Due settimane fa avevo chiamato la mia amica Raffaella, che abita a Bologna e che avevo conosciuto al campeggio olistico due estati fa. Volevamo vederci e l’unica data possibile sarebbe stata questo weekend, altrimenti avremmo dovuto rimandare a oltre metà aprile.
La settimana non era iniziata bene quando lei mi ha scritto che era molto malata e ci siamo aggiornate a questa mattina per una conferma.
A causa dello sciopero dei mezzi pubblici e dei treni, sono dovuta andare in auto e avrei potuto annullare all’ultimo momento, anche se mi sarebbe dispiaciuto tantissimo. Altra incognita dell’ultimo momento era la forte pioggia che c’è stata in questi giorni e farmi il viaggio sotto la pioggia battente non sarebbe stato l’ideale, come mi ha scritto Raffaella “La visita deve essere un piacere
”.
Alla fine per fortuna sono partita, non ho trovato pioggia per strada, tranne all’ultimo chilometro arrivato a Bologna. Ho trovato per strada un numero notevole di camion che si superavano continuamente e questa è stata una piccola fonte di stress e di stanchezza. Dopo dopo quasi tre ore di viaggio, sono finalmente arrivata a Bologna. Ho cercato di capire come e dove parcheggiare scoprendo che in quella zona esistono solo parcheggi con strisce blu a pagamento e qualche parcheggio interrato anche esso a pagamento. Alla fine ho trovato un posto in strisce blu e l’ho lasciata lì due giorni aggiornando con l’app il pagamento orario.
Ho fatto circa seicento metri a piedi, per fortuna aveva smesso di piovere, ingombrata con il trolley, un borsone, lo zainetto e il beauty. Finalmente sono arrivata alla casa della mia amica e ho suonato il citofono.
Appena entrata in casa, prima ancora che mi togliessi il giubbino, ci siamo scambiate un lungo e caldo abbraccio.
Lei aveva bisogno di qualcuno, come me per confidare alcune cose della sua vita e che magari l’aiutassi a ragionare su possibili soluzioni, mentre io avevo bisogno di staccare dal lavoro e altre fonti di stress, praticamente un viaggio fuori dalla Lombardia, una piccola vacanza.
La cosa interessante è stata che, lo scorso anno in campeggio, Raffaella mi ha chiesto varie il mio parere “al maschile“, mentre adesso ha aggiunto “di quello che ti ricordi
“, segno che mi percepisce completamente come una donna, oppure sicuramente ha capito che non è rimasto molto del mio passato maschile, il che è vero. Io e me stesso siamo due persone diverse e non mi manca.

Siamo rimaste insieme fino a domenica pomeriggio inoltrato, quasi 48 ore. In questo periodo di tempo abbiamo parlato molto di tantissimi argomenti, alcuni molto seri ed altri ludici e alcuni buffi. Da parte di entrambe c’è stata una grande volontà di ascolto dell’altra, senza giudizio e il fornire idee indicazioni, ma non consigli. Ho capito che con la mia empatia, il mio ascolto e le domande/osservazioni che faccio, in realtà fungo da specchio e l’altra persona è come se stesse elaborando tra se le cose che mi racconta. Non percepisco tutto, ma già dirle cosa ho percepito dal suo discorso è di aiuto a focalizzare quelle cose e verificare se sono davvero importanti.

Siamo uscite sia venerdì che sabato sera, rientrando a casa tra la una e le due di notte, per poi rimanere a letto a continuare a parlare per un’altra ora, poi abbiamo dormito insieme nel lettone senza disturbarci troppo. Mi sono sentita a casa, non un’intrusa e neppure un’amica in visita. In alcuni momenti mi è sembrato che fossimo coinquiline da tempo!
Intimità. Non c’è stata nessun problema da parte di entrambe ad andare a turno in bagno, cambiarci anche le parti intime senza andare a chiudersi in bagno, abbiamo anche dormito insieme nello stesso letto matrimoniale. Nel mio passato maschile questa cosa non sarebbe stata possibile e forse avrebbe creato un senso di disagio, invece è sembrato tutto perfettamente naturale e senza nessun secondo fine sia sessuale che psicologico.

Quando ci siamo truccate per uscire, ho notato la differenza tra il mio make-up e quello di Raffaella. Guardando il suo viso si vede che è truccata, anche molto bene, mentre io sto optando per valorizzare e femminilizzare il volto con un make-up che non dovrebbe notarsi più di tanto, qualcosa tipo che non sembro truccata. Il secondo giorno mi ha fatto questa interessante osservazione “vedo che ti trucchi sempre”, Ho notato che mi sento molto più femminile e a mio agio quando questo make-up mi aiuta a femminilizzare il volto.
Al mattino ci siamo svegliate molto tardi, intorno alle ore 10:00 per fare una lenta a colazione, condita di chiacchiere, per poi uscire a fare un giretto a vedere il mercato dell’abbigliamento usato. Ho comprato una tuta e una felpa di colore bianco, più leggera di quelle che ho, per partecipare agli eventi di meditazione dove spesso è richiesto il dress code bianco. Spesa per entrambe solo 10 €. Siamo ritornate a casa e abbiamo pranzato alle ore 15:00, prendendoci il nostro tempo di cibo preparato assieme e chiacchiere. Alla sera avevamo dato dentro molto mangiando carne e affettati così abbiamo optato per qualcosa di vegetariano e in particolare il radicchio al forno con sopra una granello di cornflakes tritati e spezie varie. Infine siamo uscite sul tardi per andare a cena.

Venerdì sera siamo andate a mangiare in un locale specializzato in vino e salumi, abbiamo preso un tagliere in due, dove ovviamente c’era anche una Bologna strepitosa. Da bere un calice di vino rosso leggero e molto buono. Due ore e mezza a parlare e raccontarci gli ultimi sei mesi.

Sabato sera, assecondando un mio desiderio, siamo andate in un trattoria di cucina bolognese. Purtroppo i locali che ci avevano consigliato erano tutti piene, ma comunque abbiamo mangiato abbastanza bene. Tra i cappelletti in brodo di cappone, ho visto il cameriere servire un’altro tavolo ed erano pochi in un piatto enorme, ho scelto le lasagne alla bolognese.
Con noi c’erano Lucia, un’amica di Raffaella, e Mario che abbiamo conosciuto i campeggio, un signore in pensione, ex ferroviere, gradito compagno per le sue storie e il modo di porsi con noi, un signore.

Usciti dal locale intorno alle ore 22:30, ci ha raggiunti Martina, altra amica di Raffaella, e Stefano che avevo già conosciuto al campeggio quest’estate. Un bel gruppo di persone che non si conoscono a fondo, ma siamo stati bene insieme. La temperatura era di 10° e in strada c’erano tantissimi giovani. Bologna ha delle ottime università e arrivano anche dall’estero per studiare.
Abbiamo camminato molto, io con gli stivali con il tacchetto, alla fine ci siamo seduti a chiacchierare e bere una birra piccola in un pub. Non credo di aver mai passato una serata in giro per una città, con degli amici con cui mi trovo bene e soprattutto non dovevo guidare per tornare a casa, che per me è una novità.
Quella sera ho camminato per circa 5 km sul tacchetto di 3 cm.
In questi due giorni pensavo di vedere in giro più persone transgender. Bologna ha un centro abbastanza famoso dove fornire servizi, ma ne ho vista una sola che era in età da pensione. L’abbiamo riconosciuta per il portamento e il modo di camminare, forse anche un po’ per il viso. Mi chiedo sempre: se siamo così tanti in tutta Italia, perché non ne incontro mai?.
Una cosa per me nuova è stata di camminare a braccetto con la mia amica e riuscire a sincronizzarmi i passi con lei, altrimenti saremmo rimaste sbilanciate, soprattutto per via della mia altezza. In seguito mi ha detto che in alcuni momenti era per reggersi a qualcuno, era ancora stanca dai medicinali che stava prendendo.

Domenica mattina ho tirato fuori le mie conoscenze maschili e le ho sistemato la mantovana della tenda in camera da letto che si era allentata. Il giorno prima Raffaella si era fatta prestare da un vicino il trapano, le avevo suggerito che se non c’era modo di sistemare avremmo dovuto fare dei buchi nuovi. Per fortuna erano solo due viti che si erano allentate, ho fatto in fretta soprattutto grazie alla mia altezza che sono arrivata agevolmente al soffitto con la scala.
Il primo giorno ha parlato soprattutto lei, cui ho dato le mie opinioni, ma la domenica mattina durante la colazione le ho raccontato un po’ di me e dell’operazione di vagino-plastica che mi piacerebbe fare, ma che per problemi economici sembra impossibile. Mi ha fatto qualche domanda a riguardo e ho capito che in effetti, tutto questo procedimento legale e ospedaliero è molto oscuro per le persone CISgender e che per loro è difficile da comprendere.
Ad un certo punto, non ricordo esattamente cosa ho detto, mi sono commossa e ho pianto e ci siamo abbracciate per un po’. Ricordo che le avevo accennato dell’amore (non sessuale) che c’è adesso da parte di molte persone e lei ha detto “te lo meriti
”.
Il sunto di questo mio sfogo è stato che ho capito che devo focalizzarmi su un obiettivo alla volta e cercare di raggiungerlo, senza che diventi un’ossessione anche perché magari l’obiettivo potrebbe mutare nel tempo e alcune cose che adesso sembrano molto importanti, magari non lo saranno più.

Domenica a pranzo è venuto a trovarci Mario, che ci siamo visti ieri sera e conosciuti sempre al campeggio, lui aveva già pranzato e abbiamo chiacchierato un po’.
A malincuore ed arrivato il momento per me di tornare a casa e dopo un sentito ed estremamente lungo abbraccio, sono tornata all’auto per rientrare a casa. Gli occhiali nuovi hanno funzionato e mi sono stancata molto meno a guidare nonostante il traffico intenso dei milanesi che rientravano per il weekend e il buio della sera.
Raffy “Adesso sono nostalgicamente triste, ma questa tristezza da valore alle cose preziose. Sento tutto il conforto e l’allegria del nostro weekend, nella cura reciproca e nelle attenzioni che solo noi donne sappiamo dare. In questo periodo, molto duro, mi ero dimenticata della mia emotività e la tua partenza l’ha sprigionata….
”
Forse era anche necessario. Anch’io ti voglio bene, e spero di rivederti al più presto. Intanto teniamoci in contattato, un abbraccio forte e buona notte
Le emozioni sono la vita, possibilmente meno di quelle negative… invece stavo perdendo una parte di me (non so bene quale, ma non ero più centrata sui chakra), fermandomi da te l’ho ritrovata. È stato un weekend meraviglioso, a presto.