Ieri sera prima di andare a cena in spiaggia, mi sono fermata una mezz’oretta con Valeria e non so come siamo entrate in argomento trans e le ho raccontato alcune cose della mia transizione. Le ho parlato del cambio della voce, visto che abbiamo cantato insieme e adesso sono abbastanza intonata, quando ha ascoltato dalla registrazione sul mio iPhone la mia voce maschile precedente ha spalancato gli occhi non credendo che quella fosse la mia di voce di prima. Poi è partito il secondo pezzettino di registrazione, quello ho fatto sei mesi dopo l’inizio della logopedia e lei mi ha detto che la mia voce è cambiata ulteriormente rispetto a quella registrazione. Adesso riesco avere una voce più morbida e molto femminile in tutti i frangenti.
Una cosa interessante che ha detto, lei segue tutte le filosofie indiane, è stata che secondo lei le persone transgender, nella vita precedente, hanno avuto una qualche interruzione per cui si sono reincarnate in un corpo per poi cambiare genere e terminare l’esperienza di vita.
Un giorno siamo andate a mangiare nel ristorante del campeggio, dove ci hanno consigliato l’impepata di cozze e il fritto di mare. Eravamo in cinque a tavola con una leggera brezza rinfrescante e siamo stati due ore seduti a parlare e raccontarci cose.
C’erano due uomini a tavola: Mario, un signore in pensione che varie volte si è riferito a me con un lui senza accorgertene, visto che dopo diceva Bianca e usava grammatica femminile; e Marco un signore veramente in sovrappeso che ha delle cose da risolvere, tra cui l’eccesso di peso e appetito. La sera precedente mentre eravamo soli nel salottino all’aperto mi aveva chiesto se ero una donna trans. In mattinata eravamo andati in gita ed ero stata in macchina con lui all’andata e non se ne era accorto di questa cosa trans. Anzi nei vari discorsi che abbiamo fatto, mentre ascoltavamo delle musica anni 80, roba tipo Talking Heads, mi aveva chiesto se in quegli anni mi vestivo tutta di nero. In realtà la domanda mi ha spiazzata perché in quegli anni ero un ragazzo che non seguiva nessuna moda e comunque non ho avuto un passato al femminile. Forse dovrò inventarmi, per alcune conversazioni, un mio passato diverso da quello reale, che in molti ambiti è stato abbastanza triste e senza eventi.
La discussione con Marco aveva tirato fuori alcuni argomenti che lui non riusciva a comprendere appieno, soprattutto quella cosa che lui chiamava transessualismo che secondo lui doveva indicare un terzo genere, oltre a quello biologico. Siccome parla molto e ascolta pochissimo, ho cercato di dargli qualche informazione in più per comprendere che siamo persone e non a tutte interessa fare le operazioni chirurgiche, comunque non siamo donne artificiali fatte con la tecnologia. Ho detto anche che ci sono tante donne transgender che non possono oppure non vogliono fare l’operazione e non sono meno donne delle altre.
Gli ho anche detto che io dentro sono una donna e volevo esserlo più possibile anche all’esterno e che quindi è una cosa sia biologica che di società.
Nonostante non era molto convinto, rimaneva sulle sue idee, come ho scritto non ascolta, allora ho cercato di buttargli addosso una suggestione molto pesante, che ho scoperto in seguito che gli ha dato da pensare. Sembra che si è ridotto così dopo una delusione amorosa e si è lasciato andare gettandosi nel cibo. Il problema è che continuando di quel passo senz’altro morirà. Ha detto che ha anche una psicologa che probabilmente non è quella giusta. Cosa gli ho detto? Che siamo nella stessa situazione: abbiamo un corpo che non vogliamo che sia in quel modo. Da parte mia a un certo punto della mia vita ho deciso di fare qualcosa e ho iniziato la transizione e sto bene, mi sento viva e piena di energia, anche se non ho risolto tutti i miei problemi, ma sto facendo qualcosa. Lui non sta facendo nulla e si sta avviando all’autodistruzione.
Per fortuna dopo circa mezz’ora sono arrivate altre persone e la conversazione è finita, lui sembrava non ascoltare molto, anche se sul finale ha detto che ha imparato molte cose e ha cambiato idea su alcune.
In serata tornando dalla spiaggia lui la mia amica Elena si sono fermati al bar a parlare, ho scoperto in seguito che hanno parlato di me. Elena non mi ha detto molto di quello che si sono detti e non mi interessa più di tanto, l’unica cosa è che Marco le ha detto che l’ho sorpreso molto e che sono una “iper donna
“. Questa cosa mi ha fatto un enorme piacere, gli ho fatto vedere che vado oltre l’aspetto fisico, e c’è dietro tanto impegno.
Comincio ad avere il desiderio di avere una vagina, credo che sia una reazione allo stare con tante donne che sono soprattutto in costume da bagno. Forse è il desiderio di essere come loro e non avere qualcosa in mezzo le gambe che anche se non sempre si vede, lo so che c’è.
Sono sempre a mio agio anche quando sono insieme a loro e si spogliano. Quella cosa di sentirmi fuori posto come fossi un impostore la sento sempre di meno. Tra l’altro mi confronto con delle donne di vent’anni più giovani di me e sebbene so che non dovrei, dentro di me mi piacerebbe arrivare essere come loro.
Quando sono con le altre donne osservo continuamente i loro movimenti, guardo la loro fluidità quando ballano, mi sento ancora leggermente goffa è un pochino rigida, ma questo non mi impedisce di lasciarmi andare a divertirmi.
Raffaella “mi è piaciuta bianca da subito perché come una ragazzina, vorrei provare tutto sprizza energia da tutti i pori.
”
Rimango ancora male quando mi scattano delle fotografie di fianco, dove vedo ancora fattezze troppo maschili e lo stesso mi capita in alcune fotografie scattate dopo uno sforzo fisico, come stasera che dopo il corso di teatro abbiamo ballato per quaranta minuti, scatenate pazze.
Oggi in spiaggia le ragazze si sono messe in topless, siamo in una spiaggia libera, e l’ho fatto anche io senza sentirmi a disagio, anzi con piccolo orgoglio per la mia coppa B. Quando la maggioranza fa un qualcosa in generale ti devi adeguare. Lo scorso anno, che quasi non avevo seno, ho provato una volta mettermi in topless e mi sentivo a disagio.
E’ tempo di saluti, oggi pomeriggio ripartiamo per tornare verso casa portando dentro di noi emozioni, delle cose su cui riflettere, l’incontro con persone meravigliose, il rivedere persone meravigliose
Io sono triste e sono felice di tutto quello che è successo. Se riuscirò a rivedere queste persone sarà una festa. Quando sono arrivata qui è stato come se non me ne fossi mai andata e so che sarà così anche in futuro.
Ho appena fatto la doccia e appena sarò asciutta inizierò a cercare di farci stare nello zaino tutte le mie cose e i nuovi acquisti. Prima di fare la doccia ero andata a guardarmi allo specchio che è grosso, vecchio e macchiato, ma per questo mostra proprio tutto di te e non la perfezione. Ieri sera abbiamo ballato quasi un’ora e in seguito ci siamo fermati al bar a bere qualcosina prima di tornare in tenda. Ieri sera mi sono fatta uno scatto per vedere come sono leggermente ubriaca. Ho visto un volto maschile e notato che quando sono stanca sembra quasi che il mio essere donna venga meno e prevalga la sopravvivenza biologica.
Questa mattina riflessa nello specchio ho visto la me stessa donna. Mi sono commossa e mi sono data un saluto con gli occhi sorridenti. Ho visto quanta strada ho fatto e forse questo è quello che gli altri vedono dentro di me. Oggi è il giorno dei saluti, tutti ti salutano e ti abbracciano. C’è una coppia con cui abbiamo legato molto: Norberto che mi ha dato un abbraccio intenso, ma soprattutto Cornelia che mi ha stretta a lungo, strizzandomi tantissimo. Credo che ha visto quello che io ho visto stamattina nello specchio: una donna forte e fragile allo stesso tempo, aperta con tutti e tanto desiderosa di ricevere questi abbracci.
Dettando queste brevi righe al telefono ho pianto, sentivo la gioia di essere viva ed essere finalmente la me stessa che ho sempre sognato di essere.
È bello procedere in questo viaggio che credo finirà mai, sarà pieno di scoperte e mutazioni, anzi di cambiamenti e ogni tanto il fermarsi brevemente per guardarsi dentro, riallinearsi di capire quanto si è fatto finora, che spesso non diamo per scontato per poi continuare il percorso di vita.
E’ è stata anche la magia di questo campeggio che non è assolutamente per tutti, si deve accettare di confrontarsi con gli altri, senza dibattiti, guardarsi dentro e percepire la vera bellezza. Ci sono poche comodità, solo quelle sufficienti per una sana convivenza. La magia di questo campeggio sono le persone!.
Grazie di avere fatto sette giri di quella che hai definito giostra.
Elena “Sette giri fatti con il sorriso e con gioia, grazie per avermi fatto incontrare questa dimensione sacra.
”