Mi hanno criticata di fare ogni tanto dei post troppo lunghi, così ho deciso di separare la mia esperienza da alcune considerazioni. I testi di presentazione dei dieci modelli fotografati sono così intensi che vorrei condividerne una piccola parte, un riassunto delle frasi che più mi hanno colpito, rimandando la lettura completa alla mostra.

Presentazione della Fondazione Macrì.Anime Frangibili - Il filo che unisce
Fragilità, o come la chiamiamo noi di Fondazione Macri, frangibilità.
Una parola spesso temuta, nascosta, respinta. Eppure, è proprio nella frangibilità che si cela la nostra forza più profonda.
Questa mostra racconta storie di persone che hanno vissuto la vulnerabilità sulla propria pelle, che hanno affrontato ostacoli, perdite, difficoltà interiori e fisiche. Anime che si sono incrinate, ma non spezzate.
Al centro di ogni racconto c'è un filo, una corda che lega. È il simbolo di un legame invisibile, ma potente: quello tra chi ha conosciuto il dolore e, proprio per questo, è capace di tendere una mano. Ogni soggetto è ritratto con questa corda, la stessa per tutti, perché ognuno di loro, pur con storie diverse, è parte di un intreccio comune.
Le fotografie raccontano chi sono, il loro percorso, il loro modo di affrontare la vulnerabilità. Cinque immagini per ciascuno, un viaggio nella loro essenza.
La più grande, al centro, è l'immagine simbolo: il soggetto con la corda in mano, un segno di connessione, di sostegno reciproco, di appartenenza.
La frangibilità non è isolamento, ma possibilità di connessione.
Questa mostra vuole essere un invito a riconoscere le proprie vulnerabilità e a trovare, nel legame con gli altri, la forza per trasformarle in resilienza.
Perché, quando ci stringiamo gli uni agli altri, la frangibilità diventa il filo che ci tiene uniti.
Un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile questa mostra:
Daria Volkosh, che con il suo sguardo sensibile ha saputo cogliere l'anima di ogni soggetto attraverso la fotografia.
Raffaella Petra, che ha curato con passione e dedizione l'organizzazione dell'evento.
Cristina Ghezzi ed Emanuela Costa, promotrici dell'iniziativa, senza le quali questo viaggio nella frangibilità non avrebbe preso vita.
Marco Petra, per le riprese del backstage che raccontano l'anima di questo progetto dietro l'obiettivo.
Laura Gualdani, per il prezioso supporto durante il set fotografico.
E un grazie di cuore a tutti i partecipanti, che con le loro storie hanno reso questa mostra un luogo di incontro, di condivisione e di forza.
La Forza di non arrendermi
Il dolore e la sofferenza fanno parte della vita.
Non si possono evitare, ma si può decidere come affrontarli.
Io ho scelto di lottare, di andare avanti con caparbietà,
di trovare la mia vittoria in ogni piccolo traguardo.
La mia seconda Vita
Dedico queste foto a chi sta affrontando momenti bui,
a chi pensa di non farcela. La vita continua a urlare,
anche nei momenti più difficili.
Dal dolore può nascere una nuova vita.
Il mio Suono nel silenzio
La fragilità è la mia forza. Ho imparato che chi cade più volte,
quando si rialza, è più forte di prima.
Per questo ho scelto un guantone da boxe per rappresentarmi:
perché sono un combattente.
La mia Rinascita
Non recitate il ruolo che il mondo si aspetta da voi.
Non lasciate che sia la paura a decidere chi siete.
Il mio è stato un percorso di rinascita,
ma credo che ognuno possa reinventarsi e vivere pienamente.
La mia vera ricchezza
Ho capito che si può essere felici con poco,
e che la vera ricchezza è nelle persone che ti restano accanto.
Gli amici veri sono quelli che ascoltano e basta.
E quel silenzio, a volte, è più prezioso di mille parole.
La mia età, la mia forza
Ho imparato ad accettare il tempo che passa, senza paura.
La mente e lo spirito restano quelli di sempre,
a 20, 40 o 90 anni.
L’età non è un limite, è solo un nuovo capitolo della vita.
Fragile ed Invincibile
Il Parkinson è un fastidio cronico con cui devo convivere,
ma non mi impedisce di essere me stessa, di essere felice.
La mia fragilità è la mia forza.
Essere fragili non è una debolezza: è ciò che mi rende invincibile.
La mia Maratona
Non si vince con uno scatto, serve resistenza.
Forse tutto ciò non era accaduto per distruggermi,
ma per costringermi a trovare un nuovo senso.
Ora so che dentro di me ho tutto ciò che serve.