Terminata la mostra di Elrich, seppur stanche, abbiamo visto altre tre mostre gratuite, per la quarta eravamo stanche e provate mentalmente. Entrambe non guardiamo distrattamente le opere e di quelle che ci interessano oppure ci diano un qualche stimolo, cerchiamo di capirla nei limiti dei testi descrittivi a corredo. Molto spesso vale il detto che ho sentito anni fa: “non capisco cosa sia, deve essere arte”. Una di queste (XhiXha, “La reggia allo specchio”) erano gigantesche sfere e parallelepipedi fusi male in qualche loro parte, riflettevano le meravigliose stanze in cui si trovavano, qualcosa tipo Alice nello specchio, ma comunque cosa rappresentavano non lo abbiamo compreso.
Un’altra era composta da una sola stanza, enorme. Nella sala delle cariatidi c’erano delle barche enormi sospese a 45 gradi, su un lato scorrevano delle immagini di un liquido d’oro. Si sentiva un grande suono di acqua che scorre, è stata davvero suggestiva.
La terza mostra erano opere di Mario Nigro, immagini per lo più stilizzate, grafiche e geometriche. Mi ha ricordato la scuola di grafica e pubblicità che avevo fatto da giovane pieno di speranze poi infrante. Volevo disegnare, ma non avevo trovato lavoro in pubblicità nelle agenzie dell’epoca che richiedevano una raccomandazione che non avevo.
L’abito che ho indossato si sposava spesso con le geometrie di alcune opere e ovviamente farsi fare una fotografia era il minimo, per fortuna la mia amica Novella è brava pure lei con le inquadrature.
Terminate le mostre e con una bella fame usciamo dagli ambienti ad aria condizionata per trovarci nel caldo milanese, dove andare a mangiare? Ovviamente il centro di Milano e soprattutto in un periodo turistico è molto caro e i locali affollati. Mi era venuto in mente di andare in un ristorante che un’amica aveva visitato pochi mesi fa e postato le foto su Instagram. Il locale è il trionfo del colore rosa, costruito apposta perché si possano fare tante fotografia per i social, si chiama The House of EL&N (Liberty Tower, Piazza Del Liberty 4, Milano).
Con nostra sorpresa i prezzi non sono poi così alti, anche se alla fine spendiamo 28€ a testa perché abbiamo bevuto il “Mojito Lemonade”, analcolico, che meritava davvero i suoi 7€. Abbiamo mangiato le stesse cose e in particolare:
“Smashed Avocado Toast”
Pane rustico* purè di avocado, peperoncino fresco, coriandolo e un uovo in camicia, Feta.
Siamo rimaste ben due ore e mezza nel locale, si stava bene e ci siamo raccontate un sacco di cose. Il locale consta di tre piani e in quello in mezzo non c’era quasi nessuno, così non stavamo togliendo dei coperti al ristorante e abbiamo goduto anche dell’aria condizionata.
Prima di mangiare ci siamo fatte un sacco di fotografie, il locale è anche un’attrazione di turisti che lo visitavano senza mangiare nulla, c’era un bel via vai sulle scale.
Quando c’è un locale carino e un’ottima compagnia il tempo vola, specie se le persone possono conversare su qualsiasi argomento e ogni tanto infilavo alcune storie della mia transizione, piccole pillole e parti di me, spesso attinenti all’argomento discusso. E’ stato un coming-out diverso dal solito dove faccio una specie di monologo interrotto da occasionali domande. Rispetto alle altre volte ora sono più me stessa, la parte del passato maschile è come qualcosa di accaduto davvero tempo fa e quasi di nessuna importanza, giusto una storia di un tizio che si è evoluto in Bianca che è esplosa nel mondo.