Parte del gruppo del laboratorio dello scorso anno sta continuando con varie iniziative, ci stiamo prendendo gusto. Cristina ci ha chiesto se volevamo partecipare a un festival che si svolgerà a Teramo, un sottogruppo ha dato disponibilità, tra qualche giorno avremo una risposta se siamo state accettate. In caso negativo abbiamo deciso di completare comunque il lavoro di preparazione e porteremo lo spettacolo dove potremo.
Vista la tematica ognuna ha scelto una tematica da portare: tumore, carcere, stupro, violenza di genere.
“EssereDonna è una compagnia di donne over 60. Non siamo artiste ma amiamo tutte le forme dell'arte e dell'espressione artistica, ci stimola metterci in gioco per creare emozioni e invitare alla riflessione su temi che riteniamo importanti e che riguardano le donne.
“
In particolare il tema della Rinascita ci appartiene molto e quello che intendiamo trasmettere è la rinascita non tanto sul piano personale ma sociale, generazionale. Spesso le donne spinte da un profondo dolore riescono a dare senso al proprio vissuto proprio attraverso un "sacrificio", una trasformazione di sé che diventa Dono per la comunità.
La mia idea era di riunire alcun storie di fatti realmente accaduti, purtroppo, a delle mie amiche e creare una nuova storia che affronti la tematica della violenza di genere. Dopo vari ragionamenti avevo scritto il testo che trovi in fondo all’articolo.
Per quanto interessante, le mie amiche mi hanno proposto che invece parli di me stessa, della mia esperienza di rinascita come donna. Abbiamo fatto una prova giovedì scorso e il responso è stato che alcune parti del mio racconto, accendono in ognuna qualcosa del proprio passato. L’esperienza è diversa per ognuna, ma sentimenti, dubbi, paure, situazioni hanno una base comune.
La mia storia la racconterò in alcuni segmenti temporali: prima, coming-out, rinascita. Lo spirito è di non usare spesso termini “tecnici” come transgender e trasmettere solo l’esperienza, anche se al principio dico che sono una donna transgender.
“Non basta nascere”Molti sono gli esempi di donne che con la loro determinazione, caparbietà, coraggio e forza sono riuscite ad alzare la testa e nonostante il profondo dolore vissuto sono riuscite a trasformarsi e portare Luce su temi portanti della società, temi che riguardano l'Umano.
Queste donne ci hanno ispirate obbligandoci a riflettere anche su temi lontani dal nostro vissuto, dalla nostra personale esperienza, e sentiamo che è necessario, oggi come non mai prendere una posizione, fare una scelta.
E noi questa scelta la trasformiamo in arte per poter dare forma e voce alle emozioni, spesso poco affrontate nel nostro modo di vivere.
Queste storie ci hanno toccato nell'intimo, sfiorandoci l'anima, destando una reazione a volte incomprensibile.

Nel frattempo che si evolverà questa nuova storia da interpretare, ho deciso di non gettare il primo testo e di pubblicarlo qui. Tra l’altro recentemente ho scoperto che la violenza di genere in ambito LGBT+ è ancora peggio e più devastante rispetto a quella, già orrenda, di una coppia etero.
Buona lettura.
Miki “Ti devo ringraziare tantissimo ho letto la tua intervista che parlavi degli uomini,mi ha aperto gli occhi su determinate circostanze.Quando ci sarà modo di vederci ti spiegherò meglio
”
Perché mi stai giudicando?
Io lo amo e lui mi ama, si prende cura di me che non so fare nulla. Senza la sua guida sono persa.
Perché sei arrivata adesso dentro la mia testa? Non devo avere dubbi e ho paura di essere abbandonata. Come posso vivere senza di lui?
Sì certo, a volte mi molla un ceffone, ma lo fa per il mio bene. Sono una frana.
Dici che posso avere una vita migliore? Essere valorizzata per quel che sono?
Ma mi hai vista da fuori come sono?
Sono una donna di mezza’età single, molto imbranata e con un lavoro da impiegata. Ero soprattutto una donna sola, poi è arrivato lui in ufficio e non mi ha notata. Volevo morire, ero insignificante, ma durante la festa aziendale si è avvicinato con un drink, abbiamo parlato e mi sono innamorata. Forte, deciso, risoluto, divorziato.
Dici che sono un’illusa?
Sì, è possibile, ma ora ho un compagno e mi sento felice.
Ho lasciato il lavoro, e allora?
Lui ha insistito che rimanessi a casa, ora vivo a casa sua e devo badare all’appartamento.
Il lavoro in ufficio non mi valorizzava, Lui ha cambiato piano e sta facendo carriera, non vuole che io possa impedire la sua ascesa a direttore.
Sono imbranata, non sempre capisco cosa mi viene chiesto di fare.
Ero lì quando avevo cercato di convincerlo che il lavoro mi serviva? Perché non ti sei fatta viva, anche tu sei una vigliacca.
Dopo una discussione, breve, molto breve, ha alzato le mani su di me e picchiata sulla pancia e mi ha dato dei pugni, ho pianto. Ha detto che era per il mio e il suo bene, non eravamo una coppia perfetta? Lui voleva prendersi cura di me, mi voleva solo per se, era geloso.
Perché dici che nessuno mi vorrebbe? Lui mi ha scelta e perché non altri uomini?
Illusa?
Sono scappata, ti vedo felice, perché?
Dopo le botte dell’ultima volta e il pianto che ne è seguito, lui mi ha chiusa dentro l’armadio, al buio. Mi parlava, anzi urlava cose che non capivo.
Non so quanto sono stata li dentro, avevo fame, avevo sete, dovevo andare in bagno e non potevo farla lì dentro, Lui mi avrebbe picchiata ancora.
Finalmente ha aperto, ha detto che la lezione doveva ricordarmi il mio posto, ero sua e Lui decideva per il mio bene.
Mentre usciva sono scappata in bagno, qualcosa dentro di me si è rotto e tu mi hai parlato. La mia parte segreta, quella che giudica, ma vuole il mio bene, quello vero.
Lui non voleva il mio bene, ma controllarmi, aveva bisogno di qualcuno da distruggere e ci era riuscito. Ero senza soldi, senza lavoro, senza amiche. Dove potevo andare?
Non volevo che mi picchiasse ancora.
Ti ricordi cosa ho fatto?
Ho un vuoto di memoria.
Dove sono fuggita? Senza soldi? Come ho fatto a sopravvivere?
Dove ho dormito? Insieme ai senza tetto? Davvero?
Hanno chiamato il 1522? Loro? Gli ultimi della società?
Allora sei stata tu a controllare il mio corpo, a liberarmi da Lui? Spero che non mi trovi mai dove sono adesso.
Dici che dovrei denunciarlo? Ma così saprebbe dove sono e verrà qui! Ho paura che mi riporti nella sua casa.
Non sono sicura di essere così forte da volerlo fare, poi, sui giornali si legge che la vittima viene accusata averlo provocato e Lui che si tratta di un malinteso. Lui ha sempre ragione. E’ stato bravo, in casa un carnefice, fuori un compagno modello.
Dici che c’è un solo modo per rinascere?
Appena mi sveglio andrò dalla direttrice del centro anti violenza che mi ospita e le dirò che voglio denunciarlo, devo essere libera per davvero!