in testa messi al posto giusto, cambiano totalmente la fisionomia del volto. In un attimo passo da una persona transgenere ad una “figa”, il resto del volto rimane lo stesso, ma l’effetto generale è pazzesco.

Questa settimana abbiamo saltato il corso di Lettura Espressiva (era festa) e nelle varie sere ero così stanca mentalmente che non ho mai provato a leggere il mio pezzo, anche se avrei voluto. Anche pilates è stato spostato al venerdì sera e la lezione mi è sembrato che finisse subito. L’insegnante ha accelerato gli esercizi e anche se “impegnativi” noto una mobilità della schiena sempre maggiore. Al termine ho una fame terribile e mi sento tutta sciolta come muscolatura. Durante la lezione capita spesso che ci faccia fare degli esercizi che per me con una fisiologia maschile sono davvero al limite: “poggiate bene il pube, tirate indietro l’ombelico, sentite i muscoli pelvici come se doveste trattenere la pipì, etc.
”, però l’essere trattata come donna questo sì mi fa sentire davvero bene. Finita le lezione ho cenato e dopo ero carica di energia per cui ho fatto gli esercizi di lettura e quando mi riascolto dopo ogni pezzetto che leggo, noto che la voce migliora e diventa più femminile. Praticamente sono rimasta, come parlata al femminile, a quello che ho imparato sei mesi fa non potendola esercitare tutti i giorni e per tanto tempo, lavorando da casa si chatta tutto il tempo e raramente a voce al telefono. Ho anche creato un testo, che leggerò giovedì prossimo a un evento Zoom, e anche quello mi sembra stia venendo bene.

Sabato mattina avevo questo programma e a metà mattina l’ho postato in giro:
- colazione – Fatto
- Fruttivendola – Fatto
- Panettiera – Fatto
- Andare in discarica – Fatto
- Pulire la scala del condominio – non ne ho voglia
- Pranzo
- Tana libera tutti
Dopo pranzo mi è venuto l’abbocco, con il meteo variabile e le pulizie ero stanca senza un vero motivo. Mi sono addormentata per quasi un’ora e mi ha risvegliata un suono da parte del telefono. Ci ho messo qualche attimo a capire cosa fosse, era una video chiamata da parte di Gianpaolo. Gli messaggio: “dammi due minuti” e cerco di darmi “una sistemata” indossando la parrucca ed un veloce ritocco al make-up. Faccio anche la pipì, grazie alle pillole che abbassano il testosterone che però sono anche un diuretico.
Riesco a terminare il tutto che Gianpaolo richiama e per la prima volta ci parliamo in video, Lui l’ho conosciuto su Facebook e non sa che sono una donna trans, ma non ne sono sicura e dopo tanto testo su Messenger, ci siamo parlati una volta telefonicamente e lui ci teneva a vederci. Io più che altro temevo questa cosa, ho sempre qualche dubbio che qualcosa vada storto e si riveli la mia parte maschile finché non sia necessario comunicarlo. Non sono stronza e non gioco con la gente, sono solo arrivata al punto che sono una donna e stop, il resto va comunicato solo per rapporti più intimi oppure per cose legali.
Parte il video e io cerco di allontanare il telefono per una inquadratura migliore e avere il naso meno importante, già me lo vedo groppo e in più ci si mette la lente dello smartphone che distorce le immagini per allargare il campo di inquadratura. Come mi vedrà? Ho un attimo di attesa e poi lo vedo sorridere. Guardo lui e mi sembra leggermente diverso rispetto al fotografie, ma è un bell’uomo, pelato e molto prestante. Forse troppo perché scopro che è in auto e mentre guida ogni tanto guarda verso il telefono, ma come diavolo fa? Ha appena comprato dei manubri per pesistica. Nella casa nuova si è fatto una piccola palestra visto che sono un anno che sono chiuse. Mi dice che di norma solleva settanta chili e da sdraiato sulla panca arriva a centotrenta! Io in casa ho dei pesi, ricordo del mio alter ego maschile, che sono da pochi chili l’uno e mentre glielo dico mi sembra di essere davvero una donnetta. Penso che comunque questo tizio è troppo sportivo praticando mountain bike, motocross, corsa, pesistica. Lui ripete anche questa volta che sono troppo magrolina dalle foto che ha visto su Facebook.
Anche questo ha dieci anni meno di me, una mia amica mi ha detto “ti piacciono giovani?
”. Non so ancora nulla della mia nuova sessualità e neppure se riuscirò a esprimerla però proprio non mi sento di iniziarla con delle persone che non “sembrano giovani”. A lui questo fatto che sono più vecchia sembra non importare. Da parte mia è un addestramento a capire chi sono davvero, non sono interessata a rapporti che non siano di amicizia, ma ho scoperto che sono “troppo figa” nelle fotografie e che gli uomini si mettono subito in testa tante idee con me non realizzabili. Anche con lui a breve gli comunicherò chi sono davvero perché non mi va di illudere nessuno. L’essere corteggiata è davvero una bella cosa e ho un vantaggio sui questa cosa perché, da ex maschietto, so perfettamente come lui reagisce e posso permettermi di stuzzicarlo con giochi di parole, doppi sensi e battutine senza andare oltre né sembrare una “zoccola”.
Parliamo solo una decina di minuti. Io guardo lui che sorride, guardo la mia miniatura e vedo una tipa totalmente femminile voce compresa. E’ la prima volta che faccio una video chiamata ed avevo qualche timore sull’aspetto visivo, ma vedo che nell’immagine ci sono io come mi sento dentro e che non sempre mi sembra di tirare fuori. Ci salutiamo per una prossima video chiamata e chiudo la comunicazione sentendomi felice e molto femminile. Bella sensazione.

Nel pomeriggio faccio una telefonata con Graziano mentre lui è in giro a camminare. E’ scappato fuori casa per prendere aria e conversando lo aiuto a staccare dall’atmosfera familiare. Unico neo per la donna trans che sono adesso è che parliamo di cose su cui abbiamo collaborato in passato, per cui spesso non si accorge e usa il maschile con me. So che non lo fa apposta, la mente quando ha un’abitudine è davvero difficile farla cambiare, specie senza nuovi stimoli visivi. Mentre noto questa grammatica l’occhio mi cade sui piedi con i collant più leggeri e trasparenti, sono mesi che non mi vedo le unghie colorate. Anche la mia mente va in crisi sentendomi dare del “bravo
” e visivamente vedo una donna.

Sul tardi faccio la lezione di Yoga che è gratuita, altrimenti mi basta il pilates. Facciamo esercizi più impegnativi e su uno in particolare, da sdraiati si alzano le gambe al cielo dritte, non riesco a tenere per i venti secondi necessari. Guardo l’insegnante nell’iPad ed è impressionante vedere quanto è sciolta e con le gambe perfettamente dritte. L’ultima parte della lezione rifacciamo la danza che mi ero ripromessa di farla un paio di volte alla settimana e poi non ho fatto nulla anche perché con la stanchezza cerebrale mi dimentico cose che potrei fare e che mi farebbero sentire meglio, ma lo stare in casa davvero non aiuta. La lezione dura un’ora e un quarto e inizia la parte sulla meditazione, ma sono stanca, affamata e proprio non mi sento “in vena” per cui salto questa parte. Un’ora dopo mi collego per la “Conversazione del sabato” e stavolta siamo solo in tre, c’è sempre meno gente. Più tardi arrivano altre due persone e riusciamo a parlare in maniera più decente, ma non troppo. Questo libro è iniziato bene, ma ora narra di cose che per me non hanno nessun interesse. Non vedo l’ora che terminiamo gli ultimi tre capitoli. E’ la terza volta in un anno che stavo pensando di smettere di partecipare (e aiutare a organizzare) a questi eventi, a volte a causa del libro, a volte come adesso per nausea da comunicazioni distanza.

Giovedì abbiamo organizzato un evento speciale sulla felicità e spero che ci sia tanta gente e soprattutto nuova per darci nuovo slancio e ripartire con argomenti più interessanti. Leggere libri di sedicenti guru e persone illuminate sull’argomento sta iniziando a darmi sui nervi, preferisco testi che spiegano cose senza darti consigli ed esercizi da fare.

Una settimana è passata in un loop lavorativo e poi un sabato tutto sommato pieno di cose e chiacchiere anche se quasi tutte da remoto.
Domenica piove e oggi cercherò di riempire la giornata da sola. Al mattino esco di casa, davvero non ci resisto, ed ho questo piano: vado a riempire le bottiglie d’acqua alla “casetta comunale”, in auto chiamo mamma e poi vado nel paese vicino da Tigotà e dai cinesi. Tolgo l’auto dal garage e una ventata fredda arriva e mi accorgo che non indosso la gonna. Per qualche giorno avevo indossato dei leggings e con la sottoveste lunga che faceva da mini gonna con il pizzo era tutto a posto, ma ora mi sono sono accorta che indosso dei collanti non troppo coprenti. Che faccio? Torno di sopra e mi metto la gonna? Intanto sono al parcheggio e inizia a diluviare. Decido di andare alla casetta dell’acqua, sperando non ci sia gente e poi tornerò a cambiarmi prima di andare al centro commerciale.

tutti a guardare le gambe?
Nel parcheggio chiamo mamma e mentre parliamo arrivano un sacco di persone alla casetta, meno male che sono dentro l’auto. Finita la chiamata cercherò un attimo dove non c’è nessuno. Mi piace un sacco avere una mini gonna, ma per la mia età forse non è decoroso, specie se mi guarda una donna. Mamma mi aggiorna sulle cose successe e che il papà ha fatto pure lui il vaccino (Pfizer mentre lei Astrazeneca) e sta bene. Uno dei temi attuali è appunto qualche marca di vaccino ti hanno fatto e se sei stata male. Io forse farò il Johnson & Johnson perché l’AVIS ha fatto un accordo e quando arriveranno ci farà quello. Parliamo quasi un’ora e averlo fatto fuori casa mi ha fatto sentire meglio e più libera.
Ora è il momento di prendere l’acqua, non c’è nessun altro. Apro l’ombrello, prendo la cassetta con le bottiglie e vado. Ovviamente arriva dall’altro lato un signore anziano e cerco di fare finta di niente che ho una gonna troppo corta, che poi non è una gonna. Lui non se ne accorge, ha altro da vedere. Mentre aspettiamo che le rispettive bottiglie si riempiono parliamo con alcune frasi brevi. Sono abbastanza brava adesso a fare conversazioni “inutili” basate sul “nulla” per riempire l’atmosfera, ma mi sento leggermente a disagio per quella cosa della gonna per cui parlo al minimo senza invogliare una conversazione.
Sono diventata pudica di colpo?
Tornata a casa indosso una gonna, anche perché nel frattempo la temperatura è scesa di qualche grado, e mi dirigo al centro commerciale. Dai cinesi compro una spazzola tergi vetri, mentre da Tigotà oltre al rimuovi smalto senza acetone vedo un ventilatore da tavolo, per 5€ è l’ideale per asciugare le unghie dallo smalto (poi scoprirò che ha la spina USB così non c’è nemmeno l’inutile alimentatore di corrente). Ovviamente compro altre tre cose per la casa stavolta. Fare shopping è il miglior modo per tirarsi su di morale, specie per una donna.
Per pranzo preparo una pirofila dove metto strati di verdure varie come se facessi una lasagna, ma senza la pasta. Lo scopo è soprattutto di terminare alcune cose che altrimenti si perderebbero. Alla fine quasi un’ora in forno e il risultato non è male, anche se troppo croccante, in futuro dovrò aggiungere qualcosa di più liquido e magari della verdura liquefatta con il mini pimer.
Dopo pranzo mi viene l’ abbiocco, non ho mangiato così tanto, ma fuori piove a dirotto. Accendo la TV e c’è una gara di Formula-E e dopo pochi giri mi addormento, mi fa sempre questo effetto tranne la motoGP.

Mi risveglio come la bella addormentata sul divano e mi do’ una sistemata, ma stavolta Gianpaolo non ha chiamato. Sono ancora assonnata e mi faccio un caffè. Mentre lo preparo noto che questa settimana mi sono dovuta fare un caffè dopo pranzo ogni giorno. Fate conto che di solito bevo un caffè alla settimana e spesso è d’orzo oppure ginseng. Non so se è un brutto segno di questo isolamento il doversi dogare con al caffeina.
Sono stata due ore a scrivere questa pagina del diario e mi ha rilassata parecchio. Scrivere e riordinare i pensieri è sempre un ottimo esercizio per se stessi e spero si stato interessante anche per chi ha letto.
Domani torneremo zona arancione con negozi aperti in settimana e soprattutto riaprirà il centro per l’epilazione! Nel prossimo weekend forse potrò andare a trovare qualche mia amica che non abiti a MIlano (regole assurde lo so, posso andare entro 30 km fino al confine con Milano , ma non entrarci). Forse riuscirò lentamente a ritrovare me stessa quotidianamente e non solo nei weekend!