In questo momento sono a letto con l’influenza, ho un leggero mal di testa, ma per fortuna niente febbre, e una debolezza generale. Sono a letto da ieri sera, tranne una pausa per andare in farmacia che mi ha spennato con 2 farmaci per 27€!
Venerdì scorso sono andata a cena con le mie amiche del workout di danza, il ristorante era da Signorvino all’interno di un nuovo centro commerciale “Merlata Bloom” poco distante da dove facciamo danza. Passandoci con l’auto dalla tangenziale non si capiva quanto fosse davvero grande, ha tre piani di parcheggi e non ne vedi la fine. Salita con l’ascensore ne ho attraversato metà con una lunga camminata sui tacchi alti, volevo essere vestita bene e molto donna, ma forse erano meglio le sneakers. Il soffitto è altissimo e dentro c’è tanto spazio da far girare la testa.
Arrivata scopro che vende vino a prezzi bassi e ha una zona dove mangiare.
Arrivano le mie amiche che mi abbracciano tutte dopo le due notizie: mia sorella è deceduta e mio padre ha accettato il mio essere donna. Lunghi e stretti abbracci, il loro sostegno in questi mesi è stato notevole come anche altre amiche in altri ambiti.
Causa influenza, delle quindici prenotate, eravamo solo in sette. La serata è trascorsa in serenità bevendo tre bottiglie di prosecco e affettati vari, nonché una focaccia con burrata e mortadella strepitosa, ma impegnativa da mangiare. Si è parlato di tutto e in un paio di momenti mi sembrava di stare a una cena condominiale visto l’argomento trattato.
Alle ore 23:00 ci hanno buttate fuori, il centro chiude a quell’ora e si può uscire solo dalle uscite di sicurezza, per fortuna ho ritrovato la strada, l’ascensore che portava al piano meno tre funzionava ancora, non mi ci vedevo a vagare con i tacchi e il vento forte a cercare l’auto.
Il mattino dopo sono andata a fare pilates, non me la sono sentita di tornare lì per la lezione di danza, anche perché domenica avremmo fatto il laboratorio con Adriano. Anche a Pilates ho ricevuto dei calorosi abbracci, molto intensi.
Lunedì sera sono andata a fare yoga, dovevo recuperare una lezione, e ancora abbracci e vicinanza. Nella parte finale con la meditazione ho pianto, non di tristezza e neppure di gioia, solo uno sfogo delle emozioni di questi giorni. Ho anche ritrovato il mio centro e l’essere Bianca. Mi ero resa conto che ero tornata in parte al maschile, credo come modo di ragionare, inconsciamente per non farmi vedere troppo diversa da mio padre dopo quattro anni.
Francesca, l’insegnante ha capito e sorriso teneramente. Fare meditazione da sola a casa non mi da lo stesso effetto di farla in gruppo.
Martedì sera è stata la volta di fare zumba con Simone, il nuovo insegnante. Un ragazzo davvero energetico e che ti motiva. A differenza dell’insegnante di prima facciamo movimenti molto più di danze caraibiche che mi sono più consone. Ha voluto fare il selfie di gruppo a fine lezione e rivedendomi noto sempre che dopo aver danzato ho il viso felice, spero non sia solo l’ossigenazione.
Mercoledì sono andata al lavoro a Milano ed eravamo la metà, tutti gli altri a casa malati. Credo di aver preso l’influenza in treno.
La sera ho avuto un calo fisico e mi sono sdraiata sul divano per mezz’ora e per fortuna mi sono ripresa per andare alla biblioteca, che è quasi sotto casa, per la lezione di lettura espressiva. Stiamo preparando un mini spettacolo che ci sarà il giorno 13 dicembre, siamo in sedici e ognuno legge una frase, tranne i narratori che hanno una parte fissa da leggere.
Sta uscendo un lavoro interessante e stimolante. Gabriele, l’insegnante, mi dà delle ottime suggestioni per leggere meglio dando enfasi a parte delle frasi, insieme abbiamo analizzato i testi perché se non li capiamo noi, chi ci ascolterà non capirà cosa leggiamo.
In biblioteca c’era molto caldo per fortuna mentre a casa mia al massimo arrivo a 18 gradi, la casa non è stata costruita con i materiali presenti nel capitolato, ma lo abbiamo scoperto solo dopo avere fatto il mutuo.
Giovedì mattina l’influenza iniziava a farsi sentire e ho passato la giornata, lavorando da casa, sentendomi come in una bolla. La sera sono crollata e dopo una notte travagliata questa mattina stavo ancora peggio.
Ho fatto troppe attività recentemente? Come mi ha ricordato l’insegnante di zumba “Abbiamo una sola vita e dobbiamo viverla appieno”, in realtà io sto vivendo una seconda vita e mi sono resa conto che nell’ultima parte della prima non stavo vivendo per nulla, solo trascinarmi giorno per giorno. Come Bianca ho ancora tanto da fare, da imparare, cercare di recuperare il tempo perduto.
Stranamente non sento più la necessità di fare la mastoplastica additiva come il mese scorso, anche perché il seno ha ricominciato a crescere e riempiersi. Non mi interessa avere le tette enormi che sono un impedimento, non è che averle più grosse si gode di più come pensano i maschi.