Questa mattina di Pasquetta, non sapevamo bene cosa fare. Il meteo è migliorato anche se non troppo, avevamo la vaga idea di andare verso Cesena al mare. Avevo detto a Raffy che sarebbe stato impossibile mangiare pesce al ristorante come voleva lei e le avevo proposto una piadina in strada.
Una telefonata da parte di suo ex compagno di corso di naturopatia, ci ha svoltato la giornata invitandoci ad andare sull’Appennino a casa di loro amici. Dopo aver visto che il percorso in auto era fattibile, non me la sentivo di fare un’ora sui tornanti in salita delle strade di montagna, ma per fortuna era difficile solo l’ultimo chilometro e mezzo. Così abbiamo accettato e siamo partite.
In questi giorni ce la siamo presa molto comoda, svegliandoci alle nove di mattina e facendo colazione intorno alle dieci, e quindi siamo arrivate da loro per la una, giusto in tempo per l’aperitivo che era iniziato da alcuni minuti.
Questi abitano in una villetta posta in montagna a fianco di un bosco. All’interno l’hanno arredata di tantissime cose di legno, oggetti recuperati in varie parti del mondo, alle pareti c’erano alcuni quadri dipinti da loro, un angolo pieno di strumenti musicali, con sei chitarre, batteria, piano elettrico, e altri strumenti. Anche gli altri due piani della casa erano molto belli, con uno stacco di colori, in una stanza era tutto azzurro e vetro.

Ci hanno accolte bene e mi sono “sentita a casa” per tutto il giorno: persone splendide. Non so se sapessero che sono una donna trans, ma è successo solo per pochi secondi, nel tardo pomeriggio, quando uno di loro ha sbagliato un pronome con me. Stavamo parlando di una vecchia band di quarant’anni fa che non conosceva ed era curioso. Ho notato che quando parlo del mio passato, a volte la mia voce non è più così femminile e musicale, come se insieme ai ricordi c’è anche il tono della mia voce.
Eravamo in otto, molti vegetariani e uno vegano, che però non ha bloccato la preparazione delle uova e della colomba (ma ne ha portata anche una vegana che era solo meno burrosa di sapore); ognuno ha mangiato quello che poteva o che voleva, senza giudizio.
L’insalata era costellata di fiorellini edibili, che dava un tocco di colore e di Pasqua. C’erano vari tipi di vino e ho bevuto il bianco Chardonnay e quando abbiamo iniziato a mangiare, mi girava leggermente la testa, forse per via del “cocktail di benvenuto”. Tanto fino a sera, non avrei dovuto guidare!

Terminato il pranzo che è stato sfizioso e gustoso e per fortuna non c’era l’agnello, sto cercando di non mangiare “animali i bambini, anche se so che è molto buono. Con Linda che sa suonare la chitarra, anche se non conosce proprio tutti gli accordi, abbiamo improvvisato alcune canzoni con testo e accordi presenti su un libro. Poco dopo si è aggiunta un’altra ed eravamo in tre, a volte stonatissime a cantare e divertirci. Purtroppo il padrone di casa era in ospedale, altrimenti avrebbe messo insieme la band con tutti gli strumenti. Dopo che ci siamo sfogate con il canto stonato, qualcuno ha proposto di guardare un film scegliendone tra una dozzina che erano stati salvati su una chiavetta USB. La cosa buffa è stata cercare di capire quale fosse il telecomando per far partire il film: in una scatola ce n’erano una decina, quasi che ne facesse collezione.
Abbiamo visto il film “Amanti”, diretto da “De Sica, con “Mastroianni” e “Faye Dunaway”. Non è considerato un capolavoro, anche per il budget ridotto. Film molto particolare, ci è piaciuto, forse perché eravamo in gruppo a vederlo commentando in alcuni punti.
Terminato di vedere film, la mia amica Raffy, che aveva un po’ di mal di spalla e ha riposato dopo che le hanno spalmato “L’artiglio del diavolo”, si è sentita meglio e abbiamo indossato gli scarponcini, per fare una breve passeggiata nel bosco. È stata breve perché c’era ancora del pantano, così abbiamo camminato solo l’inizio di un sentiero, ma che mi ha fatta stare molto bene comunque. Dopo otto mesi di stop invernale, il tornare in montagna e nalla natura è stato rinvigorente. La nostra guida, l’amico naturopata che sta studiando le erbe medicinali nelle varie applicazioni, ci ha illustrato alcune delle piante che abbiamo trovato lungo percorso. Ho imparato qualcosa, che magari mi servirà in futuro in caso di emergenza da mettere sulle ferite e punture.

(che abbiamo messo anche nell’insalata)
Ci siamo stancate della camminata, anche perché abbiamo fatto un tratto sull’asfalto per raggiungere una trattoria che esiste da tanti anni e all’interno c’erano le fotografie di tantissimi artisti famosi (centinaia), tra cui anche qualche pilota di Formula 1, dato che non siamo distanti da Maranello. Qui abbiamo preso il caffè e nell’aria c’era un odore di brodo di cappone che mi ha fatto venire voglia di mangiare i tortellini, ma che nemmeno questa volta ho assaggiato perché il primo giorno al ristorante, stanca dalla coda in autostrada, hanno vinto le “fettuccine alla bolognese con il ragù”. Per secondo avevamo preso la “cotoletta alla bolognese” che non avevo mai assaggiato, molto buona e impegnativa (ne abbiamo presa una sola e divisa in tre).
La cena è stata leggera, a base di verdure, e dopo altre chiacchiere, era arrivato il momento dei saluti, noi avevamo un po’ di strada da fare. Uscendo il navigatore ha funzionato male e ci siamo fatte un quarto d’ora in mezzo alle colline, senza capire dove stavamo andando, per poi ritornare al punto di partenza e finalmente siamo riuscire a scendere per prendere l’ autostrada.
Sono stata me stessa, tranquilla, molto femminile per tutta la giornata e dato che comunque, con gli estranei faccio subito amicizia, è stato tutto molto bello e gratificante, come dovrebbero essere sempre i rapporti umani.