La mia vita a volte è a fasi dove faccio attività che poi scopro essere collegate, questo fine settimana è stata la volta della danza.
Sabato non ci sarà il consueto “Workout con Danza Caraibica e Afrobeat“, la mia amica Giuliana che ci fa lezione sarà in Liguria per lavoro, così è stata anticipata la lezione al venerdì sera. Tutte le ragazze del corso abitano in quella zona (Cascina Merlata) e spesso fanno anche la lezione del martedì sera. Per me arrivare da fuori Milano, dopo una giornata di lavoro e farmi un’ora di coda in tangenziale non è una cosa che mi stimola. Oggi però ho deciso di allungare la festività prendendo mezza giornata di ferie. Motivi vari tra cui si prevede un weekend piovoso e non ci sono trekking, poi oggi c’è ancora il sole e mi sono fatta sei chilometri di camminata!
Per il corso delle ore 19:00 devo partire da casa alle 17:30 circa, ma prima devo mangiare qualcosa, cambiarmi e fare un make-up. La mezza giornata di ferie è stata quasi necessaria.
Alle mie amiche di corso Alessandra e Anna ho fatto una sorpresa. Con loro due abbiamo iniziato un anno fa a fare questa attività, me lo ha ricordato Facebook (apri link del blog), non ci sembrava trascorso tutto questo tempo.
La lezione è stata più impegnativa a causa del primo caldo di stagione e al termine eravamo tutte rosse in viso, stanche e felici. Soprattutto io che riesco a stare al loro passo e con i miei vent’anni di più.
Abbiamo fatto il punto della gita che faremo a metà maggio quando andremo a Stresa per una giornata “solo donne danzatrici”, balleremo in un parco con vista sul lago Maggiore, pranzeremo in un hotel di lusso senza spendere troppo e nel pomeriggio decideremo se fare qualche altra cosa oppure goderci il lago.
Sabato sera ho trovato un’attività da fare poco costosa: 10€ di biglietto di ingresso a teatro nel paese vicino, dove sono nata, per assistere a uno spettacolo di danza dal titolo misterioso: Gamelan. Che per quanto ne so significa “rete di videogiochi,” ovviamente non centrava nulla, ho scoperto che è proprio il nome della danza Indonesiana!.
Sono arrivata col mio solito anticipo e sembrava che fossi da sola allo spettacolo, ma all’ultimo momento per fortuna poi sono arrivate molte altre persone, ovviamente 90% di donne. Il resto degli uomini erano lì per accompagnare le consorti. C’era pure un gruppetto di donne, mentre aspettavo ho origliato, scoprendo che uno dei due danzatori è il loro insegnante di danza. Mi è rimasta la curiosità di capire che tipo di danza fanno e quando fanno questi corsi, magari per partecipare il prossimo autunno. Al momento non mi è sembrato il caso di chiederlo non sapendo che tipo di spettacolo avrei visto.
Altra peculiarità dello spettacolo è che ci poteva stare seduti sul palcoscenico, posti ai lati dove avevano allestito dei divanetti scomodi e dei cuscini comodi. Vedere uno spettacolo di danza a due metri dai danzatori è stato fantastico. Lo spettacolo era di danza moderna ispirata alle danze antiche dell’isola di Bali in Indonesia. I ballerini erano un “lui” ed una “lei” che indossavano un gonnellino e lei anche un top con con delle piume di pelliccia sintetica.
Lo spettacolo durato quaranta minuti era diviso in tre fasi, dove hanno danzato un incontro tra maschile e femminile con relativa sfida e prova di forza con un combattimento simulato, poi l’unione quasi carnale danzando a specchio e muovendosi in cerchio, mentre la parte finale con musica da discoteca e luci stroboscopiche dove a causa di incomprensioni poi si lasciavano.
Osservandoli così da vicino ho anche capito quanta muscolatura serve per ballare in quel modo. Lui era un ragazzo magro e tutto un fascio di muscoli, lo era anche lei anche se nella sua femminilità. La ragazza era di origine indiane e nei movimenti si vedeva la loro eleganza tipica delle danze indù.
Mi hanno colpito molto l’osservare il movimento di gambe e piedi che erano sempre con un appoggio sicuro; la parte dove hanno combattuto dove sembrava mi venissero addosso; quando lui l’ha sollevata e portata in giro sulle spalle. Ho visto da vicino le differenze di danza tra le due fisicità, il modo simile, ma diverso di fare gli stessi movimenti e mi sono chiesta io che tipo di movimenti faccio? Non credo di muovermi più come un uomo, ma neppure di essere flessuosa come una donna.
Non era uno spettacolo per tutti e anche per me che sono la “donna a 360°” ho avuto qualche difficoltà a seguirne alcune parti ed apprezzarle. Nell’insieme mi è piaciuto e fornito degli spunti di riflessione su me stessa e il mio essere donna e transgender.
In un ambito preistorico e tribale, come sarebbe stato essere transgender in quel contesto?. Ovviamente senza ormoni nè chirurgia non si sarebbe potuto cambiare il fisico. Sarei stata come se fossi un terzo genere?. Nel passato remoto e tribale le persone intersex erano considerate come oracoli delle divinità.
Sono solo spunti di riflessione e che nel mondo dove vivo hanno solo un lascito di eredità di secoli di maschilismo imperante nella società, che hanno sempre meno ragione di esistere.
Finito lo spettacolo gli attori si sono messi a parlare con il pubblico e ho ascoltato un po’ quello hanno detto sulla preparazione e i retroscena. Hanno impiegato mesi a metterlo insieme e per vari motivi la ragazza sul palco era la terza che si è cimentata nella danza.
La loro idea è di arrivare a portare lo spettacolo all’aperto con tutti gli spettatori intorno e da qui la scelta di invitarci a stare sul palco. Senza spettatori vicini non riescono a ottenere la performance danzatoria che ritengono necessaria.
Poi si sono messi a parlare di persone che non conosco e non mi sembrava più utile stare lì, ho ringraziato e sono tornata a casa.
Ovviamente l’unica persona che è andata a teatro da sola a vedere lo spettacolo ero io, gli altri erano tutti in coppie oppure a piccoli gruppetti. D’altra parte questa volta non avrei proprio saputo chi invitare a venire a vedere uno spettacolo di danza senza avere la minima idea di cosa avremmo visto. Io riesco ad adeguarmi a qualsiasi cosa e comunque trovare sempre un lato positivo, qualcosa da apprezzare, ma la maggior parte delle persone che conosco non hanno questa apertura mentale, preferiscono la confort-zone alla novità.
In giornata la mia amica Luciana mi ha invitata ad andare con lei e altre persone a un evento in una discoteca Milano dove suonerà una tribute band dei Depeche Mode (Mode Machine) e a seguire un dj set a tema. Questo gruppo di tribute è molto conosciuto in Europa e ha fatto concerti ovunque e questa sera festeggiano la loro cinquantesima esibizione.
Domani c’è la festa del Primo Maggio e stasera posso fare tardi. Le chiedo se il tragitto a casa sua fino alla discoteca ci sarà qualcun altro a darci un passaggio, io non me la sento più di guidare la sera dentro Milano e soprattutto quando sono molto stanca.
Ci ha portate una sua amica, che poi ho scoperto di aver visto una volta sola quando ero Gerardo anni fa, le sembrava di avermi già visto senza ricordarsi dove!. Siamo arrivate in largo anticipo perché aveva il timore di non trovare parcheggio, cosa si è rivelata fondata e dopo un’ora la zona era tutta piena. Il locale dove siamo andate noi è a fianco della discoteca Alcatraz e di un paio di ristoranti, quindi dopo una certa ora c’era una quantità pazzesca di ragazzi.
Eravamo in super anticipo, avrebbero aperto dopo quasi un’ora, abbiamo cercato un bar per bere un caffè e stranamente erano tutti chiusi. Abbiamo fatto anche un pezzo a piedi scoprendo che eravamo vicini a dove lavoro, sapevo che lì c’erano i bar, ma erano la chiusi pure quelli. Probabilmente la sera per tenere aperto un bar non è una zona molto sicura, ma più tardi abbiamo scoperto che in realtà aprono tardi per poi fare la notte! Ha aperto il Bar Moma proprio di fronte all’ingresso e così siamo riuscite a bere un caffè e io ho preso anche una bottiglietta d’acqua, non sapendo quanto sarebbe costata dentro la discoteca, era tutto il giorno che avevo la gola secca
Nella fila d’ingresso c’erano tutte persone avanti con l’età, anche molto oltre la mia. Essendo una serata dedicata una band che è sul mercato da quarant’anni, i fan hanno tutti una certa età, anche se poi sul tardi sono arrivati anche delle donne più giovani, ma non troppo.
Appena entrate abbiamo preso posto nei divanetti, più che altro per lasciare i giubbotti, il guardaroba era abbastanza caro, poi ognuno aveva portato delle cose che costavano poco nel caso ce e avessero rubate.
Dopo un’altra ora di attesa che abbiamo passato chiacchierando, finalmente la band è entrata e ha iniziato a suonare. La voce del cantante era quasi identica a quella di Martin Gore (il cantante dei Depeche Mode), e le canzoni erano una versione precisa delle originale, ma adattate nella versione live perché su suggestione del cantante, che si muoveva continuamente sul palco, ci ha istigato a muovere le braccia, cantare, agitarsi. Praticamente era una festa e un tributo da fare insieme. Abbiamo lasciato in fretta il salottino e siamo andate proprio sotto il palco per goderci l’esperienza. In generale ai concerti mi diverto poco se rimango ad ascoltarli seduta e distante, devo rendermi partecipe dello show.
Devo dire che mi sono divertita parecchio, ero una donna in mezzo alla gente e mi sono sentita bene senza timori, finalmente posso essere me stessa.
Quando suonavano dei pezzi mitici degli anni ’80 il pubblico esplodeva in gesti e urla, in parte anche io. Quando erano usciti quei brani avevo vent’anni e si dice che la musica ascoltata a quell’età ti rimane dentro per sempre e ascoltandola mi sono sempre venuti dei brividi dentro. Questa sera non era più così, ora sono davvero un’altra persona con i ricordi al maschile, ma senza le emozioni suscitate all’epoca. C’è stato il piacere del ricordo senza null’altro. Non che fosse un periodo felice: single, sfigato, con un lavoro che non mi piaceva e che non cuccavo mai. La musica però mi ha sempre dato un supporto, un aiuto a tirare avanti e nel 1984 l’idea di poter essere una donna trans era semplicemente inconcepibile, sembrava che esistessero solo le prostitute trans brasiliane e non operate.
Al termine del concerto è partito il dj set con una musica che non riuscivo nemmeno a capire che ritmo avesse, tutta elettronica che vagamente ricordava quella dei Depeche Mode. Questa band fa delle canzoni spesso molto elettroniche che già di per se’ sono ballabili senza problemi e non ho capito questa cosa di infilarci sotto una serie di ritmi e batterie per aggiungere un ritmo e vibrazioni. Il volume era altissimo e sentivo le vibrazioni addosso nel corpo, secondo me non fanno i controlli sul limite dei decibel e sarebbero tutte da multare queste discoteche.
Le mie amiche volevano comunque ballare quella “musica” e mi sono aggregata. Ho scoperto, anzi riscoperto, perché non mi piace andare in discoteca. Hai poco spazio per muoverti e praticamente passi la sera ondeggiando tra una gamba e l’altra e alzando a ritmo leggermente le braccia anch’esse a turno. ho visto persone fare così per un paio d’ore e nel viso non erano felici, tranne un paio di esaltati che forse avevano bevuto qualcosa per non dire altro. Io sono effervescente naturale e non ho bisogno di queste cose per sballarmi e forse non pensare alla vita. Non capisco lo scopo di venire in questi locali dove non conosci nessuno, non ti diverti, ti muovi poco e non c’è della buona musica.
A un certo punto della serata mi sono annoiata mentre le mie amiche sono andate nella saletta fianco dove c’era la musica anni ’70, peccato che la sala era piccolina e il volume era assurdamente alto. Non sono riuscita a sopportarlo e sono scappata fuori lasciandole, che le mie amiche siano già un po’ sorde?
Mi sono seduta sul divanetto e praticamente ho cercato di dormire, erano quasi le due di notte e io non sono una nottambula per natura.
Dopo un po’ ho deciso di uscire dalla bolgia rumorosa della discoteca per aspettare le mie amiche nel bar di fronte, ma le ho incrociate mentre le cercavo e abbiamo deciso che era abbastanza per la serata e di tornare verso casa. Serata che per me è stata un successo la prima parte con il concerto e sentirmi coinvolta, mentre è stata una noia la seconda parte dove cercato di ballare sul posto. Qualche coreografia l’ho inventata senza però divertirmi.
Ho un’amica Trav che quasi ogni sabato va in discoteca e dai post e video che fa (ha un migliaio di follower) è in Club e Night con anche le T-girls un gruppo di donne trans che animano le serate in questi locali. Niente prostituzione o altro, è un lavoro. Avevo il desiderio di andare con lei una sera, ma dopo questa notte non ne sono più così sicura, vedremo. Sì, lo so che poi lo farò!
Sono arrivata a casa alle tre di notte. Avevo i miei soliti quaranta extra di viaggio. Ho fatto fatica anche a lavarmi denti tanto ero stanca. La mattina seguente mi sono svegliata alle 10:00 ovviamente tutta rintronata. Non credo sia solo una questione di età, questo tipo di discoteche non mi piaceva nemmeno negli anni scorsi quando ero più giovane.
Morale dell’articolo? Preferisco fare danza e ballare attivamente che stare passiva in una discoteca a muovermi sul posto.