Oggi è l’anniversario del terzo anno dall’inizio della terapia ormonale sostitutiva, da domani inizia il quarto anno. In queste occasioni si fa il punto della situazione e si guardano le prospettive future.
La prima cosa è che mi è sembrato è che questi tre anni sono trascorsi molto in fretta, sicuramente sono stata molto impegnata a fare le mie mille attività e le vedo tutte da questo blog, ma forse un po’ dipende anche dall’età quando lo scorrere del tempo cambia rispetto a quando si era giovani, in cui magari, un pomeriggio di noia non passava mai.
Mi sono riletta le pagine del blog i giorni precedenti prima di riuscire a prendere gli ormoni (apri articolo del blog il giorno prima, apri articolo del blog prima dos) e il giorno stesso. Avevo un po’ di paure e delle aspettative, si sono rivelate esatte?
Il percorso di affermazione di genere si è rivelato più lungo e complesso del previsto, riuscire a cambiare i documenti sembravano un’impresa impossibile, ma una volta raggiunto l’obiettivo ho scoperto che fare le eventuali operazioni chirurgiche con il servizio sanitario nazionale, è ancora più complicato del previsto. Nessuno sa nulla, se scrivi ai vari centri ospedalieri, dopo aver trovato i loro indirizzi e-mail in Internet, non ti rispondono, oppure forse rispondono dopo mesi. All’ospedale Niguarda, dove faccio la terapia ormonale sostitutiva (TOS), ho trovato il reparto che fa la mastoplastica additiva e mi hanno risposto invitandomi a fare la visita privatamente senza nemmeno indicare quanto costa. (più tardi ho scoperto una pagina interna al sito dell’ospedale dove indicano i professionisti e il costo della visita). Ho scritto di nuovo, specificando che la vorrei fare con servizio sanitario e mi hanno risposto che dopo non potrei scegliere il medico, ma tanto non conosco quel medico che mi ha risposto. Il problema è che non mi hanno detto cosa indicare nell’impegnativa che si deve chiedere al medico di base. Il servizio sanitario sta andando davvero al collasso.
Sono stata dal medico di base e ha trovato cosa indicare, peccato che ho scoperto in seguito che in quel reparto non è possibile fare la visita con SSN, rimane un mistero come prendano i pazienti che non vogliono pagare 200€ per una visita. Dovendo spendere tanto vale andare a Trento dove c’è il migliore per queste cose.
Le modifiche fisiche portate dalla terapia ormonale ci sono state e in un certo senso sono andate oltre le mie aspettative, che erano molto basse. Il mio corpo ha reagito molto bene, non ho avuto problemi di emozioni e di andare fuori di testa nei primi mesi. Il fisico è parzialmente cambiato e la perdita di muscolatura iniziale si è mantenuta. Mi ha sorpreso la modifica del viso, anche se è stata minimale, dove l’ovale del volto è molto più femminile, soprattutto dopo aver messo un minimo di make-up e il fondotinta che adesso dura molto di più.
La terapia è rimasta la stessa dopo i primi tre mesi, quando sono passata da usare il gel all’applicare un cerotto, così non devo aspettare che si asciuga il gel, ottimo per l’inverno, che anche se sono solo dieci minuti di attesa, in casa fa freddo.
Credo di essere felicemente donna. Non è una certezza e ancora ogni tanto ho degli alti e bassi, forse provocati dagli sbalzi ormonali, anche se non ho un ciclo di trenta giorni mi capita grosso modo una volta al mese questa cosa.
Qualche settimana fa ho avuto un principio di influenza e ho preso quattro ore di permesso, sono stata a dormire dopo aver preso una Tachipirina che mi ha fatto uscire della febbre. Ho provato a farmi un selfie e nelle fotografie c’era il me stesso maschile, almeno mi vedevo così. La cosa curiosa è che prima di iniziare la transizione, quando non stavo bene, attingevo al mio lato femminile che sembrava invulnerabile, mentre adesso è il contrario e anche se non è così veloce a guarire.
Tornando al discorso delle operazioni chirurgiche di affermazione di genere, sono alla ricerca dei documenti per cercare di ottenere il rimborso dalla Regione Lombardia, che va fatto in anticipo, per poi far l’operazione all’estero. Rimane comunque il problema che è un rimborso che arriverà dopo un anno e devo trovare i soldi in anticipo. Questa cosa di decidere davvero se fare queste operazioni (seno e vagina) è stata una scelta che era molto al di là nel tempo quando ho iniziato e sebbene ci ho pensato molto, non mi sono mai messa a confronto con la realtà e prendere una decisione.
Ora sto chiedendo preventivi e cercando di capire come farle e dove. Queste difficoltà mi fanno venire dei pensieri di dubbio e forse non le voglio fare. C’è un po’ di timore, anzi sicuramente un po’ di paura, nel modificare il mio fisico in maniera così importante.
Come seno ho una coppa B in leggera crescita, ma non continuerà a crescere a lungo e voglio davvero avere una coppa C abbondante? Al momento la risposta è sì, anche che sarà più ingombrante per fare le mie varie attività sportive.
Entrambe le operazioni sono due cose che hanno una lista d’attesa estremamente lunga. Il piano è cercare di capire se posso farle e quando sarà il momento prenderò la decisione definitiva su ognuna.
Il mio viaggio di esplorazione del mondo femminile continua e la destinazione finale sembra ancora lontana, essere donna è molto complesso e non c’è un vero obiettivo da raggiungere per esserlo appieno.
Sono felice? In realtà sono serena, vivo il momento, faccio attività che mi piacciono frequentando persone che mi danno tanto affetto, non ho problemi gravi di salute. Mi manca da esplorare il lato amoroso di coppia che è una cosa che dovrò cercare di affrontare e capire, indipendentemente da avere una vagina oppure no.
Abby Gioia su un gruppo Facebook, rispondendo a una donna trans che aveva alcuni dubbi sulla normalità della sua vita dopo mesi di terapia ormonale, le ha spiegato molto bene gli stati del percorso di affermazione di genere. “È tutto nella norma!…
”
La prima fase è quella dell’innamoramento, del viaggio che si sta per intraprendere, dove tutto è stupendo e psichedelico, ma anche paradossalmente controverso perché pieno di insicurezze.
Si estremizza tutto: abbigliamento, trucco, modo di porsi, etc… Perché si è ancora molto insicure di se, in particolare nel calibrare la propria vera e giusta dimensione identitaria.
All’inizio migliaia di domande affollano la nostra mente, perché ci si riscopre giorno per giorno nel nuovo ruolo di genere.
Poi, tutto entra lentamente nella “norma”, appunto perché i feedback dell’interazione con gli altri cominciano a fare parte della routine quotidiana, sia nel bene che nel male.
È a questo punto, che dal volo pindarico si “atterra” nella vita reale! Per tantə è tutto banalmente perfetto, per tantə altre, specialmente per coloro che non avevano basato la transizione sulle giuste basi, si ritrovano in un limbo di conflitti, incertezze e pentimenti, che difficilmente conducono a benessere e pace, bensì, a un vero e proprio inferno.
La mia personale chiave di volta, che mi ha guidata e continua a guidarmi in questo nostro meraviglioso ed eterno viaggio, e che è divenuta per me un vero mantra, è una parola parola magica e risolutiva: Accettazione!…
Sia nella riscoperta di se stessə che del resto del mondo.
Quindi, la risposta alla tua domanda è palese… Ti sei finalmente accettata!
Ora puoi accettare anche di prenderti una pausa e goderti il panorama; per poi, eventualmente, ricominciare un altro meraviglioso viaggio.
In bocca alla lupa per tutto!