Sveglia alle sette, batba e trucco leggero , sono ko…vado dal dottore per un giorno di malattia. Metto maglioncino, gonna rossa e décolleté con il para talloni per evitare vesciche. Esco di casa, faccio 40 metri e crack si apre la suola di una scarpa!
Queste scarpe hanno quasi dieci anni e la colla si è seccata, proprio ora! Roba da donne il tacco rotto.
Rientro e cambio mettendo gli stivaletti, incrocio la mia vicina che rimane tranquilla a vedermi, sicuramente mi ha vista quando lavoro sul balcone.
Arrivo dal dottore e si è trasferito, vado all’indirizzo e non lo trovo. Un signore mi aiuta indicando dove entrare. Ora sono in sala di attesa e fa un caldo boia, sto sudando. Anche per l’influenza.
Visto il medico, devo stare a letto e prendere la tachipirina. Ho chiesto anche se una Dietologa può aiutarmi a fare una dieta ‘regolare‘, ma mi ha detto che é inutile. Mi sa che dovrò usare l’app dei dietologi italiani già usata anni per fa per perdere 12 chili, per perdere i 3 desiderati.
Fatto il giro in farmacia, dal macellaio per un po’ di tacchino e dalla fruttivendola dove abbiamo parlato di gastrite con una pensionata. Tutti mi hanno trattato da ‘normale’, forse trucco ed abito sono convincenti oppure non mi interessa più cosa pensano di me.
L’idea era finché ero truccata di fare benzina e ritirare gli occhiali , ma ero tutta sudata e con la testa pesante. Quindi rimandiamo a domani. Per l’appuntamento con l’epilazione della barba sto spostando al pomeriggio quando starò meglio e non rischio che venga il controllo medico a casa.
Il pomeriggio é arrivato. Fatta l’epilazione alla barba, un male intenso e brevissimo durante i colpi del laser con il calore. I muscoli delle braccia e del torace si muovevano in autonomia ad ogni laserata, tipo gli esperimenti dell’elettricità con le rane, che spero non facciano più. Ho sopportato bene perché ne vale la pena, ma alla fine però ho lacrimato involontariamente. Ho cercato un look androgino, ma alla fine ho lasciato lo smalto violetto, felpa bianca e jeans stretti alle caviglie, scarpe da tennis violetto, lo stesso colore dello smalto.
Sono andata a fare il gas all’auto e dal meccanico a far aggiungere un chilo d’olio. Entrambi non hanno notato o dato peso al mio look, tranne il meccanico che ha chiesto ‘tutto bene?’, dopo mi sono resa conto che avevo la faccia arrossata dal trattamento d’epilazione. Infine ero titubante se andare a ritirare gli occhiali nuovi, che sto usando adesso per scrivere e mi sa che sono troppo forti e dovrò abituarmici, alla fine mi sono detta di farlo oggi. Entro nel negozio e la signora mi riconosce, anche se devo dire che oggi avevo il look un poco sconvolto. Chiede ad una cliente se può attendere un attimo, prende le lenti e me le fa provare, quindi chiede al marito se mi fa la fattura (per le tasse). Infine mi dà un biglietto di una lotteria locale.
La cosa che mi ha sconvolto é che tutti mi trattano in modo normale. Sembra non importare cosa indosso e le mie movenze. Inoltre quando sono Gerardo tutti mi danno del ‘ragazzo’, la cosa capita da almeno 30 anni (compreso mio padre). Forse ho un super potere che é la ‘distorsione della realtà’, lo stesso che aveva Steve Jobs quando annunciava una stupidata qualsiasi e la faceva diventare un fenomeno mediatico. Nel mio caso mi rende normale alle persone che mi stanno intorno.
Mentre riposavo nel tardo pomeriggio ho pensato alcune cose sul libro, su me, sul futuro a breve e mi sono resa conto che faccio veramente in fretta a conoscere persone, ma solo se c’è un motivo perché le conosco, cioè se vado ad un happy hour non conosco nessuno, ma se vado ad una riunione di gruppo organizzata allora eccomi lì con un empatia notevole ed in breve amico di tutti. In parte ho sempre sminuito e tenuta a distanza questa abilità perché appunto l’amicizia pregiudica il lato sentimentale, che cercavo disperatamente.
Ora penso che sfrutterò meglio questa caratteristica di me stessa perché è una delle cose belle di me e la persona che diventerò dovrà avere il meglio delle mie due anime che sono rimaste separate e represse per troppi anni.
Infine mi diventa sempre più facile pensare a me come una lei ed usare la grammatica al femminile.