Oggi sono andata al lavoro in presenza e dopo pranzo ho preso un permesso per andare a un evento presso una multinazionale farmaceutica. Un altro tassello della mia attività di divulgatrice su tematiche transgender. Oggi l’evento è incentrato esclusivamente su di me, è stato organizzata dall’azienda Elma Academy (vedi il loro sito) con cui sto collaborando da mesi. Hanno lanciato un progetto chiamato “Inspire” (vedi articolo del blog con la presentazione) dove cercano di raccontare le tematiche LGBT+ alle aziende in modo che migliorino il loro approccio ed eventualmente le loro normative interne. Io sono la testimonial per le persone trans.
La settimana scorsa hanno presentato uno studio sulle persone transgender, quello con cui la mia associazione ha contribuito in maniera importante alla compilazione e che finalmente è stato appena pubblicato su una rivista scientifica (apri l’ articolo scientifico e molto tecnico).
Traguardo importante, anche se non c’è il nome della mia associazione. E’ l’unico studio fatto in Italia dove non veniamo trattatə dal lato psicologico e di disforia, ma riguarda lo stato sanitario e delle malattie oncologiche dove siamo più a rischio assumendo la terapia ormonale sostitutiva.
Hanno anche fatto vedere il breve video che avevamo presentato lo scorso settembre alle “Giornate dell’Etica” (apri articolo del blog). Riguardandomi in soli sei mesi sono cambiata parecchio sia fisicamente che mentalmente, sono più sicura di me stessa come donna.
Il look per oggi l’ho studiato apposta presentandomi come una “business woman”, elegante e femminile per allontanarmi il più possibile dall’immagine sterotipata della donna trans quasi prostituta. Il messaggio visuale conta moltissimo.
Scarpe decollété tacco quattro e molto comode, ormai sono una donna navigata anche su queste cose, il tacco 12 è bello, ma non puoi tenerlo nella vita reale. Ieri ero anche andata dalla parrucchiera, purtroppo del capolavoro che aveva realizzato non ne è rimasto molto.
Prima di salutare i miei colleghi ero andata in bagno per dare una sistemata al make-up. Tornata in ufficio a prendere le mie cose, le mie colleghe si aspettavano un trucco più vistoso, invece sono diventata brava a realizzarne uno che non si vede, ma in realtà mi addolcisce i lineamenti del viso e lo rende più ovale. Anche qui il messaggio è importante: siamo persone come tutte le altre.
Sento un po’ di emozione mista ad aspettative, mi rendo conto che è la prima volta che sono io l’evento, la protagonista assoluta. Nonostante le mie esperienze teatrali e di Lettura Espressiva, ma questa volta sono l’attrazione principale e devo rappresentare tutte le persone transgender.
Arrivata in zona Garibaldi, entro nell’edificio della Amgen Italia e alla reception ci sono già le ragazze della Elma Academy con cui abbiamo organizzato l’evento. Nei giorni scorsi mi avevano chiesto di scrivere un elenco di domande in modo da avere una traccia e organizzare il tutto per la durata di un’ora circa, strutturato come un’intervista. Pensando di fare una specie di monologo di venti minuti avevo già preparato un testo e ho dovuto solo dividerlo e inserire le domande. Me lo sono anche stampato, per fare un ripasso veloce prima di iniziare, ma non lo userò durante l’evento. Tanto devo parlare di me e delle persone transgender, gli appunti servono solo per ricordarmi alcuni punti salienti di cui mi piacerebbe raccontare.
Ci sono due tecnici che stanno allestendo il collegamento video, saranno collegate oltre cento persone, così mi è stato detto. Proviamo ad allestire la scenografia con tre sgabelli che però girano su se stessi.
Meno male che al corso di attivismo che ho organizzato, il mio amico attore Alessio ci ha spiegato trucchi molto utili per affrontare queste situazioni.
In particolare di tenere un piede appoggiato al suolo in modo da ancorarmi a terra e non far girare lo sgabello. Stare seduta più avanti possibile nella sedia, in modo da avere la schiena dritta e quindi il diaframma butta fuori meglio il suono e lo rende più potente affaticando di meno la gola.
Provo a farmi fare qualche fotografia da sola sullo sgabello per verificare la posa migliore. So che non bisogna incrociare le gambe anche se fa “molto donna”, ma è un atteggiamento di chiusura e infatti nelle foto si vede.
La posa di apertura è a gambe diritte e aperte, ma non troppo, sono una donna con la gonna!. Cerco di ricordarmi anche che dovrò sorridere e tenere la lingua contro il palato quando non parlerò.
Tanta tecnica, ma poi quando si inizia l’intervista speri che queste cose accadano in automatico perché non avrai il tempo di starci appresso. Nel mio caso devo anche controllare la voce che non scada sul tono monotono maschile e che non mi venga il raspino in gola sforzandomi. Alla fine avrò parlato per un’ora e meno male che ho bevuto molta acqua nelle due ore precedenti e poco prima di iniziare per tenere idratata la gola.
Ai tecnici viene chiesto se fanno abitualmente queste riprese video e rispondono una cosa bellissima per me ex-tecnico che magari userò in futuro: “noi siamo informatici questa è la prima volta, se qualcosa ha un LED è il nostro lavoro”. Mi viene da pensare che ho fatto il loro lavoro per diciassette anni, ma mi trattengo dal dirlo. Ora sono dall’altra parte della videocamera ed è splendido.
Ritornata sul set, arriva salutarmi una persona che mi sembrava di conoscere. E’ il marito della mia ex collega Francesca. Forse sto conoscendo troppe persone da quando sono Bianca, ma è più probabile che molti ricordi di Gerardo stanno davvero svanendo. Una volta che mi ha detto chi era, mi si è accesa la classica lampadina in testa e ho ricordato tutto.
Finalmente è iniziato l’evento. In sala ci sono circa trenta persone e collegate online oltre un centinaio, tutte pronte ad ascoltarmi.
Imprevisti: la scaletta con le domande & risposte l’abbiamo modificata alcuni minuti prima di iniziare perché, inaspettatamente, l’altro giorno ho fatto la carta identità come donna! L’intervista esordisce con le felicitazioni del traguardo raggiunto. Anche alcune cose che avrei dovuto dire in seguito le andrò a modificare in base a questo risultato che divide con un prima e un dopo alcune tematiche.
L’intervista scorre via liscia e riesco a non girare sulla sedia, a guardare le colleghe che mi fanno le domande e poi guardare verso il pubblico e soprattutto guardare verso la webcam sul soffitto. Quest’ultima parte non riuscirò a farla sempre, almeno credo. In passato quando ero in versione maschile, avevo l’abitudine a volgere lo guardo verso il basso e anche se mi sto allenando, ogni tanto mi ricapita. Era una specie di auto difesa per non mostrare agli altri cosa avevo dentro, cosa molto sbagliata che comprendo solo adesso.
Dopo tre quarti d’ora circa l’intervista è conclusa ed è il momento delle domande del pubblico, in sala e da remoto. A parte alcuni complimenti (che mi hanno scaldato il cuore) le domande si sono rivelate molto interessanti e una in particolare, fatta dal capo delle risorse umane. Il giorno dopo mi ha fatto venire in mente di scrivere qualche pagina di “linee guida” da consegnare loro su come gestire al meglio le persone transgender: dalle terapie, al colloquio di assunzione, il coming-out lavorativo, eventuali permessi e premi di produzione. Per realizzarlo ho tratto anche alcune normative da due libretti finanziati con soldi pubblici, che però erano molto informali e freddi. Inoltre mancava il “nostro punto di vista” e forse anche un po’ di emotività nell’evidenziare problemi che vediamo solo noi persone transgender.
Tre sorrisi ringraziamenti l’evento termina. Mi sono sentita felice e soddisfatta, soprattutto nel ricevere quei sorrisi del pubblico. Sembra che ho dato loro veramente tanto a giudicare dai commenti ricevuti anche in seguito e dalle persone che hanno seguito online.
Rivedendo il giorno dopo alcune fotografie che mi hanno fatto, sono sorpresa a vedermi quanto fossi bella e professionale. Ogni tanto non mi sembra di essere così all’altezza del “personaggio femminile”. Noto che quando sono le persone e faccio qualche attività, la vera me stessa salta fuori dirompente.
Tra un mese faremo una evento simile e direttamente con i dipendenti di Alma Academy che è molto attenta a queste tematiche. In futuro ci saranno altre aziende e anche se ci vorrà un po’ a farle una alla volta ne vale la pena di sensibilizzare su di noi “persone T”.
Due giorni dopo nella casella e-mail della mia associazione (sono la segreteria e vedo tutto) ricevo un messaggio che si ricollega a quello che ho appena fatto:
“Buongiorno Bianca, grazie per il collegamento.
“
Ci tenevo a dirle quanto sia per me fonte di coraggio vedere una persona transgender così ben inserita nel mondo del lavoro - come persona trans anche io (FtM) sento il peso della società e della discriminazione soprattutto sul luogo di lavoro, che al momento per me è estremamente insicuro e mi costringe a tenere nascosta la mia identità.
Spero di riuscire ad avere il suo stesso coraggio e le auguro il meglio!
Caro Liam, grazie di avermi scritto. Mi sprona a cercare di far migliorare le cose per noi persone T. Ogni tanto mi sembra di essere la sola a fare attivismo informazione.
Ho postato su Whatsapp a molte persone:
“Tanta tecnica e poi tanto me stessa, metà storytelling e metà informazioni su noi persone trans.
Pubblico emozionato quasi alle lacrime, senza pietismo, ma per la mia forza e determinazione.
Ho ispirato anche alcune persone a rivalutarsi per un cambiamento (lavorativo, di vita, di abitudini?).
Mi hanno anche ringraziata su LinkedIn con l’account aziendale!”
Amgen “Grazie Bianca per il tuo racconto emozionante
”
Sara V. “Grazie Bianca per averci condiviso parte della tua vita e di essere stata così empatica tanto da farci capire quanta forza e determinazione hai. Sei una forza
”
Livia A. “Grazie Bianca! Sei stata coraggiosa e ci hai emozionato fino alle lacrime
.”
Silvia B.”Cara Bianca ieri sei stata con noi in Amgen. Ti volevo ringraziare per le grandissime emozioni che hai trasmesso. Ci hai regalato tanto di te e ci hai inviato grandi messaggi non solo sul tema transgender ma in generale sulla vita. Mi porto via nel cuore tanto su cui riflettere su come affrontare le difficoltà e una gran voglia di approcciare il mondo con la tua stessa energia, vitalità, passione per la vita. È stato in assoluto il più bel incontro che abbiamo avuto in azienda. Di cuore, grazie. Ti auguro tutto il meglio per il tuo futuro.
”
Ho postato in giro e anche su LinkedIn l’evento ricevendo numerosi apprezzamenti, un paio anche dall’estero! Le visualizzazioni su LinkedIn sono state tantissime, oltre 7000!
“Continua su questa strada che è preziosissima. C'è davvero tanto bisogno di persone così belle come sei tu. Non smettere di comunicare. Che tu possa sempre più essere di esempio a chi ha bisogno di trovare il coraggio di essere se stesso, sempre, in ogni campo.
”
Valerie Love “That's a big audience. Congrats. Really glad to hear when people get out there and help educate. I'm doing the same at Boston Scientific.
”
Jessie Gray “Yeah that's a really good looking picture of you hey 100 well I hope you enjoy what to come a head for you hey
”