Oggi sono andata dalla mia psicologa a Bergamo, anche se dopo quattro anni di transizione forse non ho più le mie paure da affrontare, ho deciso di vederla all’inizio di ogni anno per fare “il punto della situazione“. Lei è il mio punto di vista fermo e sono io che mi muovo nel tempo e nella vita. (apri articolo dello scorso anno).
Il nostro rapporto per tutto il primo anno è stato curante-paziente, ma oggi siamo più consigliera-racconta storie. E’ stata la mia prima sostenitrice e anche grazie al suo prezioso aiuto ho trovato dentro di me la forza per affrontare una cosa complessa come il percorso di affermazione di genere, il diventare la donna che dovevo sempre essere.
Tutte le persone transgender hanno bisogno di un aiuto e supporto psicologico, solo in parte fornito da alcune associazioni tramite i gruppi di Auto Mutuo Aiuto dove ci si incontra in una ambiente protetto e si fanno domande, si conoscono le altre persone trans, in special modo quelle che fanno lo stesso percorso e scoprire cosa si deve fare ad esempio per accedere alla terapia ormonale sostitutiva.
Per accederci, in Italia, si deve ancora avere una diagnosi di “disforia di genere“, sebbene l’OMS ha spostato il tutto fuori dalle malattie psichiatriche e definita come “incongruenza di genere” che è un disturbo della sessualità. Per avere questa diagnosi e relativa relazione (chiamata a volte perizia per farla pagare di più) si deve andare da uno psicoterapeuta che deve valutare l’assenza di disturbi psichiatrici e rilasciare l’agognata relazione. Questo rapporto a parere delle persone transgender davvero inutile e distorto, è un obbligo e fa sì che la persona trans menta e racconti quello che occorre per avere al più presto la relazione (nel caso di donna trans storie tipo “mi piaceva giocare con le bambole“…ma quando mai?). Per fortuna e scelta sono stata sempre me stessa e onesta durante queste sessioni davvero inutili.
E’ importante discernere le due modalità e il rapporto con lo psicologo è la parte sana e costruttiva delle due. Penso anche che molte persone cisgender dovrebbero confrontarsi di tanto di tanto con uno psicologo, farebbe del bene a loro e agli altri.
Nonostante la necessaria distanza, non possiamo essere amiche, c’è un rispetto reciproco e una gioia nel vedersi. Oggi c’è stato un motivo in più: mi ha regalato un abito rosso fuoco. Lo aveva visto e ha pensato a me, donna alta. Non rifiuto mai un dono se fatto con il cuore e per me, ricevere senza obblighi di restituire, mi fa stare bene dentro all’anima. Essere amata per quello che sono è una delle cose migliori del mio essere donna.
Un mese fa, uno zio a cui sono molto legata, mi ha detto “Prima eri IL signor Nessuno, ora sei una Star
“. L’ho riferito alla psicologa aggiungendo che non lo intendo come una primadonna esibizionista (anche se una piccola parte di me lo è, ma credo sia valido per tutte le donne), ma che ho una presenza nel mondo e nella vita delle persone. Infatti in tutte le attività che faccio, come danza, pilates, yoga, meditazione, trekking, cene, sono sempre ben accetta e le persone adorano fare attività dove sono presente. Ecco, ripensando al mio passato maschile, tutto questo accadeva poco ed ero sempre di sfondo.
Il passato. Ora sono quattro anni che vivo intensamente come donna e i ricordi recenti stanno prendendo il posto di quelli che avevo al maschile, molti sono spariti oppure sbiaditi, come se fossero cose che mi hanno raccontato.
Recentemente mi è capitato di trovarmi nelle stesse situazioni oppure negli stessi luoghi di eventi del mio passato maschile, ed è bello sovrascrivere quelle esperienze al femminile, sono molto più vive, intense ed emotive.
Il punto della situazione: in questo percorso di vita femminile dove sono collocata adesso?
Il risultato è andato al di là di ogni mia aspettativa, non credevo davvero di riuscire ad avere un fisico molto femminile, cambiare la voce, muovermi in maniera fluida ed elegante, insomma eliminare cinquant’anni di allenamento a essere un maschio bianco cisgender. E’ stata dura e non è come si immagina che vivendo da donna, in automatico si fanno tutte le cose giuste, anzi conosco molte donne trans che parlano e si muovono ancora con movenze maschili.
Per la voce ho fatto un anno di logopedia e studiato due anni di teatro, per la fluidità anni di danza, pilates e yoga, per il fisico ho imparato a nutrirmi in modo più sano e vegetariano. Gli ormoni hanno aiutato anche se in maniera non così importante.
Il seno da qualche mese sta crescendo molto bene, sono in viaggio verso la coppa C (terza), quindi non serve che faccia la mastoplastica additiva. Soprattutto che se continua a crescere non voglio ritrovarmi con delle tette enormi.
La parte di sotto è quella critica e in un certo senso la sfida più grande che devo affrontare. Ho deciso di fare la vaginoplastica, ma solo con chirurghi che riducano al minimo possibili problemi e che possa avere un recupero fisico nonostante i miei quasi sessant’anni.
Potrei farla tramite il SSN, quasi gratis, ma usano una tecnica basica che non mi garantisce queste cose. In Italia sono solo quattro i chirurghi che la praticano e fanno poche operazioni, la lista d’attesa è di oltre due anni e mezzo. Non posso operarmi quando avrò 62 anni…va bene sentirmi completa, ma come mi ha detto un amica a inizio transizione “meglio incompleta e viva”.
L’obiettivo è di trovare il modo per avere i 16.000€ che servono, se riuscirò ad avere il rimborso del 70% da parte della regione saranno comunque da tirare fuori al momento dell’operazione che sarà in Spagna dove si è operata una amica.
Altro punto da affrontare è la sessualità, il trovare un compagno/compagna. Prendendo gli ormoni e il bloccante del testosterone la libido va quasi a zero. E’ il testosterone che provoca eccitazione e tutto il resto, i maschi ne hanno anche troppo e per quello sono sempre allupati. Per fortuna al seno sono super sensibile e sfiorando i capezzoli ho una eccitazione fortissima, da maschio non ho provato minimamente una cosa del genere, ma non ero un vero maschio. Qualcosa c’è su cui lavorare.
I maschi oltre in cinquant’anni li vedo per come sono (diciamo che li vedo da dentro la loro testa) e non provo nessun tipo di interesse. Magari ne troverò uno che mi stupirà? I quarantenni sono molto più interessanti sia come fisico che mentalmente. Il problema è che ho un pene (poco funzionante per fortuna), ma se il loro approccio è solo quello della scopata, sarà dura per loro accettare che facendo sesso con me non sono gay e godere di una sessualità differente, ma comunque femminile. Un po’ come farlo con una donna operata di tumore alla vagina ed è farlo con una donna tranne la penetrazione.
Trovare una donna cisgender la vedo complicata dato che non mi funziona il coso e se anche si gonfiasse un po’ non me la sento di penetrarla (sono vergine proprio per questo).
Andare con persone gay non fa per me, siamo mondi davvero distanti.
Mi rimangono le lesbiche, se passano oltre al mio pisello non funzionale. Unendo le cose: operazione e sessualità credo che potrei riuscire a trovare più facilmente compagnia e il piacere sessuale che non ho mai provato.
C’è stata un’ultima parte relativa allo smart working che mi sta provocando malesseri ogni tanto con perdita di concentrazione e mal di testa (forse dovuti anche a un eccesso di carboidrati che però mi servono per ragionare, il mio è un lavoro di testa e poco fisico).
Come al solito mi ero portata un foglietto con le cose principali da raccontare, ma questa volta ho scoperto di essere diventata troppo brava nel raccontarmi. In mezz’ora avevo concluso, così sono passata a tirare fuori altre cose e con mia sorpresa ripensandoci, molte di esse erano collegate con i punti principali per cui ero venuta. Altra mia capacità femminile di avere una visione di insieme e unire i puntini come nella settimana enigmistica.
Abbiamo parlato del mio essere una divulgatrice transgender e mi ha detto che il motivo per cui, quando racconto qualcosa che è sia me stessa che esperienza, è che ho un modo garbato e tranquillo di raccontare. Questo fa sì che chi mi ascolta si senta in empatia con me e coinvolto nella transizione, pur vedendola da fuori.
Ho aggiornato nel mio sito l’elenco delle attività e pubblicazioni che ho fatto in meno di due anni (Apri link) e mi impressiono pure io per la quantità e qualità di esse.
Al termine della mia ora, utilizzata per il meglio, mi ha inviato la fattura per e-mail. Cosa c’è di così bello nel pagare? E’ la prima ricevuta che mi fa con il nome di Bianca e relativo codice fiscale. Lo scorso anno a gennaio ero in ansia per la riuscita del cambio anagrafico e sembrava che la pratica si fosse inceppata nella burocrazia, che comunque ha impiegato qualche mese per inviarmi la carta di identità e tessera sanitaria.
Ieri è venuto l’idraulico per pulire la caldaia e con piacere ho visto il documento già intestato correttamente, ecco oggi Gerardo ha davvero smesso di esistere legalmente.
Psicologa “Visita annuale della nostra amata e prima fattura con il nuovo codice fiscale.
”
Man mano che avanza la concretizzazione di un desiderato futuro e più si annebbiano i ricordi di un passato anonimo. Ma a noi ci è sempre solo interessata l’unica ipotesi di un futuro possibile che si chiama Bianca
In questi giorni ho ripreso le mia attività di pilates, danza e andare a teatro e recuperato il mio lato emozionale che ragiona poco sulle cose (magari solo in seguito per scrivere il blog) e vive il momento. La psicologa mi ha detto che è normale, quando ci si relaziona con i genitori, di comportarci in modo differente e a volte regredendo a quando si era più giovani. Alcuni cambiano pure la voce, specie durante le regressioni sotto ipnosi. Mi sono preoccupata per la predominanza del mio lato razionale che si era attivato, rispetto a quello emotivo,per tutto il mese in cui ho avuto a che fare con i miei genitori dopo che papà finalmente mi ha accettato. Forse è stato un modo inconscio di non fargli pesare troppo, vista l’età, che ora ha una figlia, nonostante continua a chiamarmi “il ragazzo
” e usando il vecchio nome. Già che mi ha accettato dopo quattro anni è un successo e posso passare sopra a questo. Per fortuna mamma mi ha accettata come figlia. Per i genitori è dura una transizione e hanno la sensazione di perdita del figlio/figlia, ma il realtà stanno trovando una persona molto più felice e viva, un guadagno per tutti e non un lutto.
Domani si riparte e avanti tutta Bianca! Dai, una piccola spinta me la merito.