E’ stato un weekend intenso.
Venerdì ho preso mezza giornata di ferie per andare a trovare un’amica ricoverata a Milano, ha scoperto un mese fa di avere la leucemia e da poco ha iniziato la chemio.
Peccato che c’è stato lo sciopero dei mezzi pubblici con orari di garanzia non compatibili, così abbiamo rinviato a sabato.
Ne ho approfittato per sistemare alcune cose rimaste indietro dell’associazione, sono andata da Findomestic per scoprire perché non hanno fatto la domiciliazione delle rate dell’auto.
L’impiegata si ricordava di me e ha detto che per quei problemi è sempre un casino. Sembra che proprio non ci sia nel sistema, così l’abbiamo rifatta. Speriamo bene. Mi piacerebbe far pagare loro il costo dei due bollettini postali che ho dovuto fare.
In serata sono partita in auto per andare all’ultimo incontro del corso di cucina. Siamo in una parrocchia e il prete userà la cucina per le feste estive.
Sono arrivata con molto anticipo e per fortuna anche Raffi, una degli organizzatori, era già arrivata, così abbiamo impegnato il tempo a parlare un po’. Dei diciassette previsti eravamo in dieci , alcuni hanno scritto che causa sciopero non riuscivano a esserci, ma cinque non hanno dato segni.
Senza aspettarli abbiamo iniziato la serata mentre all’ingresso del piazzale della parrocchia c’erano salamelle e hamburger a friggere.
Abbiamo realizzato tre piatti estivi e particolari.Antipasto: Cestini di piadina con feta pomodorini confit
Primi: Spaghetti colorati al cavolo viola con crema di parmigiano e polvere pistacchi
Secondo : Insalatina di pollo alla catalana
Questa sera ho portato la macchina fotografica per fare delle foto che forse serviranno al corso di fotografia e ho visto pregi e limiti dell’apparecchio in condizioni di lavoro e mani sporche.
Alcune foto mi sono proprio piaciute e con la Raffi ne abbiamo fatto un paio molto belle che per motivi di privacy non ci saranno alla mostra.
Finita la serata ho abbracciato alcune persone e fatto i saluti di buona estate, ci rivedremo a fine settembre e mi mancheranno queste serate. Mi sono diretta verso casa piena come sl solito e cercando di digerire. Cena estiva, ma ho esagerato con il bis di pasta!
Al mattino dopo mi sono svegliata presto per prepararmi a tornare a Milano per il workout di danza caraibica. Ho fatto una doccia leggera per cercare si svegliarmi, invano.
Arrivata alla Cascina Merlata ho scoperto che al bar c’è una lunga fila, i tavoli sono tutti pieni e arriva gente. Decido di provare a saltare il classico cappuccino e brioche ripiena si ricotta fresca. C’è un motivo perché il bar è sempre pieno. Ieri sera ho mangiato troppo e mi basterebbe giusto un caffè.
Il guardiano mi apre la porta del locale e provo a fare qualche fotografia. Non riesco a capire perché alcune foto escono sbiancate. Lo scoprirò in serata al corso dove uno dei docenti scoprirà che ha un settaggio errato.
Arrivata Giuliana e tre ragazze iniziamo la lezione non prima di ricevere caldi abbracci e complimenti per l’articolo del blog sulla nostra gita a Stresa. Mi fa piacere quando mi dicono che leggendo hanno rivissuto quei momenti.
Il caldo inizia farsi sentire e faccio la lezione solo con il top, per fortuna la pancia si è leggermente sgonfiata.
Ogni lezione per me è un misto di divertimento, mancanza di fiato, prova fisica e quando arriviamo alla parte finale di stretching ho sentimenti misti di tristezza che è finita, ma anche di sollievo perché non sarei riuscita a resistere oltre.
Terminata la lezione parliamo dell’evento che ci sarà il 9/10 luglio quando verrà un ballerino afro a fare lezione. Sarà impegnativo e divertente fare danza con musica dal vivo nel parco.
Beviamo l’agognato caffè al bar che si è svuotato abbastanza e ci salutiamo. Scopro che ci rivedremo tra 3 sabati. All’improvviso mi rendo conto che per il ponte del 2 giugno non ho nulla da fare!
Cerco di rilassarmi su una panchina in attesa di mangiare una pizza al Mare Culturale Urbano. Idea che vince sull’ hamburger dell’altro ristorante, ma solo per il caldo e scelgo una margherita che dovrebbe essere più digeribile.
Ho un’ora buca per andare a trovare la mia amica e lo passo tra lo stare sdraiata su una panchina e fare qualche foto nel parco. Prendo l’auto e mi dirigo zona Sesto, dove c’è il corso di cucina e trovo parcheggio gratis. Con la metropolitana arrivo in piazza Duomo, gremita dai turisti e sento un vociare pazzesco.
Arrivata in ospedale e un po’ “rinco” dal caldo cerco di entrare nell’edificio di Emalogia, ma non vedo citofono nè persone. Meno male che Alicia ha condiviso la posizione perché si trova due edifici dopo!
Come da istruzioni indosso soprascarpe, grembiule, guanti, retina per capelli e mascherina. Prima di entrare in stanza indosso un’altro grembiule che dovrò togliere prima di uscire dalla stanza. Precauzioni per via dei pazienti immuno-depressi e da quello che ho capito la minaccia sono io.
Trovo Alicia stesa nel letto con vari tubicini collegati. Lei è una donna trans che stava per iniziare con la terapia ormonale proprio il mese prossimo. Mi racconta che ha detto in reparto di essere una donna trans e che la trattano bene. Una volta guarita potrà prendere gli ormoni che non sono in competizione con i farmaci della cura.
La vedo stanca in volto, ma anche serena. Mi dice che non si aspettava tutto quell’affetto anche da parte dell’associazione. Da parte mia ci tenevo a farle sentire la mia vicinanza, è anche l’unica donna tra i volontari e mi fa sentire meno sola nelle riunioni. Persona splendida e piena di voglia di fare e si rammarica che non può partecipare alle cose dell’associazione. La aggiorno sulle ultime cose e credo di avere parlato troppo, la vedo provata in volto.
In quel momento entra un un medico e mi dice che non dovevo sedermi sul bordo del letto. Ho un doppio camice che protegge, però obbedisco. Ho tenuto la mano di Alicia per tutto il tempo e la lascio alzandomi. Mi rendo conto che non posso darle un bacino sulla guancia e le faccio una carezza in volto aggiungendo che le voglio bene.
Dire certe parole è bello e quando ero uomo mi tenevo tutto dentro, una cazzata!
È la mia prima volta che vado in ospedale a trovare amici con malattie gravi, mi sono sentita utile e spero di averla aiutata a trovare le energie e la voglia di sconfiggere questo male.
Uscita dall’ospedale ho scoperto che c’è un bellissimo parco con fontana, faccio alcune foto e poi cerco di dormire su una panchina, da seduta. Qualcosina riesco a riposare.
Stasera eravamo solo in due a lezione, ma non è stato un incontro sprecato. Da parte mia c’erano 97 foto da visionare e commentare.
Mi sto concentrando su tre temi: i miei oggetti “da donna”, stare in casa per prepararmi “luogo sicuro”, fuori casa in attività dove mi sento viva e davvero me stessa.
Alcuni scatti piacciono davvero molto, di altri mi danno dei consigli su come migliorare, altri non dicono nulla. La mostra non è sulla bellezza degli scatti, ma raccontarci al mondo e dare da pensare e lo scatto deve colpire il visitatore.
Il commento curioso è stato che guardando le fotografie come se vivessi in un mondo dove ci sono solo io. Per via della privacy non ho proposto fotografie dove ci sono altre persone, ma effettivamente fa quell’effetto.alcune fotografie volutamente devono dare quel senso di solitudine dato che le persone trans siamo un po’ più soli, specialmente all’inizio della transizione. Anche più difficile trovare compagni e compagne per relazioni affettive.non ho comunque riuscire a trovare il modo di fare delle fotografie interessanti dove si potranno camuffare i volti delle altre persone
Terminati i miei scatti passiamo a quelli di Fede, persona non binaria. Molto belli, puliti e conversando capisco che essere Non binary è più su uno spazio mentale che fisico rispetto a noi persone transgender. Rappresentando l’associazione non è che sappiamo tutto e mi piace capire come vengono vissuti gli altri tipi di transizione.
Sono arrivata a casa alle 21:00 stanca morta, ma felice di una giornata di emozioni intense.
Domenica mattina mi sveglio ancora presto per partecipare al “Gir di cascine”, camminata dell’Avis che si svolge nel mio paese.
Faccio la camminata con la mia vicina di casa e optiamo per dieci chilometri terminando al Renova park del WWF.
Tornate a casa mi da un po’ del ragù che ha preparato e aprendo la borsa omaggio scopro che ci sono delle tagliatelle. Il pranzo è servito!
È ancora presto gli dico due ore e mezza a fare il montaggio del video della gita a Stresa. Ho firmato per due ore utilizzando due telecamere devo creare il filmato della coreografia, prendendo vari pezzi in modo che sembriamo tutte bravissime. Il video è piaciuto molto e devo dire che mi sono rivista bene in più femminile rispetto la mia prima impressione quando guardato velocemente le registrazioni.
Giuliana “Bianca il video e’ fenomenale, sei una multi task allucinante e siete tutte stupende e bravissime!
”
Ho scritto il diario e stavo venendo ancora una volta Milano, stavolta in treno. Alle ore 17:30 parteciperò a una manifestazione della mia associazione, ma ne parlerò nel post successivo!