Il weekend super è iniziato con il brunch del gruppo di Pilates e Yoga, eravamo una ventina e appena arrivata c’era Roby, una ragazza trans, che mi ha raccontato le sue vicissitudini con il cambio dei documenti. Lei ha fatto la pratica richiedendo il gratuito patrocinio che si può fare quando non si ha un reddito, praticamente l’avvocato lo paga lo stato e non si pagano le tasse al tribunale. Ovviamente c’è un rimpallo tra l’agenzia delle entrate e la cancelleria del tribunale, quasi la stessa cosa che è successa a me. Lei aveva chiesto anche il rimborso parziale dell’operazione che farà a settembre, ma forse dovrà pagare per interno la vagino-plastica che farà in Spagna. Era molto su di giri rispetto alle altre volte, buon segno che si sta riprendendo. Lei dà per scontato che anche io farò la vagino-plastica, cosa che non credo di fare per via dell’età e dei soldi per pagarla che non ho. Vedremo in futuro.
Ho parlato con un bel po’ di persone e alcune che non vedevo da tempo ed è stato molto bello stare in un gruppo di belle persone. Anche oggi pomeriggio starò con un altro gruppo di belle persone, andrò a fare una sessione di danza afro con un grande danzatore che gira il mondo. L’altra cosa che mio attrae è che ci sarà la musica dal vivo con tamburi, dovrebbe essere un’esperienza sensoriale pazzesca…e lo sarà oltre la mia immaginazione.
La mia lezione sarà alle ore 18:00, ma già per le 16:30 sarò a Cascina Merlata, dopo aver fatto un piccolo riposino a casa post pranzo. Perché così presto? Per fare la fotografa. Dopo aver scoperto che sono molto brava con i ritratti oggi volevo cimentarmi anche con la fotografia in movimento. In settimana mi sono studiata meglio il manuale d’uso della mia Fujifilm X-T30 per cercare di scattare foto di persone in movimento. Ho ancora tanto da imparare e provare.
Appena arrivata e dopo il caloroso abbraccio con Giuliana, che ha organizzato, mi presenta il danzatore Mohamed Kouyaté dalla Guinea (dopo che l’ho conosciuto non riesco a pensarlo come ballerino) che è venuto da Parigi apposta per noi. Mentre arrivano le partecipanti mi sistemo l’attrezzatura per dopo, prendo la macchina fotografica e pulisco l’obiettivo per bene. Ho anche dei cambi d’abito che mi serviranno quando danzerò io, al momento faceva troppo caldo per i pantaloni lunghi.
Ci sono una ventina di partecipanti, tutte donne, e alcune salutano Kouyaté perché hanno già fatto eventi con lui e infatti già all’inizio conoscono i passi e si muovono in perfetto sincronismo. I musicisti sono tre e non vengono da Parigi. Kouyaté gira il mondo e si serve di musicisti locali possibilmente provenienti dalla Guinea. Hanno tre tamburi, anzi due più uno doppio; una chitarra e uno strano strumento che suona sia come arpa che come mandolino.
La musica è assordante e le vibrazioni ti entrano dentro, ma mi abituerò in fretta mentre mi posiziono per la stanza scattando fotografie a più non posso. Ho iniziato con l’obiettivo standard e cerco di scattare con il 35mm, ma spesso devo zoomare perché sono troppo distante. Dopo un centinaio di scatti provo a montare l’obiettivo zoom che avevo acquistato anni fa e usato una volta sola. So che ha il difetto di non avere una messa a fuoco rapida, ma era costato 300€ invece dei 1500€ del suo fratello maggiore con messa a fuoco automatica e velocissima.
Noto che fa una messa fuoco selettiva che per le foto che ho in mente è ottima, praticamente il soggetto è a fuoco e dietro tutto è indistinto. Il problema è che il riconoscimento dei volti per seguire e tenere a fuoco non è così rapido per seguire la danza che in alcuni momenti ha un ritmo scatenato.
Provo anche a registrare dei brevi video sia con la GoPro che con la macchina fotografica per capire quale è la qualità con quell’obiettivo zoom. Registro poco per non riempire la memoria e far durare le batterie, mi interessa di più filmare la mia lezione per poi preparare il video ricordo da condividere con le altre come ho fatto in passato.
Rivedendo le fotografie almeno metà le ho cancellate perché troppo scure, troppo chiare, troppo mosse. Alla fine ne ho salvate ben centotrenta e una decina mi sembrano fantastiche e sono tutte ritratti. Ho scoperto che sono molto brava a fare i ritratti e questo weekend ne ho avuto la conferma, ora devo imparare a fare belle foto anche in altre modalità.
La lezione termina e vedo che sono venute a vedermi le mie amiche Paola e Elena K., rimarranno un po’ stando a fondo sala. Dopo averle salutate e parlato una decina di minuti le avviso che sarò impegnata con la danza e se andranno via prima nessun problema anche se non ci salutiamo come si deve. Mentre aspetto le altre mi cambio indossando un pantalone stile orientale e una maglietta corta che ho comprato venerdì, cercavo di avere uno stile etnico.
Preparo i cavalletti con sopra montate le due GoPro, le posiziono ai lati della stanza e come ormai ho imparato a fare, durante le pause andrò a spostarle e piazzarle in altri punti della stanza così che con il montaggio video che farò, sembrerà di avere tante telecamere! Il bello è che questa tecnica non mi distrae affatto dal godermi l’esperienza della danza.
Francesca “Bianca! Non ti fermi mai!
” vedendomi saltare la pausa per spostare le video camere.
Sono arrivate tutte le partecipanti e ci sono quasi tutte le mie compagne del workshop con danza caraibica che facciamo proprio li. Giuliana ci presenta a Kouyaté, che parla solo francese e lui scherza chiamandoci “Le bebè
“, le alunne bimbe di Giuliana. Rispetto alla sessione precedente dove erano quasi tutte ballerine e danzatrici, noi faremo comunque la nostra bella figura con lui che chiederà conferma se era davvero la prima volta a fare questo tipo di danza.
Finalmente tocca a noi, i musicisti non stanno ancora suonando e Kouyaté canticchia un motivetto mostrandoci i primi passi che sono una specie di riscaldamento. Non sembra difficile memorizzarli. Più tardi ci spiegherà, con una traduttrice, che i movimenti sono di una danza del suo paese e ispirati alla pesca di tanti anni fa. Ad esempio un movimento è quello di gettare una rete e tirarla su.
Dopo una decina di minuti partono i tamburi e tutto cambia, i movimenti che abbiamo appreso diventano più fluidi e mi fondo nella musica. In alcuni momenti mi viene anche da cantare quando fanno un coro, non conosco le parole, ma il suono riesco a farlo. Mi perdo via nella danza, con la nuova vita è molto facile lasciare andare tutto e sentire le emozioni, le vibrazioni, l’energia del fare attività insieme. Il tutto senza assumere alcool né droghe: effervescente naturale!
Ad un certo punto parlano i musicisti tra loro, in lingua africana, e Kouyaté cerca di spiegare qualcosa sul ritmo che tengono e che non è corretto; capisco solo in quel momento che non siamo noi a seguire la musica, ma è il contrario: loro suonano i tamburi seguendo i nostri passi. Che dire? Sono davvero bravi e spiega anche perché mi sento in perfetta sincronia.
Ripetiamo la coreografia più e più volte, lui ci corregge, ci rispiega e spesso ride con un sorriso splendido. Ogni tanto aggiunge un passo alla fine allungando la danza. Kouyaté con la sua bravura e umanità, i tamburi, lo stare con le compagne mi entra dentro e sorrido tutto il tempo nonostante l’affanno.
Ripetendo la coreografia la eseguiamo sempre più rapida e il fiato termina spesso, ma resistiamo fino alla pausa seguente. Una delle ultime ripetizioni le facciamo tenendo in mano dei pezzi di stoffa colorati e devo dire che ballare con qualcosa in mano ha aggiunto l’effetto costumi del fare una cosa insieme.
Giuliana “A un certo punto sembrava follia pura.
“
La lezione sembra terminata, ma dopo un paio di minuti Kouyaté ci chiama di nuovo e facciamo altri quindici minuti aggiungendo un pezzo alla fine della coreografia e facendo movimenti intorno alla stanza per lasciare andare la stanchezza e rilassarci dallo sforzo. Sia lui che i musicisti non sembrano per nulla stanchi dopo tre ore che sono lì!
La lezione termina davvero con una fotografia di gruppo. Quasi tutte le ragazze salutano e vanno via. Rimaniamo in poche e Giuliana ci invita per mangiare un panino al ristorante lì vicino.
Koyatè “C'était magnifique cette organisation bravo à tout le monde
”
Del gruppo siamo rimaste io e Marta e lei scopre che devo farmi quaranta minuti di autostrada per andare a casa e altrettanti domattina per tornare lì per la seconda sessione.
Ci conosciamo poco, abbiamo fatto qualche lezione insieme, siamo andate a Stresa insieme, ma nulla di più però tra noi del gruppo danza c’è qualcosa di più che ci tiene insieme. A sorpresa mi chiede se voglio dormire a casa sua. Dormirò nella stanza della figlia dodicenne che è in un campo estivo, lei è sola a casa. Accetto subito, sia perché me lo ha chiesto con il cuore, sia per la stanchezza che ho addosso, ma soprattutto per fare una di quelle esperienze che in passato mi sono mancate: andare a dormire con le amiche.
Scendiamo al pianterreno e ci sediamo al tavolo prenotato, ci sono i musicisti, Kouyaté, Giuliana, Marta e poche altre. Anche oggi mi faccio tentare dall’Hamburger con pane nero, dopo averlo visto a un tavolo vicino. Forse era meglio quello al salmone e avocado, oppure il Poké, almeno li avrei digeriti più facilmente. Quando cercherò di dormire la combinazione: stanchezza, adrenalina, letto nuovo e soprattutto carne da digerire; sarà difficile!
In Cascina Merlata c’è una festa con anche un’installazione artistica. Quando sono arrivata nel pomeriggio c’erano un sacco di cartoni ammucchiati e quando sono uscita dalla lezione mi sono trovata di fronte una torre che ricorda le chiese senza soffitto del medioevo, non sembra fatta di cartone. Andando vicino scopro che è tenuta insieme dal nastro adesivo per i pacchi. C’è un palco, tavoli all’aperto con due ristoranti e un bar (dove faccio colazione di solito). Ogni volta che vengo qui non mi sento a Milano, ma mi sembra di essere in una località di mare e questa sera la sensazione è di stare in villeggiatura.
C’è anche una piccola orchestra di sei elementi che suonano musiche sud americane e alcune del Perù da dove provengono. Come resistere a non ballare? Facendo pause necessarie per mangiare l’hamburger impegnativo, ci alziamo e balliamo in coreografia come facciamo a lezione. Molte delle persone lì intorno ci guardano, tra cui un bimbo che sarà sicuramente il prossimo Billy Elliott della danza moderna.
Quando torniamo al tavolo però forniamo anche cibo alle zanzare che ci attaccano, poi sudate come siamo soprattutto io e Marta. Ci chiediamo come mai le zanzare non mordono Kouyaté e gli altri, che abbiano una pelle più spessa?
Dopo aver bevuto un caffè salutiamo tutti dandoci appuntamento al giorno dopo. Marta mi fornisce l’indirizzo di casa sua e io vado in auto e lei con la bicicletta che non può lasciare lì, seppur con il lucchetto.
Arrivate a casa mi mostra la stanza dove dormirò, mi fornisce un asciugamano, delle ciabattine e mi presta maglietta e pantaloncini del suo compagno, che non abita con lei. Di primo acchito vedendo la maglietta da uomo mi prende qualcosa dentro, ma per fortuna ho superato certe paturnie e non devo indossare sempre abiti femminili, ma per i primi due anni della transizione se indossavo una maglietta mi mancava l’aria!. Per fortuna avevo portato un triplo cambio di abiti così domani tornerò a danzare senza abiti sudati, inoltre in auto ho sempre una pochette con make-up di emergenza.
Mentre faccio la doccia tanto agognata penso all’indomani e al fatto che non ho nulla per radermi, ho ancora una cinquantina di peli neri sparsi sul viso. Per fortuna in questo periodo i peli sono in uno stato dove crescono meno e l’indomani toccandomi il viso li sentirò, ma non si vedranno con un piccolo ritocco di fondotinta.
A tal proposito Marta mi ha mostrato che dietro lo specchio in bagno c’è tanta roba che posso usare sia per struccarmi che per truccarmi il giorno dopo. Noto che non uso mai struccanti per togliere il make-up e mi rendo conto solo adesso che è perché uso un fondotinta usato dalle nuotatrici che resiste all’acqua, è traspirante e basta lavarmi la faccia, in questo caso la doccia, per toglierne una parte compreso l’eye liner anch’esso water-proof. Insomma trovare prodotti specifici per me come donna trans, mi ha aiutata anche nello struccarmi facilmente.
Mi asciugo i capelli con l’asciugamano, non ho visto un phon in bagno, ma penso anche che mi serve come test per il campeggio di settimana prossima dove non so se portarmelo appresso, andiamo in Flixbus e il bagaglio è limitato. Si asciugano in fretta e sono tornata riccia, anzi sembro medusa con i capelli sparati da tutte le parti. Domattina cercherò di pettinarli dandogli una forma, altrimenti sembrerò davvero una leonessa.
Quando anche Marta ha terminato la doccia rimaniamo a parlare un po’ e vedo questa disinvoltura tra donne a rimanere poco vestite tra amiche, senza pudore e senza secondi fini. Da parte mia ho solo da imparare e stare bene.
Inizio a crollare dal sonno, almeno mi sento spossata così la saluto e ci alzeremo alle ore 8:00 per fare colazione insieme e poi vedremo il resto.
Spenta la luce e impiegherò quasi due ore per riuscire ad addormentarmi senza girarmi nel letto come un’anima in pena. Ho addosso tanta adrenalina di una giornata piena di persone che amo, quelle nuove conosciute adesso, è nata una nuova amicizia; mi rendo conto di quanto sono diversa dalla persona che ero, schiva e chiusa. Oltre al fatto di essere un uomo e quindi una potenziale minaccia per le donne, nessuna mi avrebbe mai inviato a dormire a casa sua e infatti non era mai successo. Sono felice di essere me stessa e di essermi liberata di un sacco di sovrastrutture inutili. Buona notte e domani sarà una giornata ancora più intensa di emozioni.
Alessandra “Che bello leggerti dentro Bianca!
”
Francesca “Bianca, a parte il tuo scrivere molto bene, hai una capacità innata di comunicare emozioni! Ti metti a nudo con semplicità e senza remore.. bé che dire, al prossimo tuo post! Complimenti davvero!!!!
”
Giuliana “Ovviamente ho le lacrime
”