Settimana scorsa è stato pubblicato un mio nuovo articolo sulla rivista online Diversity Manager dove racconto tematiche transgender che offrono nuovi punti di vista rispetto ai soliti che riguardano transfobia, ormoni e operazioni chirurgiche.
L’ispirazione, come tutti i miei articoli, è dal mio vissuto transgender. Lo scorso anno quando ero in carica come segreteria nell’associazione ACET di Milano, ci era stato chiesto se volevamo partecipare a un torneo di calcio LGBT+, praticamente non c’era nessuna squadra trans esistente. Dato che il calcio è prevalentemente uno sport praticato al maschile, abbiamo avuto difficoltà a raccogliere i cinque giocatori, alla partita eravamo in sette e dopo ventiquattro ore c’erano già venti adesioni per partecipare agli allenamenti. Per motivi logistici non ho potuto continuare con questo progetto che continua tutt’ora a causa della distanza da milano e traffico la sera. (Leggi la storia).
Questa esperienza ci ha aperto un mondo e scoperto che la maggior parte delle persone transgender e non-binary, non fa nessuna attività sportiva a causa di timori, norme legali relative ai documenti, obbligo di usare lo spogliatoio “sbagliato” e altre cose. L’articolo offre spunti su questa esperienza.
Da LinkedIn “molto interessante! grazie per gli spunti
“