Giornata piena?
Torno a casa, butto giù il diario e lo posto senza rileggerlo altrimenti farò tardi e mi salta la camminata che volevo fare.
Con l’auto arrivo nel paese a fianco, Canonica d’Adda dove scorre l’omonimo fiume. Mollo l’auto e inizio la camminata lungo l’argine alto dove c’é il canale Muzza, una derivazione del fiume usata anticamente per la navigazione di piccoli battelli.
Per fortuna c’è parecchia ombra e fa sentire meno il caldo.
Di fronte a me ci sono due ragazze, una cammina dondolando tipo scimmia, l’altra è molto dritta. Mi ricordo di una cosa notata ieri per la prima volta che molte donne nella camminata quando alzano il piede lo fanno molto in fretta, come se usassero la caviglia come molla. Provo a copiarne il passo, non è facile perché non sono abituata. Nel concentrarmi poi perdo spontaneità nel poggiare correttamente la punta ‘a papera’.
Ho molti chilometri per allenarmi.
Ad un tratto ho un piccolo crampo al polpaccio e non è per il cambio postura, anni fa mi sono stirata un muscolo e ogni tanto si fa sentire. Quella volta ho dovuto imparare di nuovo a camminare con la gamba destra, quindi il mio cervello ‘sa cosa fare‘ per imparare a cambiare il mio modo di camminare anche con la nuova aggiunta del tallone.
Perché tutte queste menate? Alle altre trans interessa mostrarsi femminili esteticamente e basta, ma io voglio un cambiamento reale e poi ho l’impressione di ‘fare qualcosa’ e se per una cosa ‘si è fatto fatica’ la ricompensa sarà più grande. Lo hai fatto Iula, per davvero.
Mentre procedo mi sento bene e ripenso che forse è la prima volta che faccio questa strada come donna. Ricordo che in genere come Gerardo mi sentivo lo stesso bene in mezzo alla natura, ma con un briciolo di tristezza per la mia solitudine. L’unica volta di cui ho un bel ricordo l’avevo fatta in compagnia di Elena, Giusy e un loro amico.
Dopo 5 chilometri arrivo al ponte che porta al “Villaggio Crespi“, luogo Unesco patrimonio dell’umanità, di ricordo delle attività industriali del ‘900. Mi siedo su delle panchine per riprendermi un attimo, ma non per la camminata, solo per il caldo che comunque si fa sentire.
Tra i vari messaggi ne arriva uno con cui ho accettato l’amicizia di Facebook. “Ciao Bellissima, come stai?
“. E’ un bell’uomo dalla foto, con la barba e chiaramente non Italiano dal cognome, Khan.
Non so perché, ma questo messaggio di uno sconosciuto maschio, mi ha fatto un piacere enorme. Messaggiando scoprirò che è molto giovane ed è uno studente di una mia ‘sorella‘ drag queen. Niente cuccaggio questa volta.
Si è fatto mezzogiorno, che fare? Torno a casa de mangio tardi oppure vado in un ristorante al Villaggio e mi mangio un insalatona? Come Gerardo ho imparato a mangiare da sola in un locale pubblico senza imbarazzo, non è una cosa “da signora“, ma sono qui in versione trekking e ho fame.
Mentre decido una signora mi rivolge la parola dicendo che va in centro a Crespi per comprare le sigarette e mi chiede conferma se il bar è aperto. Lo scorso anno lo era, lei mi racconta un pò di cose su quelle sigarette. A Gerardo non sarebbe successo, come donna suscito confidenza. La incrocerò più avanti felice di averle comprate e anche qui ci sarà uno scambio di parole.
Tra i due ristoranti scelgo quello che ha delle persone al suo interno, nell’altro ho mangiato bene lo scorso anno, ma oggi è vuoto, avrà cambiato gestione?.
Entro in bagno e poi mi siedo al tavolo, rimango in un tavolo interno con l’aria condizionata e l’apertura sul giardino.
Dopo quasi mezz’ora, nel mentre uso pesantemente lo smartphone e i social, arriva un piattone enorme della mia Caesar Salad (insolata, yogurt e pollo), riuscirò a mangiarla tutta? Me la prendo con calma e in 40 minuti la finisco.
Ovviamente arriva l’abbiocco e ordine anche il caffè, vado in bagno e poi in cassa a pagare. Qui mi casca l’autostima. Non era davvero previsto di mangiare fuori e stare mezza giornata fuori casa per cui non ho messo il fondo tinta “super water proof” che dura una giornata (è parecchio costoso) per cui un alone di barba inizia a spuntare fuori, poi forse rimanendo da sola a mangiare qualcosa di maschile mi è spuntato fuori, oppure anche la voce non parlando mi diventa più bassa di tono.
Per farla breve quando pago la signora che mi chiede se voglio lo scontrino del POS con la domanda al maschile…uffa, mi sento leggermente giù. Queste piccole gaffe mi fanno sentire che non faccio i progressi che mi sembra di ottenere. E’ giusto di avere sempre umiltà e fare sempre progressi, ma ogni tanto una piccola gratificazione mi farebbe bene!
Penso che sono “un’anteprima” di quella che sarò tra un anno, cioè non truccata, senza reggiseno imbottito, capelli lunghi, Al naturale e che non sbaglino più a parlarmi con la grammatica al femminile.
Indosso cappellino, occhiali e sotto un sole cocente riparto in direzione casa. Il percorso non è più all’ombra e oltre me pochissime persone.
Ne approfitto per fare gli esercizi vocali all’aperto, cosa che mi vergogno a fare in mezzo alla gente.
Dopo soli 40 minuti sono arrivata all’auto contenta che finalmente sono all’ombra. L’auto invece è un forno e ci entro dopo 2 minuti con l’aria condizionata al massimo, ma rimane sempre bollente.
Non ho fratto chissà che oggi, ma mi sembra di avere fatto delle cose interessanti e mi sento in ferie.
Sarà il caldo?