Questo è il mio terzo articolo pubblicato su questo sito. La volta scorsa la redazione mi aveva riscritto metà del testo e rileggendolo avevano ragione, avevo usato un tono troppo personale. Questa volta gli interventi sono stati minimi, più che altro riscrivere alcune frasi ed è stato interessante leggere la stessa cosa con una grammatica diversa.
Su alcune cose ho dovuto battagliare e spiegare il perché dell’uso di alcuni vocaboli che per le persone transgender hanno un significato preciso anche se grammaticalmente non corretto.
Dopo l’approvazione ho fatto una video call con il responsabile della redazione è abbiamo fatto l’elenco dei temi per i miei prossimi articoli: l’evento di Pavia su “Cancro e benessere sessuale”, la mostra fotografica “Ri-scatti”, transizione e sport con la squadra di calcio AceTeam, il gruppo di lavoro Oncogender e le attività in corso. Altri possibili temi per il prossimo anno sono “Nutrizione e Terapia Ormonale Sostitutiva”, statistiche su quante persone transgender ci sono in Italia e perché se siamo così tanti non ci vedete in giro dappertutto?
Questo articolo era stato messo a calendario per Novembre, ma sembra che un’altro autore non è stato pronto con il suo pezzo, così è stato pubblicato oggi! Ogni volta sono abbastanza emozionata a vedere pubblicato qualcosa di mio. La mia ex presidente dell’associazione, che ha apprezzato il testo, mi ha chiesto come mai nelle mie qualifiche non viene citata l’associazione di cui faccio parte. La spiegazione è che mi sento più libera di esprimermi senza che possa essere interpretato come un pensiero dell’associazione e siccome mi sono dimessa dal direttivo, le mie idee non coincidono più con quelle associative. Il fine ultimo è lo stesso, ma non il modo di arrivarci.
È online un nuovo articolo sulla nostra rivista Diversity-Management.it!
Quando pensiamo alla medicina riusciamo più facilmente a immaginarla declinata in base alle diverse età delle persone piuttosto che al loro genere.
Storicamente, infatti, la scienza medica e la farmacologia non hanno tenuto conto delle differenze fra uomini e donne: un bias che in passato ha generato diverse problematiche e che, ancora oggi, si ripercuote sulla salute delle persone.
Negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede il dibattito intorno alla medicina di genere, ovvero la pratica di cura che tiene conto di diversi fattori come il genere, ma anche l'età, le caratteristiche fisiche e, non ultimo, l'essere o meno persone transgender. Il percorso di transizione di genere, infatti, presenta numerose difficoltà e, in un'ottica di prevenzione e salute, è importante che il personale medico sia adeguatamente preparato a relazionarsi con chi si trova di fronte, includendo nell'anamnesi le diverse specificità della persona.
L'obiettivo non è solo quello di perseguire il benessere fisico, ma anche di promuovere quello psicologico: la presenza di stereotipi, purtroppo ancora oggi molto diffusi, unita alle difficoltà dell'iter burocratico per il cambio di genere porta molte persone transgender ad abbandonare e a volte a non iniziare nemmeno il proprio percorso di cura.
A partire dalla propria esperienza di persona transgender, Bianca Iula ci fornisce un interessante approfondimento sul tema della medicina di genere condividendo anche interessanti spunti sul linguaggio inclusivo.