Oggi sono uscita prima dal lavoro, per andare all’ospedale Auxologico, per incontrare una dottoressa che deve rilasciarmi un documento, che userò per la richiesta alla Regione Lombardia riguardo l’autorizzazione al rimborso di parte delle spese per l’operazione di vagino plastica, che voglio fare quest’anno.
Ho fatto l’accettazione e speso 230€, da considerare un investimento, se riuscirò ad ottenere il rimborso.
Per arrivare fino qui e avere i documenti necessari, ho atteso 5 anni e speso quasi 6.000€: la transazione non è per poveri.
Per agevolare il rimborso, avrei dovuto mettermi in lista d’attesa all’ospedale di Torino oppure quello di Bari, dove fanno l’operazione con il SSN, ma so già che occorre un anno per avere l’appuntamento con il chirurgo e se dopo andrà bene, la lista d’attesa è di oltre 2 anni e mezzo. Solo che non ti dicono a che punto sarà la lista, si attende e basta. Ho sentito donne trans in attesa da quattro anni.
Inoltre non mi fido di questi chirurghi che fanno poche operazioni all’anno e se ci saranno problemi, poi andarli a beccare sarà un impresa. Per assurdo è più facile tornare in Thailandia oppure il Spagna, dove voglio operarmi.
Il costo è aumentato di 1.000€ rispetto allo scorso anno e il rimborso sarà del 80%. Il problema è trovare in anticipo i soldi necessari che, nel mio caso, saranno di circa 13.000€ incluso viaggio e stare tre settimane in zona per le visite di controllo.
Sono ottimista e spero di riuscirci.
Un’amica si è operata lo scorso anno ed ha ottenuto il rimborso, per cui l’idea è stata di farmi fare lo stesso documento, adattandolo al mio percorso e così sono arrivata a questa dottoressa che sembra sia l’unica in grado di scrivere qualcosa a riguardo, e che abbia un valore scientifico. L’assurdità è che: puoi chiedere il rimborso se nella tua regione non fanno un certo di operazioni ad altissima specializzazione, ma se non le fanno non puoi chiedere a nessun chirurgo di certificarlo.

Ecco, avevo pensato di descrivere queste cose nella domanda, ma ho pensato che chi valuterà è un burocrate e si fida solo di documenti redatti da medici. Per fortuna la dottoressa ha scritto tutto ciò in modo molto rilevante e speriamo convincente. Inoltre sembra che, nel caso i burocrati chiedano un parere tecnico, lo faranno al medico con cui ho iniziato il percorso anni fa, cosa che dovrebbe agevolare la pratica, almeno lo spero.
In sala d’attesa c’era un ragazzo trans, che ha dovuto fare la visita privata convenzionata, perché già lo scorso settembre era tutto esaurito fino al prossimo maggio, sono stata fortunata ad essere inserita in “soli” trenta giorni. Essendo l’ultima della giornata sono rimasta tre ore in sala di attesa che si smaltisse la coda. Ne ho approfittato per parlare con le altre persone. Oltre a questo uomo trans (che andrà a fare l’isteroctomia) c’era mamma e figlia (una stangona di due metri con un piede importante, non tutte noi donne trans siamo a dimensione “ragionevole”, ma l’importante è essere felici.). Unico appunto estetico: quella specie di pelliccia che indossava non la valorizzava per nulla, anzi faceva l’effetto opposto, ma forse sono solo una boomer.
Nota curiosa: la dottoressa collabora con il gruppo Oncogender si cui faccio parte e nell’ultima riunione aveva saputo del mio romanzo, così nella relazione mi ha indicato come “programmatrice e scrittrice”, in effetti creare siti web e romanzi è sempre scrivere (codice in inglese e testi in italiano).

Mi ha confermato che è un brutto periodo per noi persone transgender, alcuni progetti in partenza, li devono fare senza fare rumore, altrimenti c’è il rischio che vengano de-finanziati. Purtroppo l’ideologia che arriva dalle destre e dagli stati uniti (che sono sempre meno uniti) ci usa come capro espiatorio.
Ho visto un video su YouTube di un analisi sulle menzogne continue del Presidente USA, prima non capivo come mai, la gente che lo ha votato, potesse credergli. Diceva solo menzogne, fake news, talmente evidenti che solo un demente potesse credergli. Invece è una strategia che si chiama “Falsehood”, in breve a furia di ripetere cose ovviamente false, la gente mette in dubbio le proprie convinzioni e il messaggio che arriva a queste persone è: “state dalla mia parte, non credete agli altri”. Non è più avere un senso del vero e falso, ma da che parte stare e accettare “quella verità”.
Sono triste per queste tecniche e la psiche umana sempre più vulnerabile. Purtroppo oggigiorno, conta solo chi ha più potere e soldi, rispetto all’umanità.
Apri Link per vedere il video (inglese, ma puoi attivare i sottotitoli):
Da un’intervista di un prete americano, ho anche trovato un pezzo interessante (che qui riassumo in italiano):
“Perché si porta sempre l'attenzione agli organi genitali? Specie nelle comunità religiose? Dio non sbaglia e se sei nat* così c'è una ragione. In realtà noi modifichiamo il nostro corpo tutti i giorni, ad esempio: tagliare i capelli, fare un piercing, mettere gli orecchini, truccarsi, tatuarsi, per non parlare delle operazioni di chirurgia estetica.
“
Dopo questo sfogo, riporto qui alcune delle citazioni indicate nella mia relazione, magari potrebbero venire utili ad altre persone trans. Alcuni particolari del testo potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno, è comunque un’operazione altamente invasiva, non si può tornare indietro, il tempo di recupero è di mesi, provoca molto dolore per i primi giorni. Perché voglio e vogliamo sottoporci volontariamente a tutto questo?
E’ uno dei pochi modi per diventare chi ci sentiamo di essere, nel mio caso una donna.
STORIA CLINICA E CONSIDERAZIONI MEDICHE
Il soggetto è assolutamente consapevole del trattamento ormonale che sta conducendo, di quali siano i risultati ottenibili dal trattamento e di quali siano gli effetti del trattamento ormonale protratto per un lungo periodo. Non ha mai manifestato alcun dubbio o ripensamento in merito al proprio percorso.
Il trattamento ormonale in atto viene monitorato con regolarità ed eseguito con scelta di terapia e con posologia congrua con l’età del soggetto. I valori raggiunti sono soddisfacenti e compatibili con il prosieguo del percorso.
Il soggetto, che ha già eseguito solo interventi di chirurgia estetica (Laser), è adesso in attesa di eseguire intervento di riassegnazione sessuale con intervento chirurgico di adeguamento dei caratteri sessuali: vaginoplastica.
Tale intervento viene eseguito in Italia in pochissimi centri, con tempi di attesa di anni e con una frequenza estremamente bassa. I pochi chirurghi che lo effettuano ed il personale della sala operatoria non hanno pertanto una perizia altamente adeguata, per cui si rivelano a volte interventi insoddisfacenti da un punto di vista estetico e funzionale e spesso ricchi di complicazioni post-chirurgiche. Inoltre, il tipo di procedura chirurgica eseguita in Italia prevede degli aspetti procedurali che rendono l’intervento spesso deludente e manchevole di caratteristiche di sensibilità tattile ed erogena.
Per tale motivo, il soggetto ha deciso di rivolgersi, per eseguire Vaginoplastica con inversione peniena, ad uno dei centri maggiormente rinomati e con casistica estremamente numerosa in materia di interventi di riattribuzione sessuale
Si specifica che Linee Guida Internazionali del WPATH (Standard of Care for Health of Transgeder and Gender Diverse People, Version 8) specificano al capitolo 13 dedicato a Chirurgia e cure postoperatorie, che “è importante che il chirurgo e la paziente partecipino in maniera condivisa alla decisione, questo comprende:
- un approccio multidisciplinare;
- la comprensione degli obiettivi e delle aspettative della paziente;
- una discussione sulle opzioni chirurgiche e sui rischi e benefici associati;
- un piano informato per la cura successiva
Queste raccomandazioni sono pensate per facilitare un approccio personalizzato alla cura.
Alle pazienti che si sottopongono a questa operazione verrà quindi creata una nuova vagina cieca con connessioni nervose. Tale tipo di intervento offre numerosi vantaggi sul benessere psicofisico della persona:
La procedura di Vaginoplastica con inversione peniena è una delle tecniche più recenti ed all’avanguardia tra gli interventi di cambio di sesso per le donne transessuali. Prevede la creazione di una neovagina che sarà funzionalmente simile all’organo della donna cisgender.
L’intervento prevede diversi step:
- Creazione dello spazio vaginale tra uretra, ghiandola prostatica, vescica e retto
- Orchietomia bilaterale
- La pelle che copre il pene viene scollata e sarà utilizzata per creare la cavità vaginale e le piccole labbra
- Separazione dell’uretra dal pene
- Isolamento del glande con nervi e vasi dorsali
- Inversione della pelle del pene per rivestire la cavità vaginale con o senza innesto di lembo cutaneo scrotale
- L’uretra viene accorciata e modellata, i corpi cavernosi del pene vengono rimossi
- Si procede ad una Clitoridoplastica e Labioplastica di grandi e piccole labbra. La porzione superiore del glande, con il suo peduncolo vascolare e nervoso, viene convertita in una clitoride, che sarà funzionale sia nella sensibilità che nell’aspetto.
Vantaggi e svantaggi di tale intervento sono:
- una profondità vaginale che dipende dalla quantità di pelle peniena presente in ogni singolo soggetto, in alcune persone è necessaria l’aggiunta di un lembo di pelle scrotale.
- se utilizzato un lembo di pelle scrotale c’è la possibilità di crescita di peli nella parte profonda della neo-vagina
- necessità di dilatazioni per tutta la vita
- minor possibilità di prolasso rispetto alla tecnica colon sigmoidea
- l’intervento ha una durata tra le 4-6 ore
- accettabilità estetica da parte della paziente (creazione di una regione perineo-genitale il più femminile, naturale ed esteticamente accurata possibile, comprendente monte di Venere, vagina, grandi e piccole labbra, clitoride)
- sensibilità tattile ed erogena (si ottiene il mantenimento delle sensazioni di appagamento sessuale e di capacità orgasmica)
- creazione di una neo-vagina di almeno 3 cm di diametro e 10 cm di profondità, non dotata di lubrificazione spontanea, glabra ed elastica per permettere il sesso penetrativo.
CONCLUSIONI
L’organizzazione Mondiale della Sanità -OMS- sin dal 1948 ha definito il concetto di Salute come “uno stato di completo” benessere fisico, sociale e mentale, e non soltanto l’assenza di malattia o di infermità” ponendo l’accento sulle risorse sociali e personali, così come sulle capacità fisiche della persona. Si superava già allora il modello secondo cui la salute era definibile come la semplice assenza di sintomi, e si passava ad una visione della Salute intesa come una condizione di funzionamento positivo. Quindi, uscendo dalla sola prospettiva bio-medica, la salute deve tener conto dell’interazione tra l’individuo e il suo ambiente nella definizione del benessere fisico, psicologico e sociale, e, per raggiungere uno stato di completa salute, l’individuo deve essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni. Tale concetto è stato poi consolidato nella Carta di Ottawa dell’OMS nel 1986 definendo i processi che mettono in grado le persone di aumentare il controllo della propria salute e di migliorarla.
Nell’ambito del percorso di affermazione di genere, gli interventi di riattribuzione chirurgica del sesso rappresentano un ulteriore gradino verso una situazione di benessere psico-fisico della persona e risultano di importanza fondamentale nella prospettiva della vita futura di quella persona.
E ancora, in merito all’intervento di Vaginoplastica: “…Sebbene siano state utilizzate diverse misure di assessment, i risultati di tutti gli studi hanno costantemente riportato un alto livello di soddisfazione delle pazienti (78-100%) e di soddisfazione della funzione sessuale (75-100%). Ciò era particolarmente evidente quando si utilizzano tecniche chirurgiche più recenti. La vaginoplastica è stata anche associata a un basso tasso di complicanze e a una bassa incidenza di ripensamenti (0-8%)…”
Infine nella Raccomandazione 13.10, viene posta attenzione al follow-up: “….Raccomandiamo ai chirurghi che si occupano di donne transgender e di persone gender diverse AMAB sottoposte a vaginoplastica di incoraggiare il follow-up con il loro chirurgo, il medico di medicina generale o il ginecologo…”