Sono andata a fare una meditazione guidata di mindfulness organizzata da un’associazione nata da poco che si chiama Ametista Anima Mente Corpo. Avevo visto l’annuncio su Instagram e l’evento è gratuito, un po’ per curiosità e un po’ perché volevo uscire di casa dopo il lavoro.
Sono arrivata lì leggermente in anticipo per capire meglio dove si trovava e in effetti ho fatto fatica, si trovava in una via laterale non illuminata e nonostante sia passata davanti due volte al cartello che indicava i numeri civici all’interno, non la vedevo.
L’associazione si trova dentro un appartamento e appena entrata era piena di gente, c’erano anche due maschi cosa inusuale.
In un’altra stanza abbiamo lasciato giubbotti, scarpe, borse per rimanere nella stanza principale dove era stato allestito uno spazio vuoto quadrato con attorno dei materassini.
C’erano molte persone che si conoscevano e c’erano anche sei sorelle, quando a turno ci siamo presentati pensavo fosse il nome di un club.
Alla fine eravamo diciotto e la cosa curiosa è che dove mi ero seduta io a fianco si sono seduti i due uomini. Ho cercato di essere il più femminile possibile nella postura per differenziarmi da loro. Credo di esserci riuscita perché tutti con me si sono rivolti sempre al femminile, anche se era la prima sera che mi conoscevano.
Dopo un’introduzione fatta da Maria Cristina che ha descritto le finalità dell’incontro, è iniziata la meditazione che è durata dodici minuti, per metà delle partecipanti è stata la loro prima volta.
Mi è servita molto farla, nell’ultimo periodo mi sto riprendendo e le cose che dimentico sono davvero pochissime e nel caso me ne rendo conto subito dopo, faccio molta più attenzione. Qualche giorno dopo ho accennato il fatto con la mia vicina di casa che mi ha detto che quando accadono fatti tragici, le cose che tieni dentro escono anche i mesi dopo e nel mio caso si sono aggiunte anche dei fatti belli bellissimi nello stesso momento, cosa molto destabilizzante.
Questa settimana farò ben tre meditazioni di gruppo, di cui una danzante la domenica. Devo trovare una allineamento con me stessa e la mia pace interiore, questa sera è stata una prima occasione.
Ho visto che fare la meditazione da sola in casa non funziona e non riesco a scaricare davvero tutto, probabilmente anche a causa dello smart working che mi tiene in casa tutto il giorno e ho voglia di evadere.
Terminata la meditazione, Maria Cristina ha chiesto se qualcuno voleva condividere qualcosa e c’è stato il solito silenzio imbarazzante che ho rotto come mio solito. Non sapevo bene cosa dire e non volevo commentare la meditazione per sé. Non so come ma ho raccontato i fatti accaduti negli ultimi mesi dalla perdita di mia sorella all’accettazione da parte di mio padre dopo quattro anni, senza entrare nello specifico della transizione di genere.
Questo tirare fuori qualcosa di estremamente personale ha colpito molte ragazze e qualcuna dopo di me, ha raccontato qualcosa anche di loro e personale. Mi piace tantissimo conoscere la gente e le loro storie, mi arricchisce dentro.
La parte finale della serata è stata impegnata nel raccontarci i fini della associazione Ametista e di quello che vorrebbero fare. Quando hanno accennato alla Lettura Espressiva, ho alzato la mano e ho detto che io sono ne in grado, poi non ricordo in che momento, ho accennato anche alla danza e al cerchio di donne.
Con queste due dichiarazioni mi sono quasi iscritta all’associazione e parteciperò ancora ai loro incontri e magari vedrò di aiutarli in qualche modo con le mie capacità, sempre nel tempo del giovedì sera.
Maria Cristina, in seguito, mi accennato che le piacerebbe che partecipassi a un progetto che si inizierà alla fine del mese che riguarda un’associazione contro la violenza di genere. Nel presentarmela specificato bene la parola donna e in quel momento non me lo sono sentita di rivelare ufficialmente che sono una donna transgender, nello stanzino mentre tutte si cambiavano c’era parecchio rumore.
Il progetto si articolerà in una decina di incontri che culminerà in uno spettacolo da farsi nel mese di giugno, che è uno dei motivi della mia partecipazione per aiutare in ambito teatrale e di interpretazione.
Il progetto si articolerà in una decina di incontri che culminerà in uno spettacolo da farsi nel mese di giugno, che è uno dei motivi della mia partecipazione per aiutare in ambito teatrale e di interpretazione.
Il giorno dopo mi ha girato i contatti e ho scritto a questa associazione specificando il mio essere trans e che vista la particolarità dell’iniziativa non avrei voluto arrecare disagio alle partecipanti che magari si sarebbero sentite violate dalla mia parte maschile ancora presente.
Mi hanno risposto che non hanno pregiudizi, ma che non conoscono ancora tutte le altre partecipanti così il primo giorno della prova, si cercherà di capire se questa cosa è vera. Avrei potuto anche non dire nulla, ma ho preferito mettere in chiaro subito questa cosa.
Maria Cristina “Piacere di averti conosciuta
”.