Anche stamattina, come quando faccio qualche attività, sono uscita di casa per fare un viaggio. Questa volta in treno per andare a Milano in zona stazione centrale. Sono molto carica, nel senso del peso da trasportare, ho uno zaino e un borsone pieno di attrezzature audio/video e delle dispense stampate. E’ pesantissimo e per fortuna scesa dal treno ho dovuto fare solo 600 metri per raggiungere la sala che ho preso in affitto.

Ho organizzato il “Corso di attivismo LGBT+” a indirizzo Transgenere e di Genere non conforme e sono stata la docente principale, nonché ideatrice dei contenuti, segretaria e tecnico di sala.
Tutto è iniziato lo scorso giugno quando nella riunione del direttivo della mia associazione transgenere ACET ho proposto questa cosa. Il gruppo volontari che avevamo messo insieme è praticamente sparito. Molte idee e nessuna volontà concreta di realizzarle. Contatti sporadici online e tramite Slack. Almeno metà dei volontari era pure sparito dall’associazione non venendo nemmeno alle serate in pizzeria. Dei nuovi soci ho compreso che non sapevano che oltre ad essere aiutati partecipando al gruppo di auto mutuo aiuto, potevano fare qualcosa per la comunità come volontari, anche in piccole cose. Come avvisarli e far venire loro la voglia di partecipare a cambiare le cose? Inoltre avremmo dovuto dare loro le basi e gli strumenti. Da qui la mia idea di fare delle giornate di formazione specifica.
Avrei voluto fare le giornate in una sala ‘bella‘ e funzionale, nonché a portata di mezzi pubblici. Lo scoglio era l’affitto in quanto una di queste sale riunioni costa oltre 200€ per la giornata (alcune anche 1600€ e oltre). Fare il corso in una cantina oppure in un luogo poco consono secondo me avrebbe sminuito la voglia di fare dei volontari. Almeno dalla mia esperienza nella vita precedente dove ho avuto a che fare con la formazione medica per quasi un ventennio.
L’idea è piaciuta e ho avuto il via a procedere con un budget limitato, ma per fortuna negli stessi giorni si è fatta viva una Fondazione inglese che voleva fare una donazione ad un’associazione LGBT+ di Milano. Con la mia presidente siamo riusciti a convincerli a finanziare il mio corso e acquistare alcune attrezzature tecniche per registrarlo e riutilizzarne i video in futuro.
Ovviamente con la promessa di farlo davvero il corso e dare dei report periodici. Mi stanno spesso con il fiato sul collo nonostante li abbiamo avvisati che siamo volontari e non abbiamo poi così tanto tempo dedicare, specie io che sono anche la segreteria dell’associazione.
Una volta ottenuti i fondi, ho acquistato alcune cose che ritenevo utili. E’ stato come l’arrivo di Babbo Natale con i regali. Tante cosine tecniche che desideravo da anni metterci le mani, ora sono arrivate. Microfoni radio a spillo, una GoPro, un microfono Yeti per podcast, un registratore audio per riunioni e tanti cavi, adattatori, cavalletti, caricatori. Non so se altri soci sapranno utilizzarli, ma io di sicuro sì.
In due mesi ho predisposto la struttura dei contenuti e scritto quasi quaranta pagine di testo con le cose da dire e fare solo per la prima giornata. Più volte ho rivisto la struttura, spostato paragrafi, rivisto e riscritto parti.
Tematiche delle quattro giornate:
- Progettazione (Ideazione, fattibilità, finanziamenti, piano di lavoro)
- Organizzazione (segreteria,eventi,comunicati e lettere,contatti)
- Comunicazione (Media-Social,comunicati stampa,articoli,video,interviste,campagne social,lettura)
- Politica (relazioni pubbliche,amministrazioni locali,bandi,patrocini,raccolta fondi)

Per trovare una sala congressi/riunioni che sia aperta di domenica ho faticato parecchio. Sui siti scrivono aperti 24/7 ma non è vero per le sale migliori che trovavo. Il corso è da fare sabato oppure domenica dato che lavoriamo tutti. Quando disperavo di stare nel budget ho trovato un’ottima offerta, l’aula non è bellissima, ma sufficiente per lo scopo. Capienza 15 persone.
Questo ha posto il limite di partecipanti massimi: 13 persone e due docenti.
Avevo pensato anche di fare un test preliminare per poter fare una selezione, invece ho fatto davvero fatica a trovare tutti gli iscritti. Le mail che invia l’associazione le leggono solo il 30% e con tre invii. Dopo ogni spedizione c’era qualcuno si faceva vivo rispondendo. Giunti all’ultima settimana prima della prima data avevo i discenti, la presidente che avrebbe introdotto il corso e una docente aiuto per la mattina: una mia amica conosciuta grazie all’evento di Assisi sull’Oncologia e Medicina di Genere.

Sono riuscita anche a stampare per tempo una dispensa con i contenuti da lasciare ai partecipanti. Un sacco di lavoro per un evento di formazione ideato per essere diverso dai soliti corsi, spesso noiosi. Non ho mai fatto la docente, ma ora so parlare in pubblico e spiegare bene le cose, dopo un’anno di partecipazioni ad eventi vari. Ottimista e realista.
Arrivata vicino all’indirizzo faccio colazione per riuscire ad avere le energie per arrivare alla pausa pranzo. Il corso durerà circa sette ore totali! Nel bar c’è una stupenda parete ricoperta di piante e mi faccio fare una fotografia. Più tardi mia mamma me la ritornerà con un fotomontaggio dentro un calendario. Sarò la donna dell’anno 2023?

Arrivata al centro congressi entro e mi faccio aprire la sala. Inizio a montare l’attrezzatura ed ovviamente alcune cose non funzionano. Il video proiettore ha un adattatore con l’antica spina SVGA e il computer non invia il segnale. Cambiamo proiettore con uno ancora più antico e nulla, ma il problema è l’adattatore. Il tipo del centro mi dice che può darmi il suo PC se ho le presentazioni su una chiavetta. Le ho ovviamente! Io sono la donna del backup. Oltre al piano B, la chiavetta era proprio il piano C da disperati.
I microfoni radio non vanno, si accendono e poi le spie diventano rosse e non capisco perché. Nelle prove a casa funzionavano. Il giorno dopo scoprirò che su un lato c’era un adesivo, quasi invisibile, per proteggere i contatti e quindi non si erano caricate come credevo!

Altre piccole cose mi tengono indaffarata e nel mentre arrivano i partecipanti e li saluto mentre sistemo l’attrezzatura. Arriva anche la mia amica Elena (co-docente) e decido di partire con solo quindici minuti di ritardo.
La mia presidente apre con un discorso sull’associazione e il motivo che deve spingere i volontari. Anche una gran parte dei contenuti sono stati scritti per dare loro delle motivazioni, un po’ come nel passato si diceva di “fare il catechismo ai ragazzi” che intendeva di formarli come desiderato e guidarli a fare qualcosa. Non che voglia avere delle persone inquadrate, anzi tutt’altro e che abbiano invece lo spirito e la voglia di fare da soli.
Laura Caruso “Oggi si è tenuta la prima giornata di formazione per * volontar* di ACET, primo passo di un programma di quattro giornate finalizzato a metterci in condizione di affrontare seriamente i progetti del futuro dell'Associazione.
“
Grazie a Bianca che si è molto spesa per organizzare questo intervento e a chi ha raccolto l'invito, è stato per me molto bello anche vedere i due consiglieri Guglielmo e Alec, le persone giovani sono l'anima di questo lavoro, il futuro, le persone "anzianotte" come me e Bianca il supporto cui possono appoggiarsi.
Dico spesso "largo ai giovani", se noi persone mature sapessimo lasciare spazio ai più giovani, il mondo sarebbe migliore, non sempre questo succede nei contesti associativi, nei quali spesso si consolidano leadership che soffocano i talenti più freschi.
Mi piace pensare che lascio timoni e redini a giovani entusiasti, senza girare le spalle, ma restando un passo indietro per esserci quando il mio sostegno servirà.

La mia amica Elena sorprende tutti con un discorso sulla paura del cambiamento e altre nozioni che mi sono rimaste impresse. In questo corso, oltre che insegnare, ho imparato parecchio. Una cosa che è saltata fuori è che non abbiamo valutato come si deve, il fare la “comunicazione interna all’associazione” sia con i volontari che con tutti gli altri del gruppo AMA.
A pranzo andiamo in una pizzeria poco lontana (Berberè) dove scopro con piacere che è dedicata a combattere la violenza contro le donne partendo da messaggi sui menù fino ai bagni di colore rosso e unisex. Cosa molto importante perché su dodici che siamo (due partecipanti non sono potuti venire per via del covid), nessuno è del “genere” dell’aspetto fisico.
Come battuta ai ragazzi dico loro “meno male che i bagni sono unisex. Sai che casino avremmo potuto piantare?
“. Non c’era un* di noi che somigliava alla persona nei documenti!
Con mia poca sorpresa, al corso sono venut* quasi tutti ragazzi trans e non-binari. Donne trans solo io e la presidente che siamo ancora delle maschiacce. Questo mi ha confermato un’idea che avevo da tempo e che nella transizione a donna, moltissime cercano di diventare lo stereotipo di una barbie e forse perdono quella forza ed energia indispensabili per essere attivisti.

Il problema di qualsiasi corso di formazione pomeridiano è che dopo pranzo c’è sonnolenza e occorre qualcosa per scuotere i partecipanti dalla digestione. Per fortuna i miei contenuti e la loro voglia di discutere hanno avuto la meglio e il tempo è volato fino alla pausa merenda.
Nel pomeriggio avrei voluto fare delle simulazioni scegliendo dei progetti e insieme a loro con carta e penna li avremmo realizzati. Non è servito perché sono stati discussi a voce e in molt* hanno voluto dire la loro e raccontare esperienze.
Al termine non li ho visti così stanchi, ma hanno tutti meno di trent’anni, mentre io ero distrutta dopo essere stata in piedi per ore e con la gola secca da quanto ho parlato. Ho bevuto spesso per idratare la gola e la voce, ma comunque le ore sono state tante.
Tutti soddisfatti. Ho ricevuto più tardi anche complimenti della mia presidente “Sei grande
“.
E’ finita solo la prima data delle quattro con cui ho strutturato il corso con cadenza una volta al mese. Ora devo preparare i contenuti delle altre tre date, invitare i docenti ospiti e gestire alcune piccole cose tra cui scrivere un breve report per lo sponsor. Sono pure stata ‘eletta’ come nuovo capo dei volontari, che è sembrata a tutti una scelta logica: hai preparato il corso e gestirai i volontari. Sarà altro lavoro da fare, ma anche se impegnativo è una cosa che mi stimola. Lo scopo è quello di creare “altr* me” attivist* per fare ancora più cose e lasciare qualcosa di continuativo nell’associazione quando in futuro, spero lontano, la lascerò per limiti di età o di interessi.
Finché dura sono quasi indistruttibile. Quasi. Sono tre giorni che combatto l’influenza e la stanchezza accumulata.

Stefania “Ciao Bianca ma che brava!!! Stai creando tanto valore con le tue capacità dialettiche! Scusa se leggo ora ma l'influenza mi ha braccato da mercoledì scorso e non ne sono ancora fuori del tutto.
“
Tu continua così che sei super!
Silvia “Ciao Bianca, chissà che emozione.
”
Mi incuriosisce molto e brava per tutto quello che stai facendo. Stai iniziando a mettere i primi semini e vedrai che nel tempo avrai i tuoi frutti
Psicologa “Buongiorno Bianca, si,direi instancabile! Quando sei e fai quello che senti giusto per te, si avanza come un treno….
”
Elisa “Forza Bianca!!!! Il tuo lavoro è prezioso per tante persone!!!
”
Io Post al gruppo “Grazie a tutti per la splendida giornata trascorsa insieme. Soprattutto le discussioni costruttive e ho imparato molte cose da voi. Grazie a Guglielmo che mi ha sparata su Instagram in video come stories, ora dobbiamo rendere virale il post.
Battuta … Ps: scriverò un libro: gli aforismi della nostra presidente.
“
“Un obiettivo senza un piano è solo un desiderio.
” – Laura Caruso
Ho anche pubblicato un breve messaggio (con foto) su LinkedIn e avuto più di un centinaio di visualizzazioni solo nel primo giorno di pubblicazione. Magari in futuro questo corso potrà espandersi in un corso vero, oppure adattandone i contenuti ad altre realtà LGBT+. L’interesse sembra che ci sia, vedremo.