Questa sera sono uscita per andare in un pub dove servono birra artigianale e si può anche cenare mangiando bene. L’occasione è per rivedersi, dopo due anni, con i miei amici programmatori che nel lontano 1990 avevamo programmato insieme un videogame di macchinine F1 ispirato a un arcade degli anni ’80, avevamo realizzato le versioni per il Commodore 64, Atari ST e io avevo realizzato la versione Amiga. Il team aveva il nome di Magnetica Development anche se non avevamo creato una vera azienda, il nome è ancora in uso da parte di uno dei programmatori, anche se di videogame non si fanno più.
Tutti loro sanno che ora sono una donna, ma solo uno continua riferirsi a me con il pronome “lui”. Ci conosciamo da quasi quarant’anni e ho notato che quasi tutte le persone oltre una certa età, hanno serie difficoltà a usare con me i pronomi corretti. Forse perché dopo tutti gli anni che mi hanno visto al maschile non riescono a mettersi in testa la cosa. Data la nostra vecchia amicizia mi ho solo a riguardo la curiosità di capire quali connessioni cerebrali fanno questo effetto di blocco e non accettazione grammaticale. L’altra cosa interessante è che su quattro amici, in tre mi hanno abbracciata sia all’inizio che alla fine con i saluti, ma il mio amico che mi parla con “lui”, gli ho visto uno sguardo impacciato e ho optato solo per una stretta di mano.
Ho ordinato un hamburger con patatine e una birra media. La birra è strepitosa, la carne ottima, ma resto dell’hamburger nulla di particolare.
Abbiamo parlato di un po’ di tutto e ovviamente rivangare le cose degli anni ’90 e dei computer di una volta. Oltre che programmatori siamo stati anche hacker e pirati di programmi, all’epoca in Italia non esistevano leggi a riguardo e in un certo senso era legale. Noi toglievamo le protezioni dei programmi e videogame firmandoli con una breve sigla iniziale con nomi molto fantasiosi.
In quell’epoca c’erano forti emozioni per l’impegno e la novità dei primi personal computer. Tutto sembrava nuovo e meraviglioso e i miei ricordi hanno quindi abbinata un’emozione e nel raccontarli li sentivo miei, ma così non è stato per altre cose che mi sono successe negli anni seguenti che ho cercato di non raccontarle, mi sembrava di leggere il libro dei ricordi di Gerardo.
Quando si rivanga al passato spesso le serate non sono poi così divertiti, ma ieri sera è stato molto bello.
Questa sera mi sono sentita molto più spigliata rispetto al precedente incontro di due anni fa, ma quella era la prima volta che mi vedevano al femminile.
In serata, siccome abbiamo parlato anche di chatGPT, mi è venuta l’idea di chiedergli di aiutarmi a scrivere un messaggio di ringraziamento e la risposta è stata molto creativa. Solo i programmatori dell’epoca la capiranno, è l’elenco dei comandi nel linguaggio Basic64 che si usava per scrivere i primi programmi sui computer.
“Un breve testo che ringrazia i miei amici programmatori del Commodore 64 per la cena.“
10 PRINT "Grazie amici!"
20 PRINT "La cena è stata fantastica."
30 PRINT "Non vedo l'ora di vedervi di nuovo."
40 END
“Puoi inserire questo codice in un programma BASIC sul tuo Commodore 64 e eseguirlo per ringraziare i tuoi amici.“
Nel pomeriggio ho preso due ore di permesso per andare a fare una visita medica per avere il certificato di buona salute per fare attività non sportive. Nel mio caso per fare Pilates, Yoga e Danza. Ho trovato questo centro dove con la spesa di 35€ sono comprese visita e cardiogramma. Lo scorso anno l’avevo fatto da un medico di base che mi aveva chiesto 45€, facendomi solo la domanda se stavo bene, niente visita e grossa spesa.
Il risultato della visita: sono sana come un pesce.
Il giorno dopo sono arrivati anche gli esami del sangue dovuti alla donazione di sangue, tutti i valori sono esattamente al centro del range indicato, cosa mai successa prima, avevo sempre qualche valore troppo alto oppure basso.
Curiosità trans riguardo la visita: ho dovuto compilare un foglio chiamato “anamnesi” dove dovevo mettere delle crocette di risposta alle domande. L’ultima domanda era quella di indicare l’anno della prima mestruazione e l’ultima. Ho scritto non applicabile e in menopausa. Non che sia indispensabile il non far sapere che sono una donna trans, ma ormai potrei scegliere di non dirlo con i documenti al femminile.
La dottoressa che mi ha visitata invece aveva capito tutto, sul foglio avevo indicato che sono in terapia ormonale e il nome dei farmaci che prendo, uno è specifico per il genere maschile. E’ stata molto delicata e gentile e solo quando ho iniziato a parlare che sono una donna trans, allora si è messa a raccontare di una sua ex collega che qualche anno fa aveva iniziato anche lei la transizione dopo cinquant’anni. Alla sua collega in pochi mesi le era cresciuto il seno in maniera importante, fortunata lei. Questa tizia ha dovuto passare attraverso tre psicoterapeuti prima di riuscire ad accedere alla terapia ormonale sostitutiva. Uno di questi le aveva chiesto se credersi transgender non fosse un modo per darsi delle arie e mettersi in mostra. Capisco instillare dei dubbi, ma una volta che ti risponde che una si sente una donna non è meglio indagare seriamente per confermarlo? Esistono troppi medici che si improvvisano senza sapere e senza un minimo di empatia.
Mi ha chiesto se ho dovuto modificare la terapia ormonale e si è stupita che non ne ho avuto bisogno e va tutto bene. La sua amica aveva avuto problemi e in effetti molte altre che conosco l’hanno dovuta modificare dopo alcuni mesi. Il mio corpo deve essere predisposto a essere donna, altrimenti non mi spiego i miei progressi rispetto a tante altre che conservano vistosamente particolari del corpo maschili e devono ricorrere a operazione quali la femminilizzazione del viso, rimozione del pomo di adamo e altre.
La visita è iniziata con il controllo del peso, sono salita su di una bilancia vintage, quelle meccaniche con i contrappesi. Il mio peso è stato di 79 kg! Sono due settimane che sto cercando di mangiare meglio, più vegetariano, e mi sembra che ci stia riuscendo, peccato che questa sera andrò a mangiare un hamburger. Spero di rimanere sotto gli ottanta chili.
Ho avuto un momento di imbarazzo quando mi ha fatto sdraiare sul lettino e mi sono accorta che, ovviamente, con le mutande si vedeva il pacco. C’era anche una piccola macchia di pipì a cause delle mie pillole che sono un diuretico e mi fanno fare tanta tanta, ma davvero tanta pipì. Ho cercato di tenere le gambe unite per evidenziarlo il meno possibile, in passato no ho mai avuto di questi problemi, ma in questi mesi in cui sto pensando seriamente all’operazione qualcosa si sta smuovendo dentro di me.
Tornata a casa ho scoperto due elettrodi rimasti sotto il reggiseno, si era dimenticata di toglierli e io non me ne sono accorta! Sono usa e getta, non devo riportarli.