Ogni tanto mi scrivete e mi fa molto piacere, soprattutto conoscervi. Una donna transgender che si chiama Marialisa, mi scrive ed ha iniziato un piccolo blog dove si racconta. Lo stile è fresco e interessante, ve lo consiglio.
https://ifilidimarialisa.blogspot.com
Ma non è questo il topic dell’articolo che ha a che fare comunque con scrittura e creatività.
Due settimane fa ho scoperto un’app che si chiama “Substack” principalmente frequentata da scrittori, lettori, giornalisti e artisti in generale . La peculiarità è che puoi leggere gli articoli sia all’interno dell’app, che ricevere via e-mail l’articolo a cui ti sei iscritta e io che sono una boomer e Internet per me è nato con la e-mail mi sembra un modo più rilassato di leggere qualcosa che non dentro lo smartphone, dove ti viene voglia di saltare intere frasi per arrivare in fondo e coglierne il senso.
Anche questi scrittori cercano di capire chi siano le persone che si sono iscritte. Chiara Foffano del blog “Cartucce” (https://cartucce.substack.com ,) ha proposto un questionario e dopo averlo compilato, ho scoperto che mi proponeva una video call di 30 minuti gratuitamente per aiutarmi a risolvere eventuali problemi di scrittura oppure porre a lei delle domande tematiche.
Questo giovedì ci siamo viste e parlate. E’ molto simpatica e c’è stato da subito un buon feeling. Lo scopo della mia consulenza è stato di avere qualche consiglio quando scrivo per le riviste online e non per i blog. Di essere meno personale, meno emotiva e più distaccata da quello che racconto.
Mi ha dato qualche dritta e quella migliore è stata di provare a fare un esercizio: immedesimarmi nel lettore, quello che immagino sia. Leggere il testo come questo lettore e cercare di capire lo scopo dell’articolo, se le singole parti sono chiare e non annoiano, se sono interessanti oppure solo divagazioni inutili.
Sto giocando da tempo con l’intelligenza artificiale chatGPT, ma in modo creativo da quando abbiamo scoperto in azienda che puoi anche fargli controllare i testi e darti dei consigli su dove sbagli, chiedergli come migliorare determinate cose, non come fanno tutti a chiedergli scrivi questo e sperare che esca qualcosa di utile. L’idea da provare e dargli da leggere i miei articoli dopo una prima stesura, chiedendogli espressamente di interpretare un lettore di quel genere: le risorse umane, per poi rispondermi su quello che ha capito e quello che può essere migliorato. Il mio scopo è scrivere meglio, ma anche imparare a farlo.
Dopo che a Chiara le ho detto che sono transgender e faccio divulgazione la domanda classica e ovvia per una scrittrice è stata: “hai pensato di scrivere la tua storia in un libro?”” In realtà ci ho pensato e avevo anche iniziato a raccogliere il materiale del blog per poi fermarmi, dopo aver scoperto che esistono almeno venti biografie recenti di persone trans.
Uno dei miei obiettivi è quello di raggiungere un pubblico di persone non LGBT+ da informare su chi siamo per davvero noi persone transgender, mentre questi libri vengono quasi sempre letti solo da altre persone LGBT+. È un po’ come fare riunioni per cambiare il mondo, ma solo tra noi persone transgender.
Le ho accennato del libro che sto scrivendo, che è un romanzo di investigazione (apri articolo del blog) e che tutti i fatti raccontati, sebbene inseriti nella trama, sono tutti reali e tratti dall’ esperienza del mio percorso di affermazione di genere.
Mi ha anche consigliato un libro che si chiama “Big Magic” e la critica che si può fare è che la copertina italiana non c’entra assolutamente nulla con i contenuti.
Dato il periodo di ristrettezze non mi sembrava il caso di ordinarlo subito, ma mi è venuta l’idea di richiederlo alla Biblioteca e miracolo: era disponibile in tre giorni. Da qualche anno quando leggo, con gli occhiali da vista, dopo dieci minuti circa, inizio a stancarmi e al massimo arrivo a leggere dieci pagine, poi devo smettere. Per questo libro ho iniziato e mi sono fermata a pagina 40!
È un libro, dove l’autrice ti parla direttamente e ti racconta di alcune cose che lei ha fatto e che andrebbero fatte per stare più vivi, più felici e godersi la vita. Il “segreto” è risvegliare la creatività, in qualsiasi ambito, anche se in questo libro è in ambito letterario.
Inoltre ho notato se la parola creatività, la sostituisci con altre (transgender nel mio esercizio) sembrano i consigli per vivere e risolvere qualsiasi problema, o almeno provarci e non rimanere dentro un loop senza uscita.
Ho parlato recentemente con una mia amica transgender, che non sentivo da tempo, e lei si era fatta il film mentale di diventare una donna e trovare un uomo per vivere felice e contenti. Si è scontrata contro la dura realtà e soprattutto su cosa vogliono e come si comportano gli uomini over 50. La cosa sconvolgente che mi ha detto è che si è iscritta alle app di incontri e ha conosciuto e contattato 150 uomini, senza trovarne uno decente oppure che entrasse nella sua favola ideale. Per inseguire questo obiettivo ha abbandonato tutti i suoi hobby, le sue attività che le piaceva fare e la socialità, piangendosi addosso. Non so se quello che le ho detto la potrà aiutare, starà lei cogliere le suggestioni che le ho fornito.
Sebbene all’ inizio del mio percorso, avevo tutte le paure di transfobia e della pericolosità della terapia ormonale sostitutiva, un po’ da incosciente, avevo deciso di andare avanti e cercare di non farmi bloccare da tutte queste paure e di essere più sociale possibile. Direi che ha funzionato e ora ho una vita piena anche se a volte, come ho scritto in un altro post, ho un sovraccarico da emozioni positive e cose belle che faccio insieme ad altre persone. Mi manca ancora il lato amoroso dello stare insieme a una persona, ma anche qui ho deciso di non lasciarmi andare a impulsi negativi e cercare la mia strada, se ci sarà.
Quel libro risveglia la creatività?
Qualche ora dopo che ho terminato la lettura delle prime pagine ho messo mano al mio romanzo, sono 200 pagine ci vorrà un po’ prima che lo consideri abbastanza completo da farlo leggere a qualcuno. Nella prima stesura che non ho scritto seguendo l’ordine dei capitoli, ma seguendo un’ispirazione del momento. Dalla creatività sono usciti da soli due dei personaggi della storia, tra cui l’antagonista, quello molto cattivo. Sono arrivati da soli e non c’erano nel progetto iniziale. Nel riscriverlo correggendo la grammatica e tappando i buchi nella trama, ho qualche capitolo dove avevo lasciato solo il nome del personaggio e delle indicazioni su quello che forse volevo scrivere. Praticamente in quel momento non c’era l’ispirazione alla creatività e ho preferito lasciare lì per il futuro.
Sia dalla lettura del libro “Big Magic”, che nel parlare con la scrittrice, mi è arrivata la grande idea di come scrivere quel capitolo e di getto mi sono messa a compilare tre pagine. La peculiarità di questo personaggio cattivo è che è l’unico del romanzo, che sa che c’è un pubblico là fuori, che sta leggendo e seguendo la trama. Lui si rivolge al lettore direttamente.
Questo capitolo è tutto giocato su un dialogo con il pubblico e le sue riflessioni. Mi è servito per raccontare alcune cose che inserite nella trama sarebbero risultate troppo didascaliche, al di fuori del contesto e nella natura dei personaggi. Cose come: spiegare le differenze di genere, chi sono le persone non binarie, alcuni spunti sulla sessualità e soprattutto come fare a spiegare la follia di questo personaggio che si è auto-nominato “Nick Quantico”. Una persona aldilà del bene del male, dei generi, di qualunque binarismo, ma non è una persona non binaria ed è totalmente imprevedibile. Utilizza dei computer quantici per trovare risposte e tessere le fila di un sacco di attività, quasi tutte illegali dal nostro punto di vista, ma non dal suo.
“Piacere, mi chiamo Nik Quantico e se non dormirai più tranquillo, problema tuo, suo di lei, di voi tutti…e ora riprendere a leggere che vi fa bene anche se non fate il tifo per me.
“
Chiara mi ha detto che spesso fa consulenza a persone che lavorano nelle risorse umane e, senza impegno, proverà a indagare se sono interessati a dei corsi sulla tematica transgender, che potrei fare io.
Sono bravissima nel creare connessioni, non abbandonare quasi nulla e tessere una rete di belle persone che prima o poi potranno coinvolgermi in tante attività spesso inattese. Il chiudersi dentro se stessi e considerare il mondo un nemico, soprattutto per molte persone transgender che vengono prese dallo sconforto, non è una cosa positiva. Bisogna saper scegliere le persone e abbandonare quelle che non ci danno nulla, oppure che ci danno solo negatività.