Oggi gita a Stresa con le mie compagne di workout con danza caraibica. Evento organizzato da un mese e per fortuna hanno aderito in molte lasciando a casa mariti e bambini per ritagliarsi una giornata da dedicare a loro stesse. Oggi era pure la festa della mamma! Spesso ci si dedica ai propri cari annullandosi per gli altri. Il gruppo era di otto donne che sembravano otto adolescenti in gita. È una delle cose che mi sono mancate quando ero giovane.
Il programma prevede “Lezione di Body Ballet (fitness&stretching) con vista spettacolare sulle Isole Borromee nei giardini di Villa e Palazzo Aminta, 5 stelle resort; Pranzo presso la Terrazza di Villa e Palazzo Aminta”
Il timore era la pioggia di questi giorni, l’idea di Giuliana (che ha organizzato con “Danza il tuo viaggio”) era di danzare nel parco vista lago. Siamo state graziate dal meteo e addirittura nel pomeriggio è uscito il sole, ma l’erba era troppo umida e per fortuna ci hanno dato una sala dove fare la lezione.

Partita un’ora prima per incontrarci alla stazione di Rho-Fiera sono arrivata con mezz’ora di anticipo e nell’attesa ho giocato a fare foto con la macchina fotografica che mi hanno prestato per il corso di fotografia.

Arrivate anche loro mi hanno salutato con abbracci singoli e siamo andate al binario per prendere il treno. Sul vagone abbiamo trovato otto posti vicini e sembravamo davvero in gita, molte hanno detto che non si ricordano quando era l’ultima volta che hanno fatto una cosa del genere.

Il viaggio è trascorso in chiacchierata su molti argomenti e un paio su di me e la transizione. In passato non abbiamo mai avuto modo di approfondire molto sul tema e comunque per loro sono una donna e non conta cosa ho in mezzo alle gambe.

Arrivate a Stresa abbiamo fatto pausa caffè con vista lago e ammirato il panorama stupendo, subito ci siamo incamminate per fare il chilometro a piedi per raggiungere l’hotel. Nel frattempo la temperatura è salita e praticamente abbiamo fatto il riscaldamento pre-danza. Per mia fortuna la sacca che ho portato non pesava così tanto anche se dentro avevo l’attrezzatura per le riprese video e due cambi di abito in base alla temperatura. Visto il lusso della sala da pranzo sarebbe stato bello indossare qualcosa di elegante e tacco alto, ma non era fattibile soprattutto dopo che saremmo state tutte sudate al termine.

Finalmente siamo arrivate e l’hotel è bellissimo con un parco, tanti fiori e la sala da pranzo tutta vetrate.Noi sembravamo una squadra sportiva con tappetini da yoga…ma ci sono i campionati di yoga?
Dentro era ancora più lussuoso e quando sono andata in bagno è stato particolare ascoltando musica anni ‘30, sembrava un salto nel tempo.
Ci hanno accompagnato al primo piano dove abbiamo fatto lezione. Mentre le ragazze si preparavano ho montato sul cavalletto la GoPro e quella economica, fatto un veloce check sperando che avrebbe registrato tutto come si deve. Quando ho scoperto su cosa era la lezione e coreografia l’ho posizionata meglio. Ad ogni pausa andavo a spostarle per avere più inquadrature così che il video montato sembrerà filmato da un sacco di telecamere. Ho confidato nella mia esperienza per non dedicarmi alle riprese e godermi l’esperienza!

Il video è un plus che fungerà come demo per l’attività di Giuliana “Danza il tuo viaggio” che organizza eventi con danza, da ricordo per noi e infine per me per da verificare il mio avanzamento nella transizione e fluidità dei movimenti. Dalle prove fatte ieri, ho visto rapidamente le riprese e notato che non sempre ero così fluida e soprattutto ballando con il top ho la pancetta troppo visibile.
Oggi ho danzato con una maglietta nera per fare uscire meglio il video. Rivedendo le riprese mentre le copiavo nel computer mi sono piaciuta, fluida e molto femminile anche se non così sexy nelle movenze non avendo i fianchi larghi.

In quaranta minuti abbiamo imparato una coreografia e fatta quasi alla perfezione nell’ultima prova. Lo scopo era divertirsi e fare attività insieme, non siamo ballerine e non abbiamo più l’età per la perfezione.
Da mie esperienze passate non è facile imparare una coreo in quel breve lasso di tempo.

Qualche problema c’è stato quando abbiamo provato senza la leader da seguire, Giuliana è l’insegnante e spesso ci guardava e basta, da parte mia una sequenza propri non riuscivo a muovere le gambe in sincronia, altre arrivavano in ritardo quando dovevamo girarci, ma come detto l’effetto finale è stato buono.

Vedendo alcune fotografie che mi hanno scattato, ho visto che quando termino queste attività di gruppo ho un sorriso di felicità e tranquillità. Come mi sento durante? La mente è libera, la vista concentrata a seguire la leader oppure chi mi sta davanti, il corpo libero di ricordarsi le movenze, i passi, se mi metto a pensarci li sbaglio. Ripensandoci il mio cervello sta anche facendo un enorme lavoro, inconscio per fortuna, di osservare, analizzare e rendere miei i movimenti delle altre. Credo di muovermi abbastanza bene come donna, ma non è una cosa istintiva, uno sfogo dell’esserlo finalmente. Ho fatto un lungo lavoro di osservazione e ripetizione durato almeno il primo anno della transizione. Ho osservato come si muove il corpo, la gamba nella camminata, la posizione del piede con e senza tacchi, le spalle. Ora devo imparare a gestire i movimenti di petto non avendo avuto, fino a pochi mesi fa, un seno che si può considerare tale.
Nelle attività di gruppo mi sento più vera in special modo se si fa un’attività di gruppo e la danza con le coreografie è il massimo!

i calzini di Danza il tuo viaggio!
Per cambiarci siamo scese nel sotterraneo, scoprendo che c’era la SPA e faceva molto caldo. Mi sono tolta i leggins da danza e mentre mettevo un leggins che sembra un paio di jeans, ma mi sono accorta di quello che ho in mezzo alle gambe e il resto del cambio l’ho fatto rivolta al muro. Non pensavo di sentire questo disagio che per fortuna è svanito indossati i jeggins. Ho cambiato il reggiseno senza timori, felice della mia coppa B e che mi ha fatto sentire parte del gruppo. Da parte loro c’è l’accettazione totale che sono una donna. Secondo una mia amica il girarmi è stato un riflesso della mia educazione maschile.

Il resto della giornata l’ho trascorsa felice e mi sentivo davvero parte del gruppo. Queste menate e paturnie si chiamano auto-transfobia e interiorizziamo problemi che non sempre esistono. Per fortuna ci ripenso e le analizzo dopo qualche tempo, altrimenti non mi godrei il momento. Quando ho parlato per la prima volta con la mia psicologa avevo tagliato le emozioni e non sapevo come avrei potuto farle tornare. Ho scoperto che “vivendo il momento” (fare Yoga e Meditazione serve anche a questo) le senti davvero dentro di te e ti rimarrà il ricordo per molto tempo. Il “problema” è che durante non te ne accorgi, stai vivendo ed è questo che conta.

ma di fronte sono uno spettacolo di donna
Ci siamo sistemate il make-up e belle come il sole, anche se in abbigliamento non così elegante per il posto in cui troviamo, siamo andate nella sala da pranzo scoprendo che c’era solo una coppia di inglesi nella sala. La clientela di questi hotel sono ricchi pensionati inglesi e tedeschi (il traffico stradale è pieno di Porsche e Ferrari) che fanno le vacanze in periodi diversi dai nostri e forse questo mese per via delle piogge per loro non è stagione.

Abbiamo mangiato bene, con calma in due ore, in cucina se la sono presa comoda e il tempo ci ha permesso una chiacchierata rilassante in un locale pazzesco con vista incredibile. Ovviamente abbiamo bevuto vino e molto. Al termine ero abbastanza brilla colpa anche del bicchiere di rosso che ho bevuto alla fine, ma non dovevo guidare per molte ore. Nota: più divento vecchia e donna e meno reggo l’alcool.

Abbiamo fatto tante fotografie e alcune me le sono fatte fare per il corso e mostra di fotografia che avverrà tutto il mese di ottobre al PAC di Milano. Il luogo è talmente fotogenico e noi pure, da poterci stare una giornata intera solo a fare fotografie e selfie; in termini social è stata una giornata Instagrammabile.
A malincuore abbiamo lasciato l’hotel e rifatto il percorso verso la stazione. Alla reception si erano offerti di chiamarci un transfer, ma abbiamo rifiutato perché avevamo tutte bisogno di aria e smaltire l’alcool!
A metà strada abbiamo sentito delle gocce d’acqua e per fortuna non è piovuto finché non abbiamo preso il treno.

Il viaggio di ritorno si è parlato meno, la stanchezza si stava facendo sentire e per rimanere sveglie abbiamo condiviso sul gruppo whatsapp le foto di ognuna e poi pubblicato su Instagram come se non ci fosse un domani.
Arrivate a Rho-Fiera le ho salutate e mi hanno abbracciato più intensamente del solito saluto che facciamo a danza. Mi hanno fatta sentire accolta e amata coronando una giornata intensa di emozioni e belle persone. Tre anni fa non avrei mai sperato che la mia vita cambiasse così tanto e con così tanto affetto e calore umano.
Ho preso il treno verso casa sperando di dormire invece mi sono seduta di fronte a una signora e dopo una battuta sul tempo, abbiamo parlato mezz’ora fino a dove è scesa lei! Mi ha accorciato il tempo di viaggio che è volato. Ho trovato degli argomenti comuni sulla Sicilia dove lei è nata, mentre io ho la mamma siciliana e il discorso è filato raccontandoci anche se da parte mia i ricordi della sicilia sono quelli al maschile. Dovrò tornarci a rinnovarli e farli miei.
L’unica cosa che mi ha dato da pensare più tardi è che parlano dei loro figli, ma non chiedono mai se li ho, anche quando non capiscono che sono una donna transgender.
Arrivata a Treviglio mi sono fermata a comprare un panino falafel, ero troppo stanca per cucinare qualcosa. Dopo doccia e cena ho ritrovato delle energie per copiare i video nel computer così da metterli al sicuro e verificare se sono utilizzabili per realizzare un montaggio. Meno male che è tutto a posto, ho anche registrato alcune cose quando credevo di averla spenta, spezzoni divertenti che mi permettono di osservarmi “da fuori”, mi sono piaciuta.

la transizione ha funzionato!
Prima di fare la doccia c’era il tramonto che arrivava diretto nel bagno e con la macchina fotografica del corso mi sono fatta qualche scatto per la mostra, questi scatti li chiamerei “nuda trans e naturale”, questo è quello meno osé, alcuni forse andranno nella mostra oppure rimarranno nel mio computer…
Infine sono crollata a letto felice. Termino spesso le mie giornate in questo modo…
Giuliana “Bianca io sono senza parole. E’ meraviglioso quello che hai scritto, profondo e pieno della tua sensibilità, domani con calma lo leggerò ancora e ancora
”
Francesca “Bellissimo il tuo/nostro racconto! L’ho rivissuto riga dopo riga.
”
Bruna “Grazie Bianca, per aver condiviso i tuoi pensieri. Davvero una bella giornata
”