Nuova serata del laboratorio “Essere donna”, questa sera eravamo quasi la metà, c’è sempre qualcuna che salta la sessione. Alcune ne hanno saltate veramente tante e verrà chiesto loro se vogliono davvero partecipare alla performance finale, se non verranno sempre non si potrà realizzare un buon lavoro e penalizzeranno le altre.
Dalla settimana prossima inizieremo a lavorare su come fare le singole performance e che persone coinvolgere per ogni esibizione personale.
Questa sera abbiamo fatto un esercizio molto interessante sul corpo. Con la mano non dominante (la mia è la destra) dovevamo afferrare il polso dell’altra mano. La mano dominante è quella che ci rappresenta nel mondo, come ci poniamo di fronte agli altri nella vita e nel lavoro.
Di sottofondo c’era una musica dei Coldplay e abbiamo fatto questa danza libera dove si doveva guardare sempre la mano e solo ogni tanto, a piacere, si poteva usare anche il resto del corpo a seguire. La mano dominante era quella che doveva dirigere la coreografia e i movimenti nello spazio.
La cosa interessante è stata o osservarla mentre si muoveva e pareva di vita propria.
L’esercizio seguente era il contrario, la mano dominante teneva ferma l’altra (la sinistra nel mio caso), che simboleggia la parte nascosta, quella che teniamo dentro e che magari non vogliamo mostrare al mondo. In quel momento ho pensato che io mi sono aperta al mondo con la transizione e non ci sarebbero state differenze tra le due mani, invece ho fatto dei movimenti molto più intimi e continuando a toccare varie parti del corpo come accarezzarle.
Infine la danza libera con le mani che lavoravano insieme, toccandosi, muovendosi in maniera coordinata, collaborando.
Mettersi in relazione con alcune parti del corpo, che di norma non consideriamo, sono tutto il giorno a fare il loro lavoro in silenzio, è stato come guardarsi dentro, considerarsi. Inoltre questo esercizio sulle mani ha influenzato il resto della serata, compresa l’ultima parte dove ho capito meglio la mia performance con che cosa voglio fare e con chi. Avrò bisogno di cinque persone che staranno quasi sempre ferme, mentre mi muoverò intorno a loro danzando, invitandole a muovere le mani e copiando i loro movimenti, in modo che queste cose diventino parte di me. Ognuno rappresenta uno specchio di me stessa, ma vista dall’esterno. Ho lavorato molto di mani questa volta.
Prima dell’esercitazione di chiusura serata, abbiamo fatto un esercizio, di scrittura creativa. Questa danza con le mani a ritmo di musiche molto dolci ha stimolato tutte. Il compito era di prendere una carta da un mazzo (c’era un disegno su ognuna), osservare l’illustrazione pochi attimi e scrivere qualunque cosa ci veniva in mente, possibilmente raccontando una fiaba o una piccola storia.
In passato, dopo avere fatto delle meditazioni oppure danza libera dove ho fatto esercizi simili, mi sono uscite sempre delle poesie incredibili, questa volta invece è stat una storia toccante.
Dopo la mia lettura, in cui ho messo tutta la mia esperienza di Teatro e Lettura Espressiva, mi hanno fatto tutte i complimenti per la storia, segno che è arrivata al cuore. Ho visto sguardi meravigliati.
Ted e Rami“Perché sei triste?” Domandò il ragazzino Rami al suo amico immaginario, l’orso Ted.
Entrambi davano le spalle all’altro, non usavano guardarsi da molto molto tempo
Una lacrimuccia uscì all’occhio e lenta scese lungo la guancia. Ted era triste e non rispose.
“Hai forse paura della fionda che ho in mano?“
Ted non rispose.
“Non ho più sassi da lanciare” gli disse Rami cercando di tirarlo su di morale, ma Ted rimase in silenzio con la lacrima che si era fermata lungo la guancia
“Allora la posa, così sarai più tranquillo” e così Rami lasciò la fionda
“Perché sei triste?” Domando allora TED l’orso. Rami non rispose.
“Hai forse paura di me che sono più grosso?
Rami rimase in silenzio, lo sguardo fisso davanti a sé.
“Non ho più lacrime da piangere” disse Ted “forse se anziché darci le spalle ci giriamo guardandoci negli occhi qualcosa succederà!”
Così fecero scoprendo che avevano così tanto in comune tra di loro, due occhi, il naso, la bocca e le lacrime. Entrambi piansero lacrime di gioia.
Non si voltarono mai più le spalle aiutandosi a vicenda.
Dopo di me ognuna ha letto la sua breve storia e devo dire che erano tutte originali e molto belle e soprattutto completamente diverse l’una dall’altra, come lo siamo noi donne.
La serata è terminata danzando la consueta canzone di Battiato “Voglio vederti danzare”. La danza libera con questo ritmo ti permette ogni volta di improvvisare e sentirti libera, Maria Cristina al termine ci ha detto che ci ha osservate ed eravamo bellissime.
Questo gruppo sta facendo molto, sono tutte donne che hanno qualcosa dentro di profondo ed è molto bello fare questo breve percorso con loro.