Questo progetto è nato mesi fa ed è una ricerca accademica sulle norme legislative relative alla transizione di genere. Durante i vari eventi c’è stata una sentenza della corte costituzionale, che ha modificato un aspetto normativo e indicando che esistono le persone non-binarie, ma che il legislatore dovrà in futuro creare delle leggi specifiche.
Lo scorso giugno avevo partecipato online (apri articolo del blog) al primo di questi eventi che poi hanno girato l’Italia. Oggi c’è stata l’ultima e definitiva riunione, dove tantissimi avvocati, giuristi e io, siamo intervenuti commentando la sentenza della corte costituzionale e le varie normative, con i pregi e soprattutto i difetti ed eventuali interpretazioni.
Abbiamo discusso della recente pronuncia della Corte costituzionale n. 143 del 2024 con studiosi, studiose e studios* che, in risposta alla call for papers lanciata qualche settimana fa, hanno arricchito il dibattito con i loro preziosi punti di vista scientifici.
L’evento è stato organizzato in continuità con l’incontro del 7 giugno, nel corso del quale abbiamo discusso della ordinanza di rimessione del Tribunale di Bolzano.
Gli atti di questi due seminari saranno raccolti in un volume che pubblicheremo nei prossimi mesi.
Ho preso un giorno di permesso, sono venuta a Milano presso l’Università statale. E’ la terza università che frequento e devo dire che è tangibile l’energia degli studenti che sono da tutte le parti con un andirivieni.
Ovviamente nell’aula numero otto, non ne sapeva nulla nessuno, ma per fortuna sono riuscita a trovarla. Era in cima una lunga scalinata. Nel salirla c’era anche un’altra persona diretta la stessa aula, una dottoressa che ho scoperto essere anche lei transgender, ma imbacuccate come eravamo non si poteva capire.
Eravamo tantissimi a parlare e per riuscire in due ora a prendere tutti la parola, abbiamo avuto solamente 6 minuti a testa per la propria esposizione. Sono state due ore davvero intense e senza pause.
L’aula era abbastanza piccola, erano presenti molte persone che hanno parlato, le altre, più distanti, erano online. Erano presenti anche alcuni studenti di giurisprudenza oppure interessati alla tematica.
Finalmente ho conosciuto Nicola, che ha organizzato il tutto, c’eravamo visti solo online o sentiti al telefono. Al termine mi ha rinnovato l’invito a tenerci in contatto per altre iniziative.
Ieri sera mi ero preparata una bozza del discorso e l’avevo stampato su carta. Preferisco avere una traccia e non dovere improvvisare, con il rischio di dimenticare alcune cose importanti che vorrei dire.
Mi sono portata gli occhiali da vista, come prevedevo che ero abbastanza stanca con la “dieta in bianco” che ho fatto gli ultimi nove giorni. Ne risente anche la pressione dell’occhio e la mia capacità di vedere senza occhiali. Vantaggio: Sembro una professoressa anche io.
Come l’altro evento, sono stati tutti molto preparati sul tema. Ognuno evidenziato peculiarità e interpretazioni legali. Avendo poco tempo a disposizione, per mia fortuna, non sono andati troppo sul tecnico.
Quello che mi dispiace, partecipando eventi come questi professionisti sinceramente interessati a noi, è che rimane tutto ristretto in quell’ambito non viene condiviso nella comunità transgender. Devo anche dire che la maggior parte delle associazioni sono chiuse a qualsiasi iniziativa esterna e molto spesso, anche al dialogo a cui si oppongono con dei diktat tipo: vogliamo l’autodeterminazione: non non è discutibile la cosa. Viviamo in Italia, che il paese che ha la più complessa burocrazia e qualsiasi cosa è un compromesso.
Il mio intervento è avvenuto a metà evento (mi trovate a 50 minuti dall’inizio del video), ho parlato subito dopo un avvocata che, più che citare le leggi, ha fatto uno sfogo che dal mio punto di vista è stato quello più interessante da ascoltare.
Adesso ho un altro compito impegnativo che è scrivere un testo che sarà pubblicato nel volume a gennaio, che riassumerà tutti i nostri interventi. Il limite è di 15 pagine a persona, ma non avrò il tempo per scrivere qualcosa di così lungo.
Il mio intervento di oggi che è anche quello che su cui si baserà l’articolo riguarda le ricadute nel “mondo reale” sulle persone transgender, delle varie normative e decisioni della corte costituzionale.
Gli articoli di legge potrebbero essere anche un’ottima cosa, ma non tengono minimamente conto delle tempistiche dei tribunali e delle tempistiche nel sistema ospedaliero, oltre che le tempistiche anagrafiche e degli altri enti coinvolti.
Quello che non ci si rende conto è che un percorso di affermazione di genere, arriva coinvolgere una quantità di enti e di sistemi non indifferente: giuridico, legale, amministrativo, sanitario, mondo del lavoro, mondo dello studio, sport, vita sociale.
Abbiamo anche sentito dei riassunti sulle legislature in Germania, Belgio, Brasile e Argentina. Di quest’ultima ha una legge sull’auto-determinazione(vado in comune e faccio domanda di cambio nome e genere, senza giudici, avvocati, psicoterapeuti, medici), ma dopo l’applicazione nel tempo sono accadute una serie di cose che hanno costretto la modifica della legge. L’impatto sulla vita reale non riesce sempre prevedere tutto, inoltre alcuni casi relativi alle “persone non binarie” che li possono avere un’indicazione ‘N’ sui documenti, quando vanno all’estero in nazioni dove non prevedono il terzo genere, magari arrivando addirittura in Italia, che tipo di accoglienza di normative si trovano a fronteggiare?
Terminato l’evento, siamo scesi di sotto, all’aperto, dove c’era un piccolo buffet.
Ho avuto questa gastroenterite e sto mangiando in bianco da un po’. Ieri ho iniziato ad aggiungere qualcosina. Non ero sicura di provare a mangiare alcuni dei cibi più elaborati e ho evitato salumi, formaggi, latticini, caffè, pomodori.
C’era comunque tanto da mangiare tra verdure, focacce, timballo di tortellini, crostata e gelato. Quando ho finito, a parte un leggero mal di stomaco, sembra che ho digerito tutto senza particolari problemi: evviva!
Mentre mangiavamo c’è stato lo scambio di opinioni a cui ha partecipato all’altra donna transgender, la curatrice del progetto e una giovane studentessa.
Abbiamo affrontato argomenti come la genitorialità, adozioni, donne single, mondo del lavoro. Ho sentito racconti aneddoti di cose molto particolari, soprattutto uno sulla fecondazione assistita: dopo che si è iniziato il processo di congelare gli embrioni, prima di impiantare l’ovulo, il marito ha fatto la transizione diventando una lei. A questo punto ogni normativa va in tilt, la fecondazione eterologa è solo per coppie etero e loro non lo sono più.
Ora sto rientrando verso casa e dopo ognuna di queste partecipazioni in sento molto viva e con la soddisfazione che ho contribuito a fare qualcosa di importante, una piccola goccia nel mare, ma che comunque per me è stata importante davvero.