Sono in vena di riflessioni e introspezioni. Come accaduto spesso nella mia nuova identità di genere, quando rifletto su determinati argomenti si genera la teoria dell’attrazione e mi arrivano suggestioni da tutte le parti.
Ieri abbiamo fatto una lezione tipo open day per il corso DYP (Danzare tra Yoga e Pilates) che faremo da gennaio. Una parte è costituita dalla condivisione di qualcosa di bello, di meno bello oppure che ci tormenta.
Una ragazza ha espresso un malessere che ha con colleghi e superiore al lavoro, una sofferenza interna di mancato apprezzamento. Mi ha portato alla mente quando volevo cambiare lavoro dopo 17 anni e non riuscivo, cosa che in realtà mi auto sabotavo rimandando. Anche lì non c’era più apprezzamento da anni e nell’ultimo anno era per farmi mobbing, ma ne sono resa conto solo dopo che ho lasciato e parlato con alcune ex-colleghe che hanno confermato che non era una mia impressione.
Durante un esercizio di camminata nello spazio della stanza e reagire/interpretare/sentire una parola di suggestione quando è stata la volta di “Libertà”, Maurizia mi ha abbracciata con uno sguardo felice esclamando “Tu sei la libertà
“. A parte che le mie amiche mi stritolano sempre negli abbracci, forse perché sanno che ho una fisicità che non mi rompo, c’è sempre una conferma e forse un loro desiderio di poter fare quello che ci si sente, anche se spesso hanno impegni con il compagno, i figli, la famiglia e il lavoro. Non credo di essere libera nel senso di impegni e attività, penso intendesse che sono libera nella mente e di non costringermi a stare nel ruolo che mi è stato assegnato alla nascita: maschio, bianco, cisgender (che dovrebbe avere tutte le fortune per avere successo nella vita occidentale). Per fortuna invece, con fatica sono riuscita a uscire da tutto ciò.
Un’altra cosa che è uscita fuori è che quando credi di avere raggiunto un qualche traguardo ti devi fermare, guardare intorno e ripartire con nuovi orizzonti. La mia transizione era pensata in tre anni, nel senso che avevo capito quali passi avrei dovuto fare: epilazione, ormoni, capelli, cambio nome e genere legale. Ora ho fatto tutto questo, più o meno, e non so bene quali passi dovrò fare per un’altro triennio. La fermata di questi giorni, causata dal fatto che l’auto è ancora dal meccanico e bloccandomi in paese, mi ha dato modo di ripensarmi, riflettere su molte cose e anche se non ho ancora preso delle decisioni precise (il seno ha ripreso a crescere e forse non serve più che faccia la mastoplastica additiva), ho un orizzonte davanti con delle scelte che dovrò fare, ma con calma.,
Al corso di Attivismo LGBT+ che ho tenuto, la mia amica Elena nel fare una sua presentazione sul cambiamento ci aveva detto che il cambiamento avviene comunque e spetta a noi cercare di dirigerlo.
La serata è terminata in un bar a fare l’aperitivo. Il mattino dopo mi sono svegliata alle 9:30, tardissimo. Mi sono sentita mezza bloccata di spalle e leggermente fiacca, con ragione, ieri ho fatto almeno tre ore di yoga+pilates+danze. Sono uscita per una breve camminata in centro e magari fare colazione tardiva al bar. Ho incrociato la signora Maria, una delle “diversamente giovani” del paese e con lei sono andata al bar per un caffè. Lì c’erano altre signore del paese e per un momento ho avuto un raffronto con ieri sera dove ero la più vecchia e adesso sono la più giovane e di tanto.
Ovviamente i discorsi sono stati diversi e oggi poi erano pure in dialetto (da parte loro), lingua della bassa bergamasca. Altra cosa che mi ha colpita è che stavolta non ero con le mie vicine di casa. Una volta che entro in contatto con qualcuno rimango ben voluta, Proprio l’opposto di quando ero un uomo schivo e con poche amicizie e contatti relativi solo alla mia professione informatica.
Oggi cerco di fare poco o nulla e di riposare in vista della sveglia alle 6:00 di domattina per andare al lavoro in presenza. Non avendo l’auto ho un solo autobus che mi può portare in stazione ed è alle 7:05. Domani sarà una giornata impegnativa dal punto di vista degli spostamenti.
Mentre facevo finta di dormire dopo pranzo (e dopo la camminata di 4 chilometri per prendere aria e freddo) mi è venuta in mente l’idea di fare una raccolta del mio volto in diversi periodi degli ultimi tre anni: la donna dai mille volti.
In effetti il riconoscimento dei volti del mio computer Apple considera persone diverse le foto nei vari periodi, quindi non è solo una mia impressione del cambiamento del mio volto dovuto solo in parte agli ormoni.
Ho scelto una serie di fotografie che mi sono sembrate più significative nel mostrare il cambio, non se ero più figa o passabile come donna biologica.
Ovviamente le parrucche hanno fatto molto nel mostrare una fisionomia diversa. Ho notato che anche il mio sguardo è cambiato a seconda del periodo e di quale parrucca indossavo, l’ultima è quella di capelli veri e li sentivo davvero come miei, mentre le prime che ho utilizzato facevano l’effetto “indosso un cappello”. Ho trovato anche una sequenza della crescita dei miei capelli ed è molto significativa per vedere anche qui il cambiamento della “me stessa” quella vera.
Già che ero in ballo nelle ricerche storiche ho fatto anche una collezione dei volti ‘teatrali’ e per divertimento che ho fatto. Truccarmi, essere qualcun’altra mi aveva sempre affascinato, ora è un sogno che si è tramutato in realtà. Cambio parrucca, modifico il make-up, cambio espressione ed ecco tante donne diverse e molte non somigliano affatto a me, almeno mi sembra guardandomi.
Nikoll da Facebook
“È trascorso poco più di un anno da quando mi sono esposta al mondo per come sono e per come mi sento di essere.
“
Ho cercato di fare di tutto per non bruciare e perdere il passato e molte delle cose che fanno parte di esso.
Mi sono prodigata per entrare con dolcezza e pazienza nella comprensione di chi mi sta vicino, pensavo che non perdere tutto sarebbe stata una cosa possibile.
Ma io sono cambiata più di quello che avrei potuto pensare e questo oggi mi stupisce molto.
Non è l'immagine di me che mi sembra cambiata, anche se dalle foto è evidente che ci sono alcune differenze, nello specchio la differenza si nota molto di più, ma non è la cosa che mi sembra più lontana da come ero.
Sono profondamente cambiata dentro in qualcosa che non ho ancora scoperto completamente.
Ti capisco, è successo e accade lo stesso. Il passato perde sempre più di significato, il presente è diverso (e meglio) di come lo immaginavo, sono cambiata dentro e tanto. Sono empatica come non credevo di esserlo, ma proprio tanto. Nella maggior parte delle mie nuove frequentazioni essere aperta “sta pagando” e ricevo indietro parte di quello che do’, e non sono soldi o oggetti, ma rispetto, affetto e forse anche amore. Nel mio blog il titolo che avevo scelto è “un viaggio Transgender” e non avrei mai immaginato portasse in direzioni sconosciute e inaspettate.
Infine un messaggio dalla mia nuova amica Elena in ritiro meditativo.
Elena R.”Il racconto delle tue vicissitudini burocratiche mi contorce un po’ lo stomaco come sempre, ma confido che il cambiamento è in atto e le generazioni future avranno maggiori diritti e maggiore libertà.
“
Da una conversazione Facebook della mia associazione:
“buonasera gruppo ho da poco ripreso degli incontri con la psicologa ora che ho finalmente avuto la mia sentenza, ho cambiato lavoro e vengo apprezzata, ho la mia casa, mi metterò il lista per alcuni interventi eppure non riesco a trovare felicità e tranquillità nonostante tutto...
“
Cercavo di essere accettata da questa società in un binarismo tale che mi ritrovo a fingere come anni a dietro, solo per non perdere un accettazione. dopo un anno ancora non so fare pace con me stessa!!!
“Ieri sera abbiamo parlato proprio di questo, o meglio, soffermandoci sulla fretta di iniziare il percorso inteso come nulla osta / terapia e quello che segue. Abbiamo fatto qualche considerazione sul rischio di concentrare su questo nostro percorso di affermazione di genere tutta la fiducia in una "vita migliore", o "felice"..
.
“...arrivi a un punto in cui pensi "ho fatto tutto, ora dovrei essere felice", sei stanc* e ti sgomenta il fatto che no, non sei felice.
“
Forse ha senso pensare che si è fatto un pezzo, importante ma non esclusivo, e che rimane da fare molto altro, e io sono sicura che tu questo molto altro lo farai.
Datti tregua e tempo.
“...nel mio primo ascolto mi avevano detto una cosa che suona più o meno come un “saremo sempre persone trans” ma non inteso come una cosa negativa o da ghettizzare. Comprendere chi sono e accettarmi.
“
Nonostante le difficoltà legali e mediche , ho cercato di essere me stessa, una donna che non è una donna cis. Sono qualcosa d’altro, forse non binaria…qualcosa di meglio rispetto al prima della transizione.
Mi sono ritrovata , ho allineato il dentro la testa con quello che c’è fuori e anche qui con alcuni alti e bassi psicologici, non sono più una che finge di essere qualcun altro. Prenditi il tempo e con la psicologa trova la vera te stessa che non è solo estetica. Il cuore lo hai, va solo allineato con il resto.