Ieri sera ho terminato di vedere la seconda stagione della serie “Good Omen” e c’era il messaggio di un nuovo inizio per i personaggi e del cambiamento. Sono poi andata a letto dove ho terminato di leggere il libro di “Lezioni di chimica“, veramente molto bello che mi ha appassionata la storia di questa donna degli anni ’50 in America, che cerca farsi strada nella scienza di un mondo maschilista, anche qui c’era un grande messaggio di cambiamento e di emancipazione.
In questi giorni è come se stessi finendo una fase e ne inizia un’altra, sicuramente questi sono degli indizi, ma quale sarà il cambiamento non ho idea. Questa mattina speravo in un’idea, un’illuminazione, ma nulla. L’unica cosa è che alcune cose che ho tralasciato nel mesi scorsi le devo portare a termine e trovare la voglia di farle senza più rinviarle.
Tutte le mie amiche sono in vacanza da qualche parte e in zona non ho amiche con cui condividere attività in giornata, così ho deciso di fare una gita a Brescia, città che non ho mai visto. Non ricordavo che il nome latino era Brixia, postate alcune foto delle rovine romane su facebook e una piccola descrizione fuorviante sembravo di essere andata chissà in quale luogo lontano. Nel testo ho anche messo: “ex Imperium Romano, ora occupata dal popolo dei ‘gnari”, l’ultima parola è in dialetto bresciano e più o meno significa “tizio”.
Nel mio passato maschile spesso facevo questi viaggi, ma non mi divertivo, il tempo non passava così bene e insomma era un modo per tenermi impegnato. L’idea di fare la stessa cosa non è che mi andasse tantissimo, avevo il timore di ritrovare cose dimenticate, ma per fortuna oggi non mi sono mai sentita sola, nemmeno per momento, sono stata tranquilla dentro e mi sono anche divertita a scattare fotografie con la macchina fotografica ‘vera’.
Ho preparato lo zaino in cui ho messo alcune cose che mi sarebbero state utili, ma dimenticando il piccolo cavalletto per la macchina fotografica e anche un asciugamano per il sudore.
Sono andata in treno perché c’è meno sbattimento e costava meno che andare in macchina.
Arrivata a Brescia mi sono diretta verso il centro non avendo una meta precisa. Mi sono fermata per andare in un supermercato dove ho comprato delle noci e un panino alle olive, la colazione l’avevo fatta al bar mezz’ora prima, ma sentivo il bisogno di carboidrati.
In passato avevo girato le città a piedi e anche oggi mi sono fatta tredici chilometri! Prima di uscire di casa ho provato ben cinque tipi di abiti diversi e alla fine ho scelto l’abbigliamento sportivo e scarpe da tennis, che è risultato adeguato al sole e al caldo, anche se a metà giornata ho sentito la necessità di indossare qualcosa di più femminile, mi sono fermata anche in negozio a guardare i saldi, ma non ho trovato nulla.
La prima sorpresa è stata di vedere la statua di un rinoceronte a grandezza naturale, appesa a mezz’aria! In seguito ho scoperto che hanno chiesto allo scultore Rivalta, di creare degli statue da disseminare in tutta la città. Sono state realizzate in alluminio e molte si trovano nella zona del castello dove ci sono un sacco di scimmie e orangutan. Insieme a Bergamo, Brescia è la capitale italiana della cultura 2023 e quindi tutta la città ha un orientamento artistico.
Sono giunta alla piazza dei “due duomi”, in quello principale che è la cattedrale, c’era la messa e sono entrata nell’altro.
Ho scoperto l’accesso al sotterraneo dove c’era una cripta molto bella e un’istallazione moderna di un volto di donna che cambiava colore che sembrava seguire il tuo sguardo mentre ti spostavi.
Sono quindi arrivata al “Tempio Capitolino” che fa parte del complesso di rovine di edifici pubblici romani più importante dell’Italia del nord, dal 2011 Patrimonio Mondiale dell’umanità dell’UNESCO. È davvero spettacolare e quasi tutto visitabile gratuitamente. L’unico problema è stato che per fare qualche fotografia decente è stato difficile a causa di turisti, spesso abbigliati molto male. C’è sempre qualcuno nell’inquadratura, magari li farò togliere dall’intelligenza artificiale.
Prendendo delle scale mi sono trovata nell’anfiteatro che, seppur distrutto, è molto suggestivo.
Camminando verso il castello mi ha incuriosita una mostra che era dentro una corte in un palazzo, ho visto uno scorcio di giardino che era molto intrigante. Sono entrata nell’androne e c’era una statua assurda di un polipo gigante che divora una gondola, una nicchia con un Ibis e alla fine l’ingresso alla mostra che non ho visto, oggi non ero in vena di stare chiusa a vedere cose.
Il luogo successivo da raggiungere, il castello, ovviamente era tutto in salita: il castello di Brescia, costruito dai romani e poi modificato nei secoli. Mi sono dovuta fermare a metà riposarmi a metà percorso, più che altro per il caldo.
Il Castello è quasi tutto visitabile gratuitamente. E’ davvero enorme, pieno di cunicoli, sotterranei, scalette. Nei punti più impensati ci sono le statue dei gorilla giganti che fanno impazzire i bambini, che ignorano del tutto il castello per giocare con le statue e cercare la prossima.
Nell’interno del castello ci sono alcuni musei, tra cui quello delle armi antiche, argomento che non mi interessa più.
Terminato il giro del castello, dotato di numerose torri e punti belvedere sulla città, ero molto stanca. Nel rientrare scendendo la collina, ho guardato i prezzi di un ristorante vicino al castello, ma erano prezzi e menù turistico così ho affrontato la discesa fino a tornare in centro città che era pieno di ristoranti, anch’essi con menù turistici. Questi ristoranti sono cari e non si mangia poi così bene.
Dopo un girovagare di trenta minuti, stavo meditando di comprare un’insalata in un supermercato, finalmente ho trovato una trattoria piena di italiani e ho chiesto se c’era posto, c’era anche se all’interno e fortuna non faceva così caldo né così freddo, avevano l’aria condizionata al minimo. (ATREIU S.R.L. via cesare beccaria 6).
Il menù aveva prezzi ragionevoli e la difficoltà è stata il decidere se mangiare “Casoncelli alla bresciana” oppure la pasta “Bigoi col pestöm” con il sugo di salame bresciano. Ha vinto quest’ultimo. Era strepitoso. Il Pestöm è una pasta di salame fresca tritata grossolanamente; nella provincia bresciana è usato per condire, paste, ravioli e i casoncelli, in sostituzione del burro.
Dopo aver visto nel menu il costo dell’acqua, ho deciso per una birra bionda alla spina e per fortuna più tardi non ho avuto grandi giramenti di la testa, segno che era molto buona, ma mi sono anche aiutata mangiando il pane che hanno portato. A tal proposito ho fatto una scarpetta che ha lasciato il piatto pulito.
Non dovrei più farci caso, ma in passato quando ero vestita sportiva, spesso chi incontravo e alcuni negozianti, rivolgendosi a me, usavano il pronome maschile, facendomi stare male dentro. Oggi per la cameriera ero “signora ha scelto?, Signora è andato tutto bene? Si, il sugo è strepitoso “, l’uso del femminile mi da sempre una carica. L’attesa è stata lunga, ma sono davvero a buon punto con la transizione e forse sono più avanti di quanto me ne renda conto.
Ancora un po’ stanca, ma almeno avevo mangiato, mi sono incamminata lentamente verso la stazione, fermandomi in due librerie che erano aperte. Avevo quasi un’ora da riempire. Non ho trovato libri che mi facessero aprire il portafoglio, ultimamente li sto prendendo dalla biblioteca comunale e gratuitamente.
Ora sono in stazione in attesa del treno di ritorno, che per fortuna ce n’è uno ogni trenta minuti, mi spiace un pochino lasciare la città, ma fa veramente caldo. La prossima meta sarà Cremona. Settimana prossima avrò una settimana di ferie e non sapevo bene come impiegare il tempo, credo che farò molte gite in giornata.