Questa mattina mi sono alzata abbastanza carica di energia. Mi ha inviato un whatsapp il signor Gonzalo avvisando che sarebbe passato entro poco e ovviamente: mi è scappato dopo alcuni minuti di andare a fare la cacca, speravo di riuscire a farla e pulirmi prima che arrivasse. Nel periodo post operatorio è importantissimo andare in bagno perché significa che stai davvero guarendo e soprattutto deve essere molto liquida per non far sforzi.
Solo che non è uscita tutta liquida come speravo e sono stata venti minuti seduta sulla tazza sperando che lui non arrivasse.
Non è uscita proprio tutta, ma abbastanza da farmi sentire tranquilla, così ho fatto la doccia lavandola con la mano e sapone antibatterico, passando dall’interno verso l’esterno, come mi ha confermato più tardi il signor Gonzalo.

È arrivato con alcune cose che gli avevo chiesto di comprare della spesa, in questi giorni è meglio che non esca di casa per evitare batteri e infezioni. Ha portato gli assorbenti post-parto e mi hai dato anche delle salviettine sterili per asciugarmi (Compresse di garza è il nome tecnico), le ha prese dalla clinica dove lavora e ha detto che non le vendono in farmacia. Me ne porterà altre lunedì.
Come alternativa alle salviette, su suggerimento da parte di mia sorella, da ieri ho provato ad asciugarmi usando il phon con la temperatura tiepida e posizionato molto lontano (30 centimetri circa) e ha funzionato, visto il numero di pulizie che sto facendo un’asciugatura naturale credo sia meglio. Però ho deciso che quando faccio la cacca è meglio utilizzarle, per sicurezza.

Gonzalo mi ha raccontato che viene dall’Argentina e ha la nonna di Ancona, ma lui parla molto poco italiano (giusto buongiorno e poco altro), però parla benissimo inglese e quindi abbiamo usato questa lingua per velocizzare tutto essere sicuri di capirci.
Mi ha chiesto conferma che sono qui davvero da sola, purtroppo è così, in questo periodo dell’anno non c’era nessuno che poteva venire da darmi una mano, ma me la sto covando bene direi.
Mi sono sdraiata sul letto, lui ha indossato i guanti e ha esaminato la neo vagina, poi mi ha chiesto se poteva fare una fotografia da inviare al chirurgo. Scherzando ha aggiunto “non faccio collezioni”, è utile per essere sicuri che vada tutto bene. Gonzalo è esperto perché è un infermiere professionale ed era con me in sala operatoria.
Mi ha mostrato la fotografia che non è stata un bello spettacolo, arrossata, rosso sangue, leggermente gonfia e con forma strana… d’altronde è la mia prima e unica vagina… non so bene come sono fatte, viste da dentro.
Gli ho detto che quando sono sdraiata ho i piedi freddi e mi ha detto di fare un esercizio, che è già in parte facevo ma non per cinque minuti, che è quello di stendere i piedi in avanti e indietro in modo che si muovono anche i muscoli e ha detto che fa spostare a livello cardiaco un po’ di cose. E’ un esercizio che facciamo alla fine della lezione di danza, dopo addominali e stretching.

Mi ha detto che l’acqua nel rubinetto di Madrid è potabile ed è più buona di quella in bottiglia; inoltre hanno un tipo di pane, simile alle baguette francese, ma più buono e me lo porterà lunedì (in realtà l’ho comprato al supermercato qui sotto due giorni dopo). Già in ospedale mi stavano dando quel tipo di pane bianco. Avevo letto che sarebbe meglio mangiarlo dopo dieci giorni, ma a me me l’hanno dato già il giorno dopo, però non ne mangio molto – giusto un piccolo assaggio – ma psicologicamente, il pane per gli italiani arriva dritto al cervello e tira su l’umore non poco.
A livello psicologico, parlare con una persona in carne ed ossa, mi ha aiutata parecchio, anche se sto telefonando a tante amiche, ogni giorno a mamma e sorella… ma dopo circa venti minuti al telefono da sdraiata, mi sento stanca e anche la voce non è il massimo, quindi saluto mi devo riposare per un po’.
Oggi per pranzo, proverò una scatoletta con riso precotto e magari ci abbino una zucchina e del merluzzo. La dieta liquida è tutto cibo bollito e/o detto in bianco.

Elenco delle pillole che prendo:
Omeprazalo 07:30
Paracetamolo 08:00
Emuliquen 11:00
Enantyum 12:00
Paracetamolo 16:00
Emuliquen 19:00
Bruna “Buongiorno papas! Oggi a lezione ci sei mancata, se ti sono fischiate le orecchie eravamo noi che parlavamo di te. Spero tu riesca a riposarti per bene e mangiare qualcosina in più nei prossimi giorni. Abbracci da tutte noi”
Qualcosa nel mio sguardo è cambiato, è totalmente femminile… ma è la stessa faccia che avevo settimana scorsa
Silvia C. “È cambiato il fatto che ti senti completamente TE”
Simplified Summary
È appena passato il signor Gonzalo, l’infermiere argentino con la nonna di Ancona, aveva con sé la borsa del pronto soccorso. Mi ha portato un po’ di spesa, dei pannoloni post-parto, salviette speciali per pulirmi il popò (oggi grande successo: ho fatto la cacca!) e ha controllato come procede la guarigione. Ha applicato un antibatterico e ha scattato una foto da mandare al chirurgo: la patatina sta guarendo bene, quindi sono più tranquilla. Mi ha consigliato di muovere un po’ di più i piedi quando sono a letto per migliorare la circolazione, perché a volte li ho freddi. Mi ha anche detto che l’acqua del rubinetto è più buona di quella in bottiglia e che qui vendono un tipo di pane simile alla baguette ma più buono: me ne porterà un po’ lunedì. In ospedale mi davano già quel pane bianco; avevo letto che sarebbe meglio mangiarlo solo dopo dieci giorni, ma a me l’hanno dato già il giorno dopo. Non ne mangio molto — solo un piccolo assaggio — ma per noi italiani il pane arriva dritto al cervello e migliora subito l’umore.
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