Oggi è la quarta domenica che rimango da sola e ho dei sabati fin troppo intensi. Ieri mattina sono andata a fare la lezione di workout con la danza caraibica, anche oggi c’era il pienone (ben dodici) e c’erano tre ragazze nuove.
A parte quelle che mi conoscono, mi sento sempre più a mio agio, forse perché con le ragazze nuove non devo raccontare nulla della mia transizione. Sono nella fase di essere tranquilla senza dover spiegare tutto a ogni volta.
La settimana è stata abbastanza abbastanza intensa e martedì mattina mentre indossavo le scarpe scarpe la mia lombosciatalgia è tornata a farsi sentire con un bel dolore alla schiena, come quasi tutti gli autunni. E’ uno dei motivi per cui faccio così tanta attività fisica e cerco di non mettere peso per non gravare sulla colonna vertebrale.
Ho cercato di stare seduta comoda e ho messo varie volte il Voltaren gel, dovevo stare bene perché in serata avrei avuto la prima lezione di prova di Zumba, la tengono in una palestra a 500 metri da casa e per una volta può essere comodo fare un’attività invernale senza dover prendere la macchina e fare tanti chilometri la sera.
Avevo la lezione alle ore 20:00, arrivata lì in anticipo, ho scoperto che prima fanno anche altre due edizioni con altre attività fitness (GAG e TotalBody). A partecipare mi aveva invitata una compaesana, Raffaella, ci siamo viste solo due volte, ma ci stavamo seguendo su Facebook e abbiamo delle affinità . Nel far la prova eravamo in nove. Ho comunicato il mal di schiena e l’insegnante è stata molto carina e professionale, durante l’intensa lezione, prima indicava me e un’altra ragazza con il movimento da fare, praticamente senza fare i saltelli, e solo dopo un gesto a rotazione con la mano, mostrava alle altre quello che dovevano fare. E’ un’attività per bruciare più grassi possibile in poco tempo, molto movimentata e con alcuni passi di danza similari a quelli che faccio al sabato. Ci ha incitato un paio di volte a fare anche delle urla e qui si è rivelata la mia carenza di voce, non sono ancora in grado di fare gli urletti tipici femminili. Magari riuscirò a entrare in confidenza con alcune partecipanti e trovare interessi comune per fare delle attività in zona. La lezione è andata bene e alla fine non avevo un aumento di dolori.
Il giorno dopo sono andata a fare pilates, mi è servito parecchio e al termine della lezione non avevo quasi più nessun dolore.
Oggi Bruna mi ha chiesto dove ho preso la mia tutina da danza in due pezzi, quelle che ha lei dopo un po’ danno le fastidio. Sono realizzate per fare camminate e brevi corse, ma per un allenamento con danza non sono l’ideale, mentre la mia è attillata senza stringere.
Della marca che prendo io non c’è un negozio nella sua zona, ma Alessandra ci ha detto in quale sito li compra lei (OceansApart). I prezzi sono alti come la marca BeGood che ho preso io, ma ci ha detto che se li segui su Instagram, molto spesso pubblicano degli sconti a volte anche notevoli.
La lezione è terminata con il consueto caffè al bar, ma eravamo solo quattro oggi.
Sono tornata a casa dove ho fatto la doccia, pranzato e dormito una mezz’ora. Dovevo fare il bonifico e andare a iscrivermi personalmente per la palestra di Zumba. L’ho scoperto ieri sera perché la mia amica mi aveva scritto, scoprendo che non mi avevano inserita nel gruppo WhatsApp e quindi pensavo di avere tempo, mentre oggi era l’ultimo giorno per farlo. Meno male che oggi pomeriggio l’altra mia attività sarà in zona.
Arrivata sul posto ho compilato i moduli e consegnato un sacco di fotocopie: carta d’identità, tessera sanitaria, certificato di buona salute, il versamento del bonifico e il modulo compilato anche qui è stato liberatorio non doveva spiegare più niente e essere trattata al femminile dalla segreteria.
Sono andata a Treviglio dove nella mia ex scuola di teatro (SATS) facevano un open day e in teoria avrebbero presentato anche alcuni dei nuovi corsi. Arrivata sul posto ho scoperto che era quasi solo per il mini circo e giocoleria per bambini, inoltre proprio oggi anche una associazione genitori e l’orto botanico avevano un open day: c’erano un sacco di bambini in giro, tutti piccolissimi.
Ho fatto due chiacchiere con la mia insegnante Stefania di Lettura Espressiva e poi quando mi hanno fatto male le gambe a stare ferma sono andata in centro per fare una passeggiata.
Non so per quale motivo sono entrata in farmacia per chiedere se avevano il mio farmaco che non si trova più facilmente dal corso gennaio, questa settimana avevo comprato alcune confezioni di Aldactone da 25 anziché quella da 100 e stavo alternando un giorno l’una e un giorno l’altra per farle durare di più per arrivare alla mia prossima visita che sarà a febbraio.
Non chiedo nemmeno se ci sono quelli da 25, ma non ricordo come è saltato fuori che anche quelli da 100 c’erano, così ho preso quattro scatole e in seguito in un’altra farmacia altre tre. Sembra che sia tornato disponibile, ogni caso sono a posto fino a dicembre e nei prossimi giorni cercherò di recuperare altre sei scatole per arrivare giusta giusta alla visita.
Sono ritornata alla scuola e ho passato il tempo parlando con alcune persone, e con mia delusione del corso adulti non era venuto quasi nessuno. Alle ore 20:00 abbiamo allestito due tavoli per fare un aperitivo, come al solito un sacco di persone aveva portato qualcosa da mangiare. Venerdì pomeriggio avevo preparato anche io una specie di torta salata che ho tagliato a quadretti, ma l’ho lasciata in auto perché non mi era più sembrata così buona quando l’ho assaggiata.
Ho cercato di trattenermi, non abbuffarmi e di non fare pasticci, ma focacce e salame mi hanno tentata e ho ceduto!.
Abbiamo sparecchiato mentre le ultime famiglie riuscivano a riportare a casa i vari bambini che stavano facendo acrobazie nella sala, alcuni sono davvero incredibili ad appendersi alle stoffe.
Abbiamo montato, anzi hanno montato, gli strumenti per fare una jam session e rispetto all’anno scorso avremmo potuto suonare insieme al magnifico duo che si esibisce una volta l’anno: “I fratelli Pantegana”. Band umoristica, ovviamente.
Maurizio, uno del duo, mi ha chiesto quale strumento suono e ho risposto a nessuno, così ha mi ha dato un tamburello abbastanza grande.
In sala non era rimaste poi così tante persone e dopo un primo brano timido, uno del pubblico cantato una tarantella e sono andata a ballare in centro alla stanza, terminato il ballo ho preso il tamburello e mi sono unita la band. C’era anche un ragazzo che suonava il cajon, che poi ho provato a fine serata. Le parti vocali sono state fatte dalla mia insegnante di canto e un ragazzo dalla voce incredibile, poi si sono aggiunte di volte in volta altre altre signore e pure io nei cori. Ci hanno soprannominate le “Tre Marie”.
La mia voce è molto migliorata, ma ho davvero bisogno di un insegnante che mi aiuti a usarla al meglio.
Quando ero molto giovane avevo provato ad imparare a suonare la chitarra scoprendo che per metà degli accordi le dita non ci arrivavano, così sono passata alle tastiere e anche qui è successo la stessa cosa. Praticamente ho smesso di provare a suonare, non riuscivo nemmeno a tenere un ritmo costante con la batteria.
Trent’anni dopo mi ritrovo donna e a suonare in un gruppo improvvisato. La serata era giusto per il divertimento e ho notato che anche gli altri ogni tanto impiegavano qualche secondo per adeguarsi al ritmo oppure per capire quale canzone stessero suonando. Praticamente una serata di puro cazzeggio musicale che ha spaziato in tutti i generi musicali.
Ho scoperto che si può suonare il tamburello, non solo per fare il rumore dei piattini, ma come uno strumento molto versatile.
Mi sono trovata a usarlo come se fosse un bongo che forse è questo il mio strumento musicale ideale, le mie dita sembrano sapere dove andare e quando emettere i suoi suoni colpendo il tamburo.
Non stavamo suonando per il pubblico, ma per noi e per puro divertimento, infatti man mano che si faceva tardi andavano via tutti finché non siamo rimasti solo noi alle 22:30. Scherzando ho detto che la caratteristica del gruppo è iniziare a suonare con la platea piena e che avremmo smesso solo quando non sarebbe rimasto più nessuno!.
Oltre a pezzi classici abbiamo suonato i cavalli di battaglia dei “Fratelli Pantegana”: “i pistacchi di bronji” , “oh mia bella madonnina di Sarajevo”, e soprattutto soprattutto “Rubo rame” storia di un rumeno che ha quella professione.
Ho anche ballato e fatto un paio di scenette come mimo in base a certe canzoni.
Mi sono divertita un sacco, ho riscoperto le mie doti musicali e vocali, forse mi ero limitata nel mio disagio maschile. Ero rilassata in un ambiente di amicizia che mi apre sempre il cuore.
E oggi?
Sto facendo la camminata lungo lungo le rive dell’Adda, dettando il diario, prima di uscire di casa ho dovuto lavorare venti minuti (gratis) per correggere una cosa sul sito dove lavoro, ora cerco di godermi la natura e il rumore del fiume, anche se alcuni pensieri sono rivolti a domani quando parteciperò a un evento medico a Pavia.
Cosa farò nel resto della giornata? Al momento non ne ho idea e forse è questo il vero relax.