Stamattina mi sono svegliata di botto alle cinque per fare pipì. Con la la terapia ormonale che seguo assumo una pillola al giorno, che è un diuretico e almeno una volta per notte devo scaricare. L’altro effetto collaterale, oltre a farmi andare in bagno, è che fa crescere il seno, figata!.
Nessuno si è ancora alzato nel campeggio e ho ancora tanto sonno dalla stanchezza del viaggio e del sole in spiaggia che ho preso ieri.
Tornata in tenda cerco di dormire un’altra ora, alle 7:30 ci sarà un’attività misteriosa “risveglio energetico” e che non è una ginnastica.
Maurizio Pigat:
Inizieremo a svegliare la nostra energia vitale per poi entrare in contatto con la vitalità delle piante per poi passare alla potenza del mare e come ogni singola energia nutre il nostro sistema mente corpo spirito.
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Dopo una prima breve meditazione, abbiamo fatto un esercizio a coppie e ho visto che Maurizio ha fatto fatica ad abbinarmi. Infine ha scelto un uomo molto bello con uno sguardo molto particolare di nome Norberto. Dopo che ci ha spiegato cosa fare ho chiuso gli occhi cercando di portare la “palla di energia” dal mio centro verso il braccio, poi nella mano e infine ruotarla verso il basso per consegnargliela. È stato difficile da sentire e realizzare, la mia sfera faceva fatica a attraversare il mio braccio. Gestire questa cosa nuova e con cose non visibili è stato impegnativo. Si può credere oppure no a queste energie non visibili e io non sono una persona suggestionabile, anzi fin troppo scientifica e razionale, ma in questi esercizi ho percepito tante cose. Credo che a breve la fisica quantistica ne confermerà l’esistenza e indiani e cinesi diranno che sono millenni che conoscono queste energie.
Norberto ha ricevuto l’energia e l’ha fatta arrivare al suo centro.
Terminato l’esercizio abbiamo condiviso tra tutti l’esperienza e al mio turno ho detto che la mia pallina non voleva muoversi . Maurizio mi ha domandato “Guarda, chi hai davanti? Una donna? No è un uomo
.”. Credo abbiamo creato dentro la nostra testa delle resistenze.
Al momento ho capito che come donna transgender forse ho lasciato andare troppo la mia parte maschile, ma non era così.
Norberto ha aggiunto una cosa particolare della sua esperienza con me ed è importante la grammatica che ha usato:
“In lui ho sentito un’energia maschile che non volevo accettare. Poi l’ho guardata in viso e ho sentito densità nell’energia ricevuta
.”
Nessuno sapeva che sono trans, magari si vede, comunque ha descritto chi sono adesso.
Prima di fare l’esercizio opposto (lui che mi passa l’energia) ci siamo studiati in viso, ho cercato di non fissarlo troppo, soprattutto i suoi occhi, forse non volevo scoprirmi troppo. Ho sempre timore che mi esca fuori qualcosa di maschile creando disagio negli uomini. Adesso che ho risolto molte cose riguardo la mia transizione, devo scoprire la mia sessualità e lui mi piaceva molto. Sono pochissimi gli uomini che mi piacciono, forse perché li vedo “per come sono” da ex maschietto non praticante.
La sua sfera di energia era leggera, quasi gioiosa e mi è piaciuto riceverla.
Dopo un’altra condivisione, abbiamo fatto l’ultimo esercizio della giornata: espandere la sfera per riempire il corpo e farla esplodere e in quell’attimo ho sentito del vuoto per poi sentirmi bene. Fine di un’esperienza inattesa che mi ha fatto bene, ho conosciuto una parte del mio corpo e la sua impronta energetica. Da donna di scienza e pragmatica non prendo tutto come oro colato, ma più mi addentro in queste tematiche olistiche (quantiche) e più scopro cose del mio profondo. Sembrano casuali, combinazioni, ma queste cose non esistono davvero: tutto ha uno scopo e il puzzle della mia esistenza si arricchisce di nuovi pezzi. Chissà cosa sarà una volta terminato.
In un esercizio seguente ho avuto un capogiro e ho dovuto sedermi. La pillola ormonale mi abbassa la pressione, il caldo pure, ma secondo Maurizio in qualche modo mi sono staccata dal suolo, non ero più radicata e le mie energie sono andate verso l’alto e sparite. Mi sono rilassata e cercato di radicarmi a terra stando in piedi e ferma. Quando in passato mi dicevano di radicarmi non capivo mai cosa intendessero, ma ora l’ho capito. Non saprei spiegarlo però, è una cosa dovuta all’attenzione su qualcosa. In trenta secondi il giramento di testa era sparito e mi sentivo di nuovo pronta e energica.
Questa mattina per il risveglio energetico abbiamo lavorato sulla fiducia. Prima abbiamo fatto una meditazione guidata e le parole erano di viaggiare su una piuma attraverso il cielo, nello spazio, in altri luoghi dove ognuno immaginava il suo viaggio. Ho avuto delle difficoltà a visualizzare e esserci, a un tratto ho capito che avevo abbandonato la piuma e volata per conto mio. L’ho ripresa e portato avanti la meditazione. Ho sentito qualcosa solo quando eravamo nello spazio stellare.
Maurizio ha chiesto se volevamo fare una scelta ragionata oppure casuale delle coppie e ovviamente abbiamo scelto la seconda. “Lo sapevo” ha risposto e lanciato per aria dei bigliettini con sopra un numero. Ognuno ha scelto casualmente abbinando le coppie.
Finché non ho scoperto con chi avrei fatto l’esercizio ero sia titubante che interessata. Ci sono delle persone che conosco da pochi giorni e ci sono anche parecchi uomini. Come prenderanno relazionarsi con me su una cosa che sembra parecchio intima come guardarsi nel profondo degli occhi?
La mia compagna di esercizio è stata Miranda, una ragazza che ho conosciuto l’anno scorso con cui abbiamo avuto subito un’intesa . E’ alta come me e anche se a prima vista non è molto rassicurante con i suoi due piercing e lo sguardo duro, avendola conosciuta vado oltre e con me il suo sguardo è sempre morbido e gli occhi mi sorridono.
L’esercizio consisteva nel stare molto vicine, mantenere il contatto visivo degli occhi e le dita erano aperte in contatto con l’altra. Avremmo diretto i movimenti a turno, ho iniziato io e dopo un po’ nessuna delle due stava dirigendo, una specie di comunione tra di noi, eravamo un tutt’uno.
Ad un certo punto mi sono commossa e credo di averla contagiata anche se la prima lacrimuccia è stata lei a produrla. Avrò per sempre il ricordo di questa goccia che scorre lentamente sulla guancia, con i suoi tempi lenti per poi cadere di sotto.
L’esercizio è durato una ventina di minuti, veramente intensi ed era bello mantenere il contatto visivo, dirigere ed essere dirette, sentirsi separate e unite da qualcosa di bello. Non sono mai stata ricambiata in amore e forse questa è stata la cosa più vicina a essa.
Miranda ha degli occhi meravigliosi, soprattutto visti da così vicino e in quei momenti vibravano, non erano mai fissi su di me e si muovevano leggermente.
Ovviamente qualcosa nelle mutande si è indurito quando l’intimità della comunione tra noi è stata al suo livello massimo. Ho cercato di ignorarlo, non è quello che mi sento di fare in questo momento e mi ricorda il passato maschile. Questo momento non doveva essere rovinato dal sesso, anche se ho desiderato intensamente di baciarla a fine esercizio.
Per concludere l’esercizio si dovevano chiudere gli occhi e lentamente distaccarci le mani, da parte mia è stato difficile, non volevo finisse più questo momento. Abbiamo ripetuto l’esercizio dove era lei a condurre, è stata molto più in controllo di me, credo abbia una parte maschile più sviluppata della mia. Si è ripetuta la stessa sensazione e forse ancora più intensa. Ho pianto parecchio sentendomi qualcosa di bello pulsare dentro il cuore. Nell’esercizio iniziale ho dato, ma adesso ho ricevuto molto, forse più in linea con la mia identità femminile.
Un altra differenza è che lei ogni tanto inclinava la testa e mi veniva automatico inclinarla nell’altro senso, mantenendo comunque il contatto visivo
Alla fine ci siamo abbracciate molto a lungo, ringraziandoci. Un abbraccio diverso dai soliti con le mie amiche che mi strizzano, questo è stato più intenso e molto dolce.
Lo scorso anno ho partecipato a un laboratorio sul corpo dell’attore (apri articolo del blog) dove abbiamo fatto una cosa simile, e ero in coppia con un ragazzo gay bellissimo. Questi esercizi di vicinanza e di contatto sono davvero potenti e ti lasciano dentro un sacco di cose. Anche l’altra volta c’è stata questa sensualità non contaminata dal sesso. Non so dire quale delle due sensazioni è stata migliore, entrambe sono stati importanti per aiutarmi a definire la mia nuova sessualità. Forse ho la conferma che sono bisessuale e che per me conta molto di più la persona con cui mi relaziona che il genere.
Dina “Lo scrive Michela Murgia “nella mia famiglia queer contano le relazioni non i ruoli’. Più o meno scrive così
”.
Negli ultimi cinque minuti c’è stato un altro piccolo esercizio sempre con le stesse coppie per una prova di equilibrio dove la persona che conduceva aveva il piede alzato e l’altra appoggiava il proprio sopra rimanendo in un equilibrio precario. Ci tenevamo sempre le dita unite e si manteneva il contatto visivo. Noi non abbiamo perso minimamente l’equilibrio in nessun caso, mentre ho sentito dei rumori di altre persone che sono finite per terra che poi ci hanno riprovato con successo. Il passato che ritorna? Una cosa simile l’ho fatta in un workshop dove eravamo in tre a tenere in equilibrio delle matite e anche allora era il contatto visivo a tenere tutto in equilibrio (apri articolo del blog).
Dopo un’altro abbraccio con Miranda, anche se meno intenso, siamo andate a fare colazione.
Parlando con la mia amica Elena che ha fatto l’esercizio con un signore in pensione, che abbiamo rivalutato perché è una persona di esperienza e con profonde idee non banali. Comunque lei non ha ricevuto le stesse sensazioni che ho ricevuto io, è stato interessante anche se non intimo com’è andata nel mio caso.
Qualcuno più tardi mi ha detto che questi abbinamenti avvengono con persone di energia opposta.
La terza sessione che ho ritenuto utile al blog e la mia transizione è stata relativa al sorgere del sole.
Svegliata alle ore 4:45, l’esperienza di questa mattina sarà di assistere l’alba dalla spiaggia per poi fondersi con l’acqua del mare.
Per riuscire ad essere abbastanza lucida, ieri sera ho cercato di andare a dormire prima e ho saltato il laboratorio serale di Improvvisazione teatrale, cosa che mi è pesata molto, e poi con il caldo non sono riuscita comunque ad addormentarmi.
Appena arrivata in spiaggia erano già in parecchi seduti sulla sabbia in meditazione silenziosa. Ho scattato al volo qualche fotografia ricordo e mi sono accomodata. Maurizio mi ha detto di sentire il mio respiro, fare una meditazione e quando mi sarei sentita centrata riaprire gli occhi e attendere l’alba, con il sole si sarebbero aperti dei portali che mi avrebbero condotto a guardare delle parti di me nascoste oppure di cui non sospettavo la esistenza.
Ho impiegato parecchio riuscire a sentirmi centrata e a mio agio nella posizione del loto, poi finalmente ho aperto gli occhi ho atteso.
Il sole ha impiegato abbastanza ad uscire e ho visto molto lentamente il cielo cambiare colore e diventare più radioso. La risacca del mare e il suono delle cicale ci stava accompagnando come unici rumori dell’ambiente circostante.
Finalmente il sole è sorto, anche se non direttamente dal mare, ma qualche centimetro più su, forse per la densità dell’umidità nell’aria, da quella parte c’è solo il mare Adriatico, non potevano essere montagne. Non appena sorto il sole, il rumore delle onde sulla spiaggia è aumentato considerevolmente e questa cosa è stata confermata in seguito da Maurizio, non era una mia sensazione
Dopo qualche minuto che il sole era tutto formato e che si poteva guardarlo senza bruciarti gli occhi, Maurizio ci ha detto di chiudere gli occhi e percepire qualcosa dentro di noi. Non saprei dire che cosa ho visto, solo un’unica sensazione di morbidezza e di animo più gentile. Da qualche giorno mi sento più donna e meno fuori posto, come se la società non fingesse più di considerarmi una donna, lo sono.
Ho visto vari colori dello spettro cambiare senza muovere gli occhi e neppure la testa.
Non ho la minima idea di quanto sia durata questa meditazione, ma di sicuro quasi un’ora. Il tempo aveva perso ogni significato, eravamo lì sulla spiaggia in silenzio totale.
Maurizio ci ha fatti alzare e andare sul bagnasciuga, in riva al mare. Ci siamo sdraiati in posizione comoda con le gambe in acqua e il resto solo appoggiato sulla sabbia umida. Abbiamo chiuso gli occhi e abbiamo atteso. Maurizio di tanto in tanto passava tra di noi e ci sussurrava qualcosa nell’orecchio, una suggestione, qualcosa da fare con la mente.
L’esercizio era di sentire l’energia dell’acqua, da cui proveniamo, dato che al 95% siamo composti di acqua. Quando stavamo in piedi c’era un po’ di fresco, ma non appena sdraiati ho sentito molto caldo. Questa cosa non è successa a tutti, alcuni hanno continuato a sentire freddo però hanno scelto di continuare comunque con l’esperienza.
Ad un certo momento anche le gambe erano asciutte, il mare si era ritirato, ma pochi minuti dopo le onde sono arrivate fino a bagnarci anche la testa, come per un dolce massaggio. Non ricordo quali pensieri mi sono passati per la mente oppure quali emozioni e sensazioni, semplicemente ero lì.
Dopo un certo tempo Maurizio ci ha sussurrato di alzarsi lentamente e sempre molto lentamente di camminare entrando in acqua. Ognuno con i suoi tempi.
Al principio, dopo tanta immobilità, ho fatto qualche passo falso senza però cadere, sono entrata nell’acqua fino farla arrivare al petto. A parte una sensazione di serenità, non stavo provando altro. Lentamente mi sono immersa, ma non come faccio di solito con una specie di tuffo dove ti metti a nuotare, è stato un lento entrare, forse fondersi nell’acqua. Mi sono messa nella posizione del morto, faccia in su, la sensazione è stata come se fossi nella pancia della mamma, che era una delle suggestioni di Maurizio. Ieri avevo fatto una meditazione in acqua nella stessa posizione, ma qui è stata molto più intensa con tante emozioni e la mente davvero sgombra, soprattutto ero sul sul momento.
Sono tornata in posizione da nuotatrice e mi è venuta la voglia di danzare nell’acqua, molto lentamente, quasi giocando con essa e le onde sotterranee, facendo movimenti lenti di una danza.
Mi è poi venuta la voglia fare un movimento di Yoga che si chiama “alta marea” e che ogni volta che lo faccio sento qualcosa dentro che non riesco definire, ma che mi fa stare bene. E’ stato interessante farlo immersa nell’acqua e non sul tappetino, non saprei spiegare le sensazioni, ma era molto diverso e molto molto intenso. Ero l’acqua, ero la marea.
Ad un certo punto ho sentito che questa comunione con l’acqua, il diventare tutt’uno con essa, aveva avuto un termine e lentamente sono uscita. La sensazione è stata come se avessi abbandonato il mare per andare a vivere sulla terra.
Quando sono rientrati tutti, Maurizio ci ha detto che eravamo liberi, l’esperienza di oggi si era conclusa. A differenza di altre esperienze che ho fatto in passato dove c’era la condivisione in questo caso era stato tutto molto personale e Maurizio non ha chiesto niente a nessuno, solo fornito qualche spunto per confermare quello che avevamo sentito e provato.
Praticamente tutti ci siamo sdraiati sui lenzuoli e abbiamo dormito. Un sonno tranquillo e dolce. Quando mi sono svegliata ho provato a fare alcuni esercizi di Pilates, Yoga e di respirazione. Finalmente ero tornata me stessa, forse finalmente non era il termine esatto, il momento di essere acqua era terminato. Mi sono sentita integra.
Per riportarci alla realtà, che forse non è poi così bella, ci ha pensato il trattore che per tenere pulita la spiaggia è arrivato di lì a poco. La magia di oggi era terminata.
L’esercizio di oggi consisteva dove un volontario stava al centro della stanza mentre gli altri rimanevano seduti, prima occhi chiusi e al comando, dovevano aprirli e portare l’attenzione sulla persona al centro. Ha iniziato Valeria che si muoveva a terra come se fosse posseduta e fare dei colpi di reni mentre si spostava rotolando, a volte come una danza a volte con impeto.
Al termine ci era stato chiesto la differenza di sensazioni tra quando eravamo con gli occhi chiusi e quando li abbiamo aperti. Abbiamo commentato ognuno che cosa aveva sentito.
La volontaria seguente sono stata io e mi sono messa in piedi al centro della stanza. Appena partita una musica ho cominciato a sentirmi leggera e a danzare sul posto a occhi chiusi. Mi ha ricordato uno degli esercizi che facciamo con DYP (leggi articolo del blog).
Ho lasciato andare qualsiasi controllo, ma un certo punto mi sono sentita attirare verso il pavimento. Ero posizionata esattamente al centro della stanza dove c’era il mandala disegnato e la maggior concentrazione delle energie che arrivavano dagli altri. Mi sono sentita attrarre ancora di più al pavimento come se ci fosse un enorme calamita , non riuscivo neanche a spostarmi. Le braccia pesavano tonnellate. Dopo un breve tempo che è sembrato interminabile l’attrazione al suono è diminuita per poi sparire e sono riuscita a rialzarmi danzando ancora un minuto. Nella condivisione mi hanno detto queste parole: avevo bisogno di un abbraccio, il richiamo di una madre, la dolcezza e la malinconia di dover fare una cosa che non mi piace, qualcosa che ha a che fare con la trasformazione.
La volontaria seguente è stata Cordelia, era anche lei si era posizionata al centro e aveva difficoltà a muoversi nella prima parte, quando abbiamo aperto gli occhi era praticamente immobile al centro. Anche lei ha sentito questa attrazione di blocco sul posto.
Quando Maurizio ci ha chiesto di focalizzarci nel percepire quello che sentiva lei, ho sentito dolcezza, poi calma e infine un velo di malinconia.
Per l’esercizio successivo Maurizio ha scelto me e Antonio che avevamo detto entrambi di aver sentito la malinconia. Eravamo in piedi sempre al centro della stanza e con le mani unite, ma a braccia incrociate, ha detto che ci aveva messo volutamente in cortocircuito.
Entrambi abbiamo scelto di farlo occhi chiusi, la musica era molto greve con un pianoforte e come abbiamo scoperto in seguito, era una marcia funebre.
Antonio mi ha stretto le mani con forza e io cercato di addolcire la sua stretta. In questi giorni sto cercando di abbandonare il controllo con gli altri e come per la danza a coppie devo imparare a farmi guidare. Gli ho lasciato fare e solo in alcuni momenti ero io a condurre la danza del movimento, ma sempre con dolcezza.
Antonio si è sentito attratto sempre più verso il basso e abbiamo fatto quasi tutto il resto dell’esercizio per terra, io in ginocchio e lui col sedere al suolo. Sentivo qualche sensazione negativa e cercavo di alleggerire il suo fardello, solo in un momento ho usato la mia fisicità maschile, ma con dolcezza nel stringergli le mani come se dirgli che io ero lì.
L’ultima parte della musica si è alzato e l’ho seguito. Mi ha stupita il controllo spaziale del mio corpo a occhi chiusi, dalla posizione in piedi ad arrivare in ginocchio, poi seduta, poi di nuovo in piedi, sempre senza lasciare il contatto con le sue mani e senza perdere equilibrio.
Maurizio ci ha raccontato di che cosa tratta questo brano: era il pianista stesso che stava morendo e a un certo punto è stato come se la sua anima fosse rinata ascesa al cielo.
E’ stato grosso modo il percorso che ho fatto, anche non mi è pesato molto, non ho mai perso un caro/affetto della mia vita (tranne forse me stesso), solo nonni zii con cui c’era affetto, ma non una vicinanza.
È stata un’esperienza molto intensa e come ogni volta che ci si confronta con il tema della morte e sento di rinascere e avere più vita.
L’ultima parte è stata di stare sdraiati con la testa rivolta verso il centro della stanza e abbiamo fatto una meditazione guidata con i quattro elementi in ordine sparso rispetto come siamo abituati a a rappresentarli, la terra era l’ultimo.
In questi ultimi minuti il cielo si è annuvolato ed è arrivata una leggera pioggia che è durata pochissimo, quasi come se fossimo noi che abbiamo giocato con gli elementi.
Questa era l’ultima esperienza del risveglio del mattino devo dire che è stata veramente intensa e profonda e mi ha smosso tante cose. Non che le altre siano state più leggere.
Becci “Fantastico cara, hai un blog che bello. Ho letto tutta la tua storia con Maurizio, bello leggere le tue emozioni. Sono felice di come ti vedo e ti sento.
”
Mi manchi. Ti abbraccio con tanto amore, buonanotte
Francesca “Bianca cara, ho letto piacevolmente il tuo blog e con molta attenzione.
”
Ti ho percepita in ogni parola, un sentire profondo che ti ha fatto capire e scoprire con curiosità questo momento di Te che è in continuo cambiamento e un continua evoluzione come i cicli naturali della Vita.
Un'energia sottile che hai percepito ancor di più e a piccoli passi accresce la consapevolezza di tutto ciò che siamo. Quanta bellezza in ogni tua parola condivisa.
E questa esperienza sono certa che la porterai nel cuore e ti ha portato a scoprire questo meraviglioso viaggio di energia o semplicemente considerato vita andando ad attivare canali e potenziali che ognuno di noi ha dentro se ma non sa di avere.
Grazie Bianca di questa condivisione meravigliosa mi ha emozionata e mi da questa riconferma che tutto ciò che noi facciamo con lo yoga e con tutte le discipline olistiche è reale, non lo sentiamo solo noi ma anche voi perché è in ognuno di noi