Giornata di una normalità imbarazzante.
Questa mattina sono andata a fare l’allenamento con la danza caraibica e afro, sempre bello e oggi addirittura mi è sembrato che la parte di danza finisse troppo presto. Tornata a casa ho fatto una doccia, ho cercato di dormire un pochino e poi ho aperto l’armadio per scegliere gli abiti, questa sera la mia nipotina farà la cresima e poi andremo a cena.
È la mia prima volta come Bianca che partecipa a una funzione con festa e vorrei essere elegante. Il meteo in questi giorni è stato stranissimo e nel pomeriggio faceva molto caldo, ma ho pensato che in chiesa avrebbe fatto fresco.
Ho fatto qualche prova e alla fine ho scelto per una camicetta con la giacca bianca, pantaloni neri e decollètè nere. Per fortuna avevo deciso di non mettere il top nero e i pantaloni bianchi. Arrivata a casa di mia sorella lei si era vestita proprio così e non sarebbe stato bello essere vestite uguali.
Mi ha comunque tirato un’occhiata di cui non compreso completamente il significato, credo che non mio avesse ancora visto vestita molto elegante e femminile.
Tutti eleganti siamo andati in chiesa, c’erano trentuno ragazzi a fare la cresima e la chiesa era gremita di parenti. La nostro sono arrivati alcuni dei parenti che non si vedevano da tempo.
La messa mi è sembrata bella, c’era un coro bravissimo e il vescovo è riuscito anche a ironizzare su alcune cose. Ha detto una cosa molto bella che però in realtà non credo che la chiesa la intenda in quei termini. Ha detto qualcosa a proposito delle diversità dei figli e di non forzarli, che quello è la loro unicità. Parole molto belle, ma non credo che come persone transgender rientriamo in quella categoria.
Ho capito in questi anni conoscendo alcuni parroci che c’è una notevole spaccatura tra quello che pensano loro e quello che viene deciso in Vaticano. Questi ultimi fanno molte pressioni politiche e sono riusciti a non far firmare una dichiarazione della comunità europea a favore della diversità di genere. Capisco che siamo un bersaglio facile e che prendersela con una minoranza è più facile che prendesse con una banca, ma quello che non capisco è questa paura a lasciarci vivere serenamente senza metterci bastoni tra le ruote. Il sentirsi superiori per decidere che la famiglia non è quello che noi siamo di essere, inclusi gay, lesbiche e qualsiasi altro non sia “etero”. Non siamo contagiosi come persone transgender e non siamo neppure malate.
L’Europa sta prendendo una deriva davvero a un passo dall’anti-semitismo, dalle persecuzioni delle minoranze e la cosa terribile è che questa gente viene votata.
Mentre aspettavamo i parenti, prima di entrare in chiesa, ho incontrato il mio migliore amico (Luca) di quando avevamo sei anni e che siamo stati a giocare insieme fino ai quattordici. Dopo andando a scuola alle superiori ci siamo persi di vista vedendoci ogni tanti anni. L’ultima volta che ci eravamo visti era vent’anni fa. La cosa curiosa è che mi ha riconosciuta subito nonostante ero molto al femminile, almeno così credevo e da quanto ho visto nelle fotografie. Non mi ha detto o chiesto assolutamente nulla sul fatto che ora mi vedeva come donna. Abbiamo parlato per circa un quarto d’ora prima di ritornare alle rispettive famiglie. È stato bello come se non contasse assolutamente niente il fatto che ora sono una donna, era ininfluente nel nostro rapporto di amicizia. Il fatto di non dover spiegare essere accettata serenamente da un vecchio amico d’infanzia per me è stato anche abbastanza emozionante.
A circa metà della messa mi sono guardata intorno ed ero una donna alta che seguiva la funzione, nessun segno di qualcosa somigliante alla transfobia, anche questa cosa è stata molto bella di essere in un ambiente con almeno duemila persone e io ero “solo” una delle tante.
Terminata la funzione delle cresime ci siamo diretti al ristorante dove abbiamo passato la serata facendo casino, chiacchierando e mangiando. Anche qui c’è stata una normalità con i parenti e soprattutto con la cognata di mia sorella, che sapeva di me, ma non mi aveva ancora vista di persona. Anche con lei e i suoi figli grandi è stato tutto estremamente normale, una cosa che avevo desiderato per anni è vera adesso. Lei ho chiesto come mi trovava adesso e la risposta mi ha spiazzato “Si vede che sei felice adesso“.
In un certo senso ho terminato il mio percorso di affermazione di genere, pur non avendo fatto le operazioni chirurgiche: sono una donna, vivo da donna, insieme a tutte le altre persone e parenti senza dovermi nascondere per ciò che sono.
Viene da chiedersi perché ho atteso tanto per iniziare la transizione, ma la risposta è che non ero pronta in precedenza, avevo troppe paure che si sono rivelate infondate su di me, ma che ho timore che con questo governo e deriva estremista alle persone che faranno coming-out questi miei timori con loro si possano rivelare un grande problema.
Recentemente stanno notando tutti che sono più alta, ma in realtà l’altezza è la stessa di prima, credo che sia perché il mio fisico è dimagrito e sembro più alta.
Nota finale: da ieri il seno ha ripreso a crescere e lo “sento tirare”.