Mi hanno dato da bere qualcosa una bustina di un emolliente delle feci, per andare a fare la cacca, ma al momento è uscita solo qualche scorreggia. Sento che vorrei farla, ma qui hanno dei water bassissimi e non riesco a star seduta come vorrei. Ho provato varie posizioni, ma ho paura di sforzare qualcosa. Ho provato leggermente alzata, tipo a mezz’aria , ma nulla, non è nel caso… dovrò tenermela fino a domani mattina quando tornerò nell’appartamento.
Perché fanno dei bagni così bassi?… e non c’è neppure quello di disabili che di solito è bello alto….
Ultima notte in questa “pensione ospedaliera”, ma credo che starò meglio da sola domani…
Sono le ore 5:00 e non riesco a dormire, ho fatto alcuni pisolini ma mi sveglio sempre. Non c’è nessun dolore da ieri sera, ho visto che mi hanno dato la morfina, per l’ultima volta, insieme agli antibiotici.
Il problema è che adesso sono attaccata ai tubi a sinistra e con il catetere a destra: prigioniera nel letto. Intorno alla 1:00 avevo visto che la sacca del catetere era piena e ho chiamato l’infermiera, che però non è arrivata subito. Hanno un tablet qui nella stanza, con un’interfaccia dove non si capisce mai se hai schiacciato per bene a chiamare aiuto.
Da ieri sera ho tanti pensieri per la testa, alcuni belli, altri più oscuri, come ad esempio il classico: “ma chi me l’ha fatto fare?”
In realtà la parte difficile per me arriva adesso: il post-operatorio.
Non sono una manica del controllo, ma in passato per le cose importanti ho voluto essere sempre in controllo e, quando gli altri non erano efficienti a fare le cose, le facevo da me, questa volta ho dovuto e voluto affidarmi ad altre persone. Chiederei aiuto, non è una cosa così negativa, però devo essere sempre io a fare proposte, domande, chiedere.
Le altre donne trans, operate qui, mi hanno detto che lasciando la clinica e andando nell’appartamento si sentivano più impaurite (non puoi suonare ed arriva qualcuno). A me succede il contrario: quando avrò il controllo di tutto il mio ambiente starò più serena, decidendo anche quando mangiare.
Evita “Riposa e segui attentamente le direttive che hai ricevuto. L’appartamento fa sicuramente più “nido” ed è normale che ti senta protetta.”
Novella “Già essere in piedi è ottimo e poter stare in una appartamento che simula casa è psicologicamente più rassicurante di una fredda stanza di ospedale”
Sto tenendo la mente impegnata, anche ripensando alle mie attività come divulgatrice transgender, al romanzo. Tutto per pensare a quel buco che ho in mezzo alle gambe, perché per il momento vedo solo un buco e ci sento dentro la punta del pisello (avrò la spiegazione tra due giorni).
Non so cosa immaginassi di provare dopo l’operazione, ma non mi aspettavo che quella parte di me la sentissi ancora e in maniera così importante.


Stamattina presto è venuto il chirurgo (Dotto Llago) e ha visto che va tutto bene (rassicurandomi non poco), mi ha dato il foglio di uscita dove ci sono indicati i farmaci (che mi ha già comprato l’infermiere Gonzalo e che mi consegnerà più tardi): olmeprazolo (una volta al giorno), enantyum (due volte al giorno), paracetamolo (ogni 8 ore) e un emolliente per le feci (due volte al giorno).
Gonzalo mi ha anche comprato delle salviette speciali per asciugare la neo vagina (tamponando) e un detergente intimo antibatterico. Il tutto per soli 15 €.

Mi é sembra strano vestirmi, prendere la sacca e uscire a piedi dall’ospedale, ma l’ascensore è a pochi metri. Forse un anticipo della mia futura normalità.
La parte più difficile, sono stati i venti minuti sul taxi e già avevo lo stomaco sottosopra di mio…
Ora sono arrivata nell’appartamento, ho fatto la doccia, pulito bene tutto, messo in lavatrice il pigiama che era un po’ sporco di sangue, e ora mi riposo…
Sono in un luogo sicuro, anche se da sola.
Mercoledì prossimo ho la visita di controllo e ho la volontà che tutto andrà per il meglio, nessun pensiero negativo, emotività bloccata (credo anche dai farmaci che ho in circolo).
Bruna “Buongiorno Bianca, bella questa nuova normalità. Ti abbraccio forte forte, risposati e ci sentiamo presto”
Laura L.”La tua nuova vita, sei stata molto coraggiosa “
Simplified Summary
Stanotte ho dormito poco e male, tra pensieri e tubi che mi tengono prigioniera nel letto. Hanno provato a farmi evacuare con un emolliente, ma niente: solo aria e tanta paura di sforzare troppo. Nessun dolore, ma tanta stanchezza mentale. Mi pesa non avere il controllo di tutto, anche se so che devo affidarmi agli altri. Altre pazienti temono di uscire, io invece non vedo l’ora: preferisco gestirmi da sola. Il chirurgo stamattina mi ha rassicurata e dato la terapia per casa: antibiotico, antidolorifici e detergente intimo. Ora sono finalmente nell’appartamento, mi sono fatta la doccia, lavato i vestiti e mi riposo. È l’inizio della mia nuova normalità.
Scoperto l’organo fantasma…
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