Ieri ho fatto il mio primo vero trekking da dieci mesi: 640 metri di dislivello per nove chilometri. È un gruppo nuovo per me, mi ha invitata la mia amica Elena K. che ha già fatto molte camminate con l’organizzatore. Non vedevo Elena da almeno un anno, da quando ho smesso di fare le camminate a causa dell’auto che era inaffidabile e la nuova non me la consegnavano.
Non avevo molta voglia di guidare per più di un’ora, il trekking era su una delle montagne del lago d’Iseo, partenza dal paese di Polaveno. Ho provato a mettere un annuncio sul gruppo Whatsapp per chiedere un passaggio, ma non si è fatto vivo nessuno.
Di notte è piovuto parecchio, ma al mattino c’era uno splendido sole così ho deciso di andare. Arrivata alle salite mi sono resa conto che la prima volta che con l’auto nuova affronto le salite in montagna per fortuna non ci sono stati problemi. Dopo numerosi tornanti ho parcheggiato e guardando i messaggi ho scoperto che gli altri sarebbero arrivati in ritardo così ho fatto colazione nel piccolo bar dove, già alle dieci del mattino c’era la gente che si faceva lo spritz oppure beveva vari alcolici. Gli abitanti del paese si stavano godendo la giornata del ponte?
Finalmente è arrivata la mia amica insieme alla vicina e una tipa che si era aggregata, quando è uscita dall’auto l’ho voluta abbracciare due volte, mi mancava. Infine è arrivato anche l’organizzatore del trekking che aveva sbagliato strada tra i numerosi tornanti e paesini attraversati. Dopo le varie presentazioni, eravamo in nove con due maschietti, ho scoperto che tutto il gruppo era over cinquanta.
L’inizio della camminata è stato molto impegnativo. La salita era davvero ripida e con un tratto cementificato con la strada che portava a delle case quasi a ridosso del bosco. Terminato il lastrone finalmente siamo entrati nel bosco e seppure in affanno, ho iniziato a godermi la natura. Mi mancava tantissimo.
Le due settimane scorse ho fatto due trekking brevi sopra Lecco, ma faceva ancora molto freddo e c’era pure la neve. Non c’era molta natura da godere, oggi è tutto verde con un cielo azzurro con qualche nuvola bianca.
Mentre si camminava ho parlato un po’ Elena che voleva sapere il retroscena di come ho fatto ad arrivare televisione per la partita di calcio (Apri articolo del Blog). Più avanti c’era la tipa del passaggio in auto che non aveva sentito bene e un tratto della camminata con lei ho voluto fare un piccolo esperimento. Le ho raccontato che c’è stato un torneo LGBT+ e ho visto che non stava capendo bene la cosa. Ho detto che ho accompagnato questo gruppo in televisione, come se fossi la madrina, e che comunque avevo giocato. Il test consisteva per vedere se avesse capito che io ero una ragazza trans invece ha pensato che fossi lesbica.
Insieme alla mia amica c’era la sua vicina di casa che aveva raccontato di me e questa per tutto il tempo, ma per fortuna non molto spesso, ha usato pronomi maschili e alla fine del trekking le ho detto che sono una donna anche legalmente. In realtà non c’era nulla di offensivo da parte sua, anzi mi adorava per la mia scelta, solo che non ho capito perché non riusciva abbinare quello che vedeva con quello che le aveva raccontato di me Elena.
Negli ultimi metri, prima di arrivare alla cima, ho dovuto fermarmi tre volte perché avevo i battiti a 150 Bpm, tanto non ci correva dietro nessuno e anche le altre che hanno approfittato per una pausa.
Arrivati in cima la vista era spettacolare, vedevamo sotto di noi quasi completamente il lago d’Iseo e al centro Montisola, dove ho fatto alcuni trekking leggeri in passato.
A Elena ho accennato la mia vacanza dello scorso anno al campeggio olistico a “Vida Gaia” (Leggi articolo del Blog) e Antonella ha detto che lei era lì nello stesso periodo. Ci siamo guardate e non siamo riuscite a capire perché non ci siamo conosciute, nessuna delle due ricorda l’altra. In campeggio c’erano un centinaio di persone e sebbene ho interagito con tantissime non ho conosciuto davvero quattro. Inoltre lei ha fatto la meditazione il primo giorno e io l’ho fatta dal secondo. In quel campeggio si faceva colazione e cena tutti insieme sotto un tendone ed è davvero strano che non ci siamo incrociate. Le ho chiesto un contatto per eventualmente organizzare una vacanza similare.
Più tardi con Elena abbiamo ipotizzato di fare una settimana in quel campeggio a fine Luglio. Lei è molto curiosa. Le ho “imposto” che se ci andiamo insieme poi rimaniamo amiche!. Dati i nostri caratteri non credo che ci saranno problemi.
A ritorno sono scivolata alcune volte quando miei pensieri arrivavano e non ero più concentrata su dove mettevo i piedi, per fortuna avevo le bacchette e non sono ruzzolata facendomi male. C’è stato anche un momento in cui abbiamo sentito i tuoni e il cielo si è coperto di nuvole molto velocemente. Il meteo aveva scritto che era possibile la pioggia e infatti è arrivata, ma per fortuna era leggerissima ed è durata poco. Eravamo praticamente quasi ritornati in paese.
Lasciati glì zaini nelle auto e cambiate le scarpe, siamo tornati al bar dove abbiamo fatto una specie di aperitivo, era ancora presto per ritornare a casa. Quando ho fatto colazione stamattina c’era una ragazzina che beveva un bicchiere di spuma, erano trent’anni che non la bevevo e l’ho ordinata ritrovando un pochino il gusto dell’infanzia, anche se ero un ragazzino.
La conversazione è stata molto piacevole e mi hanno chiesto se conoscevo Elena da tanto tempo, la loro impressione era che fossimo amiche di vecchia data mentre in realtà ci conosciamo “solo” da cinque anni. Tra noi c’è stato da subito un rapporto molto bello e facendo le conversazioni del sabato insieme (vedi articolo del Blog) ci siamo raccontate cose di noi che non avevamo mai detto nessuno e lei è stata anche la seconda con cui ho fatto coming out, ma la prima dove ero in abiti femminili (vedi articolo del Blog). Rileggendo l’articolo nelle foto proprio non mi ci vedo come sono adesso!
Mentre tornavamo alle macchine ed eravamo un po’ in disparte le ho chiesto come mi ha trovata e se vede dei cambiamenti fisici. Lei mi vede allo stesso modo dal coming-out e soprattutto il mio carattere e il mio essere solare. Si rende conto che ci sono state e ci sono delle difficoltà che non riesce immaginare, ma che non mi stanno bloccando.
Quando faccio questi eventi sportivi avevo sempre il timore che il make-up mattutino non reggesse fino a sera e mostrassi un viso troppo maschile. Per fortuna questo non succede più, ma per sicurezza mi sono guardata allo specchio nel bagno del bar vedendo una donna del mio riflesso. Credo che i due uomini che erano con noi, non hanno capito che sono una donna trans, soprattutto negli abbracci finali hanno fatto allo stesso modo con le altre.
A dopo saluti mi sono messa sulla strada del ritorno, ripensando alla giornata e mettendo insieme i pensieri. Arrivata a casa comprato una pizza kebab, che non avevo mai assaggiato, e devo dire che è molto buona e dal gusto curioso. Praticamente è una pizza margherita con sopra tutto il contenuto di un kebab classico. Dopo aver terminato di cenare la stanchezza mi è crollata addosso e sono andata a dormire molto presto.
Questa mattina avevo ancora con le ossa doloranti. Oggi c’erano altri trekking interessanti, ma ho capito che il mio fisico non ce la può fare. Però mi sono fatta una camminata lungo il naviglio per otto di chilometri, ma molto lentamente. Una camminata senza indossare le cuffie e persa solo nei miei pensieri e osservando l’acqua del naviglio che scorre lenta, il risveglio della natura, il cinguettio degli uccellini e il rumore del fiume Adda che ha sempre meno acqua.
Ho capito che dopo aver fatto una giornata intensa e socializzato parecchio, in seguito bisogno di stare sola con me stessa. Non è un bisogno di solitudine, ma di liberare la mente per focalizzarmi su me stessa. Forse sono troppo anche per me.
Quando socializzo sono davvero un vulcano in eruzione riesco a fare conversazione su qualsiasi tema. La disponibilità verso prossimo l’ho vista questa mattina quando ho scambiato due battute con un signore che mi ha superata nel bosco e più tardi con una signora, che tra tutte le persone, ha scelto me per chiedere informazioni su quanta strada mancava. Molte delle menate che ci facciamo all’inizio della transizione chiudendoci al mondo con la paura del giudizio non ci fanno bene, mentre dovremmo invece fare proprio l’opposto. Agli altri è molto più facile accettare “la normalità di persona trans” che deve essere visiva e di abbigliamento “non eccentrico”, piuttosto che trovarsi di fronte una persona dagli abiti eccentrici con trucco vistoso e il tutto “visibilmente finta””. È bello poter scrivere queste cose visto che tre anni fa quando ho iniziato avevo la paura del giudizio altrui e adesso sono libera di essere me stessa proprio nel giorno della liberazione festeggiando il 25 aprile.
Facebook mi ha ricordato che lo scorso anno ho fatto una camminata negli stessi luoghi e confrontando le fotografie fisicamente mi vedo molto più femminile.
Il resto della giornata passerà a casa rimettendo mano al sito che è abbandonato da anni e molte delle cose che ci sono dentro, fanno parte di un passato che non è più mio. Stamattina ho anche lanciato il backup del server e ho visto ci sono dentro quindici Gigabyte di dati e immagini nel blog, ma per fortuna ho lo spazio web illimitato! Un giorno racconterò come ci sono riuscita spendendo 40€ all’anno.