Il piano di oggi prevede di andare a Seregno (Monza) dallo psicoterapeuta, poi tornare verso Milano, posteggiare l’auto, prendere la metropolitana per poche fermate e andare in un Hotel 4 stelle dove dormirò la notte.
Mesi fa nel sito dove lavoro c’era questo buono da 100€ in scadenza, invenduto e invendibile. Me lo regalarono e scoprii che potevo usarlo solo quel giorno durante un soggiorno, non valeva online. In pratica quasi soldi buttati. Dopo aver chiamato l’hotel e ricevuto un’altro numero da chiamare e poi ancora e ancora finalmente una signora del commerciale riesce a prolungare la scadenza e decide lei per la fine settembre (cioè oggi).
Con quel buono volevo andare a trovare i miei, ma non se ne è fatto nulla. Allora volevo andare a Siena dalla mia amica, ma anche qui nulla. Volevo usarlo per visitare Bologna, ma il brutto tempo mi ha fatto rinunciare. Quindi oggi è l’ultimo giorno possibile e tanto vale usarlo per qualcosa di utile.
Stasera dopo il corso di teatro dormirò in hotel e domattina andrò a recuperare l’auto per andare all’ospedale Niguarda per fare gli esami del sangue. In teoria mi risparmio due viaggi in auto.
Bel piano, quasi una vacanza.
Alle 14 ho un appuntamento con lo psicoterapeuta, un’ora prima devo partire e ho giusto 15 minuti per darmi un minimo di make-up e mangiare qualcosa. Solo che mi scrive il capo che devo fare un’assistenza a un collega, quindi rimango con soli 5 minuti e non mi trucco, mi concedo solo un aggiustatina al fondotinta mentre mangio un panino al volo.
Metà del colloquio con lo psicoterapeuta riguarda la visita fatta con l’endocrinologo, su come mi sono sentita, aspettative future e varie. Scopro anche che non ha ricevuto la mia mail dove gli dicevo che l’endo chiedeva se poteva fornirmi una liberatoria (nulla osta) che sono sana per iniziare la terapia ormonale, anche qualche mese prima dei 6 mesi canonici (che non è una cosa legge , ma linee guida generali). Mi farà avere quel documento la prossima volta che ci vediamo, che saranno 5 mesi dall’inizio con lui, quindi alla fine ‘quasi‘ in regola.
Poi gli ho spiegato il piano per il cambio anagrafico e l’istanza con il giudice.
Imparo meglio la terminologia dei ‘pezzi di carta‘. La liberatoria, detta anche “nulla osta“, serve a iniziare la terapia ormonale. La ‘relazione‘ invece è quella per il giudice per il cambio anagrafico e che alcuni psyko la fanno pagare anche 1000€ per due paginette di testo. Dovrò chiedergli più avanti che costo ha la sua, perché se costa troppo farò altri 6 mesi con uno psicoterapeuta ospedaliero (pagando solo il ticket) e con la relazione gratis. Ma un passo per volta, prima l’ok per la TOS (terapia ormonale sostitutiva) e poi vedrò.
Mi dice anche che lui non segue una metodologia classica di cui non ricordo lo sigla (che è piena di test sulle macchie di Roschach) e quindi anche la ‘proof of life‘ (provare a vivere come donna per un lungo periodo) non la ritiene utile perché quasi tutte le sue pazienti quando arrivano da lui già vivono come donne a tempo pieno e non hanno bisogno di un certificato che attesti la cosa. Però con alcuni giudici aumenta le probabilità di avere successo con la causa per il cambio anagrafico e di genere.
Lo saluto e mi dirigo a Milano, anzi zona Nord a Sesto San Giovanni dove ci sono dei parcheggi in una zona abitativa dove non si paga la sosta. Lascio l’auto e con la valigia procedo verso la metropolitana, ben 700 metri. Quando arrivo vedo un sacco di posti liberi, forse è il caso di lasciare la macchina qui? Sarò vicina alla metro e per una ragazza sola meglio non fare troppa strada in giro. Leggo bene i cartelli e dicono che la zona disco è solo alla mattina. Torno indietro e sposto l’auto. Non l’avessi mai fatto! Ma lo scoprirò l’indomani mattina.
Per ora tutto bene, faccio 5 fermate di metro, esco e entro in albergo. Alla reception spiego che voglio usare il buono, cercano di darmi una stanza matrimoniale enorme e dovrei metterci 7€ in più. Già la stanza normale da 90€ mi sembra un prezzo troppo alto, figurati se ci metto dei soldi extra. Facciamo il check-in e le consegno la carta di identità “la foto non mi rappresenta” le dico, lei scruta la foto che mostra un Dino cupo in volto (ho una foto terribile sui documenti), ma fa finta di nulla, forse vedo solo un sorrisetto che pensa a come sono carina adesso. Nonostante la foto mi dà della signora tutto il tempo e non sbaglia la grammatica, l’adoro. Infine oltre alla chiave della stanza c’è anche un buono per un aperitivo al bar!
Salgo in camera che è davvero bella e con un sacco di toni marroni e bianchi, sistemo alcune cose, cambio le scarpe indossando gli stivaletti più comodi e meno appariscenti, idem per la maglia che ne metto una nera. Per stasera tardi a stare in giro sarà meglio non essere troppo appariscente per una signora. Sì? Come no, mi guardo allo specchio e sono comunque troppo figa. Forse dovrei mettermi in tuta, ma mi prende male la cosa.
Esco e sono in Corso Buenos Aires, la via dello shopping NON di lusso, ma con prezzi comunque alti. Mi mangio un gelato usando un buono spesa da 2€ che ho da prima del lock-down del Covid-19, ancora un po’ e scade pure quello.
Mi dirigo alla fumetteria e qui succede una cosa. In cassa c’è la signora Camilla che conosco da 40 anni, ovviamente non ha modo di capire chi ero. Vede entrare una nuova cliente e mi dice che se ho bisogno di chiedere senza problemi. Mi fermo nella sezione dei Manga, a parte il sesto volume di una storia che seguo (Perfect World su una coppia dove lui è sulla sedia a rotelle) vedo solo fumetti violenti e horror e qualcosa di romantico per ragazzine. Ne sfoglio alcuni e ne trovo uno dove sembra che possa leggerlo senza comprare i 27 numeri precedenti, già i manga sono letture seriali che sono pubblicate per anni fino alla conclusione della storia da parte dell’autore.
Vado a pagare e la Camilla mi spiega la storia dei bollini che danno diritto a sconti, conosco tutto, ma faccio finta che sia una sorpresa. Sono Iula adesso che ha appena comprato un manga in libreria dove non è mai stata.
Poi mi faccio un giro alla Feltrinelli, libreria abbastanza grande e ben fornita. Trovo la sezione romanzi e guardo alcuni libri, poi scopro che la sezione Romanzi Rosa è a fianco a Fantascienza e Horror, strano accostamento. Trovo due romanzi che costano meno di 5€, tanto non conosco quasi nulla sull’argomento, non ho idea di quali siano i ‘classici‘ del genere, non ho fretta di pagare 18€ per l’ultimo romanzo appena uscito, preferisco comprare quelli in offerta oppure le ristampe economiche.
Ho circa un’ora prima di dover andare vicino a Piazza Duomo, dove c’è il corso di teatro. Se vado adesso spenderò una cifra per mangiare in centro e comunque è tardi per visitare alcune vie e negozi, quindi mi fermo in una piadineria e scopro che alle 19 chiude! Niente piadina, non ho voglia di panini e nemmeno di sedermi in un ristorante da sola. Vedo una pizzeria al trancio (Alice) e prendo 4 pezzetti mangiandoli al tavolo esterno. Solo la sola persona seduta, intorno i passanti vanno e vengono di continuo, li ignoro perché ho fame!
Vado al corso di teatro che è sempre bello, anche per rivedere persone a me care. Dopo aver fatto un riscaldamento camminando per “riempire lo spazio”, viene messa della musica e balliamo cose a caso. Sembra che io balli particolarmente bene, nonostante al momento non mi venga in mente nessuno dei passi delle coreografie che ho studiato nelle lezioni di danza. Sono l’unica che non ha vergogna e rimane al centro, gli altri al principio rimango a cerchio intorno. Per me ballare è liberatorio, l’ho sempre sognato e mai messo in pratica. Finalmente entrano tutti nel centro e ci mescoliamo, Elisabetta mi si mette di fronte a me e ci agitiamo incrociando le braccia tra noi, poi lei fa dei movimenti con il seno verso di me, che ricambio. Cosa c’è di particolare ? 18 mesi fa abbiamo fatto un allenamento con ballo proprio come adesso, ma allora non avevo le tette e altri pensieri per la testa.
Terminato il riscaldamento ci dividiamo in due gruppi e siamo in due stanze separate per provare il copione, in realtà io non sono presente in nessuno dei due atti e faccio da supplente per i personaggi ‘mancanti‘. Mi piace molto perché imparo sempre qualcosa di nuovo da Silvia e Massimo anche solo sentendo i loro suggerimenti e le idee che forniscono. Qualcosa fornisco anche io ai miei compagni.
Conclusa la prova che è stata fatta ripetere almeno una ventina di volte, Silvia mi dice che vuole sentire il mio monologo. Questa volta riesco a ricordarmi quasi tutto a memoria e mi concentro sulla recitazione compresi i movimenti del corpo sul palcoscenico.
Ci sono alcuni punti dove Silvia mi interrompe per farmeli rifare in modo diverso, più sentito e meno recitato. Scopro che alcune intenzioni nel testo sono diverse da come le avevo lette e immaginate. E’ stata una bella sessione di training.
Rimango nella stanza solo con Ivan mentre di là terminano le loro prove. Scopro che lavora in un paesino vicino a dove abito e dopo aver trovato un punto in comune, parliamo di varie cose, del suo personaggio, del mio spettacolo come Drag Queen. Mi dice che si vede che ho esperienza teatrale e che sono molto al di sopra degli altri per come recito, per i suggerimenti e le idee che fornisco. Sono anche io una coach training? In realtà ho tanto da imparare e per ora il divertimento è creare lo spettacolo e recitarlo.
Non so perché, ma gli dico che sono una donna trans (lui non conosce nulla di me, ci siamo visti poche volte prima del lock-down) e che in paese mi hanno accettata tutti senza problemi. Questa rivelazione non influisce minimamente sulla nostra conversazione, segno che davvero non è più necessario per me dirlo. Servirà solo se avrò delle conoscenze sentimentali e nel qual caso in un video blog il consiglio è stato di dirlo al telefono perché non si sa mai che reazione avrà la persona a cui lo dici.
Terminata la serata ci salutiamo e in special modo con un abbraccio forte con Elena A, dovremmo vederci più spesso, ma sono passati quasi 3 mesi dall’ultima volta.
Dopo una breve camminata di gruppo fino in Piazza Duomo ci salutiamo e torno in albergo. Che cosa strana il non dover farmi un’ora di auto fino a casa. In realtà non vado a letto così presto perché dopo che ho fatto la doccia e preparato le cose per domani, si è già fatta mezzanotte e dormirò solo 6 ore.
Prima di andare a dormire mi guardo allo specchio struccata e senza parrucca. Oggi vedo comunque un volto femminile, segno che quando sono in mezzo alla gente e fuori di casa davvero tiro fuori me stessa.
Il difficile è essere donna quando sono da sola a casa. Nei giorni scorsi mi è venuto questo pensiero: il sentirsi donna quanto è determinato dall’aspetto visivo? Il vestirsi, truccarsi, avere i capelli lunghi, guardarsi allo specchio quanto influenza la cosa?
Se chiudo gli occhi come mi sento? Sempre una donna? Difficile.
Esistono delle trans non vedenti? Ho cercato in rete, ma non ho trovato davvero nulla, anche su siti americani dove fanno studi su qualsiasi cosa.
Una persona non vedente che stimolo ha nel sentire di appartenere a un altro genere?
La mia psicologa continua a dirmi che i piccoli aiuti come la parrucca, abiti e make-up sono cose positive perché aiutano a sentirmi nel “personaggio donna” e quindi farmi esprimere per come mi sento.
Oggi ne ho accennato anche con lo psicoterapeuta e mi detto che un suo collega ha come paziente una donna trans non vedente, quindi questa cosa non è limitata dall’aspetto fisico e dal vedersi donna. E’ interessante la mia domanda perché cerca di sondare quanto conta avere l’approvazione e lo specchiarsi negli altri. Io mi mostro come donna e quando gli altri mi parlano con la grammatica corretta, mi trattano da donna, mi considerano tale, ricevo il riflesso di me stessa e questo mi aiuta a convincermi per come sono davvero.
Una non vedente ha comunque un riflesso audio, di odori, sensazioni, tattili che le ritornano l’informazione che gli altri la percepiscono come donna.
La vista e gli specchi sono comunque un gran aiuto, ma al principio un vero incubo perché ti sembra di non fare progressi e ti mostrano un’immagine che non senti ti appartenga.
Ultima nota su come ti percepiscono gli altri.
Eh già, non ho dimenticato il buono per l’aperitivo!
Prima di uscire a mangiare la pizza mi sono fermata al bar interno dell’hotel dove ho chiesto uno spritz. Ero da sola e mentre lo bevevo pasticciavo con il telefono, poi arriva questo tizio che ordina anche lui lo stesso e parla con il barista sulla situazione attuale, la crisi del turismo, etc. Mi viene da inserirmi nella conversazione, più che altro perché è un’interessante banco di prova per come vengo vista di solito: una donna alta e di spalle larghe, ben vestita in linea con il lusso dell’hotel.
Ad un certo punto il tizio parla del fatto che il suo telefono Tim non prende dentro l’hotel. Io e il barman abbiamo Vodafone che funziona benissimo. Poi mi viene da dirgli una cosa tecnica sul perché c’è poco campo dentro gli hotel di lusso (ho 17 anni di esperienza in congressi dentro queste strutture e ne so parecchio). La mia spiegazione viene recepita come “ma come ne può sapere questa (donna) di cosa tecniche
?” e il tizio si fornisce da solo un motivo “perché sotto c’è la metro“, si ma è sotto 40 metri…
In un blog di una trans anche lei diceva che con molta gente, specie quando non ti conoscono, abbinano subito l’idea che “sei donna, cosa ne sai di certe cose
?”, nel suo caso lei aveva 3 anni di università sulle spalle riguardo l’argomento.
Dovrò imparare con persone nuove a cercare di non fornire informazioni tecniche e tecnologiche, giusto per non vedere negli altri l’espressione che hanno di solito “sei figa, non puoi saperne di certe cose
“. Il tizio poi l’ho superato in strada, poco dopo, mentre andavo in pizzeria, era al telefono (meno male che in strada il suo cell prendeva) e gli ho fatto ciao con la mano e ha ricambiato. Forse avrei anche potuto ‘cuccarlo‘ se mi fosse interessato, ma ha visto in me qualcosa che non sono (donna gnocca e stupida).