Stanotte ho dormito bene in albergo, di solito faccio fatica la prima notte fuori casa.
Mi sveglio alle 6:30, anche se ho dormito solo 6 ore mi sento bene.
Mentre rado la barba noto che cresce meno dall’ultima epilazione, dopo tre settimane di reazioni varie e crescita più forte alla fine cede, bello. Metto il fondotinta Wunder2 e con poco make-up allo specchio vedo Iula.
È sempre una trasformazione magica ogni mattina.
Non faccio colazione perché devo andare all’ospedale Niguarda a fare gli esami del sangue. Scendo in reception e sentirsi dire “signora..
” mi fa sempre un bel effetto.
Pago solo la tassa di soggiorno perché deve essere pagata in contanti, 5€ un furto.
Faccio due conti e se non dormivo a Milano, partivo da casa solo mezz’ora prima avrei speso meno tra carburante e autostrada.
Però l’emozione di stare in un albergo 4 stelle valeva la pena, erano tre anni che non andavo in un posto simile e ho fatto anche tante foto in camera e nella hall dell’hotel.
“Le chiamo un taxi signora?
”, mi dice infine la receptionist. “No grazie ho la metropolitana qui davanti“. Penso però che per la donna di classe a cui somiglio, non dovrei prendere la metro.
Dopo 10 minuti di viaggio esco e svoltato l’angolo ho una visione terribile: dove ho parcheggiato c’è il mercato!
Bancarelle ovunque e non vedo la mia auto, l’avranno rimossa?
Panico forza 1.
Cerco di ricordare cosa c’era scritto sui cartelli stradali, ma non indicavano del mercato. Lo sapevo che dovevo parcheggiare più lontano dalla metro. Al principio l’avevo messa molto lontano (700 metri), poi pensando che sono una donna con la valigia, l’avevo spostata più vicina.
In futuro dovrò parcheggiare a media distanza!
Panico forza 2.
Ora che faccio? Come raggiungo l’ospedale? Quanto mi costerà la rimozione e multa?
Cavoli, panico forza 3.
Mi avvicino a dove avevo parcheggiato e vedo la mia auto circondata dalle bancarelle, meno male, ma come la tiro fuori?
Panico forza 2 e mezzo (in calo).
Mi avvicino e noto che non hanno ancora iniziato a esporre la merce, ci sono solo i telai.
“Ah è sua la macchina?
” mi chiede quello della bancarella a fianco l’auto. “Mi hanno già dato la multa?”, “no, riesce a tirarla fuori?
”
Chiamano quello della bancarella dove ho bloccata l’auto, mi ha costruito tutto intorno, ma non c’è.
Gentilmente i vicini mi spostano la struttura telaio mentre salgo in auto e inizio a fare manovra.
Già si immaginano la signora imbranata nel panico.
Sono a panico forza 1 (lieve).
In due manovre esco. “La signora è pratica
“, sento dire.
Meno male che avevo parcheggiato sul bordo del parcheggio e passando a filo di due bancarelle riesco a uscire.
Il cuore batte ancora all’impazzata.
Aggiro un paio di furgoni fermi che scaricano e lascio la zona. Accosto e metto il navigatore, riparto e mentre guido, osservo me stessa con ancora l’adrenalina in corpo. Le emozioni sono tornate e devo imparare a gestirle, come mi ha detto ieri sera Elena A. prendendo gli ormoni queste saranno ancora più potenti, super felice, super triste, tutto al massimo. L’essere donna è riuscire a gestire le emozioni in una via di mezzo.
Ancora un poco emozionata arrivo di fronte all’ospedale, decido di provare il parcheggio di fronte, ma non riesco a trovare dove si entra. Leggo che costa 2€ ogni ora, tanto vale parcheggiare allora più vicino possibile.
Aggiro la zona, il Niguarda è enorme, trovo una zona con auto parcheggiate a lato, magari riesco gratis? Fermo, scendo e mi avvio. Vedo la scritta ‘rimozione forzata’, basta per oggi troppe emozioni! Proseguo e parcheggio all’ingresso corretto per scoprire che li non si paga, causa Covid, l’app dice che è sospeso il pagamento.
Ma perché mi incasino sempre con qualcosa? Da uomo non mi succedeva mai, però questa cosa, seppur nei limiti, mi piace un sacco!
Entro nell’ospedale e mi dirigo al blocco nord dove all’accettazione mi danno delle etichette e un foglio, quindi vado al reparto infertilità per l’esame del sangue. È ironico che sia questo il reparto che mi aiuterà diventare più femminile. L’infermiera prepara le pratiche, mi chiedo se invece non sia una dottoressa.
Rimango in attesa un ora e finalmente è il mio turno. L’infermiera mi fa sdraiare sul lettino poi dice “spostiamo questa bella gonna e il culetto
”. Questa cosa che il mio sedere piace così tanto alle donne continua a darmi da pensare, come maschio la cosa era ignorata!
Le dico che sono una donatrice Avis, “allora sa tutto, ma qui gli aghi sono più piccoli
”.
Riempie comunque 11 provette!
Poco prima avevo firmato per i permessi sugli esami e su chi informare in caso di problemi, erano indicati anche test genetici, quindi tante provette per un sacco di analisi. Pensavo che non so nulla di eventuali patologie genetiche, fino ad ora sono stata il ritratto della salute senza essere mai stata ricoverata, questo mi mette una leggera ansia e spero di non avere nulla, comunque sono ottimista.
L’infermiera era l’unica a sapere che sono trans e le numerose infermiere che hanno fatto via vai nella stanza mi hanno sempre dato della signora, bello e mi ci sto’ abituando con piacere.
Mi conferma la data della prossima visita per fare un eco-addome, leggo sul foglietto che mi serve l’impegnativa del mio medico di base, guardo il memo dei suoi orari, perfetto stasera alle 17:00 è in studio, gli lascerò prima le istruzioni così in serata da avere la ricetta pronta.
Facile?
Macché oggi è una giornata strana. Dopo che sarò tornata a casa e preparato la stampata, uscirò per andare dai cinesi a farmi sistemare le unghie, ma prima passerò a lasciare le istruzioni al mio medico.
Sorpresa! Il mio medico di base da ieri ha smesso di esercitare, ci sarà un sostituto, ma nel frattempo dovrò sentire un centro nel paese vicino. Quindi sarà un casino riuscire ad avere l’impegnativa per la visita!
Torno all’auto e ho circa un’ora ‘libera‘ prima di tornare a casa, ho il biglietto della metropolitana che scadrà tra 4 ore e forse potrei fare il giretto in centro a Milano che volevo fare ieri prima della lezione di teatro.
Torno dove stamattina ho avuto il panico, ma il navigatore mi porta in una strada vicina, così non vedo il mercato, che è meglio.
Vado a parcheggiare nella zona dove lavoravo che ci sono sempre dei posti auto non a pagamento. Intanto sotto il sole con 22 gradi picchia di brutto e io non mi sono portata dietro nulla di leggero. Tolgo i collant che fanno molto caldo e indosso dei gambaletti con la gonna lunga, il tutto dentro l’auto parcheggiata. Mentre esco per prendere qualcosa nella valigia nel bagagliaio mi si accosta un auto e il guidatore di mi chiede “Signora sta uscendo?"
, “No, sono appena arrivata“. Rispondo forse troppo felice per il signora.
Prendo la metro e vado in Piazza Duomo, il piano è di andare in via Torino dove ricordo c’erano tanti negozi di abbigliamento e poi in libreria alla Hoepli, libreria storica.
Prima delusione, in via Torino non ci sono più i negozietti, ma solo “grandi marche” che sono le stesse che ci sono nei centri commerciali.
Arrivata a metà via, decido di lasciar perdere e tornare in piazza, a fianco c’è un signore (senza tetto li chiamano oppure clochard) che ha una specie di carretto colmo di cartoni e abiti alla rinfusa. “Bella signora, mi offri un caffé?, …Sì?
” già non se lo aspettava che gli dessi davvero i soldi, ma con il “Bella signora” se avessi avuto più moneta gli avrei dato molto di più!
Attraverso la Galleria Vittorio Emanuele, anch’essa ormai con solo “Grandi Marche” e qualche ristorante dai prezzi folli, e girando alcune vie minori arrivo alla libreria Hoepli. Vado subito alla sezione “Romanzi Rosa” per vedere cosa hanno e se c’è qualche offerta. Ne trovo una della mia nuova scrittrice preferita “Patricia Kinsley“, “Due cuori in affitto“, autrice che a dispetto del nome è Italiana.
Pago e mi dirigo verso la metropolitana, facendo però una strada parallela che sbuca dove non pensavo di essere: via Montenapoleone, la via milanese del super lusso. La percorro guardando le vetrine e se devo essere sincera non ho visto nulla che mi piacerebbe indossare (a parte i costi), tutta roba troppo vistosa e colorata (e lo dice una che è una Drag Queen) oppure che non è nulla di particolare.
Camminando mi viene un pensiero strano, una specie di storia. Allora, c’è uno sceicco in visita nella via e per qualche motivo mi dice “scegli in questa via una cosa e sarà tua, ma non dovrai rivenderla ne regalarla
“, mi lascia lì un suo assistente dotato di carta di credito e va via con tutto il suo seguito.
Dilemma, cosa prendo in questi negozi? Gioielli? Un anello super costoso, ma poi quando lo indosserò?
La mia risposta: mi compra un intero negozio? Poi se proprio vuole sarebbe carino comprare direttamente la catena di quel marchio.
Cosa avreste scelto voi in via Montenapoleone?
Finita la fantasia, mentre torno in metropolitana penso che la Milano dello shopping ormai è globalizzata e non è per nulla interessante, almeno per me. Forse una parte del vecchio me stesso c’è ancora in versione femminile, sono stata più entusiasta delle librerie che dei negozi di moda, la differenza è che ora ho comprato dei romanzi rosa.
Torno a casa e inizio a sentire la stanchezza delle ultime 24 ore, poi ne ho dormite solo 6 quindi è normale avere un calo. Ho fatto una vacanza di un solo giorno e mi sento come se fossi davvero andata via da qualche parte per un periodo più lungo.
Mi è piaciuto girare per le vie del centro e ogni tanto nelle vetrine e negli specchi c’era questa signora figa che mi guardava. “Sono davvero così?
” Andare in giro nelle vie e in mezzo alla gente mi aiuta molto, quasi come se stessi sfilando e mostrando me stessa al mondo “Guardate, sono davvero così. Quello di prima era solo una maschera, quella vera sono io
“.
Piccolo salto temporale e alle tre del pomeriggio sono dai cinesi per farmi accorciare le unghie con l’acrilico (in realtà un poco le avevo già limate la settimana scorsa perché non riuscivo più a scrivere bene sulla tastiera del computer. Silvia ieri sera si è accorta subito che c’era meno colore sui bordi di alcune unghie, le donne per i particolari sono micidiali).
Anche questa volta ci sono voluti 70 minuti di lavoro per togliere il vecchio e rifare tutto, alla fine ho optato per un colore rosso vivo tipico per le unghie. E’ stato rilassante, anche troppo visto che mi stavo addormentando.
Terminata la lavorazione sono tornata a casa per prendere il telefono che avevo dimenticato. Ovviamente lo smart watch che fa anche da telefono si è scaricato quasi subito lasciandomi offline con il mondo e meno male che l’auto in strada non ha avuto problemi, sennò come lo avrei chiamato il soccorso stradale?
Prima di cena mi faccio la colorazione dei capelli e vedo che c’è stata un’importante ricrescita, nelle zone dove vorrei spuntasse qualcosa non c’è ancora nulla, però i capelli riempiono di più la testa e si notano meno. Ripenso alla signora seduta a fianco a me durante la manicure e anche lei aveva delle zone dove ne mancavano parecchi. A parte l’uso di shampoo fortificante e balsamo che favorisce la ricrescita, che qualcosa fanno, ma niente miracoli, se prenderò gli ormoni ci sarà una crescita dei capelli importante.
E sono passate poco più di 24 ore, ma quante cose mi sono successe?
Sarà Iula a attirarle?