Dopo una lunga camminata di mezz’ora lungo le strade di Madrid, molto più animate rispetto a ieri che era domenica, sono arrivata al “Parque del El Retiro“. Durante la camminata quando ero all’ombra serviva la felpa, mentre stavo al sole dovevo toglierla: c’è una bella escursione termica e tra le paure di non fare l’operazione c’è quella di prendermi un raffreddore.
Avevo portato le cuffie a conduzione ossea (non entrano nelle orecchie e senti sia la musica che i rumori ambientali…in pratica non ti isolano), ma non le ho usate durante il tragitto, volevo godermi i rumori della città.
Arrivata al parco ho scoperto che è in salita leggera, ma davvero lunga.
Cammina cammina e a un certo punto ho visto una piccola collinetta con grandi alberi e ho sentito di dovermi avvicinare.

Come donna transgender unisco un lato pragmatico e scientifico, ereditato dal maschile, a un lato umanistico e spirituale, che è la parte profonda del mio lato femminile. Come faccio a mediarle? Non lo faccio, a seconda della situazione uso una oppure l’altra delle mie parti.
Mi sono avvicinata a uno di quei grandi alberi, ho appoggiato la mano sul tronco e ho sentito il collegamento con la terra. Mi capita raramente, ma questa volta è successo: credo sia perché ero totalmente in pace con me stessa. Ho toccato un altro albero poco distante, con lo stesso effetto, poi mi sono seduta sull’erba in mezzo a loro, ho trovato un punto energetico e ho meditato per circa quindici minuti.

Ho messo le cuffie e acceso la musica su Spotify riproducendo un bravo che è un mantra, ed ogni volta che lo ascolto mi entra diretto nel cuore: non sono solo le parole, è la musica stessa ad avere qualcosa di speciale.
Ricordo poco di quei minuti, tranne che ho avuto una grande sensazione di pace universale, come se stessi guardando dentro di me e molto in profondità, là dove ci sono io davvero. Mi sono scese lacrime di gioia quando il mio se esteriore è entrato in contatto con quello davvero profondo. E’ stata come un’approvazione a procedere.
Era una sensazione che sapeva di abbraccio e di cura verso me stessa. Diversamente da molte persone transgender, non ho mai odiato il mio corpo né l’organo genitale, anche se lo sentivo inutile. Ho sempre cercato di prendermi cura di me e come donna, ancora di più, perché questo è l’unico corpo che abbiamo su questa terra, almeno in questa reincarnazione, per chi ci crede.
Sono rimasta piacevolmente sorpresa dai progressi che il mio corpo ha fatto da quando vivo al femminile e prendo gli ormoni. Non avrei mai immaginato che avrebbe risposto così bene. Prima ero un uomo bruttino, che non sapeva valorizzarsi. Tra poco dovrei sentirmi completa, ma ogni neo-vagina è una situazione personale e non si può raccontare.

Terminata la meditazione, mi sono alzata e ho continuato a camminare nel parco. Spotify, quasi leggendo l’atmosfera, mi ha proposto brani diversissimi tra loro, ma in quel momento di pace, ogni nota e ogni parola delle canzoni, mi entravano dritti nel cuore. Come in tutte le esperienze spirituali, la sensazione pian piano è svanita e sono tornata nel mondo reale.

Giusto in tempo per trovare un parco pieno di rose di ogni colore, fontane e — ovviamente — turisti giapponesi. Mi sono divertita a fare qualche foto: ero attratta dalle rose rosso fuoco, ma poi ho visto anche quelle bianche. L’analogia, con quello che mi aspetta domani mattina, è stata fin troppo evidente: la rosa in mezzo alle gambe è pronta a sbocciare…
Nico “Ciao Bianca,”
volevo solo dirti che ti sono vicino per domani. È un passo importante e so che lo affronterai con la forza che hai sempre dimostrato. Non è un’operazione rischiosa, ma capisco che possa essere un momento carico di emozioni. Ti sono accanto e faccio il tifo per te, perché questo percorso ti porti davvero la serenità e la felicità che meriti.
Un abbraccio
Simplified Summary
Dopo una lunga camminata ho raggiunto un parco con grandi alberi e lì ho sentito un forte collegamento con la terra, tanto da fermarmi a meditare. Con un mantra nelle cuffie ho provato una profonda pace interiore, lacrime di gioia comprese: un vero abbraccio a me stessa. Ho riflettuto sul mio corpo: non l’ho mai odiato, anzi ho imparato a curarlo, e con gli ormoni è sbocciato più di quanto immaginassi. Continuando a camminare ho trovato un parco pieno di rose rosso fuoco e bianche, simbolo evidente di ciò che mi aspetta domani. Ho sorriso tra fontane, turisti giapponesi, pappagalli verdi e gazze bicolore: Madrid mi ha regalato un segno di serenità.
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